Referendum costituzionale, Bucchioni (Prc La Spezia) presenta una mozione contro il disegno di legge Renzi-Boschi

19 maggio 2016, by  
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Sarà discussa il prossimo lunedì 23 maggio dal consiglio comunale della Spezia la mozione in difesa della Costituzione e contro il disegno di legge costituzionale ad opera del duo Renzi-Boschi. Presentata dal capogruppo Prc Edmondo Bucchioni, la mozione rappresenta un’azione politica che Rifondazione Comunista attuerà in tutti i comuni dove è presente con i propri consiglieri, ed è volta a sensibilizzare i cittadini su quanto accadrà all’assetto istituzionale dello stato se tale “deforma” non verrà fermata dal referendum del prossimo ottobre.
Come dieci anni fa, quando milioni di NO bloccarono l’attacco costituzionale di Berlusconi e Bossi, l’auspicio è che la popolazione tutta impedisca una svolta autoritaria decisiva, che tradirà una volta per tutti i principi di uguaglianza e democrazia sanciti dall’Assemblea Costituente all’indomani della guerra di Liberazione. 
 
 
Di seguito il testo della mozione:
 

Mozione: Disegno di legge Costituzionale di riforma della parte II della Costituzione. 

 
Premesso che spetta unicamente al Parlamento, e non al Governo, qualsiasi iniziativa di riforma Costituzionale, così come recita l’articolo 138 della nostra Carta Costituzionale che fissa tempi e procedure per modificarla; 
 
premesso che l’attuale Parlamento, eletto con un sistema elettorale (Porcellum) dichiarato illegittimo dalla Corte Costituzionale (sentenza n°1/2014), Ha approvato una legge elettorale l’Italicum che non rispetta le indicazioni della stessa sentenza e, fatto ancor più grave, si accinge ad approvare una riforma Costituzionale (Senato) destinata a travolgere l’assetto democratico del nostro Paese; 
 
considerato che nel referendum 2006 il popolo italiano si era già espresso, bocciando analogo tentativo di riforma Costituzionale presentata dal governo Berlusconi, per sostenere e confermare il modello di Stato e l’intero ordinamento democratico voluto e condiviso dai nostri Padri costituenti in rappresentanza di tutti i partiti che avevano lottato contro il fascismo; 
 
ritenuto che la legge elettorale e la riforma del Senato di imminente approvazione andranno a ledere profondamente i diritti Costituzionali dei Cittadini in quanto: 
 
il Senato della Repubblica non sarà più eletto direttamente dai Cittadini (art.58 Cost.) ma sarà ridotto a un’assemblea di cento Senatori di cui 5 nominati dal Presidente della Repubblica e 95 (74 Consiglieri Regionali e 21 Sindaci) scelti dai consigli Regionali con un doppio incarico e dunque in potenziale conflitto di interesse con il loro ruolo i amministratori Regionali o comunali,
 
la legge elettorale ltalicum ricalca, peggiorandolo, l’anticostituzionale Porcellum e disattende la sentenza della Consulta perché continua a negare il voto diretto dei Cittadini ed il loro diritto ad esprimere senza vincoli le proprie preferenze (artt. 3, 48, 56, 58 Cost.) Tale legge, dunque, ripristina un Parlamento nominato dai partiti e ripropone un sistema fortemente maggioritario con un altissimo premio di maggioranza;
 
ritenuto che il combinato disposto da queste riforme, quella della legge elettorale e quella del Senato:
 
consegnerà un potere praticamente assoluto al partito o alla lista che, con solo il 40% dei voti, conquisterà il 55% dei seggi alla Camera dei Deputati (340) seggi ed avrà una maggioranza tale da poter condizionare l’elezione del Presidente della Repubblica, dei giudici della Corte Costituzionale e dei componenti del Consiglio Superiore della Magistratura, organi di garanzia e di controllo fondamentali per la vita della democrazia Costituzionale;
 
consegnerà nel caso assai probabile in cui nessun partito o coalizione di partiti dovesse raggiungere il 40% dei voti , nel successivo turno di ballottaggio,la maggioranza assoluta dei seggi ad un solo partito, indipendentemente dai voti ottenuti al primo turno (che potrebbero anche rappresentare solo un 20% degli elettori) e dal numero dei votanti
 
comprimerà ulteriormente la “sovranità popolare” modificando e mortificando gli istituti Costituzionali di democrazia diretta, referendum(articolo 75) e leggi di iniziativa popolare (art.7 alzando le soglie per il loro esercizio (da 500.000 a 800.000 per i referendum abrogativi e da 50.000 a 150.000 per le leggi di iniziativa popolare);
 
tutto ciò premesso,
 
 
il Consiglio Comunale della Spezia
 
esprime fortissimo allarme per la deriva autoritaria in atto contro la quale si sono costituiti in tutta ltalia, ed anche alla Spezia, Comitati referendari per il NO al Referendum previsto dall’articolo 138 della Costituzione,
 
esprime la più ferma condanna nei confronti delle modifiche Costituzionali poste in essere da questa Maggioranza. 
 
ll Consiglio Comunale si impegna a sensibilizzare l’opinione pubblica alla salvaguardia della nostra Costituzione,
 
ribadisce che l’obiettivo della “stabilità del Governo del Paese e dell’efficienza dei processi decisionali nell’ambito Parlamentare” non può “produrre un’alterazione profonda del principio di rappresentanza democratica, sul quale si fonda l’intera architettura dell’ordinamento Costituzionale vigente” come ha scritto la Consulta nella sentenza n° l/20L4,
 
impegna il Presidente del Consiglio Comunale ad inoltrare il presente atto Consiliare al Presidente della Camera dei Deputati, al Presidente del Senato, al capigruppo Parlamentari di Camera e Senato, all’Anci nazionale ed agli Comuni di questa Provincia.
 

Edmondo Bucchioni, 

capogruppo Prc in consiglio comunale La Spezia

Lombardi: “In bocca al lupo al neo presidente Anpi Paolo Pucci. Insieme per il Referendum costituzionale di ottobre”

22 aprile 2016, by  
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La federazione provinciale spezzina di Rifondazione Comunista formula i più sentiti auguri di buon lavoro al neo presidente dell’Anpi provinciale Paolo Pucci, che sostituisce Carlo Bertolani a congresso appena concluso.

Mai come in questi giorni c’è bisogno di un Anpi forte e organizzato che faccia sentire la propria voce a difesa dei valori fondanti della nostra società, ossia l’antifascismo e la Costituzione, valori che il renzismo sta letteralmente distruggendo. Per questo tutte le forze realmente democratiche e antifasciste dovranno organizzare un’opposizione durissima in questi sei mesi che ci separano dal referendum costituzionale che dovrà spedire al mittente le cosiddette “riforme” unilaterali realizzate da Renzi e i suoi seguaci. Siamo chiamati a ripetere quello che dieci anni esatti fa il popolo italiano riuscì a compiere contro il tentativo di stravolgimento della carta da parte dell’asse Berlusconi-Bossi. Ora è il turno di Renzi e Verdini, che porteranno il paese a un presidenzialismo molto pericoloso nel quale è facilissimo intuire una futura deriva autoritaria. Per questo occorre fare uno sforzo importantissimo per fermarli ad ogni costo.
Noi siamo pronti a dare battaglia, a fianco dell’Anpi, e contro chi ha già dimostrato di disprezzare le istituzioni democratiche, viste le scandalose prese di posizione di Renzi e & C. sul referendum delle trivelle appena concluso. A ridosso del 25 aprile e del 1° maggio voglio esprimere al neo presidente Pucci il motto che ci deve fare da guida, nel ricordo dell’insegnamento dei tanti partigiani che oggi non ci sono più: “Ora e sempre resistenza!”
Massimo Lombardi, 
segretario provinciale Rifondazione Comunista La Spezia

“Buon lavoro al neo presidente Anpi Carlo Bertolani: pronti a collaborare in difesa della Costituzione”

31 luglio 2013, by  
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La federazione provinciale spezzina di Rifondazione Comunista porge i migliori auguri di buon lavoro al nuovo presidente provinciale Anpi della Spezia Carlo Bertolani e rinnova la più piena collaborazione nel segno dell’antifascismo e della difesa della Costituzione, valori insindacabili e purtroppo messi sempre più in discussione da un’indegna classe politica.

Infatti il momento storico che vive il Paese è delicatissimo. Si avvicina una battaglia campale a difesa della Costituzione, mai come ora in pericolo di morte.

Già nel 2005 il governo Berlusconi-Bossi-Fini a colpi di maggioranza andò molto vicino a stravolgerla: solo una grande campagna di opinione riuscì a creare le condizioni per lo stop deciso dal popolo italiano col referendum del 2006.

Stavolta le “larghe intese” del vergognoso duopolio Pd-Pdl toglieranno anche qualsiasi possibilità di difesa popolare, avendo ampiamente la maggioranza dei due terzi al Senato e alla Camera richiesti dalla Costituzione stessa per evitare il referendum confermativo.

Dunque questa volta l’assalto non verrà solamente dalla destra classica ma anche, e soprattutto, dallo stesso Pd che ora dovrà togliere definitavamente la maschera e dire finalmente agli italiani da che parte vuole stare.

Per questo auspichiamo che tutte le forze politiche e sociali che hanno a cuore la nostra Costituzione, nata dal sangue della Resistenza al nazifascismo, formino un unico grande fronte a sua difesa, alla Spezia come in tutta Italia.

La Costituzione è l’ultimo baluardo democratico che ci protegge dalla barbarie del neo-liberismo, che infatti la vede come un fastidioso ostacolo da rimuovere.

E’ già stata più volte tradita e aggirata, ma mai riscritta. Siamo pronti a difenderla ad ogni costo e auspichiamo che l’Anpi sia pienamente daccordo con noi.

Rifondazione Comunista, federazione provinciale La Spezia

Bossi si dimette da segretario della Lega Nord, Ferrero: “Ladroni a casa nostra”

6 aprile 2012, by  
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«Bossi dà le dimissioni ed è bene che l’abbia fatto, ma è solo la punta dell’iceberg di un sistema di potere della Lega che è evidentemente marcio. Bossi rischia di essere quello che fu Craxi e per questo non vogliamo infierire su di lui. La verità è che tutto il Carroccio è inserito in un sistema marcio. Il problema è che l’Italia è sì divisa, come diceva Bossi, ma non tra Nord e Sud, bensì tra ricchi e poveri, tra disonesti e gente perbene. La Lega è dalla parte sbagliata e il suo vero slogan – ora lo possiamo dire con certezza – è ladroni a casa nostra».

 

Paolo Ferrero

Segretario nazionale Rifondazione Comunista/Fds

Anche alla Spezia la FdS consegna alla Banca d’Italia la lettera in risposta a Trichet e Draghi

14 ottobre 2011, by  
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Questa mattina una delegazione della Federazione della Sinistra della Spezia ha consegnato nelle mani della direttrice responsabile della filiale spezzina della Banca d’Italia, dottoressa Giovanna Pedote, una busta gigante contenente la risposta all’analoga lettera inviata in estate al governo italiano dal governatore uscente della BCE Trichet e dal suo successore Draghi che hanno ordinato all’Italia la vergognosa manovra vessatoria ferragostana, scaricata poi dal trio Berlusconi-Tremonti-Bossi interamente sulle spalle del lavoratori e pensionati italiani.

Una “riconsegna al mittente” simbolica ma significativa, per far capire a tutti che la crisi finanziaria internazionale, creata da banche e speculatori, non deve essere pagata da lavoratori e pensionati, oltrettutto su ordine antidemocratico di un istituto non eletto come la BCE.

L’iniziativa, diffusa su tutto il territorio nazionale dalla Federazione della Sinistra, si inserisce nel quadro complessivo di azioni contro la crisi che la la FdS spezzina ha organizzato in vista della grande manifestazione di Roma di domani 15 ottobre, che vedrà la presenza di un folto gruppo di militanti e simpatizzanti spezzini.

La FdS da appuntamento per questo pomeriggio alle 17.30 in Corso Cavour, angolo via Rattazzi per l’inziativa sulla scuola pubblica a cura del dipartimento Scuola e  Cultura del Prc della Spezia.

Federazione della Sinistra La Spezia

Di seguito il testo della lettera consegnata oggi alla Banca d’Italia e firmata dal portavoce nazionale della Fds Massimo Rossi:

All’attenzione del dottor Mario Draghi e del dottor Jean Claude Trichet

Chi vi scrive lo fa a nome della Federazione della Sinistra ma è certo di raccogliere il sentire e il ragionare di gran parte dell’opinione pubblica italiana. Abbiamo letto con molta attenzione anche se con increscioso ritardo la lettera che avete inviato all’attuale presidente del consiglio dei ministri Silvio Berlusconi. È una lettera rivolta di fatto al Paese intero che, con la presente, rispediamo al mittente in quanto irricevibile sia per ragioni di metodo che di merito.

Di metodo, perché lungi dal limitarvi, eventualmente, ad una generica sollecitazione al risanamento del bilancio dello Stato italiano, le disposizioni che voi indicate al nostro Paese – e ci sorprende data la vostra competenza – afferiscono a questioni e problematiche di pertinenza della sovranità popolare. Si tratta di scelte rilevanti che competono innanzitutto al Parlamento, in quanto ne è depositario, ma soprattutto agli uomini e alle donne che in Italia vivono e lavorano.

Tentare di imporre, con una sorta di commissariamento dei poteri democratici, tagli alle spese sociali e ai salari, riforme che cancellano i diritti di chi lavora, ridefinizione degli assetti amministrativi, dell’erogazione dei trattamenti pensionistici, della pubblica amministrazione, predeterminare addirittura quali dovranno essere per l’oggi e per il futuro le modalità con cui si organizza lo Stato; spingere per la privatizzazione “su larga scala” di tutti i servizi pubblici ignorando peraltro un recentissimo pronunciamento referendario di segno contrario… Tutto ciò costituisce un grave atto eversivo, quello che senza enfasi dovremmo chiamare un attentato alla sovranità nazionale.

Ma respingiamo la vostra lettera soprattutto per ragioni di merito, perché le ricette che intendete imporci, oltre ad essere palesemente ingiuste ed incivili produrrebbero, come già sperimentato per la Grecia, effetti opposti a quelli enunciati; non un risanamento del bilancio e non certo una fuoriuscita dalla crisi verso una radiosa era dello sviluppo infinito, ma l’apertura di una fase altamente recessiva che porterebbe l’intero continente, e non solo, alla catastrofe economica, politica e sociale. Le misure che vorreste imporre costituiscono il cappio per eseguire la condannare a morte di un corpo sociale già devastato da anni di politiche liberiste.

Tentate di imporci queste soluzioni invece di assumere ogni doverosa iniziativa volta ad arginare le speculazioni in atto, come l’acquisto diretto dei titoli di Stato. Invece di creare, ad esempio, un fondo europeo per finanziare investimenti volti a risanare e riconvertire ecologicamente l’economia reale, per contribuire a creare posti di lavoro stabili e in condizioni dignitose. Occorrerebbe questo in un Paese in cui il 30% dell’economia è basata sul lavoro nero e in cui pochi giorni fa 4 donne sono morte lavorando come bestie in uno scantinato di Barletta in nome della concorrenza nel mercato globale senza regole esaltata dalle vostre dottrine economiche.

Un governo, qualsiasi governo, che si ponga nell’ottica di obbedire ai vostri diktat non solo provocherebbe una vera e propria macelleria sociale ed un ulteriore impoverimento di massa, di cui sarete ovviamente corresponsabili davanti alla Storia, ma produrrebbe una vera e propria devastazione delle relazioni sociali, generazionali, umane costruite in secoli di storia del nostro continente che ne rappresentano il patrimonio di civiltà.

Siamo convinti che sarà la Storia a sconfiggere voi e le vostre asserzioni. Sappiamo che l’Europa che deve ancora nascere è un continente fondato sui diritti, sulla dignità, sulla democrazia reale e partecipata; non certo, come oggi, sul potere del più forte. Sappiamo di avere ragione ed è per questo, per amore verso gli uomini e le donne come noi, perché continuiamo a credere in un futuro diverso, oggi più di ieri possibile e necessario, che saremo il 15 Ottobre nelle piazze di tutta Europa e del mondo. Saremo in tanti a manifestare la nostra indignazione e la nostra rabbia riguardo le vostre sciagurate imposizioni e pretese.

E’ per questo che oggi respingiamo la vostra lettera con le condizioni che intendete imporci e che non rispetteremo.

Per la Federazione della Sinistra                                                                   

Il Portavoce nazionale

Massimo Rossi

Cara BCE c’è posta per te: venerdì alle 11 la FdS spezzina consegnerà la lettera alla Banca d’Italia in risposta a Trichet e Draghi

13 ottobre 2011, by  
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Domani, venerdì 14 ottobre alle ore 11, in via sant’Antonio 19 (sede della Banca d’Italia) è convocata una conferenza stampa dei dirigenti di Rifondazione Comunista e Federazione della Sinistra della Spezia per spiegare le ragioni dell’azione di protesta in vista della grande manifestazione di Roma di sabato 15 ottobre.

Infatti al direttore della filiale spezzina verrà consegnata una lettera gigante in risposta all’analoga lettera inviata in estate al governo italiano da parte del governatore uscente della BCE Trichet e il suo successore Draghi che hanno ordinato all’Italia la vergognosa manovra vessatoria ferragostana, scaricata poi dal trio Berlusconi-Tremonti-Bossi interamente sulle spalle del lavoratori e pensionati italiani.

Rifondazione Comunista/FdS La Spezia

Sciopero 6 settembre: in piazza Europa al fianco della Cgil contro la manovra economica, ennesimo attacco a lavoratori e pensionati italiani

5 settembre 2011, by  
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La Federazione spezzina di Rifondazione Comunista/Federazione della Sinistra aderisce alla giornata di sciopero e mobilitazione indetta dalla Cgil per domani, martedì 6 settembre, alla Spezia come in tutta Italia. Consideriamo lo sciopero generale di domani come l’inizio di un percorso di lotta di popolo che deve costruire dal basso un’altra idea di Europa e un altro modello economico.

Sosteniamo la Cgil, che in questo momento sta subendo degli attacchi gravi e che ha invece giustamente scelto di opporsi ad una manovra iniqua, caratterizzata da provvedimenti inqualificabili e che verrà pagata solo dalla povera gente, mentre chi è ricco continuerà a godere dei privilegi e delle attenzioni che il governo gli riserva.

Contestiamo la manovra economica del governo Berlusconi-Tremonti-Bossi che approfitta della situazione per attaccare ancora di più i lavoratori e i loro diritti, i pensionati e i disoccupati e le regole democratiche, restringendo il campo d’azione degli enti locali, minacciando l’esistenza dei piccoli comuni senza assolutamente toccare i privilegi e i vitalizi della casta parlamentare e della chiesa cattolica.

Un governo guerrafondaio che non diminuisce, anzi aumenta, le enormi spese militari (miliardi di euro all’anno) per le “missioni di pace” all’estero, mentre, con la scusa della crisi, continua ad erodere stipendi e pensioni dei milioni di italiani che sorreggono questo stato, non intaccando minimamente i grandi evasori fiscali, gli speculatori di borsa e i patrimoni miliardari.

Per questo motivo abbiamo promosso nelle ultime settimane la raccolta firme a favore della tassa patrimoniale, prontamente ignorata da questo governo indegno, nemico del suo popolo e della classe lavoratrice e amico dei poteri forti e delle banche, tra gli artefici della rovina di questo il Paese.

 

Rifondazione Comunista/Fds La Spezia