Cossu: “Su Acam solo slogan e speculazione politica, dov’è la responsabilità?”

19 giugno 2013, by  
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Occorre fare chiarezza sulla posizione tenuta dal Gruppo Consiliare di Rifondazione Comunista durante l’ultimo Consiglio Comunale su Acam, in particolare sull’ordine del giorno in cui abbiamo chiesto al Sindaco il ritiro della lista di mobilità interna presentata dall’azienda.
Troppe infatti le distorsioni e le speculazioni che vengono fatte, spesso ad arte, per distogliere l’attenzione dalle responsabilità e dai fallimenti. Rifondazione ha deciso di votare contro il Piano di Riassetto, una decisione assunta per difendere gli attuali livelli occupazionali di tutto il gruppo. Questo piano, è bene ribadirlo, stabilisce licenziamenti e non fornisce alcuna garanzia per i lavoratori che passeranno sotto il privato non saranno sottoposti, nel medio periodo.
Per i lavoratori che rimarranno “pubblici” (Acam Acque, Integra, Acam Spa e per il momento una quota parte di Acam Ambiente), i dubbi sulla tenuta occupazionale sono gli stessi. Abbiamo denunciato in Consiglio Comunale come manchi completamente un disegno industriale capace di garantire a queste società, di reggere un pesantissimo indebitamento riversato nell’azienda pubblica, e nel contempo di riuscire a garantire i servizi ai cittadini.
Oltre a questo riteniamo che il pericolo di smantellamento dei servizi di manutenzione della rete idrica, i servizi di sportello e del call center (che qualcuno forse pensa di esternalizzare anche questi…) sia un ulteriore pesante indebolimento industriale di tutto il gruppo.
Ad oggi è gravissimo che l’azienda abbia deciso, in totale contrasto anche con il piano di riassetto, di procedere ad ulteriori importanti esternalizzazioni, da lunedì 17 giugno la raccolta della carta e della plastica nel comune della Spezia non sarà più fatta dai dipendenti dell’azienda. Su questo nessun appello alla responsabilità dai soliti noti?
La nostra  è stata una scelta esclusivamente politica, consapevoli del fatto che i destini della Spa, dell’Acqua e di Integra sono legati: se una di queste società crolla si porta dietro anche le altre. Rifondazione non ha mai inteso entrare nel merito della lista che è il frutto di una trattativa tra l’azienda e le organizzazioni sindacali.
Noi possiamo solo auspicare che detta lista sia utile a rafforzare l’azienda e tenga conto della pari dignità di ogni singolo lavoratore, a tale proposito riteniamo vergognoso il trattamento sulla quattordicesima che verrà assicurata nei tempi previsti solo ad una parte dei lavoratori, l’ennesima dimostrazione dell’incapacità gestionale e del ruolo di sciacalli assunto in questa vicenda dagli istituti di credito.
Simona Cossu
Capogruppo Prc in consiglio comunale comunale La Spezia

“Federici su Acam: ridicole ripetizioni di un film già visto”

18 aprile 2013, by  
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E’ sconcertante il balletto intrapreso dal sindaco Federici, attorniato dal silenzio assoluto dei sindaci del Pd di tutta la provincia.

Ancora una volta infatti si tenta di risolvere i problemi di Acam con gli stessi metodi con cui si sono creati i problemi ormai arcinoti.
Rifondazione esprime ancora una volta lo sdegno e la propria contrarietà alla privatizzazione dei servizi, in particolar modo alla cessione dei rami d’azienda Ambiente (rifiuti), Gas e Clienti.
Una scelta folle che evidenzia soprattutto la mancanza di responsabilità di sindaci che fino ad oggi hanno usato Acam come un bancomat, sostanziando contratti in perdita per l’azienda. Se di responsabilità il Pd vuol parlare, imponga ai suoi sindaci di mettere nero su bianco un piano di rientro dei contratti in perdita, si uniscano al nostro esposto sulla vicenda dei derivati che hanno causato milioni di euro di perdita e accolgano le nostre proposte di rilancio industriale di Acam.

Tutto il resto è mera propaganda sulle spalle dei lavoratori e dei cittadini spezzini.

Rifondazione Comunista La Spezia

 

“Su Acam il solito vicolo cieco: basta con i ricatti”

22 novembre 2012, by  
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Il risultato del consiglio comunale straordinario su Acam alla Spezia ci consegna un quadro assai preoccupante. 

Si venderà il Gas togliendo al gruppo Acam l’unica fonte di redditività e di sviluppo industriale importante, si privatizzerà l’Ambiente gettando un ombra di incertezze sulla gestione dei rifiuti e non è per nulla chiaro, viste le contraddizioni tra Piano di Riassetto ed accordo Sindaci-Sindacati, quale sarà il futuro dell’acqua, nonostante un referendum in cui 27 milioni di italiani hanno chiesto che rimanga pubblica. Ma quel che è grave è che i Sindaci si impegneranno “a riadeguare i contratti di servizio ambientali secondo criteri di sostenibilità economica e finanziaria”. Perchè serve un impegno su una cosa banalmente scontata? Evidentemente fino ad oggi c’è qualche sindaco che non ha pagato il dovuto ad Acam. Riteniamo che nella gravità della situazione si debba smettere una volta per tutte di strumentalizzare i lavoratori di Acam, in ultima analisi sul referendum con cui si esprimeranno in merito all’accordo sindacale.

Le nostre proposte sono state chiarissime: mantenere pubblica l’azienda Ambiente ed Acqua, non vendere il Gas, attuare il PPR vigente per quanto riguarda la discarica di servizio rigettando soluzioni alternative al percorso assunto dall’Amministrazione Comunale con l’adesione alla strategia Rifiuti Zero e chiedere la convocazione urgente dell’assemblea degli Azionisti per contabilizzare il danno finanziario causato ad ACAM Ambiente da contratti di servizio in perdita, con verifica degli stessi negli ultimi 9 anni, a proporre che ACAM fatturi direttamente ai Comuni tale perdita, recuperando così importanti risorse per evitare la vendita di pezzi del gruppo. Crediamo che non sia sufficiente da parte dei proprietari dire che non ci sono le risorse: ogni Comune infatti può trattare un proprio piano di rientro con l’azienda.

Chiediamo che venga riunita subito l’Assemblea degli azionisti per discutere questa proposta e che questa discussione sia pubblica e trasparente. Purtroppo sappiamo che per salvare l’azienda ci sarà un prezzo da pagare e proposto nel piano di riassetto è per noi  troppo alto: La vendita del Patrimonio Industriale pubblico più importante della nostra provincia, la perdita di posti di lavoro, l’aumento delle tariffe, la privatizzazione dei servizi.

Saranno quindi i cittadini e i lavoratori a pagare il prezzo del debito del gruppo: ci sembra doveroso e responsabile che i Comuni facciano ogni sforzo affinché questo prezzo serva almeno a non dilapidare il nostro patrimonio.

Rifondazione ha presentato un odg indipendente da quello della maggioranza in cui abbiamo chiesto questi impegni, ma la sua bocciatura dimostra che c’è chi continua ad avere la verità in tasca e “senza se e senza ma”, procede verso la dissoluzione dell’azienda. Sono anni che assistiamo a questo atteggiamento, in cui vengono preconfezionate soluzioni emergenziali e insindacabili, che forze politiche, lavoratori e cittadini devo semplicemente ratificare o prenderne atto, nonostante si siano inanellati una serie infinita di errori, da matrimoni falliti a piani industriali farsa. Questa chiarezza non l’abbiamo riscontrata in altre forze politiche come Sel, Pdci e Idv, che non hanno votato le nostre proposte, ma si sono allineati fedelmente sulla svendita dell’azienda.

 

Rifondazione Comunista, segreteria provinciale La Spezia