Le sparate di Morgillo dimostrano che la politica bipartizan spezzina ha fallito in pieno
11 novembre 2010, by admin
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Dunque sentiamo Morgillo pontificare su Pitelli, ma latitare nel territorio quanto dalle aule di tribunale dove si celebra il processo ai responsabili di quello scempio. Probabilmente l’indifferenza del Pdl dal processo è conseguente ad un’allergia alla magistratura in generale, tuttavia pare che per i berluscones spezzini i temi di rilievo siano da sollevare solo ed esclusivamente in termini polemici e non di risoluzione. Così sentiamo fare la predichetta da soggetti che da sempre avvallano l’incenerimento dei rifiuti, a vantaggio dei soliti padroni che speculerebbero sulla pelle della gente.
Rifondazione Comunista intanto ha portato avanti il progetto Rifiuti zero in comune alla Spezia, mentre il presidente Fiasella dorme sulla nostra proposta di convertire Salicenti in impianto di compostaggio.
Ma Morgillo arriva addirittura a riabilitare l’ex-ministro Scajola per l’operazione ex-S.Giorgio. L’ennesima bufala che tenta quello che la memoria non può cancellare, ovvero il curriculum di un ministro che si è fatto comprare casa in pieno centro a Roma e non sapeva da chi, mentre c’è un paese in totale agonia, con disoccupazione giovanile mai vista, precarietà e decadimento morale. Il fallimento del governo Berlusconi si misura ogni giorno nelle balle colossali che vengono raccontate ai cittadini. Ora promette i soldi al Veneto per sostenere un economia in ginocchio a causa del dissesto idrogeologico e i danni spezzini si sono persi nei meandri dei dicasteri romani… grazie al Pdl. Gli amegliesi ogni volta che piove devono vivere in agonia.
5 Terre: “Responsabili politici si assumano tutte le responsabilità del disastro”
2 novembre 2010, by admin
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A poco più di un mese dal terremoto che ha investito le Cinque Terre è più che mai necessaria una seria riflessione sullo stato attuale delle cose.
Rifondazione Comunista decise in tempi non sospetti di abbandonare il presidente Fiasella e, viste le sue dichiarazioni recenti, fu scelta saggia. Nonostante sia emerso di tutto e di più il presidente della provincia è passato dalla definizione di “nuovo caso Tortora” all’ennesima difesa azzeccarbugliesca di Bonanini: forse è il caso che si aggioni, ma l’ultima berlusconata dell’ex presidente del Parco è stata l’auto-ammissione del reato di calunnia per poter richiedere lo spostamento del processo!
Per Fiasella nel Parco “si deroga un po’ alle regole democratiche”. Un’affermazione gravissima che denota la mancanza di cultura istituzionale da parte di una delle maggiori rappresentanze locali. Dopo questa ennesima dimostrazione di inadeguatezza, Fiasella deve dimettersi. Crediamo profondamente che la risposta politica che occorre dare alla gente vada ben oltre la diatribetta tra PD e PdL, un teatrino inammissibile.
Ognuno si assuma integralmente le proprie responsabilità, perché entrambi i partiti, trasversalmente, hanno serie responsabilità e coinvolgimenti nella vicenda. Le responsabilità politiche rispetto alla gestione autoritaristica sono nelle 900 pagine di ordinanza ed il ruolo di Bonanini, le sue “capacità”, furono addirittura premiate con la candidatura al Parlamento Europeo!
Se la sua elezione fosse avvenuta, oggi sarebbe uno dei tanti inquisiti coperti da immunità parlamentare, segno evidente che il berlusconismo ha contaminato settori del centrosinistra. Con lui erano presenti nel consiglio direttivo del Parco anche svariati politici di centrodestra che evidentemente durante i voti dei bilanci o dormivano o erano distratti dalle capacità di Bonanini.
E dov’erano i membri ambientalisti del direttivo? Paradossalmente le associazioni ed i comitati che fin’ora si sono travestiti da “grillo parlante” della politica locale, o dormivano, o sapevano. In entrambi i casi dovrebbero avere il buon gusto di astenersi dal far lezioni morali. Così come dimostra la comunità del Parco in cui risultano presenti tutti i sindaci rivieraschi e, si guardi un po’ il caso, il presidente Fiasella.
Se il PD scopre oggi che le regole non debbono essere considerate come un impaccio ne siamo lieti, ma la profonda lacerazione tra politica autoreferenziale e clientelare che sta venendo a galla, con il caso 5 Terre, non può esser risolta cospargendosi il capo di cenere. Occorre una svolta radicale, responsabile e concreta, a partire da una banalità: rispettare le regole democratiche.
Da domani Rifondazione Comunista proporrà di istituire, in tutti i comuni in cui siamo presenti, l’anagrafe degli amministratori per tutti gli enti locali e per ogni organismo partecipato, parimenti alla pubblicazione di tutti i documenti (delibere, regolamenti, bilanci, incarichi, ecc.) sui siti web istituzionali, la tranciabilità della documentazione, e soprattutto regole chiare e utili affinché ogni cittadino possa conoscere cosa accade nella gestione della cosa pubblica.
Occorre anche una vera e propria assunzione di responsabilità da parte dei Partiti a non candidare persone coinvolte in azioni giudiziarie che riguardano reati contro la cosa pubblica, ad ottenere le loro immediate dimissioni qualora coinvolti, ad impedire che si ricoprano più cariche elettive o nomine (anche se possibile per legge) come deputato/consigliere/amministratore delegato, ecc., senza sovrapposizioni tra ruoli istituzionali ed associativi, Fondazioni ed altre realtà che possono costituire aspetti lobbistici, così come regole per evitare che enti pubblici siano gestiti da nuclei familiari.
Non possiamo ignorare che il lavoro iniziato dal commissario Cosentino sia piuttosto preoccupante: i servizi del Parco devono rimanere pubblici e le 5 Terre non sono territorio di conquista per arpie private che possono far cassa con un patrimonio collettivo simile.
Per prima cosa occorre sapere realmente lo stato dell’arte, poi priorità al rilancio del Parco attraverso un modello compatibile, non di sfruttamento, ma di ulteriore valorizzazione attraverso pratiche virtuose. Domani il Parco delle 5 Terre deve essere il laboratorio politico di un modello innovativo, che tenga conto delle battaglie vere ambientaliste vinte fin’ora, che non deroghi impegni sociali ed occupazionali a scorribande predatorie.
In tal senso esprimiamo viva preoccupazione per la posizione espressa da Fabio Renzi, segretario generale Symbola, che come se nulla fosse si preoccupa di rilanciare l’immagine di una terra che non ha nessun bisogno di essere magnificata perchè basta la sua bellezza. E’ tuttavia un segnale non positivo il fatto che in Symbola è presente l’ex presidente Bonanini e l’attuale commissario Cosentino, elementi che non fanno ben sperare rispetto al tanto agognato rinnovamento culturale e politico.
Domenichini: “Con i lavoratori, nelle periferie, nelle lotte per l’ambiente, per la trasparenza nella cosa pubblica”
29 ottobre 2010, by admin
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Riportiamo l’intervista su Cronaca4 a William Domenichini, resp.Ambiente PRC La Spezia.
In questi giorni assistiamo ad uno scontro istituzionale sul Waterfront, Rifondazione che dice?
Crediamo che, aldilà dello scontro istituzionale, vada messo l’accento sul tema del rapporto città-porto, la vita dei cittadini nei confronti di infrastrutture di un certo tipo. Per noi ci sono priorità come la mitigazione dell’impatto ambientale, si deve partire da questo. Sul Waterfront poi è necessario rilanciare un processo di partecipazione e di discussione che noi pensiamo sia stato carente. Waterfront occasione di sviluppo? A breve termine, si possono raggiungere traguardi di sviluppo attraverso altre modalità, per esempio la messa in sicurezza del nostro territorio. Con il Waterfront non si guarda all’oggi, ma alle grandi opere, magari attratti dal fascino di questi progetti. Per questo da parte nostra c’è una sana diffidenza.
Veniamo ad Acam
Parlare di Acam è come parlare di un grande calderone pieno di virtù e vizi del nostro territorio. Sulla questione rifiuti abbiamo ricevuto un riconoscimento nazionale dalla rete Ambiente e Futuro, con l’approvazione della nostra mozione in consiglio comunale alla Spezia: Rifiuti Zero. Crediamo che in questo processo Acam deve essere vettore e le potenzialità sono enormi. La criticità è il pregresso: ci deve essere una volontà prima di tutto politica, occorre un’assunzione di responsabilità più concreta da parte della classe dirigente sull’aspetto clientelare e poco pulito di una gestione protratta negli anni.
E l’aggregazione con Hera?
E’ un nervo scoperto. Hera è un soggetto con oltre 40% del privato e l’aggregazione, specialmente del settore acqua porta con sè una criticità forte. Per noi resta valido lo scorporo del ciclo idrico, che deve assolutamente rimanere in mano pubblica.
Altro argomento è la questione delle 5 Terre. Come può ripartire l’esperienza del parco?
Il problema è tutto politico. Siamo sbigottiti che ci sia stato questo ‘teatrino’ Pd-Pdl per il rimbalzo di responsabilità, ma basta vedere il consiglio di amministrazione del parco per capire di chi sono le colpe, ci sono nomi e cognomi.
La chiave di lettura corretta è proprio quella che ci offerto Renzo Raffaelli su Cronaca4, che ha accostato 5 Terre ad Acam. Nessuno ha visto? Nessuno ha controllato? Chi faceva opposizione, alle 5 Terre faceva vita gramissima.
Per il futuro: bisogna mantenere la gestione all’interno dell’ente parco, evitare le mire privatistiche perché il territorio deve avere la capacità decisionale di portare avanti progetti. E poi basta con la gestione clientelare della cosa pubblica. Come Rifondazione faremo una campagna forte sulla trasparenza della cosa pubblica.
C’è un problema di troppa ingerenza politica nella gestione della cosa pubblica?
Non troppa politica, ma cattiva politica. La politica si è appropriata di cose non proprie. Bisogna assumere impegni etici e morali, ci deve essere chiarezza dei ruoli e bisogna assolutamente evitare le sovrapposizioni di cariche.
Passiamo al piano nazionale. Se si andrà al voto, ci sarà l’accordo con Vendola?
Riporto la linea nazionale, c’è un accordo elettorale con le forze del centro-sinistra per battere Berlusconi. L’esperienza di governo con Prodi sia stata negativa, Rifondazione ha dovuto rincorrere, non ha portato a casa risultati. Un problema grosso e sentito, che ha avuto riscontro in un elettorato deluso. Noi vogliamo mandare a casa questo governo Berlusconi, su un nostro eventuale coinvolgimento in un governo di centrosinistra andiamoci cauti.
La cosa che sta più a cuore a Rifondazione in questo momento?
Non c’è un tema, ce ne sono tanti: l’ambiente, il sociale, il lavoro. Siamo a fianco dei lavoratori portuali, della gente delle periferie dove andiamo a fare la distribuzione del pane ad un euro al chilo, siamo impegnati nelle vertenze ambientali del territorio. Siamo ovunque si possa rifondare un modello di società alternativo al pensiero unico.
di Marco Ursano
Barrani (PRC Vernazza): “L’attenzione resti alta e non si limiti solo a Riomaggiore”
28 ottobre 2010, by admin
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A più di un mese dal caos Parcopoli, che si è concentrato maggiormente sul comune di Riomaggiore, voglio sottolineare come non debba in alcun modo calare l’attenzione generale su uno dei più grossi scandali che si è abbattuto negli ultimi anni nella nostra provincia.
Invito inoltre a gettare lo sguardo su tutta l’area del Parco che coinvolge altri due comuni, Vernazza e Monterosso, senza limitarsi e restringere il cerchio alla sola area riomaggiorese.
A Vernazza siamo fieramente all’opposizione in consiglio comunale e lo saremo finché emergerà tutta la verità anche al di fuori dal comune Riomaggiore, ora commissariato. Come esponente di Rifondazione Comunista la mia linea sul caso Cinque Terre è esattamente quella espressa dalla mia segreteria provinciale: occorre chiarezza, trasparenza, partecipazione e una forte presa di coscienza della classe dirigente responsabile del disastro, che non si limiti alla semplice e sterile autocritica sulla stampa.
Difenderemo il Parco in tutta la sua interezza combattendo particolarmente le mire dei privati. Ma Rifondazione chiede soprattutto verità e giustizia per tutti quei cittadini che in questi anni hanno sofferto le gravi storture di questo sistema.
Antonio Barrani
Gruppo consiliare RIFONDAZIONE COMUNISTA Vernazza
Via le ombre dalle 5 Terre: Pasini e Bonanini si dimettano immediatamente
28 settembre 2010, by admin
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La clamorosa notizia dell’arresto del sindaco di Riomaggiore Gianluca Pasini e del presidente del Parco delle Cinque Terre Franco Bonanini, nell’ambito di un’inchiesta condotta dalla squadra Mobile della polizia della Spezia per una serie di reati contro la pubblica amministrazione, conferma la nostre perplessità, da tempo rimarcate, circa le modalità di gestione dell’ente parco negli ultimi anni, soprattutto sotto il profilo della trasparenza e della chiarezza dell’operato.
Consci della gravità dei reati contestati agli attori della vicenda, Rifondazione Comunista della Spezia auspica che sia fatta chiarezza nel più breve tempo possibile affinchè si possa far luce sull’operato dei singoli e sulle dinamiche che investono uno dei patrimoni inestimabili della nostra provincia come le Cinque Terre.
Proprio per tutelare l’immagine del territorio e salvaguardare l’integrità degli enti che lo amministrano, auspichiamo inoltre che i soggetti interessati dalla vicenda dispongano immediatamente le loro dimissioni, facendo in modo che la questione morale sia non solo nelle parole ma nei fatti di una classe dirigente degna di tale nome.
Ascolta il capo della Mobile della Spezia su Radio19
Scarica le 881 pagine dell’Ordinanza di custodia cautelare - (pdf - 5.31 MB)