Nuovo incidente sul lavoro in val di Magra

4 febbraio 2010 - Scritto da  
Archiviato in Lavoro, Primo piano

 

Ancora una volta interveniamo per dare solidarietà ad un lavoratore vittima dell’insicurezza nei luoghi di lavoro. Questa conta corrisponde di dati sugli omicidi bianchi, sulle mutilazioni, sugli incidenti lavorativi, continua senza sosta, ed il nostro territorio non ne è immune. E’ surreale che l’ennesimo grave episodio di mancanza di sicurezza nei cantieri alla Spezia sia contemporaneo all’uscita dei dati Eurispes sui costi sociali degli incidenti lavorativi.

Nell Rapporto Italia 2010 l’Eurispes quantifica gli incidenti sul lavoro in più 40 miliardi di euro di costi economico-sociali. Come si arriva ad una cifra simile? Con una media di circa 874.940 (37 ogni 1.000 occupati) e considerando un costo per singolo infortunio di circa 50.000 euro, i costi economici e sociali hanno superato i 43,8 miliardi di euro, pari al 2,8% del Pil italiano dello stesso anno. Ciò che fa ancor più riflettere è la stima che la riduzione del numero di infortuni sul lavoro genererebbe: si parla di un risparmio economico compreso tra 438 milioni di euro, ipotizzando una diminuzione dell’1% del numero di infortuni, e di quasi 2,2 miliardi di euro (diminuzione del 5%) e circa 4,4 miliardi di euro (diminuzione del 10%).

In un Italia in cui ci sono ministri come Brunetta che disconoscono l’art.1 della Costituzione (L’Italia è una Repubblica democratica, fondata sul lavoro…), è ideologico richiamare la Politica ai valori costituzionali? Certo che no, tuttavia, pare che Italia i diritti dei lavoratori e delle lavoratrici sia erosi giornalmente, in una sorta di bradisismo dirittuale che punta al disconoscimento di un diritto fondamentale, quello del Lavoro.

Perchè nessuno investe in sicurezza se, conti alla mano, si risparmia in costi sociali? Banalmente perchè il risparmio è “solo” per la collettività, oltre che a vantaggio dei lavoratori, e non coincide con il profitto delle aziende, anzi. Ecco che ritorniamo alla ormai desueta litania del “para”capitalismo italiano: incamerare i guadagni, socializzare le perdite. In questo caso la perdite da socializzare sono vite umane.

Veniamo alla Spezia. Esprimendo la totale solidarietà alla famiglia del lavoratore coinvolto nell’incidente in val di Magra, non possiamo che chiedere conto alle classi “dirigenti” della provincia dello stato disastroso in cui versa la prevenzione degli incidenti lavorativi. Confindustria, che con il sig.Papi è sempre pronta a sponsorizzare lo sviluppo dei suoi inceneritori, o Confartigianato che il sig.Toti vorrebbe tornare all’epoca della rivoluzione industriale grazie alle sue mirabolanti idee sull’apprendistato, si voglio assumere la responsabilità di “educare” i loro associati?

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