Gli imprenditori si devono mettere al servizio del territorio, il sig.Papi se ne faccia una ragione
Il recente convegno di lunedì scorso dell’Associazione Nazionale Costruttori Edili alla Spezia ha fatto emergere le posizioni sconcertanti del presidente degli industriali spezzini Enzo Papi, che pare abbia scoperto solo ora che la crisi economica attuale nasca dal mondo della finanza.
Ma dov’era quando la classe imprenditoriale beneficiava di una situazione creditizia che ogni persona sana di mente avrebbe compreso che prima o poi sarebbe crollata su se stessa?
Purtroppo l’analisi del sig. Papi guarda solo nella direzione del profitto delle sue imprese, non curandosi delle conseguenze sociali che questa crisi economica sta provocando e provocherà. Anzi arriva addirittura ad invocare l’aiuto delle istituzioni. Ma dov’è la libera imprenditoria di cui egli stesso è rappresentante? Dov’è la mano invisibile che dovrebbe regolare il mercato, panacea di tutti i mali statalisti?
A queste contraddizioni viscerali il sig.Papi non risponderà, perchè la risposta è assai imbarazzante, tanto quanto è drammatica la situazione sociale nel paese. Una situazione che verrà inasprita da una manovra economica socialmente delinquenziale, che farà sprofondare lavoratori e lavoratrici ancor più nelle ristrettezze e nella difficoltà.
Occorre certamente una modalità nuova di pensare l’economia e lo sviluppo del nostro territorio, in primo luogo ponendo centralità al tema della sicurezza dei luoghi di lavoro, questione che al convegno dell’Ance, ahinoi, non è stata affrontata nonostante la nostra provincia è stata teatro di tanti incidenti ed omicidi bianchi. Occorre che la cosiddetta classe imprenditoriale faccia il suo ruolo mettendosi a disposizione del territorio, seguendo pianificazioni attente e lungimiranti, non dettandole.
Alla politica il ruolo di decisione ma soprattutto di mettere a sistema le parti sociali nell’ottica di migliorare la vita della gente, partendo dalla necessità di creare protocolli d’intesa con le aziende locali, sulla base di presupposti inamovibili: sicurezza nei cantieri, regolarità contrattuale di tutti i lavoratori, serietà ed efficienza nei lavori, moratoria delle volumetrie di nuova costruzione, rilancio di piani di recupero urbani ed edilizi, piano provinciale di messa in sicurezza del territorio.
Per il resto nulla di nuovo nel vuoto sconcertante di proposte da parte del centrodestra: da un lato il beverinese Costa continua in litanie sull’inutilità presunta di certi enti mentre sarebbe stato opportuno che ponesse la messa in sicurezza del territorio come elemento per interventi di riqualificazione, dall’altro il follese Cozzani magnifica la celerità della sua commissione edilizia ignorando che tale efficienza è dettata dalla pressochè assenza di pratiche da evadere, segno di un’inerzia produttiva del territorio.
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