Il Pd la smetta di dire e votare cose di destra. Invece di vergognarsi della guerra, critica chi non la vuole!
Non siamo stupiti delle dichiarazioni del capogruppo Pd in consiglio provinciale della Spezia Gianni Neri riguardo al voto contrario del suo partito alla mozione che chiedeva l’immediato ritiro delle truppe italiane dall’Afghanistan presentata dai consiglieri della Federazione della Sinistra Salvatore Romeo e Pierluigi Sommovigo.
Le arzigogolanti e balbettanti motivazioni secondo le quali il Pd ha trovato “invotabile” una mozione che chiedeva una cosa semplice come il ritiro delle truppe italiane da un conflitto assurdo che si sta combattendo da quasi dieci anni a migliaia di chilometri di distanza contraddicendo l’ articolo 11 della Costituzione (L’Italia ripudia la guerra come strumento di offesa alla libertà degli altri popoli e come mezzo di risoluzione delle controversie internazionali…) trovano spiegazioni nella profonda ambiguità manifestata da tutto il Partito Democratico, non solo sul tema della guerra.
Recentemente infatti proprio sull’Afghanistan il parlamentare Pd Fassino aveva dichiarato addirittura di non essere contrario all’uso degli aerei da combattimento e da bombardamento, ovviamente per scopi “difensivi”. Il Pd nazionale così si è dimostrato, come quello spezzino, nei fatti quasi più a destra del Pdl e del ministro La Russa, incredulo di fronte a tale “insperata” apertura da parte del “centrosinistra”.
Per questo non ci stupiscono i comportamente alla Spezia del Pd locale che però utilizza un linguaggio francamente offensivo: come si può affermare che che l’odg fosse”strumentale” e perseguisse obbiettivi di “bassa lena”? L’offesa non va tanto a noi, quanto alle migliaia di vittime civili che le ultime due guerre in Iraq e in Afghanistan hanno prodotto, anche con la forte complicità deglle truppe italiane, come rivelato pochi giorni fa dal sito Wikileaks.
Sappiamo benissimo che non è il consiglio provinciale spezzino a decidere sulle sorti del mondo: la votazione è pressocchè simbolica e politica. A maggior ragione si poteva votare senza tutte questi tristi balletti. La missione italiana costa, oltre un’infinita retorica patriottarda, enormi cifre allo stato italiano, cioè a tutti noi, basta consultare solo l’ultima legge datata 3 agosto 2010 sulla proroga al rifinanziamento delle missioni militari:
Sono 1350 milioni di euro solo per il semestre luglio-dicembre 2010, mentre il governo italiano continua a tagliare fondi e risorse in ogni settore quando continua ad abbattersi una crisi economica e sociale sempre più soffocante.
Solo sulla guerra le risorse si trovano, e chiunque dice che queste affermazioni sono populiste si faccia un profondo esame di coscienza.
Quanto ai riferimenti a Fini e Casini, se gli esponenti del Pd si ritengono irritati, che pensino a votare e a affermare concetti di sinistra se vogliono ancora definirsi tali, invece che vendere fumo ai propri elettori e a rincorrere chimere moderate o, addirittura, conservatrici e destrorse.
Altrimenti che cambino ragione sociale e politica e aderiscano direttamente alle idee del centrodestra.
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