Prc Liguria al sostegno dei lavoratori della grande distribuzione: “Boicottiamo i supermercati che non applicano il contratto”
7 novembre 2015, by admin
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Rifondazione Comunista Liguria sostiene convintamente la mobilitazione e lo sciopero dei lavoratori e delle lavoratrici della grande distribuzione del 7 novembre, promosso dalle organizzazioni sindacali del settore, per il contratto e contro l’attacco ai diritti e al salario.
Lo sciopero ha una valenza importante per tutto il mondo del lavoro perché avviene in un settore dove da anni vige la più feroce guerra tra i poveri, scaricata in particolare su giovani e donne, attuata con salari da fame, con flessibilità e precarietà selvagge. Una guerra tra i poveri voluta dai grandi gruppi e tutta “casalinga”, perché il settore non è certo esposto alla concorrenza internazionale.
Per sostenere fino in fondo le ragioni dei lavoratori e delle lavoratrici, Rifondazione Comunista lancia a partire dal 7 novembre una campagna di boicottaggio dei supermercati, invitando i consumatori a non fare la spesa nei supermercati che non vogliono applicare il nuovo contratto e non vogliono aumentare i salari da fame che caratterizzano il settore. Solo un’alleanza tra lavoratori e consumatori può piegare l’arroganza delle grandi multinazionali della distribuzione.
Rifondazione Comunista,
segreteria regionale Liguria
Massimo Lombardi (Rete a Sinistra): “Contro la “malascuola” di Renzi, oggi presidio sotto la prefettura a sostegno di insegnanti e studenti”
18 maggio 2015, by admin
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Nessuno si è lasciato ingannare dalle aperture e dagli incontri con i sindacati, ne intimidire dalla repressione del dissenso a Renzi, come le denunce di chi a Bologna ha osato contestare il Presidente del Consiglio alla festa dell‘Unità.
Renzi sta proseguendo un attacco neo liberista alla scuola pubblica che dura da oltre vent’anni, con le azioni di governo della Moratti, della Gelmini, di Profumo e anche di Luigi Berlinguer, che hanno mirato a trasformare la scuola da istituzione pubblica a servizio a domanda individuale sempre più sottratta alle funzioni dello stato, e quindi messa a disposizione del “libero” mercato.
Renzi porta a compimento questo processo: dopo l’immissione nel sistema pubblico delle paritarie private, la distruzione del tempo pieno e del tempo prolungato (modello di scuola di base invidiato da tutto il mondo), i tagli ai bilanci, il mantenimento dei precari come dato strutturale dequalificante, il dimensionamento delle scuole, il colpevole abbandono della edilizia scolastica, il continuo aumento dei fondi alle private, Renzi cancella la scuola della Costituzione.
Il ddl fa scomparire diritti e poteri di studenti e docenti, trasformando in potenziale precario anche chi è in ruolo, suddito nelle mani del preside sceriffo, è una riorganizzazione della “governance “della scuola /servizio con al centro la rete dei dirigenti.
La scuola è un baluardo da difendere, come la Costituzione. Non dobbiamo permettere all’autoritarismo dilagante di distruggere l’istituzione pilastro della nostra società.
Vergassola (Prc/Fds) e Ghiglione (Flc Cgil): “Test Invalsi prove inique da boicottare”
18 maggio 2012, by admin
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Mercoledì 16 maggio gli studenti della Fds con la partecipazione della Flc Cgil hanno organizzato un’iniziativa in piazza Mentana per “boicottare” le prove Invalsi, che proprio in quel momento si stavano tenendo nelle classi seconde di tutti gli istituti superiori della città. I giovani della Fds hanno infatti invitato gli studenti delle scuole superiori della provincia spezzina a NON ENTRARE A SCUOLA, così da NON COMPILARE I TEST.
L’INVALSI (Istituto nazionale per la valutazione del sistema educativo di istruzione e di formazione) è nato per fornire al decisore politico tutti gli elementi utili per il miglioramento del sistema formativo e dovrebbe lavorare a sostegno e in collaborazione con le scuole. Purtroppo negli ultimi anni si è intrapresa una direzione totalmente inversa. Si rischia di trasformare le prove Invalsi nell’unica forma di valutazione, totalmente scollata dalla prassi quotidiana, invece di utilizzarle come uno degli indicatori del sistema nazionale. Occorre una riflessione sulla stessa efficacia dei test, come del resto si sta facendo in altri Paesi, affinché esse non si limitino a misurare le competenze in matematica e italiano ma anche le capacità creative e relazionali degli allievi che sono altrettanto decisive per una scuola dove si impara ad imparare. Riteniamo inutile e dannoso piegare la didattica all’addestramento ai test.
Chiediamo chiarezza affinché non si determini un uso improprio di queste prove, che non possono essere legate ne al finanziamento degli istituti scolastici (un risultato positivo equivale ad un finanziamento più generoso) ne alla valutazione e quindi al riconoscimento economico degli insegnanti. La prassi sempre più frequente, da parte delle istituzioni scolastiche, di pubblicare gli esiti della rilevazione, contribuisce a determinare informali quanto infondate e perniciose classifiche tra scuole, come ampiamente dimostrato dalla letteratura internazionale al riguardo.
E’ poi fonte di vera inquietudine quanto previsto dall’Invalsi nella “Nota sullo svolgimento delle prove per gli allievi con bisogni educativi speciali“. Si prevede infatti che la decisione di far partecipare o meno alle prove (e se sì con quali modalità) gli alunni diversamente abili sia rimessa al giudizio della singola scuola per il tramite del suo dirigente. Secondo l’Invalsi, infatti, la valutazione del singolo caso può essere effettuata in modo soddisfacente SOLO dal dirigente scolastico che può decidere se far partecipare o meno l’alunno diversamente abile. Se ritenuto opportuno dal dirigente scolastico è consentito che gli allievi con DSA svolgano le prove in un locale differente da quello utilizzato per gli altri allievi della classe. In questo modo ragazzi che tutti i giorni lavorano e imparano insieme, all’improvviso ricevono il messaggio che questo non va, che bisogna marcare le diversità. L’Invalsi spieghi perché l’inclusività e l’eterogeneità delle classi non può essere uno standard di riferimento. O, quantomeno, un elemento di contesto a partire dal quale costruire le prove e le modalità della loro somministrazione.
Inoltre i sostenitori dell’Invalsi tentano di far credere che i test siano anonimi, quando in realtà ogni prova ha un codice specifico che la collega ad un unico studente. E per come vengono gestite queste prove c’è un reale rischio che si tratti più di una schedatura che di un vero strumento di valutazione. Gli studenti vanno valutati, non schedati e soprattutto rispettati.
Filippo Vergassola, Responsabile Prov.le Scuola e Università Fds La Spezia
Lara Ghiglione, Segretario Prov.le Flc Cgil La Spezia
Vergassola: “Boicotta i test Invalsi! Gli studenti spezzini disertino la scuola il prossimo 16 maggio”
10 maggio 2012, by admin
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Mercoledì 16 maggio prossimo gli studenti delle scuole superiori saranno chiamati a sostenere i test Invalsi, prove a quiz che sottopongono agli studenti domande sul livello complessivo della loro formazione e in generale sull’efficienza del loro istituto. Invitiamo gli studenti spezzini a boicottare tale prova non entrando in blocco a scuola.
Infatti questi test sono dannosi per gli studenti, per gli insegnanti, e per il futuro della scuola pubblica italiana.
Per gli studenti, in quanto vengono giudicati (o, meglio, “schedati”) con modalità differenti da quelle abituali e non servono a nulla nel miglioramento della loro preparazione.
Per gli insegnanti, costretti a valutare in modo “omologato” senza tenere conto di tutta una serie di fattori generalmente considerati nella valutazione “personale” di ogni singolo studente
E per il futuro delle scuole del nostro Paese?
Anche volendo sorvolare sull’assoluta mancanza di senso e di utilità di queste prove, che oltretutto sottraggono tempo al regolare svolgimento delle lezioni, l’aspetto gravissimo di tutto ciò è un altro: da quest’anno dalle graduatorie dei risultati dell’Invalsi dipenderanno le modalità in base alle quali verranno distribuiti i fondi statali.
Gli istituti ritenuti non meritevoli saranno in questo modo lasciati senza finanziamenti. Così facendo si procede a grandi passi sul percorso, iniziato oramai dai governi precedenti e portato avanti con chiarezza da quello Monti, di trasformazione della scuola pubblica in un’azienda, dove tutte le decisioni vengono prese esclusivamente in base a parametri economici.
Inoltre sostenitori dell’Invalsi tentano di far credere che i test siano anonimi, quando in realtà ogni prova ha un codice specifico che la collega ad un unico studente.
Dulcis in fundo assieme al test viene distribuito un questionario con domande inerenti la vita privata degli studenti (“Con chi vivi?”, “Quanti libri ci sono in casa tua?”, “Hai mai subito atti di bullismo?” solo per fare degli esempi) che non si comprende cosa c’entrino con le finalità apparentemente statistiche dello stesso test.
Per tutti questi motivi invitiamo gli studenti delle scuole superiori della provincia spezzina a NON ENTRARE A SCUOLA il 16 maggio così da NON COMPILARE I TEST, che ancora non sono obbligatori, dato che il non svolgerli non avrà conseguenze sulla valutazione dello studente. Gli studenti vanno valutati, non schedati e soprattutto rispettati, non presi in giro.
Filippo Vergassola
Responsabile Prov.le Scuola e Università
Rifondazione Comunista/Fds La Spezia