Acerbo (Prc-UP): “Solidarietà a Massimo Lombardi, dirsi comunista non è reato”

5 aprile 2023 - Scritto da  
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Con sprezzo del ridicolo il gruppo di Fratelli d’Italia al Comune della Spezia chiede le dimissioni del nostro valoroso consigliere Massimo Lombardi, reo di aver rivendicato il suo essere comunista.
Non prendiamo lezioni di democrazia dai nostalgici del fascismo. Facciamo presente ai nipotini di Mussolini e Almirante che in Italia dichiararsi comunista non è ancora reato.
Lo è stato per un ventennio che si concluse con centinaia di migliaia di morti e il paese in macerie.
Nel nostro paese per la Costituzione e le leggi vigenti continuano a essere reati l’apologia del fascismo e la ricostituzione del partito fascista.
Il compagno Massimo Lombardi, figlio di Aldo che fu tra i fondatori del nostro partito, rappresenta al meglio nel consiglio comunale della Spezia i valori dell’antifascismo e della sinistra. Sono sicuro che Massimo non si farà intimidire da queste provocazioni.
A Massimo la solidarietà di tutto il partito.
Maurizio Acerbo,
segretario nazionale del Partito della Rifondazione Comunista
Coordinamento di Unione Popolare

Sostegno revoca protocollo d’intesa Iren-Mekorot: “No a chi sostiene apartheid idrico”

25 febbraio 2023 - Scritto da  
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Rifondazione Comunista sostiene la campagna per la revoca del protocollo d’intesa fra Iren spa, la multiutility italiana attiva in Emilia-Romagna, Liguria e Piemonte, e la compagnia idrica nazionale Israeliana Mekorot.

Diverse organizzazioni internazionali, fra cui anche Amnesty International, hanno documentato il ruolo di Mekorot nel controllo delle risorse idriche palestinesi contribuendo ad alimentare l’apartheid israeliana contro i palestinesi attraverso l’appropriazione dell’acqua. Aspetti che contrastano con lo stesso codice etico di Iren che si impegna al rispetto dei diritti umani e della dignità della persona e a “non collaborare con partner, anche internazionali, che violino tali principi.

L’intesa è finalizzata allo sviluppo e alla condivisione delle rispettive conoscenze industriali nel settore idrico, con una particolare attenzione alle soluzioni per affrontare la sfida alla scarsità d’acqua, e non ci sembra il caso che Mekorot possa essere presa a modello e tanto meno che Iren spa presti il fianco alle politiche di insediamento illegale nei territori occupati della Palestina.

Riteniamo inaccettabile che una multiutility a partecipazione pubblica come Iren spa sottoscriva un’intesa con una compagnia che pratica l’apartheid idrica e contribuisce all’oppressione dei palestinesi, e riteniamo necessario che i comuni soci pubblici di Iren spa intervengano per la revoca immediata del protocollo di intesa.

Questa vicenda porta all’attenzione anche il ruolo delle multiutility come Iren spa, in cui società per azioni che si presentano come un modello gestionale formalmente pubblico agiscono seguendo le regole speculative della borsa estromettendo di fatto i comuni soci da qualsiasi decisione. Lo stiamo vedendo in questo periodo di crisi economica, in cui le grandi compagnie energetiche si sono arricchite facendo extraprofitti d’oro grazie a bollette insostenibili imposte a famiglie e aziende senza alcun effettivo controllo pubblico. È questa una ragione in più affinché sindaci e consigli comunali tornino protagonisti nella gestione di quelli che sono beni comuni indispensabili al buon funzionamento delle comunità e si attivino affinchè Iren recede da un accordo che discredita le stesse amministrazioni pubbliche.

Il Partito della Rifondazione Comunista è da sempre impegnato a fianco del popolo palestinese e chiediamo anche a livello locale un impegno a non essere complici della segregazione dei palestinesi e a non fare affari con chi pratica l’apartheid idrico.

 

Maurizio Acerbo, segretario nazionale

Sergio Dalmasso, segretario regionale Liguria

Stefano Lugli e Paola Varesi, co-segretari regionale Emilia-Romagna

Alberto Deambrogio, segretario regionale Piemonte

“La Spezia con i solidali della Geo Barents, pronti ad accogliere tutte e tutti”

6 febbraio 2023 - Scritto da  
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La nave umanitaria Geo Barents in poche ore si è trovata ad effettuare tre soccorsi. Dopo il primo, (69 persone salvate, molti i minori), l’Imrcc di Roma aveva indicato come “porto sicuro”, verso cui recarsi senza ritardo, come recita il decreto Piantedosi, quello della Spezia, distante quattro giorni di navigazione.
 
Va ricordato che nell’effettuare il salvataggio, l’equipaggio della nave ha subito pesanti minacce dalle cosiddette autorità libiche. Su segnalazione di “Alarm Phone”, la nave ha effettuato, dopo aver inutilmente chiesto parere alle autorità italiane, un secondo salvataggio (altre 61 persone) e, poche ore fa, con lo stesso meccanismo, un terzo (altri 69).
 
Portarli fino alla città ligure rappresenta un’inutile tortura dopo quanto subito da chi è fuggito dai lager libici ed è forte il rischio che, una volta giunta a destinazione, la nave venga fermata con un sequestro cautelativo, per non aver obbedito a quanto confusamente indicato nel decreto, di recarsi verso il porto di destinazione senza nessuna sosta. Gli operatori dell’ong hanno semplicemente obbedito alle leggi del mare e alle tante convenzioni internazionali con cui questo decreto, come altri precedenti in materia, si ostinano a non voler fare i conti.
 
Il nostro Partito chiede che, una volta garantito lo sbarco a tutte le persone che giungeranno a La Spezia, ivi comprese tutte le condizioni di sostegno socio sanitario e legale di cui avranno bisogno, la nave possa immediatamente riprendere il mare. Grazie alle politiche scellerate dell’UE, il Mediterraneo Centrale è divenuto infatti oggi un deserto in cui ogni imbarcazione in grado di rispondere alle richieste di soccorso è necessaria. Chi ne rallenta o impedisce le attività sarà un giorno non lontano chiamato a risponderne anche penalmente.  
 
Stefano Galieni, 
Responsabile nazionale immigrazione del Partito della Rifondazione Comunista – Sinistra Europea, Coordinamento Unione Popolare
Luca Marchi,
Segretario Provinciale di Rifondazione Comunista La Spezia
Massimo Lombardi, 
Consigliere Comunale Spezia Bene Comune/ Rifondazione Comunista

“Il 2 e 3 dicembre con i lavoratori e le lavoratrici in lotta contro guerra e carovita”

6 febbraio 2023 - Scritto da  
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Il due dicembre tutte le sigle del sindacalismo di base hanno indetto uno sciopero nazionale per protestare contro le scelte del governo Meloni che, in continuità con Draghi, destina risorse del tutto insufficienti per alleviare gli effetti drammatici che l’inflazione e l’economia di guerra producono sui salari, sulle pensioni e sulle condizioni di vita dei ceti popolari.
Aumentano le spese militari, si favoriscono con regali fiscali evasori e autonomi, non si tassano seriamente gli extraprofitti mentre si taglia il reddito di cittadinanza, la scuola e la sanità pubbliche; la legge finanziaria di questo governo è una dichiarazione di guerra contro i poveri, i precari, le donne.
Le rivendicazioni avanzate dai sindacati sono le stesse che anche noi sosteniamo da tempo per contrastare inflazione e perdita di potere d’acquisto: aumenti generalizzati dei salari e ripristino di un meccanismo di recupero automatico dell’inflazione; introduzione di un salario minimo legale; cancellazione degli aumenti delle bollette, calmieramento dei prezzi dei beni di prima necessità.
Si potrebbe fare prendendo le risorse da: tassa completa di tutti gli extraprofitti, riduzione delle spese militari, lotta vera all’evasione fiscale, tassazione delle grandi ricchezze.
Il giorno dopo, sabato tre dicembre le sigle dei maggiori sindacati di base, tra cui USB, Sicobas, Cub e Sgb, con lo slogan “Giù le armi, sui salari” terranno a Roma una manifestazione nazionale contro la guerra e il carovita, con gli stessi obiettivi dello sciopero del giorno precedente.
Rifondazione Comunista sostiene queste due giornate di lotta ritenendole un momento importante per la ripresa di una nuova grande stagione di lotte in tutto il paese, unica via per contrastare le politiche neoliberiste dell’austerità contro i lavoratori e i ceti popolari e riaprire la strada al cambiamento.
Maurizio Acerbo,
segretario nazionale
Antonello Patta,
responsabile nazionale lavoro
Sergio Dalmasso,
Segretario Regionale Liguria
Partito della Rifondazione Comunista / Sinistra Europea

Ponte Morandi, Acerbo: “Una strage causata dalla privatizzazione”

15 agosto 2022 - Scritto da  
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A quattro anni dal crollo del Ponte Morandi proviamo disgusto per il finto cordoglio dei partiti che portano la responsabilità della strage. Ribadiamo che si è trattato di una strage causata dalla sciagurata privatizzazione delle autostrade voluta dal centrosinistra e dalla destra.

Ai privati sono state garantite concessioni con regole tutte a loro favore e una totale assenza di controlli. L’asservimento della politica a gruppi economici privati è proseguita anche dopo il crollo nonostante siano emerse dalle indagini evidenti prove della mancata manutenzione. Invece di riprendersi la concessione i governi Conte e Draghi hanno deciso di remunerare gli azionisti di Atlantia rilevando le quote della società. Circa 9 miliardi di euro sono andati alla famiglia Benetton e gli altri azionisti di Atlantia. La politica ha arricchito i Benetton anche dopo la strage.

Ci associamo alla sacrosanta indignazione del comitato dei familiari delle vittime di fronte a questo scandalo alla luce del sole. Va ricordato che la privatizzazione delle autostrade fu avviata dai governi di centrosinistra e poi con quelli di centrodestra furono scritte le norme oscene e contrarie alla tutela dell’interesse pubblico che hanno blindato i Benetton.

Noi di Rifondazione Comunista fummo gli unici a opporci alla privatizzazione e i fatti ci hanno dato ragione. Il risultato della privatizzazione è che tutte le reti autostradali sono in stato di degrado e toccherà di nuovo agli italiani pagare i costi della manutenzione di cui hanno estremo bisogno.

Destra e Pd hanno arricchito gli oligarchi nostrani con le privatizzazioni e ora affidano le nostre autostrade a fondi d’investimento stranieri. E’ ora di procedere alla ripubblicizzazione, di riprenderci un patrimonio pubblico saccheggiato da una politica al servizio di un capitalismo di rapina.

L’Unione Popolare è l’alternativa ai partiti che hanno consentito il saccheggio del nostro paese con le privatizzazioni.

Maurizio Acerbo,
segretario nazionale di Rifondazione Comunista 
membro del coordinamento di Unione Popolare con De Magistris

Fuori la guerra dalla storia, chi invia armi alimenta il conflitto

4 marzo 2022 - Scritto da  
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Sabato 5 marzo tutte/i a Roma contro la guerra.

Condanniamo l’invasione russa dell’Ucraina. La decisione della Russia di abbandonare la diplomazia e invadere l’Ucraina non può essere giustificata ed è contraria al diritto internazionale e ai principi della Carta delle Nazioni Unite. La guerra non risolve i problemi, produce solo lacrime, morti, deserti di umanità e bacini di permanente rancore e odio tra i popoli. Deve essere fatto di tutto per arrivare ad un immediato cessate il fuoco. Vanno riaperti i canali diplomatici e non alimentato il fuoco con nuove armi, con il rischio di allargare il conflitto e di una guerra nucleare.

Siamo contro la guerra, senza se e senza ma. Lo eravamo quando la Nato bombardava la Serbia per imporre l’indipendenza del Kossovo e lo siamo oggi che la Russia invade l’Ucraina in nome dei diritti delle popolazioni del Donbass. Le analogie nella violazione del diritto internazionale sono fortissime.

Condanniamo l’espansionismo della NATO che ha deliberatamente prodotto una escalation irresponsabile. Siamo di fronte a uno scontro tra potenze capitalistiche che rischia di condurci alla terza guerra mondiale. Se oggi a morire sono gli ucraini e i russi, l’enorme costo economico e sociale lo pagheranno anche tutti i popoli europei mentre le industrie belliche accumulano profitti e il più costoso gas liquido statunitense si prepara a sostituire quello russo.

Più si inasprisce il conflitto e più ne saranno principali vittime i civili, che cadranno a causa dei bombardamenti, e le tante/i costrette all’esodo da profughi. Oggi, con chi fugge dall’Ucraina, l’Europa mostra un volto solidale. C’è da temere che a breve la loro vita subisca un destino simile a quella di coloro che fuggono da Bielorussia, Paesi Balcanici, Siria, Afghanistan, Iraq e Mediterraneo Centrale. Emerge in questi giorni un suprematismo bianco eurocentrico e razzista che considera “veri profughi” solo chi è vicino per cultura, religione, colore della pelle ed è vittima delle guerre degli altri.

Un’incessante martellamento mediatico cerca di strumentalizzare i sentimenti di solidarietà e umanità per trasformarli in consenso per le scelte di guerra dei governi. E questo accade in Russia come nei paesi occidentali. Si assiste alla criminalizzazione di coloro che tentano di dare una informazione più articolata del conflitto. Esprimiamo una forte preoccupazione per il clima di caccia alle streghe che si respira in tutta Europa ed anche in Italia nei confronti delle voci critiche e indipendenti nell’informazione e gli attacchi che hanno colpito persino l’ANPI. Respingiamo le accuse di essere a favore di Putin rivolte a chi come noi cerca di fermare la spirale della guerra e
critica chi la alimenta. Rifiutiamo l’indecente ondata di russofobia e ostracismo contro la cultura russa che non favorisce il dialogo tra i popoli e offende innanzitutto chi in quel paese sta esprimendo il proprio dissenso nei confronti della guerra.

Non ci arruoliamo e non mettiamo l’elmetto in testa. Restiamo umani. Rifiutiamo la propaganda di guerra con cui – per l’ennesima volta dopo Iraq, Jugoslavia, Afghanistan, Libia, Siria – si sta manipolando l’opinione pubblica e si sta alimentando l’isteria bellicista.

Rivendichiamo gli ideali dell’internazionalismo socialista e comunista che – con i principi della nostra Costituzione nata dalla Resistenza – continuano a essere la nostra bussola in un mondo che il capitalismo precipita di nuovo nella guerra.

Non c’è da contrastare solo l’inammissibile aggressione militare decisa da Putin.

Di fatto la NATO sta portando avanti una guerra per procura contro la Russia strumentalizzando il popolo ucraino che viene armato per far impantanare Putin in un nuovo Afghanistan nel cuore dell’Europa.

Dopo aver gettato benzina sul fuoco della crisi ucraina per anni, ora la NATO coglie l’occasione per un enorme rilancio del riarmo assolutamente immotivato visto che il bilancio militare russo è già clamorosamente inferiore a quello dei paesi NATO che spendono 18 volte più della Russia per la “difesa”. Questo riarmo sottrae risorse che potrebbero essere indirizzate alla sanità, alla scuola, alla cultura, alla solidarietà, ai trasporti, alla riconversione ecologica, al lavoro, all’accoglienza.

GOVERNO E PD CONTRO LA COSTITUZIONE

Chi vuole la pace non può non denunciare le iniziative assunte dall’Unione Europea e anche dal governo italiano.

L’UE e l’Italia hanno scelto di accodarsi agli USA e alla NATO invece di svolgere un ruolo di pace e mediazione. Per la prima volta l’Unione Europea ha deciso di utilizzare i propri fondi per spese militari.

Condanniamo la decisione del governo Draghi e del parlamento italiano di inviare armi letali e associarsi a “sanzioni” illegittime che non faranno che inasprire il conflitto e aumentare il numero di vittime.

Siamo di fronte alla palese violazione del ripudio della guerra sancito dall’articolo 11 della Costituzione e anche del diritto internazionale. Il governo e il parlamento hanno di fatto deciso di entrare in guerra con la Russia.

Il PD si è posto alla testa del partito trasversale della guerra, dell’arco anticostituzionale che vede la convergenza di centrodestra e centrosinistra nel voto per il coinvolgimento diretto del nostro Paese nel conflitto.

Bisogna immediatamente fermare le armi e riprendere la strada della diplomazia e del diritto internazionale ma USA, NATO e UE continuano a delegittimare il ruolo dell’ONU e dell’OSCE.
L’unica via per la pace è quella del disarmo, del rispetto degli accordi di Minsk con il riconoscimento dell’autonomia delle regioni russofone e un’Ucraina neutrale in una regione demilitarizzata.

Purtroppo dopo il 1991 l’Unione Europea, invece che dichiarare conclusa l’esperienza dei blocchi militari e proporre una nuova democrazia multipolare, ha continuato a condividere l’esistenza della NATO in nome dell’Atlantismo, di cui proprio l’Europa è la prima vittima.

Gli USA hanno boicottato la normalizzazione delle relazioni fra Ue e Russia usando la NATO per fomentare tensioni e divisioni in Europa.

Non può essere taciuta la continua violazione da parte del governo di Kiev degli accordi di Minsk, la persecuzione nei confronti delle popolazioni di lingua russa, la glorificazione di criminali di guerra collaborazionisti dell’occupazione nazista e il suo sciovinismo nazionalista. Queste circostanze rendono grottesco assimilare il nazionalismo ucraino ai combattenti della Guerra di Spagna e della Resistenza o fare paragoni con la Primavera di Praga.
Per otto anni la guerra dell’Ucraina contro le repubbliche di Donetsk e Lugansk e il ruolo delle milizie neonaziste sono stati ignorati dai media occidentali, ma quel conflitto ha causato più di 14.000 vittime.

La NATO si è confermata un fattore di destabilizzazione nel nostro continente, così come in Medio Oriente ed in altre zone del pianeta.
Bisogna liberare l’Europa e l’Italia dalla sudditanza all’atlantismo e alla NATO.

Questa è anche una guerra contro gli interessi dei popoli europei alla cooperazione con la Russia e produce un ricompattamento del blocco occidentale in vista di un possibile ulteriore conflitto con la Cina.

Non basta condannare Putin se non si mette in discussione la pretesa occidentale – e in particolare degli Stati Uniti – di continuare a imporre un ruolo di governo e dominio unipolare che conduce allo scontro e alla guerra con altri blocchi geopolitici.

Solo la mobilitazione dei popoli europei può costringere i governi a scegliere la via della pace e del disarmo.

Siamo al fianco delle voci che in Ucraina e in Russia chiedono di fermare la guerra.

Siamo impegnate/i nella costruzione di un grande movimento per la pace e la cessazione del conflitto.

Partecipiamo e invitiamo a partecipare sabato 5 marzo alla manifestazione nazionale a Roma contro la guerra e domenica 6 marzo davanti all’aeroporto militare di Ghedi.

Parteciperemo allo sciopero femminista e transfemminista dell’8 marzo con striscioni con la scritta FUORI LA GUERRA DALLA STORIA che ci ha lasciato in eredità la compagna Lidia Menapace.

Tutti i nostri sforzi vanno impegnati nello sviluppo del movimento per la pace e contro la guerra.

Direzione nazionale del Partito della Rifondazione Comunista

Acerbo: “Il Green Pass paragonato dalla Lega all’Ahnenpass nazista”

29 gennaio 2022 - Scritto da  
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Una pagina Twitter legata al senatore leghista Borghi paragona Green Pass a Ahnenpass nazista sotto al post di un nostro dirigente ligure. L’account twitter “Borghi Tv” nel Giorno della Memoria paragona il greenpass all’Ahnenpass, il “passaporto genealogico” utilizzato dal regime nazista per certificare che una persona poteva essere considerata “ariana”.

Si può criticare il Green Pass ma questi paragoni offendono la memoria di milioni di vittime del nazifascismo. Senza Green Pass si subiscono limitazioni che non sono assolutamente paragonabili allo sterminio subito da chi non era considerato di razza ariana.

Questa banalizzazione rilanciata da Borghi non a caso viene dall’ultradestra USA (la prima a usare questa analogia è stata la congressista repubblicana Marjorie Taylor Greene seguace di QAnon).
Il senatore leghista non lo ricordiamo per sensibilità libertaria né come nemico del nazifascismo vista la frequentazione di Casa Pound e il sostegno che ha ricevuto dai fascisti del terzo millennio. Questi fenomeni fascioleghisti riescono contemporaneamente a stare nel governo Draghi, chiedere GP dalle regioni che governano, andare a braccetto con fascisti di Casa Pound e accusare di nazismo le misure decise dal loro governo.

Da quando gli industriali del nord hanno intimato a Salvini di non fare il noeuro Borghi ha dovuto riciclarsi come novax.

L’account borghiano ha tratto spunto da una nostra grafica antifascista twittata dal compagno Jacopo Ricciardi, membro della segreteria regionale ligure e del Comitato Politico Nazionale, per lanciare l’inaccettabile paragone. Guardando la foto di quegli ebrei perseguitati ai leghisti non viene in mente che le loro campagne xenofobe e razziste sono diretta eredità di quella barbarie nazifascista?

Non sappiamo se il senatore Borghi prenderà le distanze dall’account twitter ma può darsi che rivendichi il vergognoso tweet.

 

Maurizio Acerbo,
segretario nazionale di Rifondazione Comunista

Acerbo: “Gino Strada, un Compagno”

16 agosto 2021 - Scritto da  
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Caro Gino, ci mancheranno il tuo esempio e le tue parole.
Te ne vai mentre in Afghanistan il realismo dei signori della guerra semina solo morte e distruzione e la tragedia infinita ti dà di nuovo ragione. Sei stato cittadino del mondo e della nostra Costituzione antifascista. Grazie per averci richiamato sempre alla coerenza su principi e valori che dovrebbero essere imprescindibili per la sinistra. Ora anche gli ignavi che non ti hanno mai dato retta sulla guerra, i migranti, la sanità pubblica si diranno dispiaciuti. Grazie compagno Gino per tutte le vite che hai salvato e per gli ideali che hai tenuto vivi. Grazie per tutto quello che hai fatto per un altro mondo possibile e necessario.
Un abbraccio fortissimo a Cecilia e ad Emergency dalle compagne e i compagni di Rifondazione Comunista.

Maurizio Acerbo,

segretario nazionale di Rifondazione Comunista – Sinistra Europea

Ponte Morandi, Acerbo: “Centrodestra e centrosinistra responsabili del disastro. Ripubblicizzare subito Autostrade”

26 aprile 2021 - Scritto da  
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Con la chiusura delle indagini sulla strage del Ponte Morandi emerge la miseria e l’indecenza della politica italiana. Centrosinistra e centrodestra sono ambedue corresponsabili della privatizzazione delle autostrade, di regole confezionate a favore dei concessionari, dei mancati controlli. 

Persino dopo 43 morti le forze politiche di governo, dalla Lega al Pd, non hanno voluto togliere la concessione ai privati, responsabili del disastro.
 
Bisognerebbe processare – alla Pasolini – tutti coloro che hanno votato per la privatizzazione.
 
È un’offesa alle vittime e all’intero popolo italiano che i governi Conte 1 e 2 e lo stesso governo Draghi abbiano lasciato a Atlantia la concessione, pensando a tutelare gli azionisti e non il diritto dei cittadini alla sicurezza. 
 
La privatizzazione è stata un fallimento e un furto ai danni degli italiani. 
 
Il governo ha il dovere di togliere la concessione ai privati e di ripubblicizzare autostrade. 
 
Noi di Rifondazione Comunista rivendichiamo di essere stati gli unici a opporsi alla truffa della privatizzazione.
 
Maurizio Acerbo,
segretario nazionale di Rifondazione Comunista

Fedi: “Rifondazione Comunista a fianco dell’ARCI e dell’intero Terzo Settore”

9 aprile 2021 - Scritto da  
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La politica sia a livello nazionale che regionale, in questo terribile ultimo anno, si è completamente dimenticata dell’importanza sociale rappresentata dal mondo del Volontariato e del Terzo Settore più in generale e di quanto la rete dei Circoli, delle Società di Mutuo Soccorso e delle Case del Popolo sia una risorsa fondamentale per il nostro Paese.

Rifondazione Comunista condivide convintamente le richieste avanzate dal Terzo Settore e principalmente da Arci e Acli al Governo e alle Regioni (e finora rimaste sostanzialmente inevase).

Molto spesso i piccoli circoli sono gli unici punti di riferimento sociale e culturale delle periferie e dei piccoli, piccolissimi paesi. Dopo un anno senza un minimo di ristoro rischiano di chiudere.

Per troppo tempo in questo lungo anno, questo mondo è stato ingiustamente penalizzato e non compreso nella sua reale funzione quella di garantire una socialità sana e un welfare di prossimità fondamentale per il nostro tessuto sociale.

Solo recentemente, infatti, si è finalmente equiparata l’attività di ristorazione dei circoli e delle SMS, indispensabile per l’autofinanziamento, visto che naturalmente i pagamenti degli affitti e delle varie bollette non si sono di certo arrestati, a quelle delle attività commerciali. Ancora nulla invece è arrivato a questo mondo per quanto riguarda i ristori e questo riteniamo sia davvero gravissimo: ad aver subito infatti gravi danni dalla pandemia, insieme alle attività con partita IVA c’è tragicamente anche tutto il settore che si occupa di socialità, cultura, intrattenimento, solidarietà.

Occorre dunque al più presto porvi riparo, trovare le risorse necessarie e indispensabili per far si che questo mondo solidale sia ancora vitale e possa continuare a svolgere il suo ruolo insostituibile nella nostra società.

Veruschka Fedi
Segretaria provinciale di Rifondazione Comunista La Spezia

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