Alluvione: riflessioni e proposte

2 febbraio 2010 - Scritto da  
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Dopo nove anni siamo nuovamente in presenza di una disastrosa alluvione del fiume Magra e siamo costretti a ripensare sul come poterci difendere dall’ennesima calamità.

Noi riteniamo che la questione dell’esondazione del fiume Magra vada affrontata senza trascurare ben quattro fattori che concorrono tra di loro e che di conseguenza devono essere risolti nel loro assieme ed una volta per sempre.

1. LA DIGA DI TEGLIA: Attualmente tale opera non è presenziata ed è regolata automaticamente. E’ necessario che il Decreto governativo venga modificato, e che tale sbarramento svuoti l’acqua in sovraquantità in condizioni di regime ordinario, e non in extremis e nei momenti di maggiori pressioni di precipitazioni meteorologiche.

2. LA LAMINAZIONE: Come è sempre avvenuto per tutti i corsi d’acqua, anche il Magra deve espandersi e perdere quindi di portata e di potenza a monte dell’asta terminale.Ovvero devono essere ripristinate o create ex novo le aree di laminazione a partire da Pontremoli, da Aulla, dalla confluenza Magra-Vara, asportando vegetazione e cumuli di depositi sedimentari che si sono accumulati in anni di abbandono del fiume.

3. IL DRAGAGGIO: E’ necessario ed urgente l’istituzione di un consorzio sotto la regia pubblica che provveda in maniera permanente e certa alla manutenzione dell’ alveo e dei canali presenti in sponda sinistra ed in sponda destra del fiume Magra per mantenere una profondità costante, essenziale per lo scarico delle grandi portate di acqua in caso di piena.

4. GLI ARGINI ALTI E BASSI: In ultimo, ma strettamente collegati agli fattori, è necessario completare gli argini alti per la messa in sicurezza della piana di Ameglia e gli argini bassi per la mitigazione del rischio delle frazioni di Fiumaretta e Bocca di Magra.

Contestualmente, consapevoli che non può essere eliminato completamente lo sviluppo edilizio sia esistente che di nuova edificazione, proponiamo che lo strumento urbanistico comunale recepisca ed assuma a livello tecnico-normativo all’interno della linea trentennale fissata dalla Autorità di Bacino le seguenti indicazioni:

a) le nuove costruzioni, a prescindere dalla tipologia adottata, non possono prevedere spazi utilizzabili al Piano Interrato e Seminterrato (neppure per l’installazione di impianti tecnici) ed i Piani Terra devono essere destinati esclusivamente a porticato, con eventuale possibilità di parcheggio pertinenziale;

b) nel caso di ristrutturazioni da effettuare nella zona soggetta ad esondazione come individuato dalla Autorità di Bacino, l’adeguamento deve prevedere esplicitamente l’eliminazione di spazi utilizzabili al Piano Interrato e Seminterrato e la destinazione a porticato del Piano Terra. Ovviamente per non penalizzare i cittadini è necessario “CONCEDERE” la superficie utile non utilizzata al Piano Terra e trasformarla in volume da utilizzare come aumento di volumetria ai piani superiori (andando anche in deroga alle altezze imposte dal Piano) , nel rispetto della tipologia e dell’inserimento architettonico dell’organismo edilizio.

5. POLO NAUTICO: E’ necessaria una vertenza che metta al centro delle iniziative il destino del fiume Magra. Oggi il fiume è calibrato ad una vocazione nautica sempre più legata al POSTO BARCA e la presenza dei natanti nel fiume, sia lungo le sponde che in darsene/approdi attrezzati, deve essere disciplinata promuovendo una regolamentazione della attività nautica che consenta lo spostamento alle sole imbarcazioni dotate di dispositivi di mitigazione dell’inquinamento acustico, idrico ed atmosferico (filtri per recupero oli/depurazione scarichi) affinché le imbarcazioni che transitano nel fiume limitino un’aggressività ambientale sempre più intollerabile.

Lungo il fiume Magra le numerose infrastrutture nautiche e turistiche sono state realizzate in modo INNATURALE, quindi riaffermiamo la necessità della rinaturalizzazione delle sponde per scongiurare le prevedibili esondazioni ed allontanare i rischi dell’intrusione salina che, contaminando le falde idriche, potrebbero modificare negativamente l’approvvigionamento idrico di tutta la vallata.

Queste infrastrutture devono essere realizzate secondo le tecniche dell’ingegneria naturalistica, e quindi le opere di consolidamento anche spondale devono essere eseguite con l’utilizzo di materiali non impattanti sull’ambiente e compatibili con le esigenze dell’ecosistema e del suo habitat, eliminando strutture in calcestruzzo, asfaltature, briglie in c.a. e ricorrendo a pontili galleggianti in luogo degli ormeggi su sponda.

Le darsene/approdi attrezzati devono operare secondo la legislazione ambientale, dotandosi di bagni, docce, vasche per il lavaggio delle carene collegate alle pubbliche fognature e/o dotate di fosse settiche appropriate, per evitare sversamenti nel suolo e quindi nel sottosuolo e poi nel corso del fiume

Proponiamo di introdurre una TASSA DI STAZIONAMENTO E SPOSTAMENTO per le imbarcazioni superiori agli 8 metri al fine di non scaricare solo sugli Enti Locali il costo degli interventi che purtroppo, vista la vocazione nautica del fiume Magra, si rendono sempre più frequenti e necessari. Tale contributo da versare a favore degli EE.LL. deve essere vincolato alla realizzazione di opere di bonifica ambientale del fiume Magra.

Infine Rifondazione Comunista condivide la proposta di affidare alla Protezione Civile (assimilabile ad una Magistratura del fiume Magra) la progettazione e la realizzazione di interventi di messa in sicurezza e/o mitigazione del rischio residuo.

Crediamo che solo un Ente in possesso di autorevolezza e credibilità possa finalmente completare un’opera da troppi anni attesa e che peraltro anche in questa occasione ha dimostrato che se gli interventi programmati fossero stati eseguiti, pur in presenza di un evento straordinario, i suoi effetti sarebbero stati ben più modesti.

Coordinamento Rifondazione Comunista
Val di Magra

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