“Fascia di rispetto? Solo un progetto di barriera fonica. E la giunta Peracchini tace”

9 settembre 2017, by  
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Lunedì scorso abbiamo assistito con interesse alla presentazione del progetto dell’Autorità Portuale, che avrebbe dovuto riguardare la mitigazione degli effetti nocivi del porto sulla città.

Ne siamo usciti sconfortati e delusi, come la gran parte dei cittadini presenti (che sono stati ripetutamente zittiti) per gli evidenti limiti emersi, che dimostrano una totale mancanza di assunzione di responsabilità.

Non è certo possibile, infatti, che dopo circa quindici anni di attesa l’elefante abbia partorito il topolino, ossia un intervento del tutto inadeguato che interverrebbe solo sulla mitigazione dei rumori generati dall’attività portuale, non considerando che le criticità avvengono sotto diversi profili, uno dei quali, e non di minore gravità, è il livello delle emissioni nocive.

Ciò che sconvolge è l’assoluta inerzia dell’amministrazione comunale spezzina, che di fronte a questa presentazione e questo scarso risultato si premura di sapere quale sia la data di inizio dei lavori, peraltro ignorando che gli uffici comunali da tempo hanno intercorso relazioni con l’Ap, in merito.

Ciò che pensa il sindaco Peracchini di questo progetto, di fatto è minimale rispetto alle difficoltà che i quartieri del levante vivono, non è dato sapere, e ciò la dice lunga su come questa amministrazione intende affrontare uno dei nodi cruciali della città, il porto.

Pertanto sarà nostra cura portare questo tema all’ordine del giorno, facendo proposte che impegnino la giunta affinché si assuma le proprie responsabilità di fronte alla cittadinanza.

Rifondazione Comunista, federazione provinciale La Spezia

Inchiesta Ap, Prc La Spezia: “Scardinare il sistema di potere basato sull’uomo solo al comando”

5 novembre 2016, by  
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L’inchiesta giudiziaria che ha investito l’Autorità Portuale spezzina è solo l’ultima di una serie di vicende che hanno coinvolto il nostro territorio e che mettono in luce in maniera evidente una drammatica mancanza di trasparenza e di democrazia nella gestione e nel governo della cosa pubblica. Al di là delle responsabilità dei singoli, tutto ciò è la diretta conseguenza di un prosciugamento sempre più radicale degli spazi democratici operati ad ogni livello, nazionale e locale, dove la cultura dell’uomo solo al comando e del decisionismo più assoluto porta, inevitabilmente, all’accentramento di un enorme potere personale e quindi al favorire di illeciti e malaffare di ogni forma.

Se poi questo potere, come nel caso spezzino, viene pressoché esclusivamente gestito da un unico partito, il Pd, ecco che un sistema già malato si ramifica nelle mani di pochi soliti noti (formalmente alleati ma in realtà in guerra fra loro, come in tutte le lotte di potere che si rispettino), senza alcun tipo di controllo.Ricordiamo che il restringimento della democrazia è avvenuto ad ogni livello istituzionale a partire dai consigli comunali, in larga parte svuotati della loro funzione di indirizzo politico e di controllo democratico e dalle stesse giunte, dove spesso è il monocolore Pd a dominare in lungo e in largo, con la figura del sindaco a fare da dominus assoluto.

A questo va aggiunto lo stravolgimento dei consigli provinciali che non vengono più eletti dai cittadini ma dai consiglieri comunali con un meccanismo che, nella nostra Provincia, ha prodotto un consiglio nel quale il Pd ha il 70% dei rappresentanti, più il presidente che è anche il sindaco della Spezia, tanto per restare in tema di accentramento dei poteri in una sola persona. Se consideriamo, infine, anche l’abolizione delle circoscrizioni, il gioco è fatto. La rappresentatività dei cittadini, e quindi del loro fondamentale peso politico sulla scena pubblica, è stata di fatto cancellata. E’ la stessa direzione della cosiddetta “riforma” istituzionale sulla quale siamo chiamati a votare tra un mese e che va nell’ottica di un abnorme rafforzamento dei poteri del governo, e in particolare del presidente del consiglio.

Tutti i casi scottanti del nostro territorio hanno un comune denominatore che ha coinvolto tutti i più importanti centri pubblici di potere: dal disastro Acam, alle questioni sarzanesi (progetto Marinella, progetto Botta, infiltrazioni mafiosee perquisizioni della Dia al palazzo comunale), dallo scandalo “Mani Unte” – Cinque Terre al vergognoso comportamento di Atc, dove solo alcune voci critiche come la nostra si sono battute per denunciare ogni abuso e mancanza di trasparenza. Per questo talune prese di posizione che abbiamo letto in questi giorni sui giornali da parti di esponenti del Pd ci appaiono non solo strumentali e finalizzate al posizionamento nei conflitti al loro interno ma anche alquanto tardive, visto che giungono solo dopo l’azione della magistratura.

Non possiamo dimenticare, per esempio, che scelte come la concessione senza gara per 53 anni a Lsct dell’utilizzo delle banchine sono state compiute con l’avvallo anche di chi oggi prende le distanze ma che allora si limitò ad un’alzata di spalle di fronte alla denuncia che Rifondazione Comunista fece in città, prima sulla stampa e poi con un’iniziativa della propria consigliera comunale Simona Cossu, con un dibattito pubblico al Centro Allende disertato dai rappresentanti del comune della Spezia. Per non dire poi delle pesanti ricadute ambientali di un dragaggio eseguito evidentemente in modo sbagliato o della totale mancanza di ascolto delle voci dei cittadini sui problemi di inquinamento ambientale ed acustico: tutte le manovre volte a privilegiare gli enormi interessi economici a scapito della salute e del benessere degli spezzini. 

Siamo consapevoli che le attività portuali rappresentano una parte importante del nostro tessuto economico ed occupazionale e proprio per questo pensiamo che vadano diradate le tante, troppe nebbie che si sono addensate attorno ad un porto nel quale l’impegno e la correttezza di quanti vi lavorano non possono essere offuscati dalle eventuali responsabilità di pochi. Proprio per questo occorre non solo che venga fatta piene luce ma che si volti radicalmente pagina, al porto come in città. Per uscire da questo sistema di gestione del potere fine a se stesso e utile a pochi, c’è solo una strada: ridisegnare il futuro della città mettendo al centro della discussione le priorità dei cittadini in tema di salute, sanità, trasporti, lavoro e vivibilità.

Scardinare questo sistema di potere e ridare spazio ai cittadini e alla democrazia partecipativa, nell’ottica di un’amministrazione della cosa pubblica che abbia come capisaldi il rispetto delle regole e il bene comune collettivo: questo è e sarà il nostro impegno.

 Rifondazione Comunista, federazione provinciale La Spezia

“Ultimo atto del teatro degli orrori della politica spezzina. Federici già da tempo sfiduciato dalla città”

15 marzo 2016, by  
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Il teatro degli orrori della politica spezzina sembra chiudere il sipario sull’esperienza Federici.

Si tratta dell’ennesima vicenda che conforta chi, come le nostre forze politiche, da tempo sostengono l’assoluta irresponsabilità ed inadeguatezza di una classe politica autoreferenziale e dirigista, autoritaria e lontana dai problemi della gente, che consuma le proprie guerre tra bande con un unico fine: il mantenimento del potere. Follo, Lerici, Ameglia, Riccò del Golfo, Portovenere, Sarzana, Arcola, Castelnuovo, le Cinque Terre, ora la città capoluogo. Un filo conduttore di tante storie che vedono il Pd protagonista di scelte sconsiderate, di azioni folli, dove il governo del territorio è uno strumento personalistico di carriera e di protagonismo. Da tempo abbiamo scelto di prendere le distanze da questo modo di far politica, le cui conseguenze sono devastanti per le comunità: svendita di Acam, inquinamento dell’Enel, gestione del Porto, privatizzazione di Atc, disastro della Sanità, scandalo Cinque Terre.

Non ultimo l’irresponsabile scontro istituzionale e di potere tra sindaco (nonché presidente della Provincia) e presidente dell’Autorità Portuale.

Federici, nei fatti, da molto tempo, è stato sfiduciato dai propri concittadini i quali hanno potuto misurare, sulla loro pelle, una modalità arrogante e prepotente di gestione della cosa pubblica capace di dividere la Comunità spezzina come mai accaduto in passato.

Quanto occorre in queste ore non è che la conseguenza della condotta di questi ultimi anni.

Tuttavia, crediamo che il vero nodo politico stia nel ruolo che questi sindaci posseggono e nella legge elettorale che li legittima, in quanto eletti direttamente dal popolo, a ruoli plenipotenziarii, privi di senso democratico e partecipativo. Si è pensato che la crisi dei partiti si risolvesse investendo nelle persone e indebolendo i primi che, nei fatti, sono sotto ricatto. Abbiamo scoperto, nostro malgrado, che le persone sono assai peggio dei partiti. Viste le controriforme in materia costituzionale, in atto da parte del governo Renzi, dubitiamo fortemente che tale situazione sia l’anticamera di un’analisi critica dello sfacelo che questo sistema ha creato, per questo riteniamo che oggi più che mai le nostre forze politiche debbano impegnarsi unitariamente per costruire, da subito, un’alternativa di governo del territorio che sia suggellata da un punto imprescindibile: la dignità delle istituzioni, dei consigli comunali, ed il rispetto delle nostre comunità con la costituzione di percorsi partecipativi reali.

E’ la ragione per la quale, solo poche settimane fa, abbiamo risposto, tutti insieme “No grazie” alla proposta del Pd di siglare accordi elettorali in vista delle prossime elezioni amministrative.

E’ tempo di cambiare.

Rifondazione Comunista, Sel, Possibile, Sinistra dei Valori La Spezia

 

Crisi giunta Spezia, Bucchioni (Rifondazione Comunista) chiede le dimissioni del sindaco Federici con una mozione urgente

14 marzo 2016, by  
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Mozione urgente

Premesso che

  • In seguito alla procedura di ritiro delle deleghe all’assessore Stretti, ben tre membri della giunta comunale hanno rassegnato le dimissioni;
  • Il consiglio comunale, organo democratico e rappresentativo della comunità spezzina, ha assistito, in questi ultimi giorni, ad una rappresentazione mediatica surreale e svilente delle istituzioni democratiche;

Considerato che

  • I recenti episodi di gestione dell’amministrazione comunale confermano l’atteggiamento autoritario del sindaco Massimo Federici, in un contesto che sintetizza drammaticamente il fallimento di questi ultimi 5 anni di gestione della cosa pubblica, con particolare rilevanza riguardo a:

o   I processi di privatizzazione dei servizi pubblici erogati dall’azienda Acam, con la svendita del settore energetico, il debito accollato all’azienda idrica con relativi aumenti tariffari, e l’operazione di project financing dell’azienda di gestione dei rifiuti;

o   Il tentativo di privatizzare l’azienda di trasporti pubblici Atc;

o   La concessione di ulteriori 8 anni di funzionamento del gruppo a carbone della centrale Enel;

o   L’assenza di attivazione di un’indagine epidemiologica sul territorio vasto che faccia luce sul sempre più crescente numero di decessi per malattie ambiento-correlate;

o   Il disastro della sanità spezzina;

o   Il silenzio riguardante la concessione 53ennale monopolista approvata dal tavolo portuale;

o   Lo scontro istituzionale in atto tra l’amministrazione comunale e l’autorità portuale;

o   L’abbandono sempre più progressivo delle periferie a favore di impiego di finanze per progetti faraonica portata mediatica ma di scarsa ricaduta sociale (festa della Marineria, ecc.)

Il consiglio comunale

  • Per tutto quanto premesso e considerato, non tollerando ulteriormente di assistere passivo ad un così grave degrado dell’immagine e dell’azione dell’amministrazione pubblica, senza farsi complice di una inaccettabile inerzia delle Istituzioni, a tutto danno della comunità e dei cittadini  che in noi hanno riposto le proprie naturali esigenze ed aspettative per una crescita culturale e sociale, chiede la sfiducia del sindaco Massimo Federici, ex art. 52 D.lgs. 267/00.

 

La Spezia,

lì,  15/03/2016

Edmondo Bucchioni,

Consigliere comunale  Rifondazione Comunista

“Avena e Forcieri: il solito balletto di poltrone del Pd che alimenta l’antipolitica”

29 dicembre 2012, by  
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Riteniamo incomprensibile la nomina di Salvatore Avena come Amministratore Delegato della società ATC Mobilità e Parcheggi.

E’ una questione non solo di competenze ma anche di merito. Questo vale non solo per ATC Mobilità e Parcheggi. Nelle prossime settimane saranno effettuate le scelte per le nomine pubbliche alla cultura (Istituzione per i Servizi Culturali direzione del teatro Civico, museo Camec).

L’antipolitica trova linfa dai comportamenti sbagliati, e talora incomprensibili, della politica stessa. Non si può ignorare la legittima pretesa dell’opinione pubblica affinchè le nomine pubbliche siano fatte evitando che si adombrino sospetti di logica spartitoria e perpetuazione di meccanismi volti alla creazione di consenso e di logiche clientelari.
Siamo convinti che il momento renda ancora più inderogabile attenersi, nelle scelte politiche, a principi di trasparenza e meritocrazia, e che vadano premiate in primo luogo le competenze e le idee prima delle appartenenze.

Chiediamo che venga utilizzato lo strumento dei bandi pubblici dove, attraverso la composizione di commissioni a rilevanza nazionale, la scelta sia affidata a criteri oggettivi sulla base di curricula, competenze professionali, presenza di un progetto.

La cultura può e deve essere uno dei volani per il rilancio della città. Pertanto serve un deciso cambio di passo rispetto a quanto fatto in passato, a cominciare dalla valorizzazione del patrimonio museale. Per fare questo è necessario ricercare le più alte competenze possibili, evitando la riproposizione dei soliti nomi, talvolta impegnati in una poco credibile transumanza da una poltrona all’altra.

A tal proposito, riteniamo che non faccia bene alla credibilità della politica il balletto sulla candidatura di Forcieri alle primarie del PD, chiaro espediente utilizzato per ottenere assicurazioni ad una riconferma alla guida dell’Autorità Portuale.

Le valutazioni circa le figure da mettere a capo di un’istituzione con poteri gestionali e di indirizzo vitali per il nostro territorio non possono essere terreno di giochi di potere, dove al bene pubblico vengono anteposti i bilancini necessari a comporre le alchimie interne di un partito.

Rifondazione Comunista, federazione provinciale La Spezia

Rifondazione attacca il Pd: “Serve più trasparenza su Porto, Acam e Parco delle CinqueTerre”

7 novembre 2010, by  
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Riproponiamo l’intervista di Paolo Magliani (Secolo XIX) a Simona Cossu (Capogruppo Prc in Consiglio Comunale alla Spezia):

Una mozione-trasparenza dove si chiede la pubblicazione delle retribuzioni di chi riveste incarichi di indirizzo politico. La presenterà Simona Cossu, capogruppo di Rifondazione Comunista in consiglio comunale spezzino, visti i recenti casi che hanno coinvolto il territorio, da Acam alle Cinque Terre.

Perché il comune della Spezia e gli altri enti dovrebbero approvarla?

«C’è una grave carenza di trasparenza nella gestione della cosa pubblica per cui è necessario trovare gli strumenti per cercare di sanare il malcostume emerso dai recenti scandali. In generale c’è una tendenza del Partito Democratico ad accentrare tutte le decisioni e a emarginarci per impedirci di partecipare alle scelte, valga per tutti l’esempio di quello che è successo in provincia».

Si riferisce alle Cinque Terre?

«Naturalmente sì, ma non solo. Tutti sapevano della gestione del Parco di Bonanini ma hanno taciuto, centrodestra compreso, anche se la responsabilità politica è tutta del Pd. Non basta dichiarare alla stampa di fare autocritica se poi non si realizza nei fatti, esattamente come è avvenuto per Acam».

E’ ancora è poco chiara a voi consiglieri la situazione-Acam?

«Su Acam la mancanza di trasparenza è ancora evidente: c’è stata una mancanza completa di controllo da parte delle istituzioni che ne detengono la proprietà, cioè i comuni. Questo ha portato al disastro che conosciamo e, come nelle Cinque Terre, rischiano di pagare solo i lavoratori».

Che soluzioni proponete per Acam?

«Lancio due proposte: sulla trasparenza interna la pubblicazione su internet dei lavori affidati ad Acam dai vari comuni e i rispettivi costi. Tale operazione ci permetterebbe forse di capire come mai il settore ambiente di Acam, che percepisce un introito dai cittadini che copre il costo di smaltimento dei rifiuti, sia in costante perdita. Ma non basta: occorre un piano industriale serio che prevede uno sviluppo dell’azienda e nuovi settori che possono produrre utili».

In che modo?

«Con lo sviluppo delle energie alternative. Il comune potrebbe mettere sul piatto con Enel la produzione di energie pulite e lo potrebbe fare con Acam. Infine i lavoratori potrebbero essere destinati ai comuni della provincia per il monitoraggio del territorio e la sua messa in sicurezza in una situazione attuale di forte dissesto idrogeologico. E a proposito di Enel: che fine ha fatto il tavolo del rinnovo della convenzione? Nebbia fitta…».

Rifondazione ha espresso forti critiche anche sul porto e sul Waterfront…

«La gestione Forcieri fino a questo momento è l’opposto della trasparenza e della partecipazione. Ritengo infatti gravissimo il suo comportamento adottato sulla vicenda del tavolo permanente di controllo sulle prescrizioni di via del piano regolatore portuale».

Cosa chiedete al presidente dell’Autorità Portuale?

«Bisogna rispettare la legge e il Prp è legge. Forcieri lo applichi a partire dalle opere di mitigazione ambientale e in particolare la fascia di rispetto, invece di discutere col presidente della Provincia, per beghe interne al suo partito, se un palazzo di 75 metri è o non è un grattacielo. Inoltre ricordo che presentare un progetto non significa accettare il pacchetto in blocco così com’è. Forcieri si ricordi di essere di centrosinistra e rispetti un po’ di più i cittadini e le istituzioni, invece di criminalizzarne il dissenso».

Paolo Magliani.

Dal Secolo XIX di Sabato 6 Novembre 2010.

L’assalto a Forcieri: “Sicurezza al Porto”

2 settembre 2010, by  
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Questa mattina si è svolto davanti all’Autorità Portuale spezzina il presidio di protesta organizzato dalla Federazione della Sinistra a seguito della morte in porto del camionista di Parma Roberto Mattioli avvenuta due giorni fa al terminal Ravano.

Rifondazione Comunista e Comunisti Italiani chiedono a gran voce a tutte le istituzioni attenzione totale per la sicurezza e le condizioni lavorative dei portuali, già da tempo denunciate dagli esponenti del PRC e PDCI in consiglio comunale spezzino senza però incontrare l’adesione di minoranza e maggioranza.

La delegazione ha poi incontrato il presidente AP Forcieri al quale ha chiesto un maggiore impegno nella verifica di quanto esposto, ci attendiamo immediati risultati.

Durante l’incontro la FDS ha posto la necessità che le istituzioni mettano all’ordine del giorno il tema della sicurezza.

Paradossalmente il giorno dopo l’incidente si magnificavano i numeri dello sviluppo del traffico merci nel porto, senza menzionare il dramammatico quadro che emerge dai dati della stessa AP, in cui si evidenzia un aumento degli infortuni gravi, da 18 del 2008 a 23 a maggio 2010.

La FDS terrà sempre alta l’attenzione sulla difesa di ogni lavoratore, a partire, ma non solo, dal grave problema della sicurezza.

Ma la Federazione ha posto anche il problema riguradante le condizioni di lavoro di tutti i portuali: turnazioni massacranti, condizioni precarie anche dal punto di vista igienico, mancanza di diritti. Un quadro drammatico che fa fatica ad emergere in virtù del clima di ricatto e di intimidazione costruito per impedire la rivendicazione dei diritti dei lavoratori.

Ecco il

Ma la centrale ENEL non doveva essere dismessa?

4 febbraio 2010, by  
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L’accordo di “ambientalizzazione” del porto, stipulato dall’autorità portuale e dall’ENEL, la dice lunga sulle modalità decisionali che si stanno intraprendendo alla Spezia. Rifondazione Comunista è fortemente allarmata rispetto alla deliberazione di scelte strategiche per la città da parte di organi come l’autorità portuale, che non rispondono ai cittadini.

La nostra riflessione parte dall’accordo programmatico che ha portato all’elezione del sindaco Federici, che aveva specificatamente in essere la dismissione della centrale ENEL della Spezia. Ciò pare superato da tempo in virtù degli investimenti fatti dall’azienda ma rimane un punto politico importante: è insostenibile affrontare mutamenti radicali della gestione del nostro territorio esautorando i percorsi democratici ed istituzionali, coinvolgendo la maggioranza politica in una discussione che segni un percorso condiviso e costruttivo.

Le nostre perplessità non sono solitarie viste le dichiarazioni caute dell’assessore Ruocco, ciononostante Rifondazione Comunista ritiene da tempo che la presenza dell’ENEL sia fortemente ingombrante: lo dice un referendum popolare, lo dice un accordo programmatico, lo segnala la spada di damocle che potrebbe diventare se qualcuno volesse bruciare al suo interno anche i rifiuti.

Riteniamo quindi che il risarcimento che l’ex-azienda elettrica di Stato deve ai cittadini sia ben più sostanzioso delle straordinarie opportunità paventate dall’accordo che Forcieri ha concordato.

Lo sanno i cittadini del levante spezzino.