Ieri sera è andato in scena per l’ennesima volta lo spettacolo dello svuotamento completo del consiglio comunale. Il consigliere Cenerini ha esposto la sua mozione contro le carriere alias nelle scuole, ennesima dimostrazione della distanza dalla realtà da parte di questa amministrazione e della necessità della destra di ledere i diritti altrui a prescindere.
Le carriere alias rappresentano senza dubbio un passo avanti importantissimo all’interno degli spazi scolastici di fronte al problema, sempre più dilagante, dell’abbandono scolastico, della depressione, degli atti autolesionistici e anche suicidari da parte di studenti e studentesse in transizione. Un problema che esiste anche nella nostra città, dove sono stati proprio gli studenti a muoversi perché le scuole si facessero carico anche delle loro necessità.
Peraltro, la decisione dell’Itis Capellini-Sauro non rappresenta certo un caso isolato nel panorama nazionale, sono molto numerosi i casi scuole e università, anche prestigiosissime, che hanno deciso da anni di intraprendere questa strada.
La mozione di ieri sera è destinata a rimanere priva di qualsiasi effetto ma mostra il volto retrogrado e reazionario della destra al governo in questa città che, per strizzare l’occhio a qualche gruppuscolo ormai fuori dalla storia, non si fa scrupoli a calpestare i diritti delle persone e ad esporre a gravi rischi la salute dei ragazzi di questa città, dando un pericoloso segnale politico di acquiescenza alle peggiori istanze omotransfobico.
Il consigliere Cenerini ha sproloquiato per tutto il tempo a disposizione sulle colpe della “sinistra” riferendosi in particolare ai ministri dell’istruzione del Pd e del M5S rendendo la sua esposizione sui diritti di studenti e studentesse, ma anche di tutto il personale scolastico, una pantomima senza rispetto giocando davvero sulla pelle degli altri.
Un diritto, quello della carriera alias, che di certo non lede la sua libertà e il suo diritto di essere un uomo liberamente eterosessuale che si riconosce nel suo genere maschile. Da parte della maggioranza non un intervento, non una parola, solo il voto favorevole ad un dispositivo che, fortunatamente, è inapplicabile.
Massimo Lombardi, Consigliere Comunale Spezia Bene Comune
Luca Marchi, Segretario Provinciale di Rifondazione Comunista
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Nella giornata di ieri abbiamo appreso dalla stampa che finalmente si è giunti al termine del processo per le aggressioni fasciste avvenute a Ceparana e a Sarzana. Oltre alla gravità delle pratiche squadriste messe in atto, dalle indagini sono emersi elementi inquietanti che dimostrano la presenza nel nostro territorio di una pericolosa rete dedita a propagandare idee naziste e becero razzismo, con tanto di strategie di radicamento.
Di fronte a questo inquietante scenario, appaiono assolutamente sconcertanti le dichiarazioni rilasciate dall’Onorevole Frija volte a minimizzare i fatti e ad escludere la loro matrice fascista. L’esponente della destra è apparsa assolutamente ferma nel negare la sussistenza di un pericolo fascista nel territorio ed intenta a colpevolizzare le vittime invitandole a non cercare vendetta per ricondurre il tutto alla solita teoria degli opposti estremismi e alla povertà culturale.
Negare che da anni il nostro territorio è afflitto da squadracce nere dedite a pestaggi di giovanissimi, veri e propri arsenali in covi eversivi scoperti dalle forze dell’ordine e assalti e danneggiamenti alle sedi delle realtà antifasciste è alquanto grottesco.
Se l’onorevole intendeva dire che il fascismo attuale ha caratteri diversi rispetto a quelli del ventennio ha semplicemente detto l’ovvio senza capire il pericolo rappresentato dalle organizzazioni neofasciste, circostanza curioso visto che il suo partito ha fatto delle politiche securitarie il suo biglietto da visita, se invece la sua intenzione è negare la presenza di realtà al limite dell’eversione nera le sue dichiarazioni sono gravissime e indegne di un altissimo rappresentante delle istituzioni.
Segreteria Provinciale di Rifondazione Comunista
In un contesto di grande difficoltà e di insicurezza che coinvolge il nostro tessuto occupazionale, con grave sofferenza per le imprese che insistono sul territorio spezzino e per i lavoratori si è discusso il Consiglio Comunale sul tema del Bilancio di Previsione 2023/2025 nonché delle cinque deliberazioni connesse.
La grave crisi economica che attanaglia il nostro paese è evidenziata da indicatori specifici nella nostra città, dove il tasso di disoccupazione dei giovani (fascia sino a 24 anni) è il più elevato della Liguria, con un tasso del 50,8 %, nonché con un’applicazione enorme degli ammortizzatori sociali; occorre altresì rilevare che la cassa integrazione a La Spezia è maggiore di oltre il 200% rispetto al 2019.
Il D.U.P (Documento Unico di Programmazione) fotografa una situazione economica gravissima, illustrando come la nostra città perda posizioni significative sulla ricchezza, sui consumi, sull’ambiente, sulla giustizia e sulla sicurezza: alla luce di ciò doveva essere attuata una politica economica volta a non far pagare l’evidente crisi ai cittadini, soprattutto a quelle fasce deboli della popolazione che già risentono pesantemente lo stato di cose presente.
Al contrario si è voluto schiacciare l’acceleratore imponendo l’aumento dell’aliquota addizionale comunale all’Irpef per portarla allo 0,8%, contrariamente a quanto sbandierato in campagna elettorale, con fascia di esenzione solo sotto i quindicimila euro, rigettando sdegnosamente, quanto immotivatamente, le proposte avanzate dall’opposizione su una determinazione progressiva dell’aliquota sulla base dei redditi.
Noi di Rifondazione Comunista rivendichiamo il dettato Costituzionale ed il sancito principio di progressività fiscale: chi più ha più deve pagare e soprattutto non ci lasciamo irretire da raffronti con città vicine: imparagonabile è l’offerta di servizi a parità di condizioni.
Riteniamo profondamente inique le politiche sulla casa, a fronte di oltre quattrocento alloggi popolari sfitti di cui ben centoventi comunali.
Non si è previsto lo stanziamento di fondi per la ristrutturazione ma si è scelta la strada fallimentare delle alienazioni che portano ad un depauperamento ed ad un’incertezza assoluta: dal rischio di un mancato realizzo non possono che generarsi incertezza e precarietà sociale, con un ennesimo duro colpo per le fasce deboli.
E’ totalmente assente la previsione “sul che fare” per rimediare alla scellerata scelta del Governo Meloni, che da un lato aumenta a dismisura le spese militari, per sottrarle totalmente anche al sostentamento e alla valorizzazione del diritto all’abitare e alla casa.
Noi rivendichiamo che non debbano più esserci case senza gente, né possa esistere gente senza casa.
Sono stati eliminati i fondi governativi per il sostegno agli affitti e alla morosità incolpevole
Temi quali l’ambiente e le bonifiche sono stati completamente svuotati della portata necessaria per una città come la nostra in cui le nocività diffuse sul territorio richiederebbero al contrario un impegno straordinario.
Le periferie sono state abbandonate a se stesse, se si esclude qualche intervento sporadico, mentre si è lasciata alla creazione di eventi una vera politica organica sulla cultura.
A fronte di una tassa di soggiorno significativa non sono state previste idonee ricadute specifiche nel settore del turismo, sempre più lasciato allo spontaneismo degli operatori e dei soggetti stessi che suppliscono alle carenze del nostro Ente.
Ci lascia sbigottiti l’implementazione pantagruelica e smodata degli emolumenti di chi governa il Comune, frutto di vergognose politiche nazionali si è balbettato sulla destinazione dell’aumento del gettito economico degli introiti che non possono essere giustificati soltanto da rincari dovuti alla situazione globale ma che invece necessitano di una puntuale rendicontazione che non è in alcun modo avvenuta.
Il trasporto pubblico locale è stato completamente trascurato fino a tacciare di inammissibilità nostri interventi volti a favorire la gratuità di alcuni collegamenti necessari per utenti e cittadini.
Riteniamo che dietro una correttezza solo meramente formale si sia evidenziata la totale assenza di una politica programmatica strategica futura, facendo pagare la crisi economica solo ai cittadini, già vessati dai costi dell’aumento della benzina e dell’energia, esponenzialmente elevati per effetto dell’inflazione, frutto anche degli effetti della guerra
Per tutte queste ragioni abbiamo votato convintamente contro il Bilancio di Previsione.
Massimo Lombardi
Consigliere Comunale Spezia Bene Comune/Rifondazione Comunista
Luca Marchi
Segretario Provinciale di Rifondazione Comunista
Rifondazione spezzina piange la prematura scomparsa, avvenuta ieri, del compagno Aldo “Paco” Pigoni, per tanti anni generoso militante del circolo XXI luglio di Sarzana (di cui ha ricoperto anche il ruolo di segretario) e tra i fondatori del partito a livello provinciale.
Architetto del comune di Ameglia, compagno leale, duro e spigoloso, Aldo é stato un vero comunista, combattivo e sanguigno, dotato di intelligenza fine che a volte volutamente mascherava in movenze rudi per mostrarci il suo esser del popolo ribelle.
L’ultimo saluto ci sarà domani pomeriggio alle 14, quando partirà dalla RSA Regina Elena (Via Don Minzoni 2-Carrara) dove era ricoverato nell’ultimo periodo, per raggiungere il cimitero di Turigliano.
In questo momento di estremo dolore ci stringiamo forte alla sua famiglia e a chi gli ha voluto bene.
Ciao Paco, hasta siempre!
Rifondazione Comunista, federazione provinciale La Spezia
Camec, centro di Arte Moderna e Contemporanea. La condanna a 3 mesi commutata in 3300 euro che ha colpito Alessandro, artvistx reo, nel giugno scorso, di aver scritto su di una parete del Camec, *Demilitarizza la Spezia”. Una performance autorizzata, ma evidentemente non piaciuta nel contenuto, che ha fatto sì che ne nascesse un caso politico e a quanto pare giudiziario.
L’arte, le svariate forme d’arte spesso nella storia hanno fatto discutere e sentenziato condanne, mettendo in discussione la libertà d’espressione nel suo senso più ampio, ma che questo oscurantismo possa avvenire anche nel 2023, lascia sgomenti.
La solidarietà ad Alessandro ed al Collettivo Dada Boom è totale e siamo a disposizione per supporti che si pensano necessari.
Il tema della DEMILITARIZZAZIONE a Spezia e’ di fatto un tabù.
Un tabù per le Istituzioni e per i tanti benpensanti che con il militare sono conniventi, ma non lo è per le tante Associazioni presenti in città che da anni chiedono di poter affrontare il tema. Dal coordinamento che chiede la riconversione di Seafuture, al tema dei Murati vivi, al presidio per la Pace del Lunedì che oramai da un anno si ritrova in Piazza Mentana, nascerà un nodo della Rete di Pace e Disarmo spezzina.
Alla spettacolarizzazione della guerra e del sangue che ne consegue, preferiamo sempre il lavoro per la Pace e per questo diciamo che il tema della DEMILITARIZZAZIONE è un traguardo che non si arresta.
Segreteria provinciale di Rifondazione Comunista
Senza entrare nel merito delle ragioni giuridiche che hanno portato il Consiglio di Stato a ribaltare la sentenza del Tar Liguria inerente alla realizzazione del biodigestore di Saliceti, esprimiamo grande preoccupazione per le sorti di un territorio già ricco di criticità che, con l’arrivo del biodigestore, andranno ad aggravarsi ulteriormente.
Siamo preoccupati dalla deriva politica del presidente della Regione Toti e del suo assessore Giampedrone insieme col presidente della Provincia Peracchini che hanno difeso e portato avanti gli interessi di ReCos/Iren senza mai nemmeno confrontarsi con i sindaci di Vezzano e Santo Stefano (che si sono visti costretti ad intraprendere la via legale per cercare di avere voce in capitolo e difendere il proprio territorio) e totalmente sordi alle richieste della popolazione che ha più e più volte manifestato il proprio dissenso alla realizzazione dell’impianto, arrivando a bloccare la via Cisa con un corteo che ha visto la partecipazione di oltre duemila persone.
Anche il ministero si é reso complice di questa scelta nefasta, finanziando con 40 milioni il progetto, nonostante in quel momento l’autorizzazione a procedere con i lavori fosse bloccata dalla sentenza del Tar Liguria.
Il ciclo dei rifiuti doveva chiudersi ma per farlo non era necessario realizzare un biodigestore sovrastimato per il fabbisogno provinciale su un territorio fragile che oltretutto già ospita l’impianto Tmb del rifiuto indifferenziato. Evidentemente a Provincia e Regione non solo poco importa di trasformare Saliceti, località di confine tra Santo Stefano e Vezzano, nella pattumiera della Liguria ma dimostra ancora una volta il suo disinteresse per la Val di Magra nel suo insieme.
Giampedrone auspica che i lavori partano nel più breve tempo possibile senza preoccuparsi e predisporre azioni di controllo speciale sul funzionalmente di un impianto che sorgerà sulla falda acquifera collegata ai pozzi di Fornola e senza tenere conto dei risvolti viabilistici in una zona a traffico già congestionato su cui incombe anche l’assurdo progetto della bretella Ceparana – Santo Stefano che manca totalmente di una visione d’insieme.
Siamo pronti a sostenere azioni concrete di protesta qualora associazioni, comitati e popolazione decidessero di agire in tal senso ed esprimiamo solidarietà alle amministrazioni comunali di Santo Stefano e Vezzano, anche a loro va il nostro sostegno per le nuove sfide che purtroppo si troveranno a dover affrontare vista l’ amara sentenza del Consiglio di Stato.
Rifondazione Comunista, federazione provinciale La Spezia
In data odierna, ho depositato formale richiesta al Presidente della II Commissione Matteo Basso e alla Segreteria Generale di convocazione della II Commissione con audizione di un rappresentante del Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza energetica.
Si invia qui di seguito formale richiesta inviata in data odierna:
oggetto: richiesta audizione Ministero della Transizione Ecologica e partecipazione associazioni ambientaliste ai tavoli tecnici
Gentile Presidente,
rilevato che
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i rappresentanti della Capitaneria di Porto nell’audizione in Commissione svoltasi in data 14 dicembre u.s., hanno fatto riferimento all’espletamento delle verifiche che vengono effettuate sui carburanti e sulle navi che attraccano nel Porto della Spezia, menzionando obiettivi Ministeriali di controllo, in particolare riferendo che, con il raggiungimento dell’80% del globale vengono interrotti i suddetti controlli;
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all’esito della precedente audizione, Asl non ha escluso il rischio sanitario e ha caldeggiato di ridurre le navi da crociere
considerato che
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appare utile e necessario allo scrivente Consigliere un approfondimento delle linee guida del Ministero e delle ragioni sottese agli obiettivi cui devono fare riferimento le Capitanerie di Porto nei vari territori italiani, anche per verificare i criteri e le modalità di controllo dei medesimi, dettagliando e specificando i diversi criteri di classificazione dei controlli per le navi da crociera, le navi da trasporto merce, i pescherecci o di altro genere.
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che in data odierna, 20.12.2022, altre due navi contemporaneamente sono attraccate al molo della Spezia
richiedo
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Richiedo la convocazione della commissione da Lei presieduta nel minor tempo possibile, al fine di audire un rappresentante del Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza energetica per domande e chiarimenti specifici sulle modalità e i tempi di controllo dei cosiddetti “obiettivi ministeriali” cui fa riferimento la Capitaneria di Porto;
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che ai tavoli tecnici della Commissioni siano presenti, e possano contribuire alla discussione le associazioni ambientaliste affinchè il risultato possa essere ancor più approfondito.
Massimo Lombardi, consigliere comunale Prc/Spbc
La nave umanitaria Geo Barents in poche ore si è trovata ad effettuare tre soccorsi. Dopo il primo, (69 persone salvate, molti i minori), l’Imrcc di Roma aveva indicato come “porto sicuro”, verso cui recarsi senza ritardo, come recita il decreto Piantedosi, quello della Spezia, distante quattro giorni di navigazione.
Va ricordato che nell’effettuare il salvataggio, l’equipaggio della nave ha subito pesanti minacce dalle cosiddette autorità libiche. Su segnalazione di “Alarm Phone”, la nave ha effettuato, dopo aver inutilmente chiesto parere alle autorità italiane, un secondo salvataggio (altre 61 persone) e, poche ore fa, con lo stesso meccanismo, un terzo (altri 69).
Portarli fino alla città ligure rappresenta un’inutile tortura dopo quanto subito da chi è fuggito dai lager libici ed è forte il rischio che, una volta giunta a destinazione, la nave venga fermata con un sequestro cautelativo, per non aver obbedito a quanto confusamente indicato nel decreto, di recarsi verso il porto di destinazione senza nessuna sosta. Gli operatori dell’ong hanno semplicemente obbedito alle leggi del mare e alle tante convenzioni internazionali con cui questo decreto, come altri precedenti in materia, si ostinano a non voler fare i conti.
Il nostro Partito chiede che, una volta garantito lo sbarco a tutte le persone che giungeranno a La Spezia, ivi comprese tutte le condizioni di sostegno socio sanitario e legale di cui avranno bisogno, la nave possa immediatamente riprendere il mare. Grazie alle politiche scellerate dell’UE, il Mediterraneo Centrale è divenuto infatti oggi un deserto in cui ogni imbarcazione in grado di rispondere alle richieste di soccorso è necessaria. Chi ne rallenta o impedisce le attività sarà un giorno non lontano chiamato a risponderne anche penalmente.
Stefano Galieni,
Responsabile nazionale immigrazione del Partito della Rifondazione Comunista – Sinistra Europea, Coordinamento Unione Popolare
Luca Marchi,
Segretario Provinciale di Rifondazione Comunista La Spezia
Massimo Lombardi,
Consigliere Comunale Spezia Bene Comune/ Rifondazione Comunista
Esprimiamo forte ed incondizionata solidarietà all’Arci Canaletto per il grave gesto intimidatorio subito sabato notte. Quanto successo non è che il primo di una lunga serie di avvenimenti accaduti negli ultimi anni in città da parte dei soliti noti che, forti dell’oscurità, agiscono in maniera codarda come per il centenario della marcia su Roma con raid intimidatori degni del ventennio fascista.
Arci Canaletto è un’ importante presidio sociale e culturale del nostro territorio che probabilmente da fastidio per il suo operato sul territorio ma, siamo certi, non si lascerà intimidire.
L’intera città della Spezia, che ha dato un grande contributo di sangue alla Resistenza al nazifascismo, non può e non deve accettare simili provocazioni. Il Sindaco e la Giunta prendano posizione su quanto accaduto e condannino un vile gesto come questo: occorre smettere di legittimare questi movimenti di chiaro richiamo fascista.
L’abbiamo dichiarato a più riprese e ogni giorno che passa si rende sempre più necessario e urgente: occorre sciogliere le organizzazioni fasciste e detonare queste alchimie pericolose. Invitiamo tutte e tutti a partecipare all’assemblea convocata per domenica dalle ragazze e dai ragazzi dell’Arci Canaletto.
Rifondazione Comunista La Spezia
Abbiamo deciso come Spezia Bene Comune/Rifondazione Comunista di presentare un ordine del giorno sulla questione luminarie e bollette, nel 2022 ogni famiglia spenderà, in media, circa mille euro in più rispetto al 2021 per le bollette della luce e del gas, con un aumento rispettivo di 440 euro circa per la luce e di 560 euro circa per il gas, per un totale di circa 30 miliardi di euro in più, questi aumenti pesano in modo particolare sulle fasce di reddito medio-basse della popolazione, penalizzate negli ultimi anni dalla stagnazione dei salari e dalla diffusione di contratti di lavoro a termine, fasce su cui pesa ed incide maggiormente anche l’aumento dei prezzi dei prodotti alimentari e di altri beni di largo consumo.
L’aumento della bolletta energetica ha conseguenze negative sulla ripresa economica e mette a rischio, non solo le famiglie, ma le attività di impianti sportivi, circoli ricreativi e associazioni a scopo sociale e culturale che offrono servizi importanti alla cittadinanza con la loro attività fortemente legata alle necessità territoriali. In questa situazione di crisi energetica l’amministrazione comunale ha scelto di spendere quest’anno 189.259,20 euro in luminarie mentre lo scorso anno la spesa realmente assunta dalle casse comunali risulta di euro 186.974,27, un vero e proprio schiaffo alle famiglie e non solo del territorio travolte dalla crisi energetica mentre con un’ordinanza sindacale si dispongono tagli sugli orari dell’illuminazione pubblica mettendo a rischio la tanto brandita sicurezza.
In questi mesi le società che producono, distribuiscono e vendono energia elettrica e gas hanno scaricato questi aumenti dei prezzi interamente in bolletta, realizzando utili e profitti considerevoli sul costo finale della bolletta pesano infatti non solo i costi degli investimenti, ma anche la remunerazione del capitale investito, nonché l’IVA al 10 o al 22% a seconda del consumo, e obsoleti oneri di sistema. L’assenza di meccanismi di calcolo delle bollette in proporzione alle fasce di reddito penalizza particolarmente le fasce più basse della popolazione. Negli ultimi venti anni ci hanno detto che la liberalizzazione del mercato dell’energia e del gas avrebbe fatto scendere i prezzi in bolletta, ma questa situazione particolare ha evidenziato come la deregulation e la liberalizzazione dei mercati, tanto più su risorse come quelle energetiche, provoca a seconda della “salute” o meno del mercato oscillazioni che incidono negativamente sull’economia, spesso già fragile, delle famiglie si stima un aumento dei prezzi in bolletta del 70% per il gas e del 40% per l’energia elettrica, in contrasto con gli obiettivi dichiarati di favorire attraverso la concorrenza i consumatori; Le conseguenze della povertà energetica sono negative sul livello del benessere e su quello dell’inclusione sociale.
Pensiamo che si debba intervenire prima di tutto a livello nazionale per recuperare le risorse da utilizzare per calmierare i prezzi di luce e gas attraverso l’aumento della tassazione degli extra profitti realizzati dalle società energetiche, presso l’Autorità di regolazione per energia reti e ambiente, predisporre un meccanismo permanente di computo delle bollette agganciato proporzionalmente alle fasce di reddito in modo da agevolare maggiormente i redditi delle fasce medio-basse, rivedere il regime dell’IVA, mantenendola definitivamente al 5% o cancellandola del tutto, escludere dalle bollette la remunerazione del capitale investito da parte delle società energetiche, predisporre uno studio finalizzato alla ri-pubblicizzazione del settore energetico e quindi recedere alla completa liberalizzazione prevista dal 2023 e si agisca con tutti i mezzi e in tutte le sedi per riacquistare un effettivo controllo pubblico del settore, al fine di realizzare obiettivi di equità sociale, diminuire drasticamente i circa 28 miliardi di euro le risorse economiche, che sono state recentemente incrementate, per le spese militari nella lotta a questa situazione di disagio economico sociale.
E poi a livello locale e quindi questa amministrazione si deve impegnare per facilitare la nascita di Comunità energetiche rinnovabili nella nostra città promuovendo l’informazione e la messa in rete dei potenziali soggetti interessati, creando occasioni di confronto sul tema con le Università cittadine, i soggetti imprenditoriali interessati, i quartieri cittadini, promuovere un percorso specifico con ARTE, rivolgendosi al patrimonio di edilizia popolare e ai cittadini che lo abitano come primi soggetti interessati dalla riduzione del costo dell’energia; individuare nel bilancio comunale un capitolo di spesa dedicato al sostegno economico alle famiglie e alle imprese in difficoltà nel pagamento delle bollette energetiche, ma soprattutto evitare di sprecare il denaro pubblico come è stato fatto quest’anno per le luminarie natalizie ed impegnarsi affinché si proceda nel prossimo quinquennio a diminuire gradualmente l’impegno di spesa per le luminarie natalizie del 50% ma già nel 2023 almeno del 20%, investendo i soldi risparmiate in azioni volte a contrastare la povertà energetica in città.
Massimo Lombardi,
Consigliere Comunale Spezia Bene Comune/Rifondazione Comunista
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