G8, Ravera, Ricciardi (Prc Liguria): ” Solidarietà al Pm Zucca, ha detto la verità sulle torture di stato”

23 marzo 2018, by  
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Alla Diaz e a Bolzaneto fu tortura. Lo diciamo anche noi a gran voce da diversi anni.

Ricordiamo bene quei tragici giorni così come ricordiamo soprattutto chi è stato “premiato” tra i vertici delle forze dell’ordine.

Esprimiamo la solidarietà di Rifondazione Comunista Liguria al Pm Zucca, “reo” di aver detto la verità sui tragici fatti del G8.

E’ incredibile la replica del Csm e del capo della Polizia Gabrielli: oltraggiose non sono le parole del Pm Zucca ma i diversi casi di mala polizia, da Cucchi ad Aldrovandi, tanto per citarne alcuni.

Lo ripetiamo da anni, è il tempo di istituire il codice identificativo sui caschi delle forze dell’ordine, altro che avviare accertamenti su chi, come il Pm Zucca, dice come la pensa senza tentennamenti.

Marco Ravera e Jacopo Ricciardi,

Segreteria Regionale di Rifondazione Comunista Liguria

 

 

Fiaccolata del Coisp contro Ilaria Cucchi e Guido Magherini, Ricciardi (Prc Liguria): “E’ una provocazione”

29 giugno 2017, by  
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Apprendo dagli organi di stampa che venerdì 30 giugno in concomitanza con il dibattito organizzato allo Spezia Fest dove saranno presenti Ilaria Cucchi (sorella di Stefano), Guido Magherini e l’avvocato Fabio Anselmo, difensore, tra gli altri, della famiglia Cucchi e della famiglia Aldrovandi, si svolgerà una fiaccolata per la legalità organizzata dal Sindacato di Polizia Coisp.
E’ una provocazione ed un insulto verso i parenti delle vittime di stato. Il sindacato Coisp non è nuovo a simili provocazioni: come non dimenticare la manifestazione, fortunatamente non autorizzata, per far rimuovere la targa in ricordo a Carlo Giuliani in Piazza Alimonda a Genova. Suggerisco al Coisp di occuparsi di cose un po’ più serie e di farsi pubblicità in altro modo, magari condannando i propri colleghi che hanno ucciso Aldrovandi, Cucchi e le altre vittime di stato.
Jacopo Ricciardi,
Segreteria regionale Prc Liguria

“Oggi a Genova nel ricordo di Carlo e del grande movimento del 2001. Il Coisp pensi alla “legalità” delle tanti morti di stato”

20 luglio 2015, by  
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Oggi è il 20 luglio e, come ogni anno, siamo a Genova a ricordare Carlo Giuliani, ucciso quattordici anni fa nella guerriglia urbana che fece da sfondo al G8 più tragico, quello che portò mezzo milione di persone in piazza a lottare contro le violenze della globalizzazione, della finanza e del turbocapitalismo
 
Violenze sulla natura, sull’uomo e sugli stessi popoli, che oggi appaiono tragicamente evidenti. Violenze che già da quel giorno si scatenarono bestialmente sugli inermi manifestanti, letteralmente schiacciati senza pietà prima, durante e dopo il G8. 
 
L’obbiettivo di chi organizzò tale macelleria era distogliere l’attenzione sui sacrosanti motivi politici di protesta di questo grandissimo movimento transnazionale e popolare, che proponeva l’alternativa a una società globale stracolma di ingiustizie e governata dai pochi sui molti. Obbiettivo raggiunto a prezzo del sangue.
 
I pestaggi indiscriminati delle forze di polizia contro chi manifestava in pace con le mani alzate e tinte di bianco, le torture invereconde della Diaz e di Bolzaneto, le “prove” fabbricate ad arte, i depistaggi vergognosi degli allora “portavoce”, la bieca protezione politica del governo Berlusconi e infine le sentenze all’italiana dei processi negli anni successivi. Tutto questo è stato Genova 2001: la pagina più nera degli ultimi trent’anni della storia d’Italia.
 
Genova sanguina ancora, e non solo per la tragica morte di Carlo, un ragazzo di 23 anni ammazzato da colpi di pistola e investito senza pietà da una camionetta militare.
 
Ricordare Carlo significa ricordare tutti quei cinquecentomila presenti quel giorno, non solo il dolore infinito dei genitori Haidi e Giuliano, a cui va il nostro grande abbraccio, come sempre.
 
Ricordare Carlo significa tenere a mente tutti gli infiniti scandali che si sono succeduti nel tempo: noi infatti non dimentichiamo Cucchi, Uva, Aldrovandi e tanti altri morti nelle mani delle forze di polizia.
 

Il sindacato di categoria che oggi pensa di raccogliere firme, in Liguria, contro “piazza Carlo Giuliani” compie, dunque, l’ennesimo tentativo di provocazione e di offesa. 

 
Non ci risulta infatti che il Coisp si sia mai interrogato o abbia fatto pubblica ammenda sulle verità di queste morti: di fronte a ciò le forze dell’ordine di un paese democratico avrebbero già dovuto da tempo fare pulizia al proprio interno e chiedere scusa ai cittadini italiani per i quali lavorano. Non ci risulta che morire di botte sia confacente alla “legalità” tanto sbandierata dal Coisp.
 
Ma evidentemente è più importante sputare ancora veleno su chi non c’è più, che cercare la giustizia.
 
Caratteristiche proprie di un paese che quanto a civiltà e rispetto della democrazia non ci risulta essere all’avanguardia. Allora come oggi.
Rifondazione Comunista, federazione provinciale La Spezia

“Milano non ha memoria”: giovedì 18 giugno alle 21 a Spezia presentazione del romanzo di Gino Marchitelli con intervento di Massimo Lombardi

12 giugno 2015, by  
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Nuovo appuntamento con le chiacchierate di LaSpeziaOggi

Giovedì 18 giugno alle ore 21, presso la libreria Liberi Tutti (Via Tommaseo 49), Gino Marchitelli presenterà il suo romanzo “Milano non ha memoria” (Fratelli Frilli Editori), noir avvincente, un romanzo che inevitabilmente, e fortunatamente, spinge a molte riflessioni e che purtroppo lascia l’amaro in bocca: la quarta indagine del commissario Lorenzi della mobile di Lambrate e della giornalista Cristina reporter di Radio Popolare di Milano vi porterà nelle viscere di una Milano buia, oscura e terribile dove l’assassinio di un giovane e mite panettiere Egiziano svelerà le contraddizioni di una polizia deviata e antidemocratica.

Interverranno, con l’autore, l’avvocato Massimo Lombardi e Renato Scalia, ex agente Dia e redattore di LaSpeziaOggi.

L’atmosfera di rabbia verbale e di facilità alla violenza è cosa che noto tutti i giorni, nei rapporti umani, nelle relazioni tra persone” – dice l’autore Gino Marchitelli – “Anche sui social network dove il sentirsi protetti dietro ad uno schermo, in una virtualità esasperata (confrontandoci ogni giorno con una crisi economica e morale assolutamente devastante) porta un po’ tutti ad eccedere… e, troppo spesso, assistiamo agli incomprensibili eccessi delle forze dell’ordine, dal caso Cucchi al caso Aldovrandi, al caso Uva, che portano sovente alla morte di coloro che dovrebbero essere protetti dalla polizia e non il contrario. Ecco, riflettiamo su questo. Chiediamo a gran voce e con gran forza che si attui una riforma della polizia che porti chiarezza, trasparenza e democrazia al suo interno, colpendo seriamente coloro che si rendono rei di vessazioni gratuite, di coloro che depistano, di coloro che coprono le malefatte delle divise, di chi fa eccesso del proprio potere e strumentalizza l’anonimato di divise senza matricole di riconoscimento. Voglio ancora credere che, da qualche parte, ci sia un’anima democratica che ancora palpita tra i mille caschi blu e neri… che lo stato si ponga il problema di sminare gli eccessi e buttare fuori la vergogna che c’è al proprio interno. Non sono tempi facili questi e quando ognuno perde il controllo e cerca il nemico nel vicino di casa, nel collega sul lavoro, nel migrante, non si rende conto che apre seriamente il varco al rischio del ritorno di tempi che hanno segnato pena, dolore e distruzione immensi nel nostro Paese e nelle vite di chi ci ha preceduto. Tempi di follia collettiva che dobbiamo assolutamente tenere lontani dal nostro futuro e da quello dei giovani”.

Conclude Gino Marchitelli: “Umilmente mi permetto di consigliare di rileggere le importanti storie e narrazioni sulla Resistenza, sulla liberazione del nostro Paese e sull’avvento del nazismo e fascismo in Europa che portò al conflitto mondiale che ha provocato oltre sessanta milioni di morti. Ricordatelo e insegnatelo ai vostri figli e riflettete insieme a loro su cosa stiamo rischiando. La democrazia e la libertà sono beni preziosi da difendere, sempre”.

Gino Marchitelli, tecnico elettronico, militante della CGIL e in Democrazia Proletaria, ha partecipato alle dure lotte dei lavoratori delle piattaforme petrolifere in mare. Attualmente fa parte del direttivo A.N.P.I di San Giuliano Milanese e dell’Osservatorio Contro le Mafie nel Sud Milano. E’ cantautore ed è stato finalista al concorso Camaleonte 2013 – Salone del Libro di Torino, con un brano dedicato alla ThyssenKrupp. Nel giugno 2014 ha pubblicato il DVD Siamo i ribelli della montagna, video intervista ai partigiani protagonisti della liberazione della Val D’Ossola nel 1944. Del luglio 2014 è il libro di testimonianze sulle stragi di Stato Una storia di tutti, in memoria delle vittime delle stragi.

 

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Olivieri sulla sentenza Diaz: “Da Mantovano parole da regime sudamericano”

20 maggio 2010, by  
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Sergio Olivieri, segretario regionale di Rifondazione Comunista e della Federazione della Sinistra, interviene sulla sentenza relativa ai fatti del G8, e in particolare all’irruzione nella scuola Diaz, e sulle successive dichiarazioni di alcuni esponenti del Pdl.

“Il sottosegretario Mantovano cancella la sentenza del Tribunale ed assolve i responsabili della macelleria messicana della Diaz. Quando ribadisce la fiducia nei condannati per quei fatti sembra di sentire parlare un esponente di qualche giunta militare degli anni settanta e ottanta in Sudamerica che negava anche l’evidenza.

Le reazioni scomposte alla sentenza di ieri che vengono non solo da Mantovano ma anche da altri esponenti del Pdl danno la misura del carattere reazionario ed antidemocratico del centro destra italiano.

Al contrario di quello che pensano i vari Mantovano, Gasparri e soci, la sentenza per i fatti della Diaz è una buona notizia per la democrazia perché per la prima volta da una speranza di giustizia e di verità su quanto accaduto a Genova nel luglio del 2001 e perché rompe la consuetudine all’impunità.
Ed anche di questo c’era davvero bisogno dopo i casi Aldrovandi, Cucchi e Gugliotta.