24 febbraio 2010- 24 febbraio 2011: ricordo di Giovanni Magliani
Un anno fa alla Spezia moriva Giovanni Magliani, operaio e ferroviere. Caduto sul lavoro, aveva 53 anni ed era mio padre. Il suo corpo è rimasto schiacciato da un treno passeggeri in manovra, mentre usciva dall’ufficio “Tronco Lavori” della stazione della Spezia Centrale, uccidendolo all’istante.
Mentre trovava quel giorno una fine atroce, tutti noi che abbiamo avuto la fortuna di conoscerlo e di amarlo siamo morti un poco con lui. Questa è la prima, immensa sensazione che ho provato nell’istante in cui ho saputo della tragedia.
Una tragedia che non è solo personale o familiare, ma è purtroppo pubblica e addirittura “istituzionale”: Giovanni Magliani è stato, infatti, l’ennesimo lavoratore caduto in servizio in Italia. Così, con questo assurdo incidente, la nostra provincia inaugurava un tristissimo 2010, segnato da un elenco spaventoso di giovani vite strappate ai propri cari nel compimento del proprio dovere. Sembrano parole adatte a soldati in guerra. Mio padre e tutti gli altri ragazzi che come lui non ci sono più, in qualche modo lo erano: non nel senso militare, ma in quello “civile” del termine.
Sfido chiunque a darmi del retorico. Ha lavorato per trentasette anni, interrotti dalla disgrazia, di cui gli ultimi trentuno nelle Ferrovie dello Stato. Ha iniziato da ragazzino, a sedici anni, minando già il suo fisico in fabbrica prima di entrare in FS nel lontano 1979.
Torno al senso della parola “dovere” perché ha sempre lavorato con onestà, dedizione e grande amore per il suo lavoro, diritto e dovere per tutti, come mi ripeteva sempre.
Ha rispettato e onorato fino in fondo, da vero cittadino di questa Repubblica, la Repubblica stessa su cui è fondata, come recita il primo articolo della sua Costituzione.
“Ogni giorno si verificano ancora troppi incidenti sul lavoro, anche a causa di inammissibili superficialità e gravi negligenze” ha affermato il Presidente della Repubblica il 10 ottobre scorso.“E’ doveroso rendere omaggio alla memoria dei caduti sul lavoro ed esprimere viva solidarietà a quanti hanno sacrificato la propria salute e la propria integrità fisica, manifestando al contempo sentimenti di vicinanza alle loro famiglie e comunità”.
Consolano le alte affermazioni del capo dello Stato, ma la strage continua. In Italia, solo negli ultimi due anni, si contano millecinquanta caduti nel 2009, milleottanta nel 2010. Nel gennaio 2011 sono già ottanta. Se vogliamo realmente omaggiare questa moltitudine di morti e dei loro cari, vivi ma altrettanto straziati, dobbiamo riuscire tutti insieme ad andare oltre le parole e passare ai fatti.
Un pensiero va a tutti i familiari di questi caduti civili, uccisi nella loro semplicità, compiendo il semplice atto eroico di guadagnare il proprio pane onestamente, chi facendo il portuale, chi il muratore, chi il camionista. Per questo mi appello a tutte le istituzioni nazionali e locali affinché si faccia qualsiasi sforzo per evitare che altre simili sofferenze vengano vissute da altri. Basta morti sul lavoro, basta ingiustizie.
Ringrazio pubblicamente i Sindaci della Spezia e di Arcola, i rispettivi Consigli Comunali, il Prefetto e il Questore e a tutte le autorità che ci hanno dimostrato tanto calore e sensibilità in quei momenti terribili e nei giorni successivi.
Infine un personalissimo ringraziamento va ai colleghi del Secolo XIX, ai carissimi compagni di Rifondazione Comunista e Comunisti Italiani e alle tantissime persone che hanno avuto un pensiero per me e la mia famiglia, pur non conoscendo affatto Giovanni. La loro commozione e le loro lacrime non potrò mai dimenticarle.
Paolo Magliani
salvatore romeo
Scritto venerdì 25 febbraio 2011 alle 18:36
Ciao Paolo, vengono i brividi solo a ripensare allo stesso giorno di un anno fa, Tuo papà è ancora vicino a tutti Voi, ne sono sicuro.Guardare avanti e continuare a lottare, è il modo più nobile per ricordare chi ha dato la vita per il lavoro e un mondo migliore.
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Fabio
Scritto domenica 27 febbraio 2011 alle 13:59
Non trovo le parole… Posso solo pensare che è assurdo e ingiusto morire così. Come hai scritto, bisogna andare oltre le parole e passare ai fatti. Giovanni era un’ottima persona, onesta, sempre disponibile, aveva una gran passione per il proprio lavoro e per questo lo ricordo con stima e rispetto. Abo
Roberto Merlino
Scritto mercoledì 2 marzo 2011 alle 18:10
Caro Paolo… ti sono vicino!
Roberto
Piccio
Scritto mercoledì 2 marzo 2011 alle 18:23
ciao Paolo, ho letto tutto, hai un grande coraggio e un grande cuore… proprio come Giova!! un abbraccio forte !!!!
ita
Scritto venerdì 4 marzo 2011 alle 21:22
caro paolo in questi momenti è anche difficile dire o scrivere qualcosa perchè le parole a volte sono inutili davanti a un lutto cosi profondo ed inaspettato. voglio solo dirti che vi sono sempre vicino anche se non ci vediamo molto spesso. ora devi cercare di andare avanti per la tua famiglia e ricordati che i tuoi amici saranno sempre al vostro fianco. ciao paolo.