Dal 29 settembre in libreria “Salvare l’acqua”
Il 29 di settembre sarà nelle librerie di tutta Italia il libro da noi scritto per le edizioni Feltrinelli “Salvare l’acqua”.
Il libro scritto a due mani affronta il senso politico e culturale della battaglia per l’acqua nel nostro paese e vuole essere un contributo al movimento referendario che si è messo in moto e che ha raccolto 1,4 milioni di firme. Un risultato straordinario non solo per il Forum dei movimenti che l’ha promosso e per molte delle vostre realtà che si sono impegnate nella raccolta, ma per tutti i cittadini e per la democrazia di questo nostro paese.
Abbiamo provato a raccontare il senso di questo movimento attraverso inchieste e racconti di territori e storie più o meno virtuose, attraverso una ricostruzione del funzionamento politico e legislativo della gestione dell’acqua e, infine, provando a rilanciare proposte e soluzioni che suonano come un monito ed un appello: alla politica tutta per rivoluzionarsi culturalmente, a ritrovare attraverso l’acqua e il suo ancestrale valore la strada persa della propria “missione” di gestire l’interesse generale; e a noi tutti per ritrovare un linguaggio capace di ricostruire l’altrettanto perso senso della comunità e del bene comune.
Il referendum per l’acqua rappresenterà nei prossimi mesi in Italia una sfida importante alla politica, probabilmente l’unica seria sfida alla politica, e noi crediamo che insieme possiamo vincere.
Emilio Molinari e Claudio Jampaglia
In breve
L’acqua è una risorsa insostituibile e fragile. anche in italia, contro la sua privatizzazione, è mobilitato un intero popolo: dal basso, con creatività e al di là degli schieramenti politici tradizionali. Gli autori hanno girato l’Italia in questi anni raccogliendo storie e interviste, spulciando i bilanci delle “aziende idriche”, per infine scoprire che la “liberalizzazione dell’acqua” è un inganno che si tradurrà in un danno alle tasche e ai diritti dei cittadini.
Il libro
Anche in Italia c’è un’emergenza che riguarda l’acqua, ormai al centro di precise strategie volte a privatizzarla, sia da parte di regioni “rosse” come la Toscana sia dal governo, come testimonia il recente “decreto Ronchi”. Contro questa situazione che vuole trarre profitto da una risorsa vitale, in Italia si sono mobilitati numerose associazioni e comitati di cittadini, che negli ultimi anni hanno continuato a incalzare le istituzioni sul territorio per inserire negli statuti comunali la definizione dell’acqua come bene comune. Ora, l’ultima sfida si chiama referendum abrogativo.
Le mobilitazioni popolari emerse in questi anni attraversano gli schieramenti politici consolidati: dalla Sicilia dove centinaia di amministratori locali si alleano per “salvare l’acqua” ai parroci del Sud che aprono le chiese ai movimenti, alla Pianura padana dove alleanze inedite di comuni leghisti e di centrosinistra combattono insieme le decisioni varate dal governo di centrodestra.
Gli autori hanno girato l’Italia in questi anni raccogliendo storie e interviste, spulciando i bilanci delle “aziende idriche”, per infine scoprire che la “liberalizzazione dell’acqua” è un inganno che si tradurrà in un danno alle tasche e ai diritti dei cittadini.
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