Il dissenso si esprime nel Partito, non sui giornali

24 luglio 2010 - Scritto da  
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Il dissenso si manifesta, le opinioni si esprimono, le idee si dibattono. Desta sconcerto l’articolo odierno uscito sulla stampa locale secondo il quale “alcuni esponenti e rappresentanti di base” del Partito della Rifondazione Comunista esprimano ora e sui giornali il loro disaccordo con la linea intrapresa dal Partito a fronte della vicenda scandalosa con cui il presidente della provincia Fiasella ha decretato l’ingresso di Confindustria in giunta alla Spezia.

Il Partito ha ampiamente discusso al suo interno e analizzato la situazione fino ad esprimere con consenso pressoché unanime del comitato politico federale (1 solo voto contrario su 44 votanti!) la decisione di non sostenere più Fiasella dopo le scelte unilaterali e incondivisibili assunte dallo stesso presidente il 22 giugno scorso. Il passaggio al comitato politico è stato l’ultimo di una lunga serie di incontri assembleari, tra cui gli Stati Generali tenuti ad Ameglia il successivo 27 giugno, in cui erano presenti pressoché tutti gli esponenti locali di Rifondazione.

Laddove sarebbe stato possibile discutere ed esprimere il proprio dissenso non è stato fatto. Ecco perché la fantomatica lettera, che tra l’altro non risulta pervenuta al nostro segretario nazionale Paolo Ferrero, è un atto di assoluta immaturità e mancanza di rispetto delle regole democratiche del nostro Partito.

Non solo: visto che in Rifondazione Comunista non esistono padri e padroni come in altre forze politiche, la leggittima scelta della politica locale spetta esclusivamente agli organi dirigenti locali ed è a questi che coloro che hanno firmato la lettera (per il momento sconosciuti) devono rendere conto. Ciò manifesta un’assoluta mancanza di assunzione di responsabilità di chi oggi vorrebbe passare per martire.

Pensare che “alcuni esponenti e rappresentanti di base” si ergano a difensori dell’ingegner Antonelli o del Pd è davvero assurdo. Le scelte di Fiasella rimangono inaccettabili nell’ambito del metodo, perchè maturate nel profondo disaccordo politico, e perchè apre le porte del governo della provincia a chi rappresenta i padroni di confindustria, che a nostro avviso da decenni alla Spezia muovono i propri interessi in costante divergenza con quelli dei cittadini e solo per i propri affari.

Chiara Bramanti
Segretaria provinciale Rifondazione Comunista La Spezia

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