Lettera al prefetto e al procuratore generale della Spezia: “Rendere subito pubblici gli elenchi delle aziende in produzione, con e senza deroghe”

7 aprile 2020 - Scritto da  
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Rifondazione Comunista La Spezia ha scritto oggi al prefetto Garufi e al procuratore generale Patrono in merito alla riapertura di molte aziende che, anche nella nostra provincia, sono prossime alla ripresa delle attività in deroga a quanto previsto dal DPCM del 25 marzo 2020. Il meccanismo delle deroghe, attraverso il silenzio assenso, sta consentendo riaperture ben oltre le produzioni essenziali. Ad oggi scarseggiano dispositivi di sicurezza per operatori sanitari e medici di base. Le produzioni nazionali di Dpi non soddisfano neppure le quotidiane necessità, come si può garantire quegli stessi dispositivi a chi deve recarsi a lavoro in fabbrica? Se si chiede la riattivazione aziendale per codici ATECO marginali rispetto alle produzioni principali, va ridotta proporzionalmente sia la presenza dei lavoratori, sia il numero di ore settimanali lavorate, in base al peso in azienda di quello specifico codice ATECO, salvo la riconversione di produzione. Questo vuol dire essere seri, il resto è irresponsabilità.

Rifondazione Comunista a livello nazionale chiede che tutti i prefetti rendano immediatamente pubblici gli elenchi delle aziende attive, ovvero ricomprese nei codici ATECO del DPCM 25 marzo (“produzioni essenziali”) e soprattutto di quelle che nelle ultime due settimane hanno richiesto deroghe per riaprire. I sindaci e le Asl siano informati tempestivamente su ciascun territorio dei flussi e degli spostamenti delle persone per le produzioni essenziali e per le deroghe concesse. Le prefetture procedano con controlli massicci su tutte le produzioni attive. Al posto di App fantasiose per controllare chi porta a spasso il cane, della quotidiana caccia mediatica ai “passeggiatori”, sarebbe molto più utile mappare il movimento di migliaia di lavoratori che tutti i giorni sono obbligati a muoversi per garantire le esigenze vitali di noi tutti e probabilmente anche di troppe produzioni assolutamente non indispensabili.

L’elenco dei Codici ATECO prevede già maglie estremamente larghe, a titolo di esempio le fabbriche di armi e dell’aerospazio sono attive senza bisogno di deroghe. 

La farraginosità delle procedure, l’inadeguatezza delle prefetture su tale materia, il ritardo nell’attivazione dei tavoli con le parti sociali, la difficoltà dei controlli e le furbizie delle aziende nel giocare con i codici ATECO, rischiano di compromettere le misure di distanziamento sociale, unico argine al diffondersi del virus. Esempio evidente il caso della Dayco di Manoppello. Rifondazione ribadisce che servono risorse urgenti per il sostegno al reddito dei lavoratori visibili e invisibili, e servono risorse immediate per il sostegno alle piccole e piccolissime imprese che sono predominanti nel nostro tessuto economico. I ritardi di Governo e Regione stanno di fatto mettendo artigiani e piccoli imprenditori nelle condizioni di dover scegliere tra la salute di sé stessi e dei propri dipendenti, e il fallimento delle proprie aziende. Dall’altra parte le grandi imprese hanno tutte le capacità per poter sopperire ad un mese di fermo e provvedere alla propria ristrutturazione aziendale, visti gli enormi dividendi che negli ultimi anni hanno accumulato. 

Di fronte al virus non siamo tutti uguali, perché già prima le differenze erano evidenti. Ora la forbice delle disuguaglianze si allargherà ulteriormente. È il momento che la Banca centrale Europea apra il proprio portafoglio, lo ha fatto dal 2009 per il salvataggio delle banche può farlo per salvare i lavoratori europei.

Rifondazione Comunista, federazione provinciale La Spezia

Elezioni del presidente della provincia: i consiglieri di Rifondazione non parteciperanno al voto di domenica 28 luglio

27 luglio 2019 - Scritto da  
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Come nelle elezioni dello scorso gennaio, che riguardavano il rinnovo del consiglio provinciale spezzino, Rifondazione Comunista non parteciperà alla tornata elettorale prevista per domenica 28 luglio per eleggere il prossimo presidente della Provincia che sappiamo già essere il sindaco spezzino Pierluigi Peracchini.

Riteniamo ancora una volta di non partecipare a una competizione dove tutto è già scritto in partenza e dove il cittadino è esautorato totalmente dalla scelta. L’ente provinciale è una importantissima istituzione che ha compiti determinanti per la vivibilità dei singoli comuni dalla tutela ambientale, compresa la pianificazione e gestione dei rifiuti, alla gestione e programmazione dei trasporti, alla manutenzione delle strade provinciali e dell’edilizia scolastica oltre al controllo dei fenomeni discriminatori in ambito occupazionale e la promozione delle pari opportunità”
 
Tematiche che vediamo esser all’ordine del giorno anche in questi ultimi mesi, dalla questione del biodigestore di Saliceti e di conseguenza Piano dei Rifiuti, al trasporto pubblico locale sempre più deteriorato sia dal parco mezzi sia con il taglio delle corse, per non parlare di un’edilizia scolastica che avrebbe bisogno di una manutenzione vera e sostanziale e strade provinciali abbandonate a se stesse. Immaginate come possano dei consiglieri e sindaci già impegnati nei loro comuni interessarsi seriamente anche di queste tematiche complessive. Ecco perché riteniamo farsa questa modalità di gestione di un ente cosi determinante.
 
Certi che anche le altre forze politiche si siano rese conto di quanto sia deleteria questa gestione, chiediamo loro di farsi portavoce di una vera riforma che riporti le Province ad esser efficaci per la cittadinanza, ponendo fine a questo “monstrum” che oramai dura da 7 anni. Alle cittadine e ai cittadini che pensano di aver risparmiato risorse, chiediamo: siete certi che questo risparmio sia stato re-investito per migliorare il nostro viver quotidiano?
Rifondazione Comunista, federazione provinciale La Spezia

Fedi (Prc La Spezia): “Soddisfazione per approvazione ordine del giorno contro il CETA”

5 ottobre 2017 - Scritto da  
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Il consigliere comunale Massimo Lombardi di Spezia Bene Comune ha presentato nell’ultima seduta del consiglio comunale spezzino un ordine del giorno che è stato accolto e votato dalla maggioranza, affinché il comune della Spezia contrasti, in ogni sede e luogo istituzionale, l’accelerazione della procedura di approvazione così come la ratifica finale del trattato CETA, chiedendo l’apertura di un confronto ampio e partecipato sugli effetti dell’approvazione di tali trattati sul tessuto economico-sociale, l’ambiente e i diritti nel nostro Paese.
Il CETA, acronimo inglese di Comprehensive Economic and Trade Agreement, ossia “Accordo economico e commerciale globale”, è un trattato di libero scambio tra Canada e Unione europea che colpisce il nostro Made in Italy agro-alimentar. All’Italia sono riconosciute appena 41 indicazioni geografiche, a fronte di 288 DOP e IGP registrate, con conseguente rinuncia alla tutela delle restanti 247, oltre al sostanziale occultamento delle informazioni sull’origine dei prodotti a vantaggio dell’Italian sounding, ossia il via libera all’uso di libere traduzioni dei nomi dei prodotti tricolori – un esempio è il Parmesan – e alla possibilità di usare le espressioni “tipo, stile o imitazione”. Il territorio spezzino, luogo di nascita, di produzione e di promulgazione di prodotti tipici che necessitano di salvaguardia e di tutela, sarà colpito irrimediabilmente da questa ennesima truffa neoliberista, che  aumenta i rischi per la salute, come ha sottolineato, in una argomentata lettera a deputati e senatori, Roberto Moncalvo, presidente di Coldiretti, protagonista insieme a Cgil, Arci, Acli Terra, Federconsumatori, Legambiente, Slow Food International, Green Peace, Fair Watch, Movimento Consumatori e tanti altri di un largo movimento per il blocco del CETA. I rischi per la salute aumentano a causa “dell’applicazione del principio di equivalenza delle misure sanitarie e fito-sanitarie che consentirà ai prodotti canadesi di non sottostare ai controlli nei Paesi in cui vengono venduti. Ricordiamo che in Canada è impiegato un numero rilevante di sostanze attive vietate nella Ue”.
Il documento approvato dal consiglio comunale è teso a ribadire, nelle appropriate sedi istituzionali, il diritto degli enti locali di poter essere interpellate e coinvolte sulle questioni riguardanti gli impatti dell’approvazione dei trattati di libero scambio sui diritti del lavoro, sulla tutela dei territori da investimenti esteri insostenibili a livello ambientale e sociale, sulla tutela delle economie locali da competizione troppo spesso al ribasso. Esprimiamo la nostra soddisfazione per una vittoria politica che riguarda la partecipazione dei popoli al contrasto delle politiche neoliberiste che continuano a privatizzare ricavi e socializzare le perdite, colpendo le classi sociali più deboli, per il profitto di pochi. Quella contro il CETA è una delle tante battaglie in cui le nostre comunità devono essere protagoniste, dando un segnale importante al governo.
Veruschka Fedi, segretaria provinciale Prc La Spezia 

Pastorino (Rete a Sinistra Liguria): “Borse di studio, soglie Isee liguri fra le più basse d’Italia, vanno adeguate ai massimi nazionali”

10 luglio 2016 - Scritto da  
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Aumentare le soglie Isee e adeguarle ai massimali nazionali, per evitare l’abbandono degli studi universitari e scongiurare le fughe in altre regioni: a evidenziare il problema è Rete a Sinistra, con un’interrogazione che sarà discussa durante il consiglio di domani. «Il bando per le borse di studio 2015/2016 dimostra che le soglie Isee della Liguria sono fra le più basse d’Italia: soltanto 16.000 euro, a fronte di un massimale nazionale di 23.000 – dichiara il consigliere regionale Pastorino -. Non siamo una regione di nababbi; e questa scelta, tutta politica, colpisce moltissimi ragazzi che non possono proseguire gli studi o sono costretti a iscriversi a università di regioni limitrofe, dove rientrano nelle fasce Isee che beneficiano di borsa. Il che è paradossale».

«Il decreto ministeriale 486 del 14 luglio 2015 ha aggiornato le soglie, portando l’Isee a 23.000 Euro e l’Ispe a 50.000 Euro. Ad oggi, stando alle informazioni in nostro possesso, soltanto 6 regioni si sono allineate ai nuovi standard nazionali: Emilia Romagna, Piemonte, Lazio, Abruzzo, Toscana e Veneto (queste ultime due con soglie ISPE leggermente inferiori) – prosegue Pastorino – e altre 4 stanno per deliberare in tal senso. Bisogna riconoscere che le giuste rivendicazioni degli studenti universitari della rete LINK sono servite».

La fotografia che emerge è di un’Italia a due velocità: da una parte chi si è adeguato, dall’altra chi, come la Liguria, è rimasto fermo al palo. «Ci auguriamo che la risposta dell’Assessore Cavo sia positiva – commenta Pastorino -. Come Rete a Sinistra, riteniamo prioritario finanziare il diritto allo studio: permettere davvero a tutti di poter proseguire gli studi, indipendentemente dalla propria condizione economica. Lo avevamo già sostenuto con la nostra proposta di legge “Opportunità Scuola” e lo ribadiamo oggi con questa interrogazione. Le scelte passate hanno prodotto risultati pessimi, come dimostrano i dati: la fuga di studenti liguri verso altre regioni e altri Paesi, infatti, è aumentata dell’83% dal 2008 a oggi».

 

Gianni Pastorino,

consigliere regionale Rete a Sinistra Liguria

Referendum costituzionale, Bucchioni (Prc La Spezia) presenta una mozione contro il disegno di legge Renzi-Boschi

19 maggio 2016 - Scritto da  
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Sarà discussa il prossimo lunedì 23 maggio dal consiglio comunale della Spezia la mozione in difesa della Costituzione e contro il disegno di legge costituzionale ad opera del duo Renzi-Boschi. Presentata dal capogruppo Prc Edmondo Bucchioni, la mozione rappresenta un’azione politica che Rifondazione Comunista attuerà in tutti i comuni dove è presente con i propri consiglieri, ed è volta a sensibilizzare i cittadini su quanto accadrà all’assetto istituzionale dello stato se tale “deforma” non verrà fermata dal referendum del prossimo ottobre.
Come dieci anni fa, quando milioni di NO bloccarono l’attacco costituzionale di Berlusconi e Bossi, l’auspicio è che la popolazione tutta impedisca una svolta autoritaria decisiva, che tradirà una volta per tutti i principi di uguaglianza e democrazia sanciti dall’Assemblea Costituente all’indomani della guerra di Liberazione. 
 
 
Di seguito il testo della mozione:
 

Mozione: Disegno di legge Costituzionale di riforma della parte II della Costituzione. 

 
Premesso che spetta unicamente al Parlamento, e non al Governo, qualsiasi iniziativa di riforma Costituzionale, così come recita l’articolo 138 della nostra Carta Costituzionale che fissa tempi e procedure per modificarla; 
 
premesso che l’attuale Parlamento, eletto con un sistema elettorale (Porcellum) dichiarato illegittimo dalla Corte Costituzionale (sentenza n°1/2014), Ha approvato una legge elettorale l’Italicum che non rispetta le indicazioni della stessa sentenza e, fatto ancor più grave, si accinge ad approvare una riforma Costituzionale (Senato) destinata a travolgere l’assetto democratico del nostro Paese; 
 
considerato che nel referendum 2006 il popolo italiano si era già espresso, bocciando analogo tentativo di riforma Costituzionale presentata dal governo Berlusconi, per sostenere e confermare il modello di Stato e l’intero ordinamento democratico voluto e condiviso dai nostri Padri costituenti in rappresentanza di tutti i partiti che avevano lottato contro il fascismo; 
 
ritenuto che la legge elettorale e la riforma del Senato di imminente approvazione andranno a ledere profondamente i diritti Costituzionali dei Cittadini in quanto: 
 
il Senato della Repubblica non sarà più eletto direttamente dai Cittadini (art.58 Cost.) ma sarà ridotto a un’assemblea di cento Senatori di cui 5 nominati dal Presidente della Repubblica e 95 (74 Consiglieri Regionali e 21 Sindaci) scelti dai consigli Regionali con un doppio incarico e dunque in potenziale conflitto di interesse con il loro ruolo i amministratori Regionali o comunali,
 
la legge elettorale ltalicum ricalca, peggiorandolo, l’anticostituzionale Porcellum e disattende la sentenza della Consulta perché continua a negare il voto diretto dei Cittadini ed il loro diritto ad esprimere senza vincoli le proprie preferenze (artt. 3, 48, 56, 58 Cost.) Tale legge, dunque, ripristina un Parlamento nominato dai partiti e ripropone un sistema fortemente maggioritario con un altissimo premio di maggioranza;
 
ritenuto che il combinato disposto da queste riforme, quella della legge elettorale e quella del Senato:
 
consegnerà un potere praticamente assoluto al partito o alla lista che, con solo il 40% dei voti, conquisterà il 55% dei seggi alla Camera dei Deputati (340) seggi ed avrà una maggioranza tale da poter condizionare l’elezione del Presidente della Repubblica, dei giudici della Corte Costituzionale e dei componenti del Consiglio Superiore della Magistratura, organi di garanzia e di controllo fondamentali per la vita della democrazia Costituzionale;
 
consegnerà nel caso assai probabile in cui nessun partito o coalizione di partiti dovesse raggiungere il 40% dei voti , nel successivo turno di ballottaggio,la maggioranza assoluta dei seggi ad un solo partito, indipendentemente dai voti ottenuti al primo turno (che potrebbero anche rappresentare solo un 20% degli elettori) e dal numero dei votanti
 
comprimerà ulteriormente la “sovranità popolare” modificando e mortificando gli istituti Costituzionali di democrazia diretta, referendum(articolo 75) e leggi di iniziativa popolare (art.7 alzando le soglie per il loro esercizio (da 500.000 a 800.000 per i referendum abrogativi e da 50.000 a 150.000 per le leggi di iniziativa popolare);
 
tutto ciò premesso,
 
 
il Consiglio Comunale della Spezia
 
esprime fortissimo allarme per la deriva autoritaria in atto contro la quale si sono costituiti in tutta ltalia, ed anche alla Spezia, Comitati referendari per il NO al Referendum previsto dall’articolo 138 della Costituzione,
 
esprime la più ferma condanna nei confronti delle modifiche Costituzionali poste in essere da questa Maggioranza. 
 
ll Consiglio Comunale si impegna a sensibilizzare l’opinione pubblica alla salvaguardia della nostra Costituzione,
 
ribadisce che l’obiettivo della “stabilità del Governo del Paese e dell’efficienza dei processi decisionali nell’ambito Parlamentare” non può “produrre un’alterazione profonda del principio di rappresentanza democratica, sul quale si fonda l’intera architettura dell’ordinamento Costituzionale vigente” come ha scritto la Consulta nella sentenza n° l/20L4,
 
impegna il Presidente del Consiglio Comunale ad inoltrare il presente atto Consiliare al Presidente della Camera dei Deputati, al Presidente del Senato, al capigruppo Parlamentari di Camera e Senato, all’Anci nazionale ed agli Comuni di questa Provincia.
 

Edmondo Bucchioni, 

capogruppo Prc in consiglio comunale La Spezia

Giobbe: “Pucciarelli fa terrorismo psicologico, appalto trasparente per la scuola “Fermi” di S.Stefano”

3 marzo 2015 - Scritto da  
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Il consigliere Pucciarelli è in evidente campagna elettorale e quindi alla ricerca di massima visibilità, e fa mero terrorismo psicologico. Dalle sue parole si evince che ha scarsa conoscenza e competenza e ci si augura che gli espertiai quali si rivolgerà, le spieghino esaustivamente quali sono i termini di esecuzione dei lavori di adeguamento sismico relativi alla scuola primaria “Enrico Fermi” di Santo Stefano Magra“.

In merito all’appalto relativo all’adeguamento sismico della scuola primaria parla l’assessore di Rifondazione Comunista Gennaro Giobbe: “Evocare fatti tragici avvenuti nel passato, in situazioni completamente diverse, visto che l’edificio scolastico di San Giuliano di Puglia non rispettava le norme antisismiche, è solo una speculazione politico-elettorale, in spregio ai sentimenti delle persone“.

“In relazione alla gara, e per spostare la discussione su termini reali e facilmente verificabili, l’appalto riguarda il consolidamento statico e il miglioramento sismico della scuola. L’opera è finanziata nell’ambito delle attività “scuole belle – scuole sicure”, promossa dal governo. Alle procedure di affidamento è applicato l’art. 18 del D.L. 69/2013 ove i sindaci operano in qualità di commissari governativi, con poteri derogatori rispetto alla vigente normativa. La procedura adottata dal comune è stata quella della gara negoziata, con offerta al massimo ribasso sul prezzo dei lavori posti a base di gara. L’importo complessivo dell’appalto era di € 145.700,00, di cui € 8.409,93 per i costi della sicurezza ed € 89.019,65 per il costo della manodopera, importi non soggetti a ribasso, e solo € 48.270,42 per lavori soggetti a ribasso. La migliore offerta pervenuta ha determinato un ribasso d’asta nell’importo soggetto a ribasso, cioè € 48.270,42″.

In aderenza alla normativa – continua Giobbe – è stato chiesto alla ditta di giustificare la congruità dell’offerta, con prot.n.18853/2014, alla quale è seguita la risposta con le informazioni sulla congruità, che sono state protocollate dal Comune al numero 19269/2014. Il procedimento si è chiuso, quindi, con l’aggiudicazione definitiva ed il contratto, nel rispetto della norme sulla trasparenza e soprattutto, sulla sicurezza degli edifici scolastici. Rassicuriamo il consigliere Pucciarelli poichè l’amministrazione e gli uffici seguono diligentemente il rispetto delle norme, e le consigliamo di dirigere il suo fervore politico verso altri traguardi“.

 

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Unione dei comuni delle Cinque Terre, De Angelis: “Resasco ignora il parere di duecento cittadini di Vernazza”

3 marzo 2015 - Scritto da  
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Duecento firme raccolte, ma rimaste inascoltate. E’ la denuncia del consigliere comunale di Vernazza Alfonso De Angelis, della lista “Voci dal territorio”, che si scaglia contro il sindaco Enzo Resasco che nell’ultimo consiglio comunale ha voluto tirare dritto nella costituzione dell’Unione dei Comuni che vede Vernazza insieme a Bonassola, Framura e Deiva Marina, invece di fermare l’operazione, come richiesto da molte parti.

Prima dell’inizio del Consiglio – afferma De Angelis – ho protocollato presso la segreteria del Comune la raccolta firme di cittadini residenti iscritti nelle liste elettorali del Comune di Vernazza che chiedevano la costituzione di una sola Unione delle Cinque Terre composta da Riomaggiore, Vernazza e Monterosso. Il documento è stato sottoscritto da 200 cittadini con firme raccolte in soli due giorni. Cittadini iscritti nelle liste elettorali del Comune di Vernazza che vogliono dire una sola cosa “le Cinque Terre sono solo le Cinque Terre” e che chiedono atti amministrativi conseguenti per modificare l’Unione con altri Comuni. Firme che chiedono cose semplici, l’Unione dei Comuni delle Cinque Terre composta da Riomaggiore, Vernazza e Monterosso da realizzarsi nel rispetto dei tempi che le leggi ci impongono“.

Nel corso della seduta del consiglio comunale sono stati eletti i consiglieri che rappresenteranno il Vernazza nel consiglio dell‘Unione con Bonassola, Framura e Deiva Marina: il sindaco Resasco (membro di diritto), Franco Ivani e Rita Colombo.
Tra gli eletti – lamenta De Angelis – non vi è un solo consigliere che rappresenti questi cittadini e neppure la minoranza che svolge opposizione, la minoranza vera quella che partecipa, che interviene in modo critico, che contesta gli atti motivando il dissenso, in un solo termine, la minoranza scomoda. Ivani è stato eletto come rappresentante della maggioranza, il consigliere Colombo è stata eletta come rappresentante della minoranza. Poco importa ricordare che dal giorno successivo la sua elezione, Colombo è organica alla maggioranza che sostiene votando senza esprimere motivazioni. Un sostegno esterno privo per altro di motivazioni politiche, un sostegno esterno che oggi si presta alle peggiori congetture. Ma cosa più grave, il sindaco ha dimostrato ipocrisia e cinismo non comuni. Ha eliminato ogni opposizione vera semplicemente imponendo alla sua maggioranza di votare il solo Ivani. Giocando poi sull’assenza del consigliere di Rifondazione Comunista e sapendo che a parità di voti sarebbe risultato eletto il genere meno rappresentato in Consiglio, quindi Colombo in quanto donna, ha di fatto buttato nel cestino centinaia di firme“.

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Degrado parco delle Pianazze e abolizione Imu agricola: il consigliere Bucchioni presenta due interpellanze alla giunta Federici

3 marzo 2015 - Scritto da  
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Il consigliere comunale di Rifondazione Comunista Edmondo Bucchioni, ha presentato due interpellanze riguardo al degrado del parco delle Pianazze e sull’abolizione del’Imu agricola:

 

Oggetto: degrado parco delle Pianazze

 

Il parco delle Pianazze fino a qualche anno fa era un luogo di socializzazione e di incontro non solo dei residenti nel quartiere, ma di attrattiva per tutta la cittadinanza.

Infatti, unico nel suo genere, presentava un laghetto con i cigni, meta di frequenti visite da parte di famiglie con bambini, posto di svago, luogo ricreativo per feste e compleanni.

Oggi versa in uno stato di estremo degrado: il lago non c’è più ed in caso di pioggia il parco si allaga, rendendo impossibile la fruizione da parte della cittadinanza.

Si sottolinea inoltre che sino a qualche anno fa erano i residenti a prendersi cura del parco e della sua manutenzione e infatti era gestito con attenzione, pulito e tenuto bene.

Preso atto della situazione sovraesposta,

si chiede all’amministrazione comunale e all’assessore competente quali azioni si intende intraprendere per ripristinare la fruibilità del parco ed operare al fine di restituire ai cittadini un parco degno di questo nome, che possa essere nuovamente uno spazio di aggregazione, socializzazione e svago a disposizione di tutti.

 

Oggetto: abolizione Imu agricola

 

Si tratta di una tassa profondamente iniqua che va a colpire gli agricoltori e chi si trova ad essere proprietario di un appezzamento di terreno, trascurando in questo modo la funzione essenziale degli agricoltori nella tutela a presidio del territorio e a beneficio dell’intera collettività.

Inoltre questa imposta si configura anche come una beffa, visto che nei proclami riguardante il 2015 anno dell’Expo gli auspici dovrebbero porre al centro l’importanza del mondo agricolo e dei suoi rappresentanti per il rilancio di una crescita sostenibile.

Il consiglio comunale della Spezia propone con questo ordine del giorno l’abolizione dell’Imu agricola per i motivi sopracitati e di inoltrare il testo al Presidente del Consiglio, al Consiglio dei Ministri, ed ai Capigruppo Parlamentari.

 

Edmondo Bucchioni,

capogruppo Rifondazione Comunista comune della Spezia

 

 

 

Caduta di Caluri a Lerici, Prc La Spezia: “Ha vinto la democrazia, raro atto di assunzione di responsabilità della politica al servizio dei cittadini”

18 febbraio 2015 - Scritto da  
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E’ bene chiarire subito: il sindaco di Lerici è stato sfiduciato perchè in questi tre anni ha espresso un’esperienza politica ed amministrativa fallimentare.
La caduta del renziano Caluri rappresenta un fatto politico di enorme portata sul quale sarebbe opportuno evitare strumentalizzazioni, cosa che il Pd ha già ampiamente messo in atto. 
 
La solidarietà espressa dagli amministratori provinciali del partito (con impensabile solerzia) dopo la “lunga notte” del consiglio comunale che ha sfiduciato il sindaco, sembra rappresentare plasticamente la volontà di mettere subito una pezza ad un raro momento di democrazia.

I burocrati accorsi al capezzale lericino hanno espresso un giudizio unanime: guai se il bubbone della discussione, e perchè no della sfiducia, dilaghi in un contesto in cui l’incapacità di dare risposte alla gente deve essere tamponato con l’autoconservazione della “castina”, un fortino di solerti professionisti della politica che devono mantenersi sul ponte di comando, a tutti i costi.
Non è un caso che la solidarietà a Caluri non sia arrivata da nessun cittadino, ma solo da “colleghi” di partito e amministratori comunali, alcuni dei quali, come il sindaco della Spezia Federici, autori di veri e propri sproloqui da manie di protagonismo “social”, in pieno stile Renzi.
 
In questo teatrino squallido, l’uso spregiudicato di parole come “responsabilità”, “democrazia” e “politica”, da parte di questa mini casta, che probabilmente conosce Lerici per qualche passeggiata domenicale, suona quasi come una provocazione.
E’ bene ricordare, tanto all’opinione pubblica quanto a costoro, che neanche un consigliere comunale di maggioranza è intervenuto a difendere l’operato del sindaco Caluri: questo esercizio è stato fatto solo dagli assessori che appassionatamente difendevano il loro lavoro e la loro posizione. 
 
Abbiamo visto un sindaco arroccato nella sua posizione di difesa della dignità, una dignità politica che gli è stata tolta dal suo stesso segretario Michelucci quando gli ha proposto un anno di “commissariamento” per valutare l’operato ed eventualmente staccare la spina. La sfiducia a Caluri rappresenta un atto di democrazia, perchè è bene ricordare che la sovranità appartiene al popolo che la esercita nelle forme della rappresentanza. Non si può governare con autoritarismo polemico e irritante senza rispettare i propri alleati, i propri consiglieri e di conseguenza cittadini che l’hanno eletti.
A Lerici abbiamo posto fine all’antidemocratica solfa dell’uomo solo al comando: un sindaco, un presidente, un amministratore pubblico ha il dovere di confrontarsi e di decidere collegialmente per il bene di tutti. Un confronto che a Lerici l’ormai ex sindaco non ha mai saputo affrontare e da cui è sempre fuggito, risultando l’amministratore più inconcludente della storia di questo comune.
Il dato politico rilevante è che anche nel plebiscitario “partito della nazione” renziano, quello del 40% e del potere quasi assoluto su scala nazionale, si aprono crepe importanti, già emerse con chiarezza all’indomani dello scandalo-primarie della Liguria di un mese fa. Tali crepe sono esplose definitivamente a Lerici dopo un calvario lungo tre anni, con uno stillicidio continuo di dimissioni di consiglieri e assessori, dato che fin dal primo giorno Caluri ha avuto forti difficoltà nel confronto interno e nella concretezza delle decisioni.
Il penoso spettacolo di lunedì sera, quando dopo cinque ore di dibattito e di occupazione del palazzo comunale da parte dei dirigenti provinciali del Pd, Caluri ha persino litigato in pubblico con la propria capogruppo poco prima del voto, è stato solo l’ultimo capitolo di questa misera vicenda. Ora si apre una nuova fase: lavoreremo alla costruzione di un percorso politico unitario in cui si incontrino le forze politiche, sociali e civiche che condividono valori per noi inalienabili come solidarietà sociale, sostenibilità ambientale, trasparenza e democrazia, per tradurli in progetti per il nostro futuro, per una Lerici che abbia il coraggio e l’ambizione di guardare ad un orizzonte di sviluppo e di innovazione.

Rifondazione Comunista, federazione provinciale La Spezia

“Approvata a Lerici la proposta di Rifondazione per strategia Rifiuti Zero. Un altro stop al partito dell’incenerimento”

16 luglio 2014 - Scritto da  
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Il dibattito sul tema rifiuti è approdato a Lerici, sollevato dalla nostra consigliera Veruschka Fedi, in relazione alla gestione della raccolta che negli ultimi anni ha messo a dura prova la pazienza dei cittadini.
 
“E’ stata l’occasione” dichiara la Fedi “per affrontare non solo la critica, ma soprattutto la proposta, discutendo finalmente la mozione presenta da ben 9 mesi, sulla proposta di adesione alla strategia RZ. Quasi quattro ore di confronto e discussione tutte necessarie per determinare chiaramente l’indirizzo politico da intraprendere si vuole coniugare finalmente ambiente, salute e lavoro in un processo di amministrazione virtuosa come Rifiuti Zero, oppure persistere nella fallimentare ed antieconomica logica delle discariche e inceneritori, ancora oggi rilanciata soprattutto sull’ambito regionale.” 
 
Una bel risultato per Rifondazione Comunista, che dai banchi della minoranza da un input concreto sul modello di gestione che si dovrà portare avanti, ottenendo impegni estremamente vincolanti per la dignità politica dell’assessore competente circa l’inizio della raccolta “Porta a Porta”, unico strumento che possa far arrivare a significative quote di raccolta differenziata; così dai mesi autunnali si partirà con le frazioni collinari e dal 2015 con San Terenzo e Lerici.
 
Fondamentale diventa per l’amministrazione lericina monitorare e sollecitare Acam, poiché tale percorso sarà realizzabile solo se il gestore sarà in grado di organizzare un servizio impeccabile nella tempistica di raccolta; così come determinante sarà il coinvolgimento attivo e capillare della cittadinanza ed è per questo che l’istituzione dell’Osservatorio Rifiuti Zero compreso nella mozione, viene ad essere l’altro strumento prioritario che dovrà esser attivato quanto prima.
 
La nota dolente arriva certamente dalla nuova nomina dell’Ad di Acam, che non lascia molte speranze visto il curriculum pro inceneritore e se le associamo alle dichiarazioni a mezzo stampa del neo assessore regionale al ciclo dei rifiuti, Raffaella Paita, la quale parla di potenziamento di impianti in Liguria e non smentisce l’ipotesi di nuovi inceneritori. In questo senso l’approvazione della mozione da parte di tutto il Consiglio Comunale senza voti contrari, è un chiaro messaggio e impegno che Lerici si è presa e cioè: mai l’ipotesi dell’incenerimento verrà sostenuta.
 
 
Segreteria provinciale Prc La Spezia

 

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