Berlusconi colpisce tutto meno che i grandi capitali. In sostegno di “Uniti in difesa dei parchi”
Non bastavano gli enormi tagli di Tremonti delle risorse destinate al ministero dell’Ambiente per il 2009, ora tocca ai parchi. Così oggi un ulteriore elemento fa crescere l’incertezza per il futuro delle aree protette nel nostro Paese, l’ennesimo scempio berlusconiano che passa per il taglio agli enti parco, che produrrà conseguenze devastanti in termini economici, sociali ed ambientali. Questo governo ha colpito tutti i settori più deboli del paese, a cominciare dai lavoratori fino agli enti più strategici, senza nemmeno sfiorare i grandi capitali finanziari.
Rifondazione Comunista considera strategico il sistema delle aree protette e reputa i parchi utili presidi sul territorio, anche per prevenire gli effetti del dissesto idrogeologico e soprattutto per porsi l’obiettivo di fare delle aree protette un tentativo di rappresentare una società altra, un diverso modello, puntando tutto sulla riduzione energetica e sulla riduzione dei rifiuti, cercando di farne i protagonisti di un nuovo modo di agire, costruire rapporti, fare comunità.
Il parco non come un cammeo incastonato in un disastro ambientale, ma come luogo fondativo della ricostruzione del rapporto uomo-natura, che comprende il territorio antropizzato, lo include dettandone, non subendone, le regole, in una ricerca di equilibrio che risponda al consolidamento dei rapporti economici e sociali in virtù della ricostruzione e salvaguardia dei cicli biologici, termodinamici, idrici ed ecologici. Solo in questo modo il parco diventa parte di una politica protagonista delle necessarie ricostruzioni di economie e di presidi territoriali, di agricolture di prossimità, a basso impatto e bassa mobilità dalla produzione al consumo. Un luogo di ricostruzione di saperi antichi e di moderne relazioni, luogo di conoscenza e di pratica. Dunque il parco come normale paradigma dell’equilibrio.
Per tutti questi motivi riteniamo sensato e doveroso aderire al documento nazionale sul rilancio delle aree protette,“Uniti in difesa dei parchi”, certi che una maggiore attenzione su questo tema, una maggiore responsabilizzazione della classe dirigente possa essere un ulteriore tassello nella risoluzione della vertenza del Parco delle 5 Terre, consapevoli che li, come altrove, sia necessario un impegno formale e sostanziale soprattutto in un azione di trasparenza, di partecipazione e di Democrazia.
Elementi di riflessione che sono emersi nel convegno organizzato oggi da VAS e AmbientalMente, in cui finalmente si è messo in chiaro che il grande modello accecante delle 5 Terre era sorretto da clientela, malagestione e autoritarismo, in barba ad elementari fattori di legalità.
Per approfondire e partecipare http://blogs.parks.it/renzomoschini/
roberto mazza
Scritto lunedì 13 dicembre 2010 alle 18:13
ottimo!
PRC La Spezia
Scritto martedì 14 dicembre 2010 alle 08:03
Grazie Roberto, continuiamo a serrare le fila su tutti i temi che vedono convergenza di vedute.
I lavori di sabato del workshop di Ambientalmente-VAS sono stati certamente un passo in avanti rispetto al pensiero unico imperante.