Demagogia vergognosa sull’altare elettorale: Panigaglia
E’ bastata una scintilla per giustificare la polemica più becera: Schiffini annuncia l’appoggio a Burlando e si scatena l’inferno su Panigaglia. Rifondazione comunista denuncia per l’ennesima volta la sciatta speculazione, questa volta elettorale, che viene fatta su un tema importantissimo per la provincia, sottolineando la pochezza con cui il PdL utilizza questioni centrali senza dare risposte ma solo facendo demagogia senza mai entrare nel merito delle questioni.
In tema di legalità, Panigaglia è in totale incongruenza con i tre livelli di pianificazione urbanistica: il Piano Territoriale di Coordinamento Paesaggistico della Regione Liguria prevede interventi che “non comportino aumento della capacità di stoccaggio esistente“ (provvedimento Regione Liguria protoc. N. 153980/2674), il Piano Territoriale di Coordinamento provinciale della Spezia fissa addirittura “al 21 Maggio 2013 “ i termini della “validità della concessione relativa all’esercizio dell’impianto.” ed il Piano Urbanistico Comunale (Porto Venere) vigente destina l’area della baia, occupata dalla Snam, a zona industriale (D1), nella quale non risulta ammessa espansione delle attrezzature e degli impianti esistenti. Cos’hanno da dire Asti e Gatti agli elettori su questo? Nulla naturalmente se non la dimostrazione che per le loro le vertenze territoriali sono solo carne da macello da immolare sull’altare della campagna elettorale.
E che dire sul fatto che l’UE ha iscritto a ruolo il reclamo presentato da associazioni nazionali e comitati locali sulla violazione di numerose norme comunitarie in relazione alla procedura di valutazione di impatto ambientale del rigassificatore di Panigaglia, ritenendo fondati i presupposti di diritto comunitario, e che probabilmente sfocerà in un ennesima procedura di infrazione contro l’Italia, sottolineando così la sciatteria con cui il governo Berlusconi sta ignorando i temi ambientali ed energetici? Che Asti e Gatti ignorino tale fatto, strumentalizzando tutto e tutti per un pugno di voti, li qualifica, oppure, nel caso non ne fossero a conoscenza, si allineerebbero alla cialtroneria dimostrata dal governo del loro comandante in capo, il sultano Silvio.
In tema di occupazione negli accordi stipulati nel 1994, e ribaditi nel 1996, venivano stabiliti un minimo di 150 unità lavorative dirette e nel 2002 le parti sociali sottoscrivono unilateralmente un nuovo accordo occupazionale che porta a circa 100 unità lavorative le presenze in stabilimento. Il progetto d’ampliamento produrrà all’incirca 5/6 nuovi posti di lavoro, si desume che il tema occupazionale è utilizzato più come deterrente piuttosto che come reale questione, perlopiù disattesa quando venne posta all’ordine del giorno. Dov’erano allora Asti e Gatti? Dormivano o stavano maturando la loro sensibilità sui temi del lavoro?
In tema di progettualità e di sicurezza restano inattesi due nodi: chi paga il dragaggio di oltre 2 milioni di metri cubi di fanghi, rifiuti speciali da asportare per far passare le supergasiere, e come sarà possibile rendere sicuro un impianto sottoposto alla “direttiva Seveso”? Il centrodestra dovrebbe ricordare che i commissari prefettizi spezzini hanno evidenziato che, soprattutto per quanto concerne i problemi legati alle navi in concomitanza con la base navale, potrebbe costituire un elemento target terroristico sensibile. Nessuno sottolinea il fatto che la statale di Porto Venere è un arteria obsoleta, pericolosa ed insufficiente a gestire eventuali emergenze?
Il punto è tutto politico: perché, a partire dal governo Berlusconi, non vi è ombra di un piano energetico nazionale in cui si dica di quanta energia abbiamo bisogno? Perché nessuno dice quanta energia da fonti rinnovabili potrebbe essere prodotta a parità di investimenti su impianti per lo più inutili se non a fini speculativi? Asti, Gatti e chiunque altro nel centrodestra ha sempre fugato a queste semplici domande, forse nell’imbarazzo dell’assenza di risposte.
Ad Asti, che ha deliziato i cittadini spezzini (e mondiali anche, visto che sono reperibili su youtube!), con le sue performance da circo in consiglio comunale, consigliamo di informarsi sul tema, probabilmente ignorando che più del 40% del gas in Italia è consumato per uso domestico, “disperso” nelle abitazioni mal costruite e riscaldate (o refrigerate) con impianti obsoleti. Non sarebbe meglio porsi il problema di come sprecare meno energia piuttosto che produrne di più?
Rifondazione comunista ritiene che il nostro territorio deve poter avere la possibilità di progettare un futuro sostenibile, che deve andare oltre gli interessi specifici ma che deve tener conto degli interessi collettivi. Un altro sviluppo è possibile, ci sono tutti i presupposti perché si possa tentare una riconversione produttiva del nostro territorio, a partire dai vettori energetici fino alla corretta gestione dei cicli idrici e dei rifiuti, questa è la grande sfida che ci attende. Certo è che occorre la capacità di vedere un futuro, non certo l’energia di speculare sulla pelle della gente e dei lavoratori come ha dimostrato fin’ora il centrodestra.
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