Giù le mani dai Beni comuni: Si scrive acqua, si legge democrazia

2 aprile 2010 - Scritto da  
Archiviato in Ambiente, Campagna elettorale, Primo piano

 

Sono stati depositati presso la Corte di Cassazione di Roma i quesiti per i tre referendum che chiedono l’abrogazione di tutte le norme che hanno aperto le porte della gestione dell’acqua ai privati e fatto della risorsa bene comune per eccellenza una merce.

Il Forum Italiano dei Movimenti per l’Acqua insieme a numerose realtà sociali, culturali e politiche tra le quali Rifondazione comunista e la Federazione della Sinistra, promuove tre referendum abrogativi delle norme che hanno privatizzato l’acqua per rendere possibile qui ed ora la gestione pubblica di questo bene comune.

Giù le mani dai Beni comuni!
Si scrive acqua, si legge democrazia

Sullo stop alle politiche di privatizzazione e sulla necessità di una forte, radicata e diffusa campagna nazionale, un vastissimo fronte in queste settimane si è aggregato al Forum Italiano dei Movimenti per l’Acqua: dalle associazioni dei consumatori alle associazioni ambientaliste, dal mondo cattolico e religioso al popolo viola, dai movimenti sociali al mondo sindacale, alle forze politiche (vai al costituendo Comitato Promotore).

Lanciamo quindi la raccolta delle 500 mila firme necessarie per l’ammissione dei referendum, un grande momento di azione politica collettiva, a partire dal 24-25 aprile, data simbolo che vorremmo intendere come la Liberazione dell’acqua dalle logiche di profitto.

Per approfondire il tema potete scaricare qui:

  • Relazione introduttiva ai quesiti referendari - pdf (pdf - 193.24 KB): “Invertire la rotta, Per un governo pubblico dell’acqua” – Autori: Gaetano Azzariti (Ordinario di Diritto Costituzionale Università di Roma La Sapienza), Gianni Ferrara (Emerito di Diritto Costituzionale Università di Roma La Sapienza), Alberto Lucarelli (Ordinario di Diritto Pubblico Università di Napoli Federico II), Ugo Mattei (Ordinario di Diritto Civile Università di Torino), Luca Nivarra (Ordinario di Diritto Civile Università di Palermo), Stefano Rodotà (Emerito di Diritto Civile Università di Roma “La Sapienza”)
  • Quesito referendario n. 1 - pdf (pdf - 43.96 KB): volete voi che sia abrogato l’art.23 bis L. 133/08 così come modificato dall’art. 15 L. 166/09
  • Quesito referendario n. 2 - pdf (pdf - 25.24 KB): volete voi che sia abrogato l’art. 150 del D.lgs 152/06 (c.d. Decreto Ambientale)
  • Quesito referendario n. 3 - pdf (pdf - 22.07 KB): volete voi che sia abrogato l’art. 154 del D.lgs 152/06 (c.d. Decreto Ambientale)
La raccolta delle 500 mila firme

Commenti

2 Commenti su "Giù le mani dai Beni comuni: Si scrive acqua, si legge democrazia"

  1. Elena
    Scritto domenica 6 giugno 2010 alle 19:42 

    avatar

    Salve,
    credo proprio che, indipendentemente dalla corrente politica, sia più che giusto mantenere l’acqua pubblica. Questo perché, a mio modesto parere, si correrebbe il rischio quasi certo di dare soldi ai privati che attuerebbero ingenti speculazioni!! Dobbiamo capire che l’acqua a valore in quanto tale e non perché ha un prezzo!! L’acqua è vita e spesso ci dimentichiamo stupidamente di ciò!!! Dobbiamo salvaguardarla dall’inquinamento e ricordarsi che, seppur è un elemento riproducibile, non è infinito. Grazie Elena

  2. PRC La Spezia
    Scritto martedì 8 giugno 2010 alle 15:49 

    avatar

    Grazie a te Elena per il tuo intervento, assolutamente condivisibile.
    Rifondazione comunista si sta impegnando a livello nazionale, come localmente, a sostenere la raccolta firme per i 3 referendum sull’acqua, ma non solo.
    Alla Spezia stiamo presentando una mozione per la richiesta di modifica degli statuti comunali, in cui si dichiari l’acqua un bene comune privo di rilevanza economica: così abbiamo ottenuto già il risultato a Ortonovo, Castelnuovo Magra, Lerici e Levanto. Purtroppo il Pd e l’Idv non hanno votato il documento alla Spezia!
    E’ una battaglia di civiltà, per noi l’ennesima conferma che occorre costruire un fronte comune per lottare contro le vessazioni e l’oppressione di un capitalismo che vuole mercificare tutto e tutti.
    Andiamo avanti!

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