Lettera di fine anno alle spezzine e agli spezzini di Massimo Lombardi
31 dicembre 2015, by admin
Archiviato in Dalla Provincia, Partito, Primo piano
Vorrei augurare un buon anno di cuore a tutti i miei concittadini.
Che il 2016 sia un anno di lotta, di lavoro, di riscossa per tutti. E’ stato un 2015 difficile, a Spezia come nel resto d’Italia, soprattutto per quanto riguarda il lavoro. Mi balzano alla mente, e sembra quasi un assurdo ossimoro, i lavoratori del Centro per l’Impiego, persone che aiutano gli altri a trovare un’occupazione e che ora si trovano in seria difficoltà. Penso a tutti coloro che il lavoro l’hanno perduto perché licenziati all’improvviso, come gli operai della Saeco di Bologna, o a quelli che non riescono a trovarlo, ai padri e alle madri di famiglia di oltre i cinquant’anni costretti a lavori precari e saltuari, o ai giovani che non riescono non solo ad avere uno stipendio dignitoso, ma anche condizioni di lavoro degne di un paese civile. Come i lavoratori della grande distribuzione, costretti a orari indegni, a restrizioni dei propri diritti, a contratti di pochi mesi per essere subito dopo licenziati e lavorare durante le feste senza poter nemmeno protestare. Altro che terzo millennio: siamo regrediti di più di cent’anni, nel nome della “competitività”: un concetto utile solo per chi fa profitti sulle spalle di chi lavora. Questa vergogna deve finire. Per questo occorre unirsi, coalizzare i nostri pensieri e le nostre azioni, assumere una coscienza comune che in questi ultimi decenni è stata, purtroppo, minata.
Ci hanno infatti inculcato come un mantra che il lavoro e le pensioni sono optional trascurabili, da Berlusconi-Tremonti a Monti-Fornero, da Letta al “fenomeno” Renzi. Lui e il ministro Poletti, assieme al suo servile parlamento, hanno cancellato l’ultimo baluardo dello Statuto dei lavoratori, il famoso articolo 18, che finora nessuno, nemmeno la peggiore destra, era riuscito ad eliminare. Ora assieme ai sindacati, assieme ai cittadini e alle parti sane di questa società possiamo e dobbiamo riconquistare i nostri diritti. E’ vietato abbassare la testa. Un altro mio pensiero va a tutte le vittime degli incidenti sul lavoroe alle famiglie che hanno perso una persona cara mentre stava lavorando. Pure questa piaga è lontana dall’essere debellata e non ci stancheremo mai di gridarlo.
Perché Rifondazione, nel suo piccolo, c’è sempre stata, con la sua voce e i suoi militanti, come nelle battaglie sui fronti più caldi del nostro territorio: Enel, Acam e Atc su tutti. Abbiamo denunciato usi e abusi di potere nei consigli comunali e nelle azioni politiche quotidiane: i nostri compagni ci hanno messo in prima persona la faccia contro le prepotenze di chi governa, che siano comuni, come regioni o stato.
Enel ha prodotto più di cinquant’anni di scempio ambientale, pagato sulla pelle dei nostri concittadini. Nella vicina Vado Ligure è stata la magistratura a fermare lo scandalo. Qui, invece, si sono attesi i comodi della dirigenza, ossia del governo, per arrivare all’annuncio della futura chiusura. Ma ora c’è chi fa a gara a mettere il cappello sul destino dell’area di Vallegrande, rivendicando la vittoria. Se è vero che tra cinque o sei anni la centrale sarà chiusa, non è di certo merito di chi ha governato la città e il Paese in questi anni: sono solo scelte strategiche per interessi economici di pochi. Ebbene, nessuno ha mai ascoltato i cittadini: noi saremo la loro voce, da Melara a Fabiano, da Arcola a Portovenere. Non pensate di ignorarli un’altra volta, come avete fatto su piazza Verdi e in numerose altre occasioni.
Non possiamo non nominare anche la questione sanità, con i nostri ospedali sull’orlo del collasso, e Atc, un bene comune preziosissimo, che pure ha tagliato il servizio, aumentato i biglietti e non provveduto a proteggere i propri lavoratori e gli utenti dei mezzi fatiscenti, un caso denunciato da un sindacato e da un coraggioso lavoratore, Luca Simoni, al quale è stata offerta piena solidarietà da parte nostra e dei consigli comunali spezzini.
Su Acam abbiamo votato contro il piano presentato dalla dirigenza, approvato senza fiatare dall’assemblea dei sindaci: continueremo a pagare in prima persona per anni e anni, sulla salute e sulle bollette, i gravi errori e le mancanze incredibili avvenute negli anni passati da parte di chi, puntualmente, ad ogni scadenza elettorale, chiede loro il voto per poter restare al vertice. Le elezioni regionali di maggio sono state un ottimo esempio della risposta dei cittadini alla mala politica, specie quella che ha tradito la Sinistra e i suoi principi più alti. La Liguria è ora guidata dalla destra populista, forzista e leghista. Una destra che ha subito pensato bene di cementificare tra i più “rapallizzati” d’Italia. Ebbene, sappiamo tutti la natura del berlusconismo e del populismo, troppo simili al renzismo attuale, di cui in molti ora si vantano di esserne i fedeli depositari. Per questo ci sono sembrate lacrime ipocrite le levate di scudi del Pd contro il vergognoso piano casa di Toti, non molto diverso, in verità, da ciò che fece il governo Burlando-Paita nel precedente quinquennio.
Sono tantissime altre le cose che vorrei aggiungere, ma intendo chiudere con un ricordo e con un augurio. Il 2015 ci ha visto perdere il nostro presidente onorario, il nostro Comandante, il grande partigiano Luigi “Fra Diavolo” Fiori. Un autentico esempio di come deve essere un comunista: orgogliosamente antifascista, tenace, lottatore, perennemente giovane e combattente.
La vita di Luigi è stata lunga e davvero incredibile. Abbiamo avuto la fortuna di ascoltare mille suoi racconti, non solo quelli di eroe che ha contribuito a sconfiggere il nazifascismo, ma anche quelli di semplice cittadino che ha attraversato il novecento italiano: dal dopoguerra alle stragi di stato, dalla fine della “Prima repubblica” al primo presidente proveniente dall’ex Pci, che lui ha sempre duramente contestato, Giorgio Napolitano. “Fra Diavolo” ha percorso quasi un secolo di storia, per fermarsi solo il 30 maggio scorso, dopo 95 anni indomiti, dopo una vecchiaia spesa fino all’ultimo secondo a spiegare a tutti il vero significato dell’essere partigiano, cioè quello che ci ha tramandato Antonio Gramsci. Non un monumento “per i piccioni”, come diceva lui, ma qualcuno che sia “di parte”, che dia continuamente la scossa agli altri e insegni la ribellione contro le ingiustizie. Sempre e ovunque.
Una volta ci disse: “Non dobbiamo mai smettere di lottare: la vittoria, una volta acquisita, va difesa. Se smetti di combattere, torni a perdere. A fine guerra pensavamo di avercela fatta. Pensavamo di aver conquistato la democrazia e la libertà. Ebbene, ci è mancato un niente che De Gasperi non mettesse in soffitta la Costituzione appena approvata, con il pretesto dei tumulti e dell’ingovernabilità. Me lo ricordo bene, anche se ora fanno finta di dimenticarlo. Eravamo usciti dalla dittatura e stavamo quasi per piombarne in un’altra. Chi calpesta la Costituzione compie un atto di delinquenza, il peggiore che si possa fare”.
Settant’anni dopo la Costituente ecco Renzi, la Boschi e il Pd che, a colpi di maggioranza e di fiducia parlamentare, stravolgono la Costituzione nata dalla Resistenza nel nome del più becero presidenzialismo, come già auspicavano i vari Cossiga, Craxi e Berlusconi. Il presidente del consiglio ha dichiarato, con la sua solita spocchia, che nel referendum confermativo (previsto proprio dalla Costituzione) si giocherà il destino del suo governo: o Lei o lui, insomma.
E allora auspico, nel nome di Luigi e di tutti i partigiani di oggi e di ieri, la costruzione di un gruppo che porti, a Spezia e nel Paese, alla vittoria nell’ottobre 2016: salviamo la nostra Costituzione, mandiamo a casa Renzi e ricostruiamo la Sinistra. Nel 2006 tutti uniti, sindacati, partiti, associazioni, battemmo la schifezza fascioleghista di Berlusconi e Bossi Credevamo di avere respinto gli assalti della reazione per lungo tempo, ma ci sbagliavamo.
Aveva, infatti, ancora ragione Luigi: mai abbassare la guardia. Su la testa, compagni.
Buon anno di lotta a tutte/i!
“Dopo il grande corteo Fiom di oggi a Milano, pronti allo sciopero generale del 12 dicembre contro il governo Renzi”
14 novembre 2014, by admin
Archiviato in Appuntamenti, Partito, Primo piano
Anche quel giorno saremo in piazza con il sindacato contro un governo che vuole smantellare definitivamente l’articolo 18 e condannare i giovani alla precarietà a vita, privatizzare il welfare e i beni comuni, demolire la Costituzione e ridurre la democrazia ad un simulacro.
Lavoreremo perché il conflitto e la mobilitazione sociale fermino le politiche di destra, inique e fallimentari del governo Renzi, e perché il 12 dicembre si fermi davvero tutto il paese.
Rifondazione Comunista,
federazione provinciale La Spezia
“Domani saremo a Milano con la Fiom, contro il Jobs Act e il Governo Renzi”
13 novembre 2014, by admin
Archiviato in Appuntamenti, Partito, Primo piano
Domani, 14 novembre, saremo a Milano al fianco della Fiom, contro Renzi, la Merkel e Draghi. Sosteniamo tutte le mobilitazioni dei prossimi giorni, dalle due giornate di sciopero e mobilitazione della Fiom, allo sciopero sociale e di genere dei movimenti precari e dei sindacati di base del 14. Lavoreremo perché il conflitto e la mobilitazione sociale fermino le politiche di destra, inique e fallimentari del governo Renzi, e perché il 12 dicembre si fermi davvero tutto il paese.
Il futuro è nella continuità nelle lotte, non è nell’Europa della Merkel, nelle politiche di austerità che aggravano la crisi economica e producono la barbarie sociale. Saremo in piazza con la Fiom contro un governo che vuole smantellare definitivamente l’articolo 18 e condannare i giovani alla precarietà a vita, privatizzare il welfare e i beni comuni, demolire la Costituzione e ridurre la democrazia ad un simulacro.
Rifondazione Comunista, federazione della Spezia
Occupazione Cgil spezzina della sede provinciale Pd, Rifondazione: “Solidarietà ai lavoratori di Terni picchiati dalla polizia”
29 ottobre 2014, by admin
Archiviato in Dalla Provincia, Partito, Primo piano
Landini a Spezia, Ravera (Prc Liguria): “Contro il governo Renzi, sabato tutti a Roma a difendere i lavoratori”
22 ottobre 2014, by admin
Archiviato in Lavoro, Partito, Primo piano
In occasione della visita di questa mattina del segretario della Fiom Maurizio Landini ai cantieri San Marco della Spezia, la federazione spezzina di Rifondazione Comunista ha accolto la prima uscita pubblica del neo segretario regionale ligure del Prc Marco Ravera, eletto domenica scorsa a Genova dal congresso regionale del partito assieme al nuovo Comitato Politico Regionale (7 gli spezzini eletti: Chiara Bramanti, Sergio Olivieri, Massimo Lombardi, Jacopo Ricciardi, Massimo Marcesini, Roberto Bedini, Alessio Menconi).
Ravera ha puntato l’attenzione sull’importanza della prossima manifestazione di sabato 25 ottobre a Roma organizzata dalla Cgil contro il vergognoso “Jobs Act” del governo Renzi, che sta per passare alla Camera con un altro voto di fiducia, dopo quello del Senato. Quello del Pd è un inqualificabile attacco frontale ai lavoratori e a tutti i cittadini, già duramente colpiti dalla crisi, dalle casse integrazioni, dal lavoro precario e mal pagato. Renzi ha proseguito, aggravandole, le politiche di Berlusconi, Monti e Letta obbedendo ai diktat della Merkel, di Marchionne e di Confindustria.
Il baluardo dell’articolo 18 va esteso a tutti i lavoratori e va difeso ad oltranza assieme al più grande sindacato italiano, anche con lo sciopero generale e l’occupazione delle fabbriche, come ha sottolineato oggi lo stesso Landini.
Rifondazione Comunista, federazione provinciale La Spezia
Elezioni provinciali, Rifondazione: “Successo solo sfiorato dell’Altra Spezia, il Pdci ha fatto eleggere un consigliere in più al centrodestra”
17 ottobre 2014, by admin
Archiviato in Dalla Provincia, Partito, Primo piano
Il nuovo partito unico Renzi-Berlusconi ha vinto anche a Spezia, ma la Sinistra è viva e l’abbiamo dimostrato.
Qualcuno evidentemente ci temeva, e si è visto. La Lista “L’Altra Spezia”, composta da Prc, Sel e indipendenti, ha solo sfiorato il successo: la matematica non ci ha dato ragione per pochissimo.
Tutto “merito” della legge Del Rio, che ha privato ai cittadini il diritto di voto, rendendo la tornata elettorale una mezza farsa.
Eppure dispiace dover sottolineare come il mancato successo della nostra lista sia dovuto anche al comportamento del Pdci, che ha preferito schierarsi con chi voleva l’accordo con i berlusconiani e alfaniani, piuttosto che scegliere la lista di alternativa. Risultato: sono stati eletti sette consiglieri del centro – “sinistra” e tre del centrodestra. Se ne deduce che il partito dei Comunisti Italiani è stato decisivo nel far eleggere un consigliere in più a Forza italia.
Prendiamo atto della lungimirante scelta politica, che si commenta da sola.
Eppure tre anni fa Rifondazione rinunciò a un assessore provinciale in solidarietà con il Pdci, dopo l’improvvisa e ingiustificata estromissione dell’assessore Cambi da parte dell’allora presidente Fiasella. Quello che ci sembrò un vero e proprio sorpruso scatenò un forte e immediato gesto di solidarietà tra compagni. Ma è evidente che tale parola risulti solo un elenco di suoni senza significato, utili solo per riempirsi la bocca e agitare al vento le bandiere del vecchio P.C.I per poi tradirne, nei fatti, lo spirito.
Del resto non c’era molto da aspettarsi da chi ha firmato senza indugio l’appello per Raffaella Paita.
Malgrado tutto la provincia resta un baluardo istituzionale, specie per un territorio tanto fragile come il nostro, come si è visto purtroppo in questi giorni.
La vera sinistra deve stare dalla parte di chi la vuole salvare dalle speculazioni cementizie, senza ipocrisie e falsità.
Ora in programma c’è la manifestazione del 25 ottobre della Cgil in difesa dello statuto dei lavoratori: Rifondazione ci sarà, pronta a scendere in piazza a Roma contro il governo Renzi.
Vedremo chi sta dalla parte del lavoro e dei diritti e chi sta con le destre che stanno distruggendo il paese.
Rifondazione Comunista, federazione provinciale La Spezia
Varo sommergibile Fincantieri: governo e ammiragli dentro, lavoratori e cittadini fuori, Rifondazione: “Operazione da repubblica delle banane”
10 ottobre 2014, by admin
Archiviato in Lavoro, Partito, Primo piano
Un’occasione per ricordare la vergogna del voto di fiducia al senato sull’articolo 18 che ha cancellato l’ultimo baluardo dei diritti conquistati dai lavoratori dal dopoguerra ad oggi. Finalmente è stato scavalcato a destra il tanto vituperato Berlusconi.

Tutto questo deve far riflettere l’opinione pubblica sullo stato salute (!?) del nostro Paese, dove i cittadini vengono ignorati e tenuti a distanza di sicurezza dai propri rappresentanti politici, mentre mentre questi festeggiano, con lussuosi catering, il nuovo attacco ai loro diritti.
Contro l’abolizione dell’articolo 18: Bucchioni (Prc La Spezia) presenta la mozione in consiglio comunale
25 settembre 2014, by admin
Archiviato in Lavoro, Partito, Primo piano
Si pensa di risolvere i problemi occupazionali andando a cancellare e riscrivendo lo Statuto dei lavoratori, non per allargare una serie di diritti che vedono escluse le diverse forme di assunzione precaria oltre i 50 che esistono in Italia, bensì per smantellare le conquiste ottenute dalle lotte del movimento sindacale ed operaio.
Lo Statuto è un patrimonio di tutti i lavoratori e nessuno è delegato a cambiarlo: anzi andrebbe esteso anche nelle realtà lavorative al di sotto dei quindici dipendenti.
Preso atto dei comunicati Rsu dei diversi gruppi industriali operanti nel territorio della Spezia che stigmatizzano l’attacco allo Statuto dei lavoratori e reclamano una diversa politica industriale che possa far riprendere gli investimenti, la produzione e di conseguenza l’aumento esponenziale dell’occupazione, considerato il quadro attuale del mercato del lavoro italiano che si caratterizza da alti tassi di disoccupazione, precarietà diffusa, pressoché totale assenza di diritti ed ammortizzatori sociali per una grossa fetta di lavoratori, registrata la difficoltà delle imprese e degli artigiani che sono molto più interessati a ottenere accesso al credito e minore burocrazia piuttosto che libertà di licenziare (si ricorda a questo proposito le parole pronunciate dal presidente di Confindustria Squinzi qualche mese fa che, a differenza di ora, pensava che le industrie non avrebbero ottenuto nessun beneficio andando a modificare lo statuto dei lavoratori)
il Consiglio Comunale della Spezia
ritiene
che l’articolo 18 non costituisca affatto un freno agli investimenti e alla crescita dimensionale delle imprese
che il governo debba concentrarsi nell’estensione delle tutele a quelle categorie di lavoratori che ne sono oggi prive anziché dare via libera alla libertà di licenziamento
chiede al Governo
di non procedere alla modifica dell’articolo 18 dello Statuto dei lavoratori
di attuare provvedimenti che comportino la diminuzione del costo del lavoro, l’estensione dei diritti a quelle forme di impiego che attualmente né sono sprovviste e l’assegnazione di nuove ingenti risorse per gli ammortizzatori sociali,indispensabili ad una loro generalizzazione e universalizzazione
impegna
la Presidenza del Consiglio Comunale
ad inviare questa mozione al Governo e al Presidente della Repubblica.
F.to Edmondo Bucchioni,
consigliere comunale Rifondazione Comunista La Spezia
Abolizione articolo 18, Ferrero: “Napolitano e Renzi per lo sfruttamento ottocentesco del lavoro. Subito sciopero generale”
23 settembre 2014, by admin
Archiviato in Lavoro, Partito, Primo piano
Come in ogni passaggio delicato il presidente Napolitano si fa carico di sostenere le ragioni dei diktat europei e dei poteri forti: dopo i disastri di Monti ci vuole propinare i disastri di Renzi.
Quella di Napolitano e Renzi è una vera rivoluzione conservatrice, che in nome dell’innovazione e della modernità vuole ripristinare uno sfruttamento del lavoro di tipo ottocentesco, togliendo per legge ai giovani ogni speranza di poter avere un lavoro decente.
Questa rivoluzione conservatrice allarga le ingiustizie (invece che dare diritti a tutti i lavoratori, i diritti si tolgono a chi li ha), è del tutto evidente che la libertà di licenziamento indiscriminata, indebolendo il potere contrattuale dei lavoratori, determina la riduzione dei salari e quindi dei consumi.
Contro Napolitano e Renzi serve una dura opposizione, serve lo sciopero generale e la mobilitazione popolare perché a queste reiterate ingiustizie non si può che ribellarsi.
Paolo Ferrero,
segretario nazionale Rifondazione Comunista
Articolo 18, Fantozzi: “Renzi come Fornero. Mandiamolo a casa”
21 settembre 2014, by admin
Archiviato in Lavoro, Partito, Primo piano
Il governo Renzi è pronto a rottamare definitivamente l’articolo 18 intervenendo (per decreto!) per sancire che per tre anni i neoassunti che dovessere essere illegittimamente licenziati, non avranno diritto alla reintegra ma solo ad un indennizzo monetario.
Lo scalpo dell’articolo 18 va portato in Europa per dimostrare che l’Italia sta facendo le “riforme strutturali” che naturalmente comportano un nuovo attacco ai diritti e alle tutele residue del lavoro.
Lo schema di funzionamento dell’Europa è questo: poiché le politiche di austerità sono chiaramente fallimentari e stanno portando tutto il continente alla deflazione cioè ad un nuovo salto di qualità della crisi, la proposta è quella di… andare avanti con le politiche di austerità e anzi rilanciarle, chiamandole in uno dei molti modi in cui in questi anni si è raggirato, manipolato, turlupinato l’opinione pubblica.
Così le “riforme strutturali” in materia di lavoro non fanno altro che estremizzare le politiche che sono andate avanti negli ultimi decenni, fatte di precarizzazione del lavoro e abbassamento delle tutele. Sono le stesse politiche che hanno impoverito il lavoro e aumentato le disuguaglianze e che sono perciò all’origine della crisi, come ci dicono tutti i dati.
E’ vero o non è vero che negli ultimi 30 anni la quota di redditi da lavoro sul complesso della ricchezza nazionale è diminuita del 10% nei paesi maggiormente industrializzati e del 15% in Italia? Lo diceva qualche tempo fa persino l’OCSE.
E’ cosa succede continuando con le politiche che aumentano la precarietà del lavoro? Succede che le lavoratrici e i lavoratori sono sempre più ricattabili e disposti ad un lavoro purchè sia: un lavoro senza diritti e sempre più povero. Le politiche neoliberiste falliscono, ma la risposta continua ad essere il rilancio delle medesime politiche, sempre più radicali ed estreme.
Sul lavoro siamo al grottesco, alla moltiplicazione degli strumenti di deregolamentazione, che sono ormai persino in competizione tra di loro.
Cosa hanno fatto Monti e Fornero sull’articolo 18? Lo hanno manomesso significativamente, consentendone l’aggiramento. Un’azienda che dichiari che licenzia un lavoratore per “motivi economici” potrà essere condannata alla reintegra del lavoratore solo se il giudice sceglierà la reintegra piuttosto che l’indennizzo e solo nel caso in cui sia accertata “la manifesta insussistenza” della motivazione a base del licenziamento. Analogamente, per quel che rigurda il licenziamento illegittimo per motivi disciplinari cioè relativi al comportamento del lavoratore, la possibilità della reintegra era già stata circoscritta pesantemente.
E che cosa ha fatto Renzi sui contratti a termine? Li ha resi utilizzabili sempre, senza l’azienda che vi ricorre debba giustificare per i primi tre anni, il motivo per cui ha fatto ricorso al lavoro temporaneo. Al termine dei tre anni basterà non rinnovare il contratto e ripartire con un nuovo lavoratore ed un nuovo giro di giostra.
Ma non bastano né le manomissioni già operate dell’articolo 18, né la generalizzazione del lavoro precario. Per caso un’azienda avesse assunto a tempo indeterminato qualcuno, questo deve essere licenziabile senza che ci sia la benchè minima possibilità del diritto ad essere reintegrato.
Ovviamente serve a “creare lavoro”, come già sono serviti a creare lavoro la “riforma” Fornero e il Jobs Act numero 1 di Renzi. Peccato che di questo lavoro non si veda traccia, che i disoccupati continuino ad aumentare – più di tre milioni censiti, sei milioni effettivi con un tasso di disoccupazione reale che non ha nulla da “invidiare” alla Spagna o alla Grecia – che la crisi continui a macinare.
Vanno mandati a casa. Per quello che fanno e per le balle che raccontano, ogni giorno a reti unificate. Lavoriamo ad un autunno che provi davvero a spezzare la rassegnazione.
Roberta Fantozzi,
responsabile nazionale Lavoro Prc