Post alluvione: iniziamo a rispettare la pianificazione che pone i vincoli

23 novembre 2011 - Scritto da  
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Assistiamo a prove di forza tra i Sindaci e varie posizioni della Giunta Burlando, tra chi sostiene ancora l’outlet di Brugnato e chi chiede saggiamente di metterlo in discussione dopo l’alluvione. La ricostruzione non può avvenire sulla base del modello che ha causato questo disastro, perchè seguire la logica degli oneri di urbanizzazione senza pianificazioni sensate ha ridotto il territorio italiano in un castello di sabbia.

L’outlet darebbe un messaggio politico irresponsibile e miope, sia perchè in un momento di crisi economica strutturale incentivare la grande distribuzione è illogico, sia perchè la provincia della Spezia è invasa da grandi centri commerciali che distruggono il piccolo commercio e desertificano i centri urbani. La Val di Vara dovrebbe continuare nella valorizzazione dei suoi prodotti agricoli, incentivando quel percorso, creando l’indotto degli agriturismi e B&b, insomma puntare alla qualità del lavoro e dei luoghi. In tutto questo è assolutamente necessario, dopo una tragedia come quella del 25 ottobre, l’arrivo di finanziamenti pubblici.

Se da una parte l’assessore Briano tenta di prender tempo sospendendo tutte le opere previste nelle zone colpite, dall’altra abbiamo assistito all’approvazione in consiglio regionale, con l’astensione del nostro consigliere Giacomo Conti, delle varianti al piano casa e la Fusco che non si accontenta di aver ottenuto il piano casa ma ora pretende di accelerare sulle opere.

Inneggiare alla “legalità” della pianificazione non deve significare atteggiamenti fideistici sui piani attuativi, anzi dovrebbe imporre ad assessori come la Fusco una riflessione sul rispetto della pianificazione sovraordinata ai Puc, e quindi cogente, elaborata dall’Autorità di Bacino nel 2003, con il Piano di Assetto Idrogeologico (PAI), che stabilì con esattezza quasi divinatoria. Ma nessuno si è sognato di invocarne il rispetto, anzi si è dato il via al valzer delle deroghe.

Non solo va messo in discussione il lavoro fatto fin qui, ma l’intero approccio alla gestione territoriale, fermando il cemento e stabilendo un piano di risanamento delle realtà critiche a rischio (Genova docet), così come ci aspetteremmo che nella pianificazioni ci sia più spazio alla gestione rurale ed agricola dei territori piuttosto che alla speculazione edilizia. Il nostro auspico è che le opinioni politiche nella giunta Burlando che possano invertire la rotta siano ascoltate, travando il nostro totale appoggio.

Segreteria provinciale
Rifondazione Comunista La Spezia

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