Bramanti: “Sull’acqua alla Spezia il bicchiere è mezzo pieno”

26 maggio 2010 - Scritto da  
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L’emendamento bocciato lunedì sera in consiglio comunale, presentato da Rifondazione Comunista e sostenuto anche Cavallini e Bornia, voleva assumere le istanze del comitato “Acqua bene comune”, agendo nell’ottica di non affidare a privati la gestione dell’acqua anpartendo da una dichiarazione molto semplice da inserire nello statuto comunale: “l’acqua è un bene comune, privo di rilevanza economica”. Così non è stato fatto, nonostante l’impegno di Rifondazione Comunista nel presentare già a novembre 2009 una mozione poi richiesta dal comitato stesso, poche settimane or sono in sede di conferenza dei capigruppo, e che di fatto è stata disattesa.

Ci chiediamo dunque che a gioco si vuole giocare? Il comitato ha presentato una raccolta di 800 firme a sostegno della mozione, ed in conferenza dei capigruppo si è paventata concordemente la possibilità di approvare tale documento. Poi, alla resa dei conti, solo 2 consiglieri l’hanno sostenuto, oltre ai nostri Cossu e Bucchioni: Bornia (Pd) e Cavallini (PSI).

Dov’è finito l’animo ambientalista della Nave in Giardino di Schiffini? Forse nell’ambiguità in cui si è trincerato il centrosinistra chiuso in quel triste e equilibristico voto di astensione? La battaglia continua negli altri comuni della provincia, perché Rifondazione Comunista non vuole ignorare le firme raccolte dal comitato per presentare la mozione alla Spezia, e certamente vuole dar voce a quelle 2200 firme raccolte in 4 settimane a sostegno dei 3 referendum sull’acqua. L’acqua è un bene comune che non si svende.

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