A gennaio Ciancimino alla Spezia. Nessuno si è mai sognato di definirlo “simbolo” antimafia
Stupiscono ancora una volta le parole dell’onorevole Andrea Orlando del Partito Democratico che, a margine di un’iniziativa pubblica sulla mafia organizzata domenica scorsa a Ortonovo dal suo partito, allestita forse per rifarsi un’immagine dopo la clamorosa censura di un mese fa, ha affermato che “Massimo Ciancimino non può essere simbolo della lotta alla mafia, Pio La Torre lo è ma non davvero Ciancimino. Per questo sono stato favorevole all’annullamento dell’incontro“.
Breve riassunto: a novembre la presentazione a Ortonovo del libro “Don Vito“, edito da Feltrinelli e scritto dallo stimato giornalista antimafia Francesco La Licata (apparso su Rai 3 proprio lunedì scorso nella trasmissione “Lucarelli racconta“, che aveva al centro della discussione la famigerata trattativa tra stato e Cosa Nostra tra il 1992 e il 1993) sulla figura del potente sindaco mafioso di Palermo degli anni ’70 Vito Ciancimino, aveva suscitato scandalo e polemiche per la presenza del figlio Massimo Ciancimino nella sala consiliare ortonovese.
Il sindaco Pietrini, dopo aver dato il consenso all’iniziativa, organizzata da tempo dall’assessore alla cultura e vicesindaco di Rifondazione Massimo Marcesini, aveva improvvisamente cancellato la presentazione del libro, generando un clamoroso “autogol” di polemiche tutto interno al Pd, che così fece esultare gli esponenti locali e provinciali del Pdl (rappresentati in parlamento anche dal senatore Dell’Utri, condannato in appelllo a 7 anni per conoscorso esterno in associazione mafiosa).
Per questo incredibile episodio Massimo Marcesini aveva immediatamente rassegnato le dimissioni da assessore alla cultura. La stessa sera, mentre in consiglio comunale a Ortonovo c’era bagarre sull’argomento, lo stesso Ciancimino in diretta dichiarava a milioni di telespettatori di Rai 2 alla trasmissione “Annozero“ di Santoro l’avvenuta censura bipartizan nel piccolo comune spezzino.
Precisiamo che:
- nessuno, e tantomeno Rifondazione Comunista, si è mai sognato di dichiarare Ciancimino come “simbolo dell’antimafia”. Proprio perchè figlio di cotanto mafioso, il personaggio ha sicuramente molte cose interessanti da raccontare in proposito, molte delle quali sono al vaglio dei magistrati siciliani in numerose e delicatissime inchieste. Sappiamo benissimo chi sono i nostri eroi: uomini come Falcone, Borsellino e, appunto, Pio La Torre, deputato comunista trucidato dai corleonesi nel 1982.
- Proprio perchè sappiamo chi sono i nostri eroi, terremo a sapere sempre più verità sulle stragi del ’92 e del ’93 in una delle quali perse la vita anche un ragazzo di Sarzana, casomai ce ne fossimo dimenticati. La censura di un libro, per altro presentanto in innumerevoli occasioni pubbliche e istituzionali in giro per l’Italia alla presenza di sindaci e amministratori di ogni regione, che racconta fatti di strettissima attualità della storia italiana osservati da un punto di vista così ravvicinato è in questo senso incomprensibile e inquietante.
- discutere di mafia anche nel nostro territorio è doveroso, alla luce di quanto emerso in Liguria negli ultimi tempi.
Per questo motivo Rifondazione Comunista e la Federazione della Sinistra della Spezia annunciano che Massimo Ciancimino tornerà a presentare “Don Vito” per le prime settimane di gennaio del 2011, con luogo e data ancora da definire ma sicuramente nella provincia della Spezia.
Non abbiamo intenzione, ne è nostro compito, giudicare la figura morale e penale di Massimo Ciancimino: a Rifondazione e a larga parte della società civile interessa soltanto cercare la verità ed informare la popolazione, sempre più obnubilata dallo schiacciante berlusconismo politico e televisivo.
andrea orlando
Scritto lunedì 20 dicembre 2010 alle 19:08
chi mi ha ascoltato sa che l’affermazione riportata dal giornale non era in alcun modo polemica nei confronti di Rc.Ho anch’io precisato l’utilità delle rivelazioni di Ciancimino che devono però a mio avviso,tanto più dopouna serie di notizie emerse essere mqaneggiate con cautela,per questo ho condiviso il giudizio di Pietrini di non concedere la sala consiliare ad una iniziativa fatta senza contraddittorio:
Spero di essere libero di esprimere queste valutazioni.Torno a rinnovare l’appello, fatto ad Ortonovo, a non proseguire questa assurda polemica e a riprendere l’iniziativa unitaria contro la Mafia.
andrea orlando
Scritto lunedì 20 dicembre 2010 alle 19:12
Ps la mia affermazione era ed è riferita ad un articolo apparso sul Corriere nel quale è lo stesso Ciancimino, in intercettazioni effettuate dall magistratura di sue conversazioni con un commercialista della n’drangheta a definirsi tale.
roberto bedini
Scritto martedì 21 dicembre 2010 alle 15:11
chiariamo alcuni aspetti:
– Ciancimino è da maneggiare con cura, è oggetto di indagini da parte della magistratura e figlio (in tutti i sensi) di un modo di gestire politica ed affari lontano anni luce dal nostro modo di pensare.
– L’iniziativa del PD ortonovese è stata lodevole e spero ripetibile
Detto questo, per fugare dubbi in merito all’oggetto del contendere, vorrei ribadire che la nostra posizione resta la stessa di un mese fa:
– La presentazione di UN LIBRO scritto da un giornalista antimafia come La Licata che raccoglie le testimonianze etc… et… (l’ho detto 1000 volte) è stata NEGATA. Che ne sia responsabile l’opposizione, il sindaco, il PD comunale, provinciale, nazionale o Bersani in prima persona a noi poco ci importa.
Chiunque abbia preso posizione su questo argomento ha ricevuto da noi la stessa risposta e le stesse argomentazioni.
L’Assessorato alla cultura serve per organizzare Mercatini di Natale e Feste del cioccolato oppure crediamo ancora che una amministrazione di centro sinistra possa permettersi di utilizzarlo per dare “gambe” a quello che diciamo nelle stanze delle nostre sedi.
Mi spiego meglio; Ciancimino puo’ andare alla FESTA NAZIONALE DEL PD, ma non nelle amministrazioni governate dallo stesso; fatemi capire se il problema è l’uomo e la sua credibilità allora c’è qualcosa che non mi torna. Se invece il problema è la sede, l’istituzione in quanto tale scusatemi ma il problema è ancora piu’ grave; è come invitare una persona a casa farlo accomodare in cucina e vietargli di entrare in salotto.
Credo che la cosa sia stata gestita in modo totalmente sbagliato e che il PD abbia fatto un errore domenica scorsa a organizzare l’incontro (del tutto legittimo nei contenuti) che si appalesa come l’incontro BUONO rispetto a quello SBAGLIATO non organizzato da Rifondazione ma dall’Amministrazione Comunale.
ps: Per l’Onorevole Orlando: spero non sia sua la dichiarazione all’indomani dell’annullamento in cui diceva che qualora si fosse fatta la presentazione del libro Ciancimino sarebbe dovuto essere affiancato da un giornalista…..
Secondo Lei in Sala consiliare del Comune di Ortonovo Massimo Ciancimino avrebbe fatto un one man show tipo Fiorello?
saluti
bedini
giovanna maggiani chelli
Scritto sabato 22 gennaio 2011 alle 07:30
Gentilissimi,
in merito al caso Massimo Ciancimino e al suo libro Don Vito pensiamo che:
1) non si deve censurare nulla.
2) Massimo Ciancimino resta comunque il figlio di un mafioso , che si è tenuto sulla pancia documenti per 17 anni quando era indispensabile produrli prima e non a rate dando una opportunistica visione di se.
3)In generale in troppi scrivono cose presunte inedite sui libri, ma non vanno in Tribunale. Gli editori spesso fanno un lavoro importante ne siamo coscienti , come lo siamo del resto del business che case editrici e autori fanno intorno ad eventi stragisti senza aprodare a nulla per l’accertamento della verità, ma solo congegnali al sistema e alle figure istituzionali ai quali sono asserviti.
4)Gli uomini in Parlamento del PD spezzino non si sono mai occupati di stragi del 1993, per anni hanno volutamente ignorato il problema quando gli faceva comodo e ora in questa fase che riteniamo delicata perchè potrebbero emergere verità scomode per troppi, si improvvisano uomini dell’antimafia e parlano di trattativa stato-mafia come se fosse stato il loro pane quotidiano, inficiando spesso il lavoro di chi di questi problemi ne mastica continuamente dalla mattina del 27 maggio 1993. Senza considerare che tutto ciò in noi alimenta il dubbio di sempre ,quello che dietro le stragi del 1993 la trasversalità parlamentare sia stata molto ampia, con ramificazioni che non possiamo escludere passino anche dalla nostra città.
Inoltre noi non abbiamo ampi mezzi di informazione a disposizione, loro invece si.
5) Abbiamo sempre apprezzato il lavoro di Aldo Lombardi sul fronte della ricerca della verità per le stragi del 1993, e sul suo modo aperto di affrontare il problema del 41 bis , regime penitenziaro inviso a RC per ideologia , ma necessario per la mafia stragista e per questo e solo per questo apprezziamo il rammentare una delle nostre vittime.
Il resto è tutta politica che poco a che fare con la lotta alla mafia in questo Paese ,anche visto come sono andate le cose per tutti noi che eravamo in via dei Georgofili la notte del 27 Maggio 1993.
Conosciamo il giornalista Francesco Lalicata e non abbiamo dubbi sulla sua buona fede , ma non può non essere d’accordo con noi quanto ancora una volta siano latenti le archiviazioni sulle indagini inerenti i “mandanti esterni a cosa nostra” per le stragi del 1993, e quindi quanto non possiamo non guardare con dispiacere ad un tipo di informazione che arriva alla gente si, ma troppo spesso passa sulla nostra pelle.
Giovanna Maggiani Chelli
Presidente
Associazione tra i familiari delle vittime della strage di via dei Georgofili