“Ancora alienazioni di patrimonio pubblico nel comune di Porto Venere!”

5 gennaio 2022, by  
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Si è partiti con villa “Carassale” in Palmaria, ceduta con “urgenza” ancor prima che fosse terminato il masterplan voluto da Regione Liguria (e curato dall’architetto Andreas Kipar) ma che appare ancora ben distante dall’essere restaurata.
Si è proseguito con la “casa del Capitano”, minuscola edificazione del borgo che però vanta un’invidiabile vista, sopra la grotta Byron e piazza San Pietro.
 
Si è passati alla “valorizzazione” della torre capitolare (tramite un bando pressoché ignorato dai tessuto imprenditoriale locale, in quanto pubblicato solo tramite il “bando fari” dell’agenzia del demanio e assolutamente non pubblicizzato in loco,  basti vedere le tre sole domande giunte, di cui una non ammissibile) e alla realizzazione (con contributo pubblico) di un locale cucine presso la Torre Umberto I° in Palmaria, sostanzialmente destinato al solo catering matrimoniale. Questa ad oggi è l’unica attività effettuata in quel luogo, di fatto interdetto ai turisti, con il maldestro tentativo di vendita del “frastaglio” (in realtà un pezzo di congiunzione tra via Colonna, nel borgo, e piazza S. Pietro) in cambio di pochi spiccioli.
Ora con le festività natalizie ecco le nuove, scoppiettanti, sorprese: la vendita di un uliveto (e annesso muro storico) sopra Porto Venere, con annessi ruderi “ex cava”, sito proprio nei pressi termine del sentiero n.1 proveniente dal Muzzerone, con splendida vista sul castello Doria e sulla costa, che venne acquistato quasi 40 anni fa dall’ente locale proprio per tutelarne la fruizione pubblica e soprattutto con la “valorizzazione” (ovviamente solo economica) delle scuole elementari di Porto Venere, già convertite a centro di educazione ambientale ed ostello dalle passate amministrazioni e ora anche sede della palestra della borgata.
Rifondazione è ovviamente preoccupata e contraria a questo approccio di “svendita” del territorio, che a fronte di modeste entrate, ragionevolmente disperse in breve tempo, ipoteca il destino e la fruizione e le possibilità di utilizzo di un’area a tutti e per sempre.
Un’area naturale ed incolta, se armoniosamente inserita in un contesto, è un “valore” naturalistico in primis, ma anche fotografico ed esperienziale per i turisti e genera profitto per tutto il tessuto commerciale, oltre che fondamentale “patrimonio” identitario dei paesani.
Liquidare un bene è la via di fuga per chi, come il sindaco Cozzani e la sua giunta, ha dimostrato in questi anni di non essere in grado di avviare o mantenere iniziative pubbliche su quei beni, di favorire startup di imprenditoria locale e giovanile, ed in generale di non aver mai dato il giusto peso al valore “immateriale” dei luoghi, come invece raccomandato dall’Unesco di cui Porto Venere è (e speriamo resti a questo punto) patrimonio.

Ci auguriamo che questo infelice capitolo del comune del golfo termini definitivamente, e si torni a guardare al patrimonio collettivo come un bene “di tutti” e non di “nessuno”.

 
Rifondazione Comunista, federazione provinciale La Spezia

Edmondo Bucchioni (Prc-Potere al Popolo La Spezia): “Peracchini come Federici, i beni comuni sono patrimonio da salvaguardare”

9 febbraio 2018, by  
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In questi giorni il dibattito spezzino si è improvvisamente animato sull’alienazione di beni appartenenti al comune per rimpolpare le casse municipali a spese della cittadinanza. In particolare sulla scuola materna di via Firenze fa piacere notare come finalmente alcune forze politiche della vecchia maggioranza “scoprano” un problema che ha origine nelle scelte intraprese dalla precedente amministrazione targata Pd-Federici.

In qualità di consigliere comunale di Rifondazione Comunista della scorsa consigliatura ho per primo portato all’attenzione della commissione consiliare competente il progetto di vendita della scuola di via Firenze. Successivamente, insieme ad altri consiglieri, ho provveduto a denunciare alla Procura della Repubblica l’allora sindaco Federici per falso in atto pubblico, poiché questi aveva dichiarato in una delibera che l’edificio scolastico si trovava in disuso.

In realtà si tratta di una scuola che già all’epoca ospitava cento persone fra insegnanti e bambini, in una zona dove anzi le richieste d’iscrizione non riescono ad essere soddisfatte dalle strutture esistenti visto che ben oltre cinquanta famiglie hanno chiesto di iscrivere lì i propri figli. Oggi l’attuale sindaco “totiano” Peracchini, in assoluta continuità con la precedente amministrazione, sta addirittura ampliando il progetto di privatizzazione degli immobili pubblici: proprio in queste settimane è emersa l’intenzione di mettere in vendita anche la sede della Polizia Municipale di via Lamarmora, il parco del Colombaio e l’ex scuola di Campiglia.

Il pericolo che vedo profilarsi all’orizzonte, soprattutto per quanto riguarda la sede della Polizia Municipale, è che la sua cessione si traduca in un nuovo prelievo di denaro per le spezzine e gli spezzini: il “gioco” potrebbe infatti essere quello di alienare l’edificio ad un privato, che poi andrebbe a riaffittarlo al comune, assicurandosi una rendita a prezzo di libero mercato.

La memoria corre a qualche anno anni fa, quando il governo Berlusconi mise in vendita le sedi dei ministeri, forse favorire qualche speculazione immobiliare di personaggi a lui vicini. E allora che dire?” Berlusconi docet”. Non possiamo e non dobbiamo dimenticare che il patrimonio immobiliare pubblico deve rimanere tale e pertanto inalienabile, perché solo così potranno essere garantiti quei servizi essenziali che vengono richiamati costantemente all’interno della nostra carta costituzionale.

Ma in questi anni con la scusa di fare cassa si è privatizzato di tutto, in un processo di erosione di beni e diritti comuni che mira a trasformare il cittadino in un cliente.

E in questo centrosinistra e centrodestra non si sono di certo differenziati, sia a livello nazionale che a quello locale. La Costituzione è in attesa, oggi più che mai, di essere attuata.

Edmondo Bucchioni,

candidato di “POTERE al POPOLO” all’uninominale spezzino della Camera dei Deputati, già consigliere comunale di Rifondazione Comunista

“Peracchini fa cassa con i beni comuni: no alla vendita del parco del Colombaio e delle scuole di via Firenze e Limone”

1 febbraio 2018, by  
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Rifondazione Comunista spezzina lancia l’allarme per il piano di alienazioni che il comune della Spezia sta portando al voto in queste ore. 
 
Infatti la giunta Peracchini prevede inopinatamente di vendere, tra gli altri immobili, il Parco del Colombaio, la scuola di via Firenze (in difesa della quale nella passata consigliatura si tenne una dura battaglia sostenuta dall’allora nostro consigliere Edmondo Bucchioni contro l’amministrazione Pd-Federici) e addirittura la scuola del Limone, importante centro di destinato alle associazioni di volontariato in difesa delle fasce più deboli come disabili, migranti e anziani. 
E’ evidente che alla giunta di centrodestra non interessa la coesione sociale ma solamente fare cassa alle spalle dei cittadini. Riteniamo tali alienazioni una vera e propria vergogna per la città e ci opporremo con forza fuori e dentro il consiglio affinché tali sciagurate scelte non vengano attuate dal sindaco e dalla sua maggioranza. 
Rifondazione Comunista La Spezia