Caso piazza San Pietro a Portovenere: “Cozzani vende senza spiegazioni un patrimonio dell’umanità”
22 dicembre 2020 - Scritto da admin
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Parcheggi Fincantieri, Fedi (Prc La Spezia): “L’azienda trovi subito una soluzione nel rispetto di lavoratori e cittadini”
19 dicembre 2020 - Scritto da admin
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Verusckha Fedi,
Rifondazione in presidio al Sant’Andrea della Spezia: “Assunzioni subito e nuovo ospedale”
19 dicembre 2020 - Scritto da admin
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È stato scelto l’ospedale Sant’Andrea della Spezia come luogo del presidio organizzato stamani da Rifondazione Comunista a difesa della sanità pubblica in tutta Italia. Servono mezzo milioni di assunzioni per il rilancio del settore pubblico, la cui insostituibilità secondo Rifondazione è stata ben messa in evidenza con l’emergenza sanitaria.
La richiesta è quella di assunzioni e nuovi investimenti, necessari anche in una città come La Spezia che da anni aspetta la realizzazione del suo nuovo ospedale, bloccata da ritardi e poi dalla rescissione del contratto di appalto. Il progetto per il nuovo affidamento sta per essere presentato dalla Regione Liguria.
“Abbiamo scelto di fare questo presidio davanti all’ospedale spezzino perché mettiamo al centro della nostra campagna la valorizzazione delle lavoratrici e dei lavoratori pubblici – spiega Jacopo Ricciardi, della segretaria regionale del partito -. Il Sant’Andrea è uno dei luoghi simbolo della città. Vengano assunti con contratto a tempo indeterminato lavoratrici e lavoratori precari della sanità che stanno affrontando da mesi la pandemia”.
Se ne è andato Beppe Quaretti, Prc La Spezia: “Gravissimo lutto per Follo e per tutta la sinistra spezzina”
19 dicembre 2020 - Scritto da admin
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Biodigestore, Rifondazione Comunista: “Regione e Provincia salvaguardano Recos/Iren invece che i cittadini”
19 dicembre 2020 - Scritto da admin
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Rifondazione Comunista al fianco dei dipendenti pubblici in sciopero
19 dicembre 2020 - Scritto da admin
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Rifondazione Comunista sostiene con forza lo sciopero dei dipendenti pubblici indetto da Fp Cgil, Cisl Fp, Uil Fpl per mercoledì 9 dicembre contro gli attacchi dei soliti soloni che dall’alto di “cattedre” ben remunerate contrappongono, falsando i dati sugli aumenti proposti dal governo, i dipendenti pubblici ai privati, gli stabili ai precari.
E’ la solfa riproposta da anni il cui risultato reale non è togliere a chi sta un po’ meglio per dare a chi sta peggio, ma peggiorare le condizioni e ridurre i diritti di tutte/i.
I problemi veri del lavoro autonomo lasciato solo e dei precari con retribuzioni e diritti indegni di un paese civile non si risolvono colpendo ancora lavoratrici e lavoratori con stipendi quasi fermi da 13 anni. Togliere qualcosa ad un dipendente pubblico che guadagna poco più di mille euro non aiuta il precario che ne guadagna un po’ meno.
Il problema è assumere i precari, garantire salari dignitosi a tutti, pubblici e privati, far ripartire l’economia e contrastare l’emergenza
La loro lotta parla di un’emergenza che riguarda tutto il paese reso fragile da anni di tagli di tutto il sistema pubblico, dalla sanità alla scuola, dai vigili del fuoco ai Comuni, dalle amministrazioni centrali a quelle periferiche.
E’ ora di abbandonare le ubriacature mercatiste e il primato dei profitti insensibili alla vita delle persone e investire la maggior parte delle risorse disponibili per ricostruire un pubblico all’altezza dei bisogni del paese. E per disporre del massimo di risorse necessarie e invertire la tendenza all’aumento delle disuguaglianze si tassino finalmente le grandi ricchezze a partire da un milione di euro in su. Restituire valore e dignità ai pubblici dipendenti e incoraggiare in loro un forte senso del ruolo pubblico è fondamentale per il miglioramento della qualità dei servizi e dei diritti dei cittadini. Per questi motivi saremo presenti in tutte le iniziative promosse nella giornata di sciopero con le nostre proposte:
– assunzioni di almeno 500 mila lavoratrici e lavoratori;
– stabilizzazione di tutti i precari con contratti a tempo pieno e indeterminato;
– reinternalizzazione di tutti i servizi affidati a privati.
Il governo cambi rotta e ascolti le lavoratrici e i lavoratori!
Antonello Patta, Responsabile nazionale lavoro
Veruschka Fedi, Segretaria Provinciale
Borgo Baceo, le osservazioni dell’ex architetto comunale Bramanti: “Peracchini non persegue l’interesse collettivo”
19 dicembre 2020 - Scritto da admin
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Trasmetto per pubblica conoscenza le osservazioni da me inviate al Comune della Spezia in ordine alla Delibera N°33 del 16 novembre 2020 di approvazione dell’area di “rigenerazione urbana” della piana di Migliarina, località Borgo Baceo.
Tali osservazioni non sono precedute da valutazioni di ordine politico (rispetto alle quali molto è già stato detto da cittadini, associazioni e partiti e che condivido in pieno) ma di carattere puramente tecnico, consone a quella che è stata la mia professione quale dirigente del servizio lavori pubblici del comune della Spezia.
In tale veste aggiungo solo che sembra esserci una carenza da parte di questa Amministrazione nel perseguire l’interesse collettivo, una scarsa capacità contrattuale in termini di costi benefici volta ad ottenere contropartite a favore dei cittadini quali possibili servizi per il quartiere.
Osservazioni
Premessa
La pianificazione territoriale, o meglio il governo del territorio, è affidata dalla Costituzione (art. 117 della Costituzione integrato dalla legge costituzionale N°3 / 2001), in maniera concorrente, ai vari livelli alle Amministrazioni Pubbliche con l’obiettivo di conseguire e garantire nel tempo, con i mezzi previsti dalle rispettive strumentazioni urbanistiche, l’uso razionale, equo e sostenibile delle risorse, perseguendo il benessere della collettività, garantendo coerenza alle trasformazioni e assicurando trasparenza delle scelte e delle loro motivazioni.
Il potere della pianificazione urbanistica è quindi funzionalmente rivolto alla realizzazione contemperata di una pluralità di interessi pubblici che trovano il proprio fondamento nei valori costituzionalmente garantiti.
Sulla base di questa semplice premessa si presentano le seguenti osservazioni alla delibera N°33 del 16 novembre 2020:
OSSERVAZIONE N°1: Illegittimità delle scelte e procedure
L’area oggetto di variante al PUC vigente era già inserita in un distretto di trasformazione con i suoi relativi indici di edificabilità commisurati giustamente all’abitato limitrofo, con le relative aree di cessione per servizi tra cui il completamento del parco della Maggiolina. Quindi per effetto delle previsioni di edificabilità non può considerarsi “area degradata oggetto di rigenerazione urbana di cui alla L.R. n° 23/18″. Ne consegue che il raddoppio degli indici richiesto dal privato e concesso dall’Amministrazione non è effettuato nell’interesse collettivo quindi legittimo ma perseguendo un interesse puramente soggettivo quindi ILLEGITTIMO. Come si sa le speculazioni private senza motivazioni cogenti sono illegittime!
OSSERVAZIONE N° 2: Illegittimità conseguente alle sperequazioni tra diversi cittadini in situazioni analoghe
Il PUC vigente prevede nel nostro territorio “Distretti di Trasformazione” molti dei quali con caratteristiche analoghe all’area in questione e come tali con analoghi indici edificatori. Risulta conseguente nella logica della delibera approvata che chiunque ricada in questi distretti di trasformazione può chiedere al Comune analogo trattamento ovvero analogo raddoppio degli indici con le inevitabili conseguenze: se rifiutato si crea DISPARITA’ inspiegabile tra i cittadini, se accettato si sancisce in via definitiva la fine del ruolo di governo del territorio che spetta alle Amministrazioni Pubbliche per andare verso la più totale deregulation!
OSSERVAZIONE N°3: Riduzione degli oneri
Il ricorso, non dovuto, alla LR. N°23/18, può configurarsi come un ulteriore favore nei confronti del privato richiedente perché la legge prevede e consente una cospicua riduzione degli ONERI di URBANIZZAZIONE che pare evidente possa configurarsi come un danno per le amministrazioni (danno erariale ??)
OSSERVAZIONE N°4: Proprietà comunali presenti nell’area
Nell’area in oggetto esistono proprietà comunali di non poca entità. In particolare un edificio a due piani costituito da locali usati al piano terra per ricovero attrezzi ed attività agricole ed il primo piano abitativo, inoltre sempre di proprietà comunale vi è un terreno di notevole rilevanza dimensionale. Nel leggere la delibera nulla si coglie rispetto al destino di queste proprietà, ne da quanto è individuabile dal progetto si coglie un loro inserimento o una loro conservazione. Pare invece che l’edificio comunale sia demolito insieme ad un’altra preesistenza anche più consistente dal punto di vista volumetrico, e nulla si sa del consistente appezzamento di terreno comunale. Nella presente osservazione si manifesta preoccupazione per un possibile danno erariale nella procedura seguita. Ma più realisticamente, in quanto consapevoli che non può esserci stata tale svista, si chiede quale beneficio per la collettività possa derivare da tale patrimonio pubblico. Forse una ristrutturazione dell’immobile da parte del privato per edilizia economica e popolare o per servizi pubblici?
OSSERVAZIONE N° 5: Cancellazione di una parte della memoria storica della città
La storia di Spezia è stata caratterizzata fin dai tempi più remoti dalla compulsione di ogni generazione a distruggere le cose fatte dalle generazioni precedenti. Esempio: Il vecchio comune, le varie porte di ingresso alla città (porta Roca),la casa del sale, le pensiline liberty del mercato ortofrutticolo e del pesce, la testimonianza dell’attività marinara con le storiche palafitte del Canaletto e di Fossamastra. Questo accadeva prima dell’affermarsi a livello generale dell’elevato valore culturale ed identitario della memoria storica dei luoghi. Per cui si osserva come l’attuazione di questa speculazione edilizia non salvaguardi l’unica ed ormai residua testimonianza dell’antica piana agricola di Migliarina con il suo edificato di casette e casali rurali (tra cui quella comunale) che vine demolita senza previsione di un loro possibile recupero eventualmente rigenerato da nuove funzioni di interesse collettivo o servizi vari: centri sociali di quartiere, centri artigianali connessi al tema della ruralità urbana. Si chiede come possa la Sovrintendenza o le varie commissioni territoriali aver consentito tale cancellazione e soprasseduto rispetto al vincolo sugli edifici con più di cinquanta anni.
OSSERVAZIONE N° 6: Aspetto di carattere morfologico e urbanistico
Il Piano approvato con delibera N°33/16 novembre 2020 ed il relativo progetto stridono pesantemente con il contesto edilizio circostante a cui creano danno di visuale e riduzione della luce oltre a creare un effetto disarmonico di tutto l’insieme.
OSSERVAZIONE N° 7: Rischio idraulico
Come si evince dalla documentazione presentata la zona è inserita nelle mappatura del rischio idraulico in quanto morfologicamente caratterizzata da un significativo avvallamento di tutto il terreno. Ne deriva una pesante criticità dal punto di vista idraulico aumentata dalla la presenza di corsi d’acqua.
Criticità che, oggi come oggi con i catastrofici esempi in tutta Italia, avrebbe dovuto essere valutata da una più rigorosa istruttoria dalle strutture competenti. Si chiede pertanto una sua radicale revisione anche rispetto a questo profilo.
Si osserva inoltre che in merito alla LR 23/2128 non sono stati raggiunti gli obiettivi minimi per l’applicazione della legge sulla rigenerazione in particolare a riguardo dei seguenti punti:
(Criteri vincolanti per la disciplina degli ambiti urbani)
nei contesti storici gli interventi di rigenerazione non devono alterare i caratteri tipologici e architettonici che li connotano, privilegiando l’utilizzo di materiali tipici della produzione locale, e devono prevedere soluzioni progettuali che si armonizzino con il contesto circostante, pur potendosi inserire elementi che ne innovino l’immagine esterna e la funzionalità.
(Criteri vincolanti per la disciplina degli ambiti di recupero del territorio agricolo)
a) devono essere salvaguardati gli edifici tradizionali e il loro rapporto con il territorio e i manufatti che siano testimonianza di cultura materiale, le tipologie costruttive tradizionali o di attività proto industriali quali ad esempio mulini e frantoi, opifici, fienili, calcinare, essiccatoi
b) nei borghi e nuclei storici abbandonati gli interventi di recupero, laddove prevedano la demolizione e ricostruzione, non devono interessare edifici di valore storico-testimoniale e devono assicurare la riproposizione di caratteri tipologici tradizionali del relativo contesto privilegiando l’utilizzo di materiali tipici della produzione locale;
si Osserva inoltre che è necessario che il progetto sia sottoposto a valutazione ambientale strategica.
Si osserva inoltre che non è stato chiesto un parere alla competente soprintendenza a riguardo dell’oggettivo valore storico testimoniale del borgo esistente.
Arch. Chiara Bramanti,
già dirigente servizio lavori pubblici Comune La Spezia