Assemblee nei quartieri al posto delle Circoscrizioni, Cossu: “Necessario un nuovo modello di partecipazione”
Nate nel 1978 come evoluzione istituzionale dei consigli di quartiere per favorire il decentramento amministrativo e la partecipazione del cittadini alla vita pubblica organizzata; abolite nel 2008 (per i Comuni al di sotto dei 250mila abitanti) sull’onda dei tagli alla politica, con tanto di coda polemica, anche qui alla Spezia, sui gettoni di presenza eccessivi per i loro Presidenti. Dalla prossima legislatura le Circoscrizioni spariranno anche nella nostra città, e con loro un front office durato 35 anni, pensiamo solo ai vari servizi a portata di anziano; senza contare il tramonto di un presidio democratico decentrato sul territorio ed eletto direttamente dai cittadini.
Per ovviare questi aspetti, il Comune della Spezia ha deciso di lanciare una nuova strategia di partecipazione “dal basso” degli spezzini. Al posto delle circoscrizioni saranno create delle assemblee, che potranno anche rappresentare più quartieri; qualsiasi cittadino con età superiore ai sedici anni potrà auto candidarsi a farne parte, ed inoltre potranno essere eletti dei portavoce per interagire con gli altri livelli istituzionali del Comune.
Un progetto portato avanti da Simona Cossu, Assessore al Decentramento ed alla Partecipazione, e presentato questa mattina in Comune alla Presenza del Sindaco Massimo Federici.
“E’ necessario un nuovo modello di partecipazione e decentramento– ha detto la Cossu- abbiamo svolto più di trenta assemblee pubbliche in tutti i quartieri per capire le aspettative dei cittadini dopo l’abolizione delle circoscrizioni, vissuta come una perdita dalla maggioranza di loro. Abbiamo raccolto il bisogno di continuare ad avere riferimenti sul territorio con servizi amministrativi e con possibilità di esprimere bisogni politici. Chiunque potrà essere eletto nelle assemblee, e non ci saranno liste di partito.”
La differenza sostanziale con le vecchie circoscrizioni sarà quella che il parere vincolante, che poteva anche bloccare decisioni prese dal Consiglio Comunale e dalla Giunta, verrà meno: “Ma sarà vincolante per il Comune inserire nella procedura decisionale idee e proposte che proverranno dai cittadini, mentre il processo deliberativo sarà di responsabilità della politica e dell’amministrazione. Vogliamo introdurre robuste dosi di democrazia partecipativa, ma non vogliamo minare quella rappresentativa. Ci sarà un equilibrio grazie al quale saranno contrattati prima i termini di questioni fondamentali e strategiche per i quartieri. Pensiamo alla discussione sul PUC, sul Piano delle Opere Pubbliche e della Mobilità.”
Temi che investono direttamente la qualità della vita dei cittadini e che sempre di più hanno bisogno di essere contaminati da pratiche reali di cittadinanza attiva. Tanto più che nella prossima legislatura i plessi che attualmente ospitano le Circoscrizioni saranno ridotti da cinque a due, e dei 42 quartieri attuali ne rimarranno 30. Un’opera di razionalizzazione necessaria non solo per le mutazioni urbanistiche e demografiche, ma anche per la mancanza di risorse e personale da decentrare sul territorio, vedi il blocco del turn over dei dipendenti comunali.
Gli immobili delle circoscrizioni saranno comunque mantenuti e gestiti dall’Ufficio Partecipazione e Decentramento del Comune e potranno essere destinati anche a sedi per le riunioni delle assemblee, che in ogni caso potranno trovare ospitalità anche nelle strutture associative e di volontariato. “Vogliamo decentrare ed innovare -ha continuato la Cossu- questo è l’inizio di una sperimentazione. Destineremo una parte del bilancio del Comune, probabilmente l’1%, al bilancio partecipativo: un modo concreto per realizzare istanze provenienti dai cittadini ed esercitare trasparenza e controllo sulla gestione delle risorse pubbliche.”
Da sottolineare che non esiste nessuna linea guida legislativa nazionale sulle modalità di “sostituzione” delle circoscrizioni per i Comuni, quindi un regime di fatto di massima autonomia. L’idea del Comune della Spezia, sicuramente da affinare e precisare perchè presenta qualche fumosità, specialmente per gli aspetti di decentramento amministrativo dei servizi, potrebbe anche fare da modello per altre realtà nel Paese.
“Dobbiamo salvaguardare la democrazia partecipativa che oggi e’ sottoposta ad un fuoco di fila preoccupante- ha chiosato il Sindaco Federici- ma c’e il nuovo bisogno di partecipazione, coinvolgimento e di informazione da parte dei cittadini. Non bisogna commettere l’errore di vedere con fastidio la volontà dei cittadini di discutere temendo il rallentamento dei processi deliberativi, ma integrare questa esigenza nei livelli istituzionali; vogliamo che siano i cittadini a parlare in nome dei cittadini.”
Marco Ursano, Cronaca4.it
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