Spese luminarie e caro bollette, Lombardi (Spezia Bene Comune/Rifondazione Comunista) presenta ordine del giorno in sostegno alle fasce deboli

6 febbraio 2023, by  
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Abbiamo deciso come Spezia Bene Comune/Rifondazione Comunista di presentare un ordine del giorno sulla questione luminarie e bollette, nel 2022 ogni famiglia spenderà, in media, circa mille euro in più rispetto al 2021 per le bollette della luce e del gas, con un aumento rispettivo di 440 euro circa per la luce e di 560 euro circa per il gas, per un totale di circa 30 miliardi di euro in più, questi aumenti pesano in modo particolare sulle fasce di reddito medio-basse della popolazione, penalizzate negli ultimi anni dalla stagnazione dei salari e dalla diffusione di contratti di lavoro a termine, fasce su cui pesa ed incide maggiormente anche l’aumento dei prezzi dei prodotti alimentari e di altri beni di largo consumo.
L’aumento della bolletta energetica ha conseguenze negative sulla ripresa economica e mette a rischio, non solo le famiglie, ma le attività di impianti sportivi, circoli ricreativi e associazioni a scopo sociale e culturale che offrono servizi importanti alla cittadinanza con la loro attività fortemente legata alle necessità territoriali. In questa situazione di crisi energetica l’amministrazione comunale ha scelto di spendere quest’anno 189.259,20 euro in luminarie mentre lo scorso anno la spesa realmente assunta dalle casse comunali risulta di euro 186.974,27, un vero e proprio schiaffo alle famiglie e non solo del territorio travolte dalla crisi energetica mentre con un’ordinanza sindacale si dispongono tagli sugli orari dell’illuminazione pubblica mettendo a rischio la tanto brandita sicurezza.
In questi mesi le società che producono, distribuiscono e vendono energia elettrica e gas hanno scaricato questi aumenti dei prezzi interamente in bolletta, realizzando utili e profitti considerevoli sul costo finale della bolletta pesano infatti non solo i costi degli investimenti, ma anche la remunerazione del capitale investito, nonché l’IVA al 10 o al 22% a seconda del consumo, e obsoleti oneri di sistema. L’assenza di meccanismi di calcolo delle bollette in proporzione alle fasce di reddito penalizza particolarmente le fasce più basse della popolazione. Negli ultimi venti anni ci hanno detto che la liberalizzazione del mercato dell’energia e del gas avrebbe fatto scendere i prezzi in bolletta, ma questa situazione particolare ha evidenziato come la deregulation e la liberalizzazione dei mercati, tanto più su risorse come quelle energetiche, provoca a seconda della “salute” o meno del mercato oscillazioni che incidono negativamente sull’economia, spesso già fragile, delle famiglie si stima un aumento dei prezzi in bolletta del 70% per il gas e del 40% per l’energia elettrica, in contrasto con gli obiettivi dichiarati di favorire attraverso la concorrenza i consumatori; Le conseguenze della povertà energetica sono negative sul livello del benessere e su quello dell’inclusione sociale.
Pensiamo che si debba intervenire prima di tutto a livello nazionale per recuperare le risorse da utilizzare per calmierare i prezzi di luce e gas attraverso l’aumento della tassazione degli extra profitti realizzati dalle società energetiche, presso l’Autorità di regolazione per energia reti e ambiente, predisporre un meccanismo permanente di computo delle bollette agganciato proporzionalmente alle fasce di reddito in modo da agevolare maggiormente i redditi delle fasce medio-basse, rivedere il regime dell’IVA, mantenendola definitivamente al 5% o cancellandola del tutto, escludere dalle bollette la remunerazione del capitale investito da parte delle società energetiche, predisporre uno studio finalizzato alla ri-pubblicizzazione del settore energetico e quindi recedere alla completa liberalizzazione prevista dal 2023 e si agisca con tutti i mezzi e in tutte le sedi per riacquistare un effettivo controllo pubblico del settore, al fine di realizzare obiettivi di equità sociale, diminuire drasticamente i circa 28 miliardi di euro le risorse economiche, che sono state recentemente incrementate, per le spese militari nella lotta a questa situazione di disagio economico sociale.
E poi a livello locale e quindi questa amministrazione si deve impegnare per facilitare la nascita di Comunità energetiche rinnovabili nella nostra città promuovendo l’informazione e la messa in rete dei potenziali soggetti interessati, creando occasioni di confronto sul tema con le Università cittadine, i soggetti imprenditoriali interessati, i quartieri cittadini, promuovere un percorso specifico con ARTE, rivolgendosi al patrimonio di edilizia popolare e ai cittadini che lo abitano come primi soggetti interessati dalla riduzione del costo dell’energia; individuare nel bilancio comunale un capitolo di spesa dedicato al sostegno economico alle famiglie e alle imprese in difficoltà nel pagamento delle bollette energetiche, ma soprattutto evitare di sprecare il denaro pubblico come è stato fatto quest’anno per le luminarie natalizie ed impegnarsi affinché si proceda nel prossimo quinquennio a diminuire gradualmente l’impegno di spesa per le luminarie natalizie del 50% ma già nel 2023 almeno del 20%, investendo i soldi risparmiate in azioni volte a contrastare la povertà energetica in città.
Massimo Lombardi,
Consigliere Comunale Spezia Bene Comune/Rifondazione Comunista

Prc-Rivoluzione Civile La Spezia: “Bollette illegittime dal 2011. E i cittadini spezzini?”

12 febbraio 2013, by  
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Il Consiglio di Stato ha sentenziato che gli italiani pagano una bolletta illegittima da luglio 2011, non essendo stata rispettata la volontà referendaria espressa da 27 milioni di persone. L’Autorità per l’Energia Elettrice ed il Gas, incaricata di formulare la nuova tariffa all’indomani del Referendum, aveva infatti chiesto un parere al Consiglio di Stato circa la remunerazione del capitale investito, ovvero il profitto garantito del 7% presente nelle bollette (remunerazione del capitale investito) ed ora il Consiglio di Stato ha confermato quanto precedentemente affermato dalla Corte Costituzionale: occorre ricalibrare le bollette.

Naturalmente tutto ciò significa Acam e ci chiediamo dove sia finita tutta la fretta di chiudere contrattazioni capestro per i lavoratori con soluzioni miopi per l’azienda e dannose per i cittadini. Cosa dovranno aspettare i cittadini spezzini affinché venga applicato il risultato referendario? Che cosa dovranno attendere i lavoratori di Acam per avere un progetto di lunga scadenza per l’azienda che non sia la svendita? Forse la fine della campagna elettorale, nella quale questi temi pare non siano all’ordine del giorno, ma è bene ricordarlo, a tutte le forze politiche che hanno sostenuto i referendum (Pd in primis), non si possono fare profitti sull’acqua. Si scrive acqua, si legge democrazia.
Fortunatamente Rivoluzione Civile candida in Liguria persone qualificate anche su queste tematiche, come il prof. Alberto Lucarelli, protagonista con la giunta De Magistris, del percorso di ripubblicizzazione della società idrica del comune di Napoli, divenuta ABC Napoli (Acqua Bene Comune), chiaro esempio di volontà politica che alla Spezia latita.
Rifondazione Comunista-Rivoluzione Civile La Spezia