Quale lezione su Acam? Occorre concretezza e coerenza
La recente posizione di SEL spezzina su Acam lascia a dir poco perplessi. Ma dov’erano fino ad ora i membri del coordinamento provinciale di tale formazione politica? Rifondazione comunista sono mesi che sta portando avanti la campagna per la riforma aggiuntiva degli statuti comunali, dove si dichiara l’acqua un bene comune universale e privo di rilevanza economica, così come accade contro l’energia nucleare e la conoscenza. Ormai la cattiva abitudine della politica è quella puntare su sparate mediatiche con ragionamenti pseudo accademici, piuttosto che affrontare le questioni con concretezza.
Preoccupante il riferimento al ciclo dei rifiuti che i dirigenti locali di SEL fanno senza peraltro specificare nulla in merito: un altro sasso lanciato nello stagno? Anche qui Rifondazione comunista da quando ha invitato Paul Connet alla Spezia porta avanti la battaglia per intraprendere la strategia Rifiuti Zero, una modalità di gestione del rifiuto compatibile e sostenibile, già intrapresa con successo da molte realtà italiane. Dove stavano?
Non ultima la preoccupazione per i lavoratori, che naturalmente appare come demagogia chiosa di una sortita, tuttavia se come sembra i dirigenti spezzini di SEL si siano svegliata dal letargo, confidiamo di aver trovato per la strada di Damasco un solerte alleato, affinché alla Spezia l’acqua rimanga pubblica, si intraprenda Rifiuti Zero e così si tutelino i lavoratori di Acam.
Desta quindi meraviglia come una formazione politica in cui milita l’ex-presidente di Acam Acqua, uscito da Rifondazione proprio per le divergenze circa le scelte politiche su Acam, possa ora dar lezioni su come salvare il salvabile. SEL spezzina ritiene ancora che strumenti fallimentari come il project financing possano essere riproposti oppure è con noi per sostenere un cambiamento radicale della gestione dei beni comuni nel nostro territorio? La nostra speranza è che sia una domanda retorica anche se l’esperienza genovese-torinese, dove SEL ha votato la fusione privatistica tra Iride-Enìa non fa certo ben sperare.
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