Disastro Riomaggiore, Prc La Spezia: “Tanto tuonò che piovve! Ancora drammi per il dissesto idrogeologico, ora basta!”

24 settembre 2012 - Scritto da  
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Non è passato nemmeno un anno dall’immane tragedia alluvionale che ha sconvolto la provincia spezzina che già registriamo l’ennesimo disastro con la frana di oggi nella famosissima via dell’Amore di Riomaggiore.

La drammatica verità è che La Spezia è lo specchio di un paese che sta andando a rotoli, che insegue spread e banche e non vede il futuro della gente, in primis nella sicurezza dei territorio. Eppure abbiamo già contato 16 vittime per le alluvioni degli ultimi 3 anni e milioni di danni, centinaia di posti di lavoro polverizzati.

Cosa è cambiato? Nulla, anzi le cose stanno peggiorando, tant’è che ci troviamo a fare per l’ennesima volta le cassandre di turno. E’ quindi quantomai opportuno che coloro i quali guardano al territorio come terra di conquista si facciano un bell’esame di coscienza ed incomincino a pensare che le nostre proposte non sono solo posizioni di estremismo ideologico, ma tra le poche soluzioni di compatibilità tra l’ambiente che ci circonda e la nostra stessa sopravvivenza.

Le nostre proposte sono ripresidiare il territoro attraverso il rilancio dell’agricoltura e della silvicoltura, bloccare nuove costruzioni e rilanciare l’economia del recupero e della ristrutturazione ed infine programmare interventi di utilizzo di nuove tecnologie energetiche da fonti rinnovabili, che sia sull’idrico, fotovoltaio ed eolico. Un percorso già avviato ad Ortonovo, con il voto dello scorso consiglio comunale dello stop alla cementificazione, dalla Spezia con l’impedimento a costruire nelle zone collinari, a Lerici con l’istituzione del geologo di zona, ma occorre un progetto unitario e coordinato in tutta la provincia. Invece a cosa abbiamo assistito? A un desertico e sconfortante balletto di comunicati di chi annuncia nuovi caselli autostradali in alvei fluviali, outlet e centri commerciali in aree alluvionate, darsene e alberghi in piane alluvionali e magari anche l’esaltazione del piano casa, mentre una decina di comuni della provincia sono gestiti senza un piano urbanistico in vigore.

Le città prendono forma dal deserto a cui si oppongono. Alla Spezia non è lastricata di buone intenzione nemmeno la strada per l’inferno. Noi ci opponiamo al deserto e all’aridità di chi non si assume queste gravi responsabilità, di inadempienza e di mancanza di visione di un futuro per questo territorio.

Segreteria prov.le Prc La Spezia

Commenti

1 Commento su "Disastro Riomaggiore, Prc La Spezia: “Tanto tuonò che piovve! Ancora drammi per il dissesto idrogeologico, ora basta!”"

  1. Maria Grazia Campari
    Scritto lunedì 24 settembre 2012 alle 17:57 

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    Il punto della frana stando alla ripresa di RAINEWS24 è “storico”: più volte franato, riparato con enormi reti metalliche rette da pilastri che poggiano (ovviamente) su terreno non solido.
    Tecnici competenti avrebbero dovuto monitorare con grande frequenza, invece l’attuale presidente del Parco dichiara di essere costernato e sorpreso dell’evento, quindi nessuno monitorava.
    Inoltre la via tra RioMaggiore e Manarola è stata per anni e specialmente negli ultimi mesi, incessantemente percorsa da centinaia di persone che hanno sottoposto il sentiero a grandi sollecitazioni ” a valle”, il che non aiuta.
    Si consideri che in Francia la zona costiera tutta intorno a Marsiglia si visita solo in numero chiuso quotidiano e non tutti i mesi dell’anno proprio per evitare stress al territorio fragile.
    In conclusione: dotarsi di tecnici ad hoc e non di calcestruzzo e acciaio, seguire le indicazioni tecniche specialistiche sembra buona norma.

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