La “sfortuna” colpisce sempre due volte
tratto da Leonor, l’anteprima
14 dicembre 1990, la Rosso (ex Jolly Rosso) della Messina spiaggia davanti alla città di Amantea. 12 dicembre 2010, vent’anni dopo: la Jolly Amaranto – sempre della Messina – sta affondando carica di sostanze chimiche pericolose davanti alle coste egiziane. E indovinate un po’ chi chiamano per il recupero? La Smith Tack olandese, specializzata in recuperi radioattivi, la stessa società chiamata nel 1990 ad Amantea, pagata 800 milioni di lire per poi abbandonare il relitto, senza apparente motivo.
In comune le due navi hanno anche l’ultimo approdo, il porto de La Valletta, a Malta. La Jolly Amaranto ha lasciato quel porto il 7 dicembre scorso, carica di sostanze chimiche pericolose. Era partita il 1 dicembre, alle ore 14, dal molo della Ignazio Messina a Genova, diretta ad Alessandria.
Lo scalo a La Valletta è durato due giorni, il 6 e 7 dicembre. La Jolly Amaranto, portacontainer di oltre 10.000 tonnellate di stazza, lunga 145 metri, trasportava 687 container, di cui 38 classificati Imco 3, cioè pericolosi: contengono vernici, pitture, resina, inchiostro da stampa, pneumatici pressurizzati, alcol, pitture speciali, liquidi infiammabili, sostanze chimiche e farmaceutiche, liquido corrosivo e lacca.
Secondo l’agenzia di stampa adnkronos alcuni containers sono già caduti in mare.
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