Su Mirafiori è il silenzio dei complici?

10 gennaio 2011 - Scritto da  
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Ad eccezione di Chiara Bramanti, di Enrico Vesco, di altri esponenti della sinistra che la legge elettorale voluta da Veltroni e Berlusconi ha reso extraparlamentare e dell’ex Sindaco della Spezia Giorgio Pagano, non ce n’è uno, tra parlamentari, ex parlamentari, consiglieri, assessori regionali, Sindaci ed amministratori, segretari di partito dello spezzino che abbia detto una parola.

Eppure di solito sono assai prodighi di dichiarazioni, comunicati, prese di posizione.  Questa volta niente, silenzio assoluto.

E non vengano a dire che l’accordo di Mirafiori, che cancella diritti che i lavoratori di questo Paese si sono conquistati con le lotte e spesso anche col sangue,  riguarda solo quella fabbrica o al massimo la città di Torino.  Lo sanno benissimo che non è così e che una volta che Marchionne passasse a Mirafiori si tenterà di esportare quel modello nel resto d’Italia ed anche da noi, a Spezia. Le prove generali le ha già iniziate a Genova e a Monfalcone la Fincantieri.E lo sanno che il ricatto di Marchionne contiene una clausola che prevede che chi, come la Fiom, non ha firmato quell’accordo capestro, indipendentemente dal consenso che avrà tra i lavoratori, non potrà avere alcuna rappresentanza  aziendale.

E’ mai possibile che esponenti politici che si considerano democratici tacciano di fronte ad un atto che colpisce così pesantemente le libertà sindacali?

Possibile che non capiscano che questo attacco ai diritti dei lavoratori è un attacco alle libertà di tutti ed è la versione “industriale” della stessa logica autoritaria ed antidemocratica che loro stessi, tutti i giorni, contestano giustamente a Berlusconi e al suo governo?

Purtroppo nei giorni scorsi fior fiore di esponenti nazionali del Pd, da Morando a Veltroni, da Ichino a D’Alema a Fassino, si sono affannati a spiegare che la Fiom ha torto e Marchionne ha ragione. Dai parlamentari ed ex parlamentari, consiglieri ed assessori regionali, sindaci ed amministratori spezzini del Pd e del centrosinistra invece non viene una parola.

La pensano anche loro come Marchionne e come Morando, Veltroni, Ichino, D’Alema, Fassino? Se non è così – e lo spero davvero – che battano un colpo.

Sergio Olivieri, ex deputato di Rifondazione Comunista

Commenti

1 Commento su "Su Mirafiori è il silenzio dei complici?"

  1. catia castellani
    Scritto martedì 11 gennaio 2011 alle 13:55 

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    Che dire? E’ doloroso constatare che questo modo di concepire la società la relazione tra gli uomini i diritti il lavoro non è esclusiva del centro destra.Già a suo tempo D’Alema aveva cercato di attaccare l’articolo 18-diritto allo sciopero- che visto con gli occhi di adesso è stato un gesto propedeutico alla realizzazione di questo tempo presente.
    mi chiedo come la base del centro sinistra non si indigni! Le donne,i partigiani , gli operai(?)…Che cosa ancora deve accadere per capire che si stanno dividendo i lavoratori Il centro sinistra da tempo ha deciso che chiamarsi compagni è termine fuori moda vecchio e troppo comunista, spesso è a braccetto con il clero spesso si contrappone ai lavoratori definisce la legge Gelmini per l’Università per certi versi accettabile….La politica di Marchionne è pericolosa perchè riporta tutto indietro e non in avanti come brutalmente tentano di passare che si sta trattando il lavoratore come nuovo schiavo,merce sostituibile e rottamabile,da svendere al miglior offerente.Che a marchionne non frega una mazza dell’Italia e della Fiat e che la Cgil deve avere il coraggio di dire no e ritornare ad essere il sindacato che è stato per un pò di tempo.Difendere il posto di lavoro è strettamente collegato alle condizioni in cui si viene a trovare il lavoratore e lo statuto dei lavoratori parla chiaro, se ancora ha un peso, e ancora più peso ha la Costituzione che chiarisce di più ciò che è diritto ciò che è dovere ciò che è lavoro e dignità.E non bisogna avere paura di scomodare Marx-che per altro è più che mai molto attuale- per rendersi conto che il contratto marchionne è un contratto vergognasamente autoritario vecchio pericoloso privo di rispetto delle regole.E che i sindacati confederali si stanno svendendo e stanno vendendo la classe lavoratrice,facilmente ricattabile visto la difficoltà del vivere oggi.
    Che dire allora?non rinunciare a dire -anche se tentano-in tutti i posti di lavoro di farci tacere.

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