Que la tierra será leves compañero Marcelino
Si sono svolti a Madrid i funerali di Marcelino Camacho, morto qualche giorno fa a 92 anni.
Nella metà degli anni Settanta fu processato e condannato dal regime franchista per aver organizzato clandestinamente le Comisiones Obreras (Cc.Oo) il sindacato di classe che promosse gli scioperi dei lavoratori durante il franchismo. Non era la prima volta che Marcelino finiva in carcere: a 17 anni si iscrisse la Partito Comunista (Pce) e combattè contro i fascisti nella Guerra civile, dopo la guerra fu internato in un campo di prigionia dal quale riuscì a fuggire nel 1944 per rifugiarsi nell’Algeria francese.
Nel 1957 rientrò in Spagna grazie all’amnistia, entrò a lavorare in fabbrica e, seguendo le direttive del Pce, grazie all’entrismo nel sindacato fascista, l’unico consentito dal regime, fu eletto rappresentante sindacale.
Cominciò così a tessere la rete dell’organizzazione che portò alla nascita della Co.Oo. che agivano cladestinamente dentro e fuori il sindacato di regime. Da allora Marcelino divenne il simbolo della Spagna operaia che resiste al fascismo ed iniziò ad entrare ed uscire dalle carceri del regime.
Dopo la condanna di metà anni Settanta, uscì dal carcere in seguito al processo democratico che prese avvio in Spagna dopo la morte di Franco. Le Co.Oo. uscirono dalla clandestinità e Marcelino fu eletto Segretario di quello che divenne il più forte sindacato spagnolo. Il Pce lo candidò alle elezioni politiche e lo elesse deputato.
Successivamente lasciò la direzione del sindacato collocandosi su posizioni critiche rispetto alla linea moderata che per un certo periodo parve prevalere nelle Cc.Oo. e nel Pce contrastò le posizioni di chi sosteneva la necessità che il partito si sciogliesse in Izquerda Unida. Fino alla morte é stato membro del Comitato Centrale del Pce.
¡Arriba, parias de la Tierra!
¡En pie, famélica legión!
Atruena la razón en marcha:
es el fin de la opresión.
Del pasado hay que hacer añicos.
¡Legión esclava en pie a vencer!
El mundo va a cambiar de base.
Los nada de hoy todo han de ser.
Agrupémonos todos,
en la lucha final.
El género humano
es la internacional.
Agrupémonos todos,
en la lucha final.
El género humano
es la internacional.
Ni en dioses, reyes ni tribunos,
está el supremo salvador.
Nosotros mismos realicemos
el esfuerzo redentor.
Para hacer que el tirano caiga
y el mundo siervo liberar,
soplemos la potente fragua
que el hombre libre ha de forjar.
Agrupémonos todos,
en la lucha final.
El género humano
es la internacional.
Agrupémonos todos,
en la lucha final.
El género humano
es la internacional.
La ley nos burla y el Estado
oprime y sangra al productor;
nos da derechos irrisorios
no hay deberes del señor.
Basta ya de tutela odiosa,
que la igualdad ley ha de ser:
“No más deberes sin derechos,
ningún derecho sin deber”.
Agrupémonos todos,
en la lucha final.
El género humano
es la internacional.
Agrupémonos todos,
en la lucha final.
El género humano
es la internacional.
ipazia09
Scritto giovedì 4 novembre 2010 alle 14:53
Quanti ricordi … nei primi anni ’70 alcuni di noi, allora studenti, “campeggiavano” d’estate sui Pirenei, al confine con la Spagna, portando negli zaini i volantini clandestini per le Comisiones Obreras stampati in Italia e consegnati ad altri “campeggiatori” spagnoli mentre i francesi chiudevano più di un occhio … Grazie a Marcelino anche per averci permesso di intrecciare grandi amicizie internazionaliste che ci accompagnano nella vita più o meno militante …