Profondo cordoglio e rabbia per l’ennesimo omicidio bianco la porto: Roberto Mattioli, un’altra vittima di un sistema da cambiare

1 settembre 2010 - Scritto da  
Archiviato in Lavoro, Primo piano

 

Ancora una tragedia sul lavoro alla Spezia, ancora un’altra morte a un lavoratore portuale.

Rifondazione Comunista spezzina è profondamente vicina ai familiari del povero Roberto Mattioli, che questa notte è rimasto schiacciato dal suo camion mentre lavorava nel terminal Ravano. Il nostro partito di nuovo vuole gridare la propria rabbia e indignazione per un’ennesima disgrazia che si doveva evitare e che non è un caso sia avvenuta proprio nel porto spezzino.

Abbiamo infatti denunciato più volte, anche durante l’estate e non solo a mezzo stampa, delle vergognose e ottocentesche condizioni di lavoro e di sicurezza in cui vivono (e muoiono) i nostri portuali. Abbiamo sostenuto e ricevuto molti di queli lavoratori che sono costretti a sopportare la frammentazione delle proprie categorie lavorative e dei contratti di lavoro, ad accettare orari e turni massacranti e a rischiare la propria pelle ogni giorno, mentre le grandi compagnie ingrassano e i terminal incrementano il giro dei container, come ampiamente documentato proprio sui giornali di oggi, macabra coincidenza.

I lavoratori sono le vittime di un sistema sempre più portato al profitto di pochi a scapito delle vite umane di molti e non c’è da meravigliarsi che quattro giorni fa il governo, per bocca del ministro Tremonti, ha giudicato la legge 626 sulla sicurezza dei lavoratori “un lusso che non possiamo permetterci”, minacciandone la sua abrogazione.

Da questa inqualificabile affermazione si capisce quello che rappresenta il lavoratore nella mentalità padronale del governo: un semplice numero, una cifra alla voce spese, e nulla più. Rifondazione Comunista chiede anzitutto rispetto delle vittime e dei loro familiari, ora vinti dal dolore, e alle istituzioni un’immediata verifica delle condizioni di sicurezza e lavorative di tutti i lavoratori del nostro porto.

E’ giunto davvero il momento di dire: Basta a queste indecenze, Basta a queste continue tragedie nella nostra provincia come altrove.

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