Canese: “Operai con Ingroia, senza se e senza ma”
24 gennaio 2013, by admin
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Gli ultimi vent’anni di welfare sono stati devastanti per i lavoratori di questo paese. La precarizzazione del lavoro, le infinite possibilità di contratto regalate ai pirati del padronato, uniti ad una delocalizzazione selvaggia (relativa alla globalizzazione dei popoli in schiavitù), hanno di fatto minato il sistema industriale e artigianale italiano.
La legge Biagi, le regoline di Sacconi (e dell’amico Ichino), i giochetti di Brunetta, ed infine le riforme della Fornero al mercato del lavoro con incluso la modifica all’articolo 18, hanno reso il lavoratore italiano un pezzo di pongo nelle mani delle parti datoriali.
Un altro esempio da emulare per la categoria è stato quello fornito dall’A.D di FIAT sig. Marchionne che appena ha potuto è uscito da Confindustria e si è messo a dettare nuove regole che sostituiscono il contratto nazionale, facendole votare, sotto ricatto occupazionale, ai dipendenti.
Il liberismo sfrenato divulgato nel paese dal Berlusconismo ha amalgamato tutte queste cose e ha reso possibile l’annientamento e il silenziamento finale della classe operaia.
La mancanza di lavoro dovuta alla crisi (che sembra sempre più creata ad arte per farci ingoiare di tutto) ed il sistema instaurato, hanno reso un privilegiato, agli occhi degli altri, chi possiede un’occupazione a tempo indeterminato.
Ma questo privilegio è solo un castello di carta.
Chi possiede un lavoro stabile o pseudo-stabile è,grazie a tutte le leggi ed alle modifiche approvate negli ultimi anni, un burattino ricattabile dal primo all’ultimo giorno di lavoro.
Non ha più tutele ne garanzie e, per mantenere il posto di lavoro, deve sopportare ogni capriccio del padrone, per non essere ricacciato nel girone infernale della disoccupazione e del precariato.
Per queste ragioni, i lavoratori dovrebbero sposare il progetto di Rivoluzione Civile. Forse l’ultimo baluardo eretto per le classi deboli, così pesantemente vessate negli ultimi vent’anni.
Il bisogno di giustizia, diritti ed uguaglianza che ha iniettato sulla scena politica Antonio Ingroia, devono essere visti come possibilità concreta di cambiamento. Un voto non solo utile, ma indispensabile per far pendere l’ago della bilancia verso i meno abbienti e i lavoratori.
Un problema non secondario è, però, quello delle alleanze dopo le elezioni.
Il PD, che tanta “opposizione” ha fatto al “nemico” Berlusconi sui temi del lavoro, ha poi votato tutte le porcherie in materia, proposte dal governo Monti, rendendosi complice di questo scempio.
Non si possono dimenticare il voto sull’art.18, l’accordo sulla produttività, e lo schieramento di quasi tutto il partito (Fassino e Chiamparino in testa) a favore delle scelte intraprese da Marchionne (salvo i ripensamenti per ragioni elettorali dell’ultimo periodo). Altro tema caldo che ci divide dal PD riguarda la fiscalità.
E’ ancora fresca la notizia che Bersani è contro la patrimoniale. Bisognerebbe spiegargli che la patrimoniale è in vigore in quasi tutte le democrazie che tali si possono definire.
Chi ha di più deve pagare di più. In Italia questo sistema è rovesciato. Vediamo di raddrizzarlo.
Se saremmo convincenti su questi temi,avremmo sicuramente la possibilità di essere rappresentati in parlamento e, finalmente, dopo anni di deriva liberista, ci sarà qualcuno che rappresenterà di nuovo la classe operaia e le classi sociali più deboli di questo sconquassato paese.
Bisognerà valutare ogni provvedimento che riguarderà queste categorie e se la deriva liberista e padronale, dovesse proseguire, contrastarla in ogni ambito possibile.
Se ci sarà possibile bisognerà spingere per il ripristino di tutto quello che ci è stato tolto: un sistema che agganci i salari al costo reale della vita (una volta si chiamava scala mobile), contratti di lavoro che prevedano un piccolo apprendistato e poi l’assunzione a tempo indeterminato, l’abolizione delle agenzie interinali che altro non sono che lucratori di mano d’opera sottopagata, la possibilità della rappresentatività di tutti i sindacati all’interno delle aziende, il ripristino totale dell’articolo 18 e la sua estensione a tutte le realtà lavorative anche sotto i 15 dipendenti, una legge che impedisca alle aziende di creare sistemi paralleli e divergenti dai contratti nazionali, una legge che imponga dazi alla concorrenza sleale dei paesi, in cui, lo sfruttamento della manodopera sottopagata, sottrae lavoro alle aziende del nostro paese, rendendo concorrenziali i prezzi delle nostre produzioni.
Vent’anni di politiche e di messaggi subliminali sbagliati, divulgati da giornalisti a libro paga sulla carta stampata o nelle televisioni politicizzate dai governi che si sono alternati alla “guida” del paese, hanno reso difficile far comprendere persino ai colleghi di lavoro, la gravità di tutto quello che ci è passato sopra le teste.
Le belinate a cui assistiamo da tempo sulle televisioni ci hanno reso dei perfetti burattini incapaci di ogni reazione degna di nota e totalmente asserviti al sistema.
E’ ora di darsi una scossa e chiedere che i nostri diritti vengano ripristinati e rispettati.
Diamo forza a RIVOLUZIONE CIVILE, SENZA SE E SENZA MA !!!
Marco Canese
Operaio
Solidarietà ai dipendenti Atc verso lo sciopero: inaccettabile aumento dei biglietti, ennesimo effetto della “cura” Monti sulla povera gente
5 gennaio 2013, by admin
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Primarie Pd, Olivieri (Rifondazione Comunista): “Un appello che non mi ha convinto”
30 novembre 2012, by admin
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Ho letto con attenzione l’appello per il voto a Bersani promosso da dirigenti del Pdci spezzino e ligure e da alcuni compagni impegnati a diversi livelli nelle strutture della Cgil. I firmatari dell’appello invitano “i compagni della sinistra, giustamente critici nei confronti del Pd” a riflettere e ad andare a votare per evitare che alle Primarie vinca Renzi. Devo dire che l’appello non mi ha convinto. Secondo i firmatari dell’appello, un’eventuale vittoria di Renzi toglierebbe ai lavoratori “la speranza di porre rimedio agli odiosi provvedimenti di Monti e Berlusconi”, dando ad intendere che invece se vincesse Bersani verrebbero rivisti. In realtà Bersani ha più volte detto chiaramente che un suo eventuale governo sarebbe “in continuità con la linea del rigore di Monti”.
Non c’è quindi nessuna ragione per illudere gli altri e per illudere se stessi: Bersani non toccherà gli “odiosi provvedimenti” che lui stesso ha condiviso e votato in Parlamento; non toccherà insomma l’innalzamento dell’età pensionabile, l’Imu, la manomissione dell’art. 18 e le altre porcate della Fornero, il pareggio di bilancio in Costituzione, il fiscal compact, la spending review ecc. Del resto la Carta d’intenti sottoscritta anche da Bersani è chiara: il prossimo governo sarà fedele agli impegni internazionali (cioè obbedirà agli ordini della Troika) e se a qualche parlamentare venisse in mente di disturbare il manovratore non potrà farlo perché dovrà adeguarsi al parere della maggioranza dei parlamentari del centrosinistra, che saranno del Pd. Tutto scritto e sottoscritto, nero su bianco. Lo stesso argomento secondo il quale bisogna votare Bersani perché Renzi è “peggio” è ormai frusto. Sono vent’anni che la sinistra – “radicale” o comunista, chiamatela come vi pare – vota per il “meno peggio” e per impedire che vinca “il peggio”.
A forza di votare il “meno peggio” abbiamo finito per non essere più capiti da nessuno e per perdere la “nostra gente”. Lo dico, sia chiaro, assumendomi il mio carico di responsabilità poiché da dirigente di Rifondazione Comunista ho anch’io condiviso quelle scelte. Penso che questa volta alle prossime elezioni occorra proporre una lista unitaria della sinistra, alternativa anche al Pd, che faccia valere le ragioni dei lavoratori e della povera gente. C’è un’alternativa al solito “tapparsi il naso” e votare per il “meno peggio”: essere se stessi. Con orgoglio.
Sergio Olivieri, ex deputato di Rifondazione Comunista
Olivieri (Prc/Fds): “La Chiesa non pagherà l’Imu, ecco l’equità secondo Monti, Bersani, Berlusconi e Casini”
6 settembre 2012, by admin
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«Mentre le famiglie italiane si preparano al versamento della rata dell’Imu sulla casa, viene allo scoperto una nuova beffa. Quando il Governo Monti, col voto favorevole del Pd, del Pdl e dell’Udc introdusse l’Imu, venne eliminata anche la clausola che esentava le proprietà della Chiesa cattolica dal pagamento delle imposte. Ora questa esenzione é stata di fatto reintrodotta perchè nel frattempo non sono state varate le “norme attuative” sicché il pagamento dell’Imu sarà applicato a tutti tranne che alla Chiesa cattolica».
«Quando si tratta di far pagare lavoratori e pensionati – ha commentato Sergio Olivieri di Rifondazione Comunista – il Governo Monti, il Pd, il Pdl e l’Udc sono efficenti e solerti. Quando invece c’è da toccare i poteri forti, e il Vaticano é uno di questi, si usano mille riguardi. Passi per un partito confessionale come l’Udc o per una forza reazionaria come il Pdl – conclude Olivieri – ma che il Pd tolleri tutto questo, magari per accreditarsi come forza di governo presso gli ambienti ecclesiastici, é una vera vergogna».
Sergio Olivieri
Segretario regionale Rifondazione Comunista/Fds Liguria
Da Spezia un pullman per gridare No alla legge Fornero. Sabato 12 a Roma grande manifestazione della Fds contro il governo Monti
9 maggio 2012, by admin
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Da Spezia tutti a Roma sabato per manifestare contro le nefaste politiche economiche del governo Monti.
La Fds spezzina, reduce dall’ottimo risultato elettorale di domenica e lunedì, si rituffa nelle lotte sociali con l’allestimento di un pullman per la grande manifestazione di Roma di sabato 12 maggio.
Un evento molto importante che chiama a raccolta tutta la Sinistra italiana per una vera alternativa contro le politiche dissanguanti del governo nei contronti del mondo del lavoro, dei pensionati e dello stato sociale, all’indomani di un voto molto significativo per la storia dell’intero Paese.
Come alla Spezia grideremo in piazza il no alla “riforma” Fornero che un parlamento sempre più impopolare e delegittimato si appresta ad approvare. Porteremo con orgoglio il nostro ormai celebre striscione “Giù le mani dall’articolo 18”, già mostrato agli onorevoli Bersani e Ichino nelle loro recenti visite sul nostro territorio.
Di seguito il testo dell’appello con la possibilità di aderire tramite il sito della Federazione della Sinistra:
http://www.
Per adesioni e prenotazioni per il viaggio a Roma invitiamo tutti gli interessati a contattare la mail rifondazionecomunistalaspezia@
Federazione della Sinistra La Spezia
GRIDIAMOGLIELO IN PIAZZA! Appello per la manifestazione del 12 Maggio
Mai come in questo momento la Costituzione della Repubblica rischia di essere travolta a partire dall’articolo 1: “L’Italia è una Repubblica democratica fondata sul lavoro”.
Il valore e la natura stessa della democrazia e dei diritti del lavoro sono infatti gravemente sviliti da controriforme e manovre economiche inique, esplicitamente dettate da poteri politici e finanziari esterni al sistema istituzionale del nostro Paese.
Il Governo Monti, pur formalmente legittimato dal sostegno della maggioranza trasversale di un Parlamento ampiamente logorato nella propria rappresentanza e credibilità, a partire dalle stesse modalità elettorali che lo hanno espresso, agisce al di fuori di un mandato popolare.
L’introduzione del vincolo del pareggio di bilancio subordina l’esigibilità dei diritti sociali e alla salute, all’istruzione, alla previdenza e all’assistenza alle “superiori” ragioni del mercato.
La riforma del lavoro, con lo svuotamento dell’articolo 18 e la sostanziale liberalizzazione del lavoro precario, segna un salto di qualità nel dominio e nella ricattabilità del lavoro i cui diritti sono già in via di destrutturazione per l’attacco portato dal governo Berlusconi alla contrattazione nazionale e alla democrazia sindacale.
Queste politiche sono tanto inique socialmente, quanto recessive e fallimentari sul terreno economico, e stanno portando il paese in un baratro senza precedenti.
Opporsi a queste politiche e concorrere alla costruzione di un modello sociale ed economico alternativo è pertanto dovere di ogni cittadina e cittadino democratici: è il compito urgente che abbiamo tutti noi, in Italia ed in Europa.
Un’alternativa che contrasti effettivamente la speculazione, usata insieme al debito contratto dagli Stati per salvare speculatori ed affaristi, come una clava per distruggere i diritti sociali.
Un’alternativa volta a redistribuire la ricchezza, a fronte della crescita scandalosa delle disuguaglianze, ad aumentare salari e pensioni, istituire il reddito sociale, riqualificare ed estendere il sistema di welfare.
Un’alternativa che si fondi sulla centralità dei diritti del lavoro, riconverta le produzioni nel segno della sostenibilità ecologica, investa nella conoscenza e nella cultura, ampli la sfera dei beni comuni sottratti al mercato, riqualifichi il pubblico a partire da un nuovo modello di democrazia e partecipazione.
Un’alternativa all’insegna di politiche di pace e cooperazione contro le logiche di guerra con la drastica diminuzione delle spese militari.
Per queste ragioni, facciamo appello a scendere in piazza il 12 Maggio a Roma.
Contro il governo Monti, le politiche della BCE, della UE e il Fiscal Compact.
Primi firmatari:
Vittorio Agnoletto, Mario Agostinelli, Andrea Alzetta, Sandra Amurri, Cesare Antetomaso, Giorgio Arlorio, Angelo Baracca, Vittorio Bardi, Glauco Benigni, Paolo Berdini, Marco Bersani, Ciccio Brigati, Benedetta Buccellato, Loris Campetti, Massimo Carlotto, Francesco Caruso, Antonio Castronovi, Adelmo Cervi, Alessio Ciacci, Paolo Ciofi, Giorgio Cremaschi, Ciro D’Alessio, Alessandro Dal Lago, Roberto D’Andrea, Dante De Angelis, Walter De Cesaris, Marco Dentici, Paolo Di Vetta, Mario Dondero, Riccardo Faranda, Amedeo Fago, Anna Fedeli, Gianni Ferrara, Agostino Ferrente, Guglielmo Forges Davanzati, Calogero Giallanza, Alfonso Gianni, Peppe Giuffrida, Haidi Giuliani, Carlo Guglielmi, Margherita Hack, Beniamino Lami, Guido Liguori, Mimmo Loffredo, Fabio Massimo Lozzi, Alberto Lucarelli, Gianni Lucini, Silvia Luzzi, Cecilia Mangini, Gianfranco Mascia, Magda Mercatali, Bartalo Mancuso, Citto Maselli, Ugo Mattei, Sandro Medici, Dino Miniscalchi, Roberto Musacchio, Loretta Mussi, Giovanni Naccari, Giorgio Nebbia, Carla Nespolo, Nicola Nicolosi, Luca Nivarra, Fulvio Vassallo Paleologo, Valentino Parlato, Ciro Pesacane, Ulderico Pesce, Barbara Pettine, Francesco Piccioni, Silvana Pisa, Vito Francesco Polcaro, Gabriele Polo, Pierpaolo Pullini, Franca Rame, Gianni Rinaldini, Annamaria Rivera, Renzo Rossellini, Alessandro Rossetti, Franco Russo, Nino Russo, Ersilia Salvato, Patrizia Sentinelli, Adriano Sgrò, Vauro Senesi, Marino Severini, Bebo Storti, Fabrizio Tomaselli, Unione Inquilini, Vittorio Vasquez e il gruppo consiliare Napoli è TUA.
Paolo Ferrero a Spezia: “Il voto alla Federazione della Sinistra è un voto contro Monti”
5 maggio 2012, by admin
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«A Spezia siamo col centrosinistra perché c’è un programma condiviso. In Italia consideriamo il governo Monti una iattura, a differenza del Pd che lo sostiene a spada tratta». Così Paolo Ferrero, segretario nazionale di Rifondazione Comunista/Fds ieri alla Spezia per chiudere la campagna elettorale della Federazione della Sinistra.
«A chi ci rimprovera di stare con il Pd» prosegue Ferrero «rispondiamo che dove è stato possibile, come qui, condividere temi come acqua pubblica, no al carbone all’Enel, questione waterfront e aree militari, lo abbiamo fatto, anche per arginare una destra e un populismo sempre più inqualificabili. In altre città questo non è avvenuto».
Sul piano nazionale lo scenario è opposto: «E’ incredibile che chi solo dieci anni fa portava tre milioni di persone in piazza a difesa dell’articolo 18 oggi sia il principale protagonista della sua distruzione. Per questo a Spezia,come nel resto d’Italia, abbiamo contestato personaggi come Bersani e Ichino. Sul piano locale le cose vanno meglio, ci tengo a sottolineare l’impegno nei confronti dei lavoratori in crisi, in particolare quelli di Fincantieri e della difesa dei beni comuni».
Infine un giudizio su questa tornata amministrativa: «Saranno elezioni molto importanti perché avranno doppia valenza: da un lato si misureranno le forze di chi crede che questo sia il miglior governo possibile, mentre dall’altro si potrà dare un forte segnale da sinistra contro le devastazioni del governo Monti. Per questo il voto alla Fds vale doppio».
FERRERO: GOVERNO E’ FOTOCOPIA DI QUELLO DI BERLUSCONI. SEGRETARIO RIFONDAZIONE: SCENDERE IN PIAZZA CONTRO BANCHIERI (ANSA) – LA SPEZIA, 4 MAG – «Il governo Monti non è che la continuazione del governo Berlusconi: parla di giustizia ed aumenta le tasse, parla di lavoro e vara la riforma dell’articolo 18. Fa il contrario di quello che dovrebbe fare». Lo ha detto Paolo Ferrero, segretario di Rifondazione Comunista, alla Spezia questa sera per chiudere la campagna elettorale della Federazione della Sinistra che sostiene la candidatura di Massimo Federici (Pd). «È arrivato il momento di scendere in piazza per dire basta al governo dei banchieri» ha detto Ferrero che ha ricordato la proposta di «tassare i grandi patrimoni e mettere un tetto alle pensioni faraoniche per recuperare risorse da investire nella giustizia sociale».
FERRERO PRC : LAVORIAMO A COSTRUZIONE POLO UNITARIO SINISTRA (ANSA) – LA SPEZIA, 4 MAG – «Stiamo lavorando alla costruzione di un polo politico unitario, che comprenda anche Sel: una sinistra unita è una sinistra più forte». Lo ha detto Paolo Ferrero, segretario di Rifondazione Comunista alla Spezia anticipando i temi di un suo comizio elettorale. «Il voto delle amministrative sarà indicativo per le prossime politiche», ha detto Ferrero che ha giudicato il proliferare di liste civiche «un sintomo di maggior partecipazione ma anche di maggior disorientamento, specchio della crisi politica del Paese».
Bersani a Lerici, Prc/Fds in piazza: “Difendi l’articolo 18 e stacca la spina al Governo Monti-Fornero”
23 marzo 2012, by admin
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All’arrivo di Pierluigi Bersani in Piazza Garibaldi a Lerici per un comizio, un nutrito gruppo di militanti di Rifondazione comunista/Federazione della sinistra, tra i quali il segretario regionale Sergio Olivieri e l’assessore al comune di Lerici Verusckha Fedi, ha srotolato uno striscione con la scritta “Giu’ le mani dall’articolo 18“.
Nel corso dell’iniziativa non si é registrata alcuna tensione tra i manifestanti del Prc/Fds ed i partecipanti all’incontro con Bersani molti dei quali hanno espresso l’auspicio che dallo stesso Pd venga un deciso rifiuto della cancellazione dell’art 18 voluta dal Governo.
La medesima aspirazione é stata peraltro espressa anche dai militanti di Rifondazione che hanno precisato che “l’esposizione delle striscione non é stata una contestazione a Bersani ma un semplice invito a stare con i lavoratori in difesa dell’art. 18 ed a staccara la spina ad un Governo antioperaio che cancella i diritti del mondo del lavoro“.
Prc/Federazione della Sinistra La Spezia