“E’ crollato il ponte di Albiano, quindi facciamo la bretella Santo Stefano-Ceparana”. Non era ancora caduta tutta la polvere delle macerie del viadotto distrutto che già piovevano dichiarazioni di alcuni esponenti politici pronti a sponsorizzare un progetto vecchio di quasi cinquant’anni.
La buona politica e la buona amministrazione, quelle che per intendersi dovrebbero pianificare il territorio in base al bene comune e agli interessi collettivi, sembrano non voler proprio emergere, neanche di fronte alle nuove tragedie. I recenti disastri che ci hanno colpito con frane, allagamenti e crolli di infrastrutture, uniti all’attuale pandemia (che oltre ad esser emergenza sanitaria è anche sociale ed economica) non hanno fatto riflettere neanche per un secondo certi esponenti, certamente responsabili del degrado ambientale a cui assistiamo oggi.
Ci chiediamo come mai non venga colta l’occasione per pianificare su un territorio di area vasta come quello che va dal retroporto di Santo Stefano a Ceparana – Albiano e Val di Vara, tenendo insieme l’aspetto produttivo con le comunità che vi abitano. Occorre piuttosto valutare seriamente la possibilità di un casello autostradale a Ceparana, opera ben più semplice e meno impattante rispetto ad altre cattedrali nel deserto.
E’ possibile che dopo mezzo secolo il piano viario e infrastrutturale sia ancora valido? Ad oggi manca totalmente uno studio sui flussi viari aggiornato: su quali basi questa opera può essere considerata funzionale? Mancano progetti definitivi e risorse per il lotto 2, ossia tutte le opere di collegamento. L’unica certezza è l’ennesimo impatto ambientale sul fiume Magra, tanto che ne è stato modificato il piano.
A sentire gli annunci, valanghe di denaro verranno elargite a questo proposito. Non per niente si sono fatte sentire tutte le categorie d’impresa, con le loro coperture politiche. Come sempre “l’importante è prendere”, non importa se il progetto sia valido o meno. Chi se ne importa se si risolverà un problema da una parte e se ne creeranno dieci dall’altra: tra altri cinquant’anni anni ci penseranno i posteri. E intanto da Confindustria arrivano richiami all’attuazione di “piani straordinari’ per garantire una rapida ricostruzione di collegamento viario per Albiano, senza tener conto che l’applicazione di tali strategie comprometterà anche la possibilità di controlli, fondamentali per la sicurezza delle infrastrutture che oggi tutti invocano stracciandosi le vesti. Peccato che ora ci siano tonnellate di macerie da eliminare nell’alveo di un fiume.
Siamo stanchi della miopia e della continua genuflessione agli interessi economici degli “imprenditori” e dei loro sponsor politici: è ora di dire basta. In quest’area ci sono problemi ed interferenze di ogni tipo. Si lavori ad un piano viario interregionale che ridisegni tutta la vasta area senza essere succubi degli interessi economici dei soliti noti, mettendo al centro una migliore ed innovativa soluzione per la viabilità dei cittadini nella tutela dell’ambiente.
Rifondazione Comunista, federazione provinciale La Spezia
Finalmente anche
l’ex assessore provinciale alla viabilità Giorgio Casabianca si è convinto delle nostre posizioni in tema.
Siamo lieti che oggi il responsabile infrastrutture del Pd si ponga il tema della gestione della strada provinciale della Ripa. Una situazione inaccettabile, che sta gravando ancora una volta sui fragilissimi tessuti economici dell’area.
Sono anni che Rifondazione, attraverso il lavoro dei nostri circoli territoriali, chiede alla Provincia di mettere mano alla conclusione del PRUSST che collegherebbe la bassa Val di Vara con la bretella autostradale, bypassando la Ripa. Tuttavia in questi anni si è solo perso del tempo prezioso, parlando di opere assurde ed inutili come il traforo di Buonviaggio, sostenuto anche da Casabianca e sul quale si sentì di intervenire favorevolmente anche l’assessore regionale Paita.
Si è parlato anche di caselli autostradali inutili come quello di Beverino, ma mai del vero grave problema: lo stato delle strade esistenti. Prendiamo ad esempio un caso emblematico: la frazione del comune di Follo, Tivegna, restata isolata per ore a causa di una frana che ha chiuso l’unica via di accesso. Eppure la Provincia è al corrente che l’altra via di fuga, appunto provinciale, è inagibile da tre anni. Siamo felici che ci si renda conto della situazione, tuttavia Casabianca ed il Pd dovrebbero capire che il tempo delle opere faraoniche ed elettoralistiche è terminato. Occorre ripristinare la salvaguardia del territorio.
Segreteria provinciale Prc La Spezia
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Le recenti dichiarazioni dell’ex assessore provinciale alla viabilità Casabianca (Pd), nella ragionevolezza di un’emergenza che va risolta, dimostrano che le nostre proposte sulla gestione del territorio sono sempre state concrete e lungimiranti.Quello che dimentica di aggiungere Casabianca, proponendo la ovvia conclusione del Prusst Bolano-S.Stefano, è che ciò conferma la bontà delle nostre posizioni contro il tunnel di Buonviaggio e contro il casello di Beverino.
Pensare infatti di cantierizzare e cementificare il nostro territorio senza una reale necessità è tanto inutile quanto sconsiderato.Lo dimostra la situazione viabilistica del Felettino: immaginiamoci cosa sarebbe se disgraziatamente ci fosse anche il tunnel di Buonviaggio. Così come è evidente a chiunque che un ulteriore casello a Beverino sarebbe funzionale ad operazione che nulla avrebbero a che fare con la viabilità. Si tratta di capire quali siano le vere priorità: se si vuol fare un regalo alle grandi imprese infrastrutturali svendendo il nostro territorio con opere del tutto inutili o spendere soldi pubblici per l’unica grande opera necessaria, la messa in salvaguardia della provincia.
Rifondazione Comunista, federazione provinciale La Spezia
Ci risulta del tutto fuoriluogo ogni forma di entusiasmo per l’attesa del
parere dell’Autorità di Bacino in merito alla messa in sicurezza dell’area dell’
outlet di Brugnato. Stiamo parlando di
un parere di parte che l’Autorità di Bacino avrà la responsabilità di valutare e che getta non pochi dubbi sul destino del nostro territorio e sulla gestione economica dei costi di messa in sicurezza.
Come sia possibile che un territorio che verrà dichiarato sicuro sia assoggettato a continui sfollamenti in seguito agli allerta della Protezione civile? Esistono evidentemente due forme di messa in sicurezza, quella per gli affari privati, per cui si chiede la rattifica degli organi di questa Repubblica, e quelli per i cittadini, che consistono nel far sloggiare la gente dalle proprie case.

Perchè la San Mauro ha iniziato i lavori senza la dovuta comunicazione? Le modificazione alla viabilità sono state considerate? Il casello di Brugnato verrà ampliato o dobbiamo credere al cavallo di troia del casello di Beverino? Se vengono previsti certi interventi viabilistici non v’è traccia di modifiche alla pianificazione territoriale. Poi c’è la spada di Damocle del ricorso al TAR: fino a marzo 2013 non ci saranno udienze ed è plausibile una richiedere di sospensione dei lavori. Se questo è vero perchè iniziano?
Tuttavia sbaglieremmo a derubricare la vicenda dell’outlet solo ad una mera questione tecnico-burocratica. Si tratta di una scelta politica scellerata, in primo luogo sotto il profilo dello sviluppo della Val di Vara. In primo luogo sulla menzogne dei posti di lavoro e sviluppo. Amministrazioni e sindacati dovranno fornire cifre e derivazioni economiche precise, non previsioni o tiri di dadi: quanti saranno gli occupati nella gestione dell’outlet? Quanti saranno le maestranze occupate per l’eventuale costruzione? Già le promesse di lavoro delle ditte locali sono state ampiamente tradite, visto che le ditte appaltanti non sono per nulla spezzine.
Rifondazione non solo denuncia la follia di questo progetto e la confusione e la nebulosità, favorita da un’informazione sempre compiacente dei decisori, di cui è circondato ma chiamerà presto a un confronto pubblico quei soggetti che hanno ritenuto di basare lo sviluppo della Val di Vara su una speculazione invece di programmare uno sviluppo compatibile.
Rifondazione Comunista, federazione provinciale La Spezia
Andrea Licari, coordinatore circolo cultura, ambiente e territorio Val di Vara
Prendiamo atto che il Pd sta sempre più cristallizzando la sua posizione a favore dell’ennesimo sbaglio nella gestione del territorio: il casello autostradale di Beverino, un’opera inutile proprio dal punto di vista economico. Si tratta di un spreco di risorse che potrebbero essere destinate alla manutenzione della viabilità ordinaria e alla prevenzione dei disastri, invece si continua pervicacemente a proporlo.
Rendiamo merito all’ex assessore Casabianca del suo capillare lavoro durante il periodo alluvionale, tuttavia rappresenta l’ennesima voce del suo partito, il Pd, a favore di un’opera che non porterà alcun giovamento, tant’è che la sua presenza non avrebbe cambiato nulla per il raggiungimento delle aree alluvionate, visto la posizione in cui dovrebbe sorgere.
Anche per la bassa Val di Vara l’opera non avrà nessun senso, tant’è che Follo e Bolano, i due centri più popolosi e con maggiori attività, saranno pressochè equidistanti sia dal presunto casello beverinese che da quello esistente a S.Stefano.
Nessun vantaggio viabilistico e nessuno economico, anzi, una distrazione di fondi che potrebbero essere ben utilizzati in virtù delle criticità del territorio. Senza tener conto della scelta politica miope di andare ad aumentare il traffico laddove oggi non c’è.
Il Pd s’interroghi: se un’opera è così ampiamente condivisa anche dal centrodestra locale forse è il caso di capire quali interessi andrà a sostenere. Non basta ciò che accade a Roma con il sostegno bipartisan al peggior governo degli ultimi 20 anni?
Segreteria provinciale Prc/Fds La Spezia
Brugnato ha speso un milione di euro per ripristinare la “difesa spondale” del torrente esondato il 25 ottobre scorso e per mettere in salvaguardia gli interessi dell’outlet.
Il sindaco Galante trasmette alla Regione una richiesta di rimborso per 400 mila euro, ma l’intervento di ripristinino avrebbe dovuto essere autorizzato, o comunicato, dall’ Autorità di Bacino e ciò non fu fatto. Ora i cittadini di Brugnato pagheranno questo servilismo nei confronti dello scempio dell’outlet?
Apprendiamo inoltre con sconcerto che
la città di Sarzana ha deciso di abbandonare ogni velleità di programmazione urbanistica degna di tale nome. Lo dimostra la
folle scelta di realizzare una struttura interrata a parcheggio nel campo dell’oratorio di S.Maria, in pieno centro città. Tanto folle il progetto quanto
risibili le motivazioni dell’assessore Bottiglioni, il quale evidentemente confonde il suo ruolo di tutela degli interessi di una comunità con quelli di un privato.
Serve dunque cementificare e cantierare uno dei più pregevoli centri storici della provincia per riqualificare una recinzione e per dare nuovi spazi in cui i giovani potranno più agevolmente crescere e formarsi?Sarà il caso che l’amministrazione sarzanese si occupi a tempo pieno di dare uno piano urbanistico vero al proprio territorio, visto che il citato PRG è da tempo scaduto e tenuto in vita a suon di varianti votate a colpi di maggioranza.
Una situazione di illegittimità che va colmata, mentre invece si pensa a giustificare interventi speculativi che non hanno alcuni interesse comunitario.Insomma, la provincia è percorsa da un pressapochismo impressionante, dove la politica urbanistica è dettata dagli interessi privati e a pagare sono solo i cittadini. Casello autostrale in più o in meno.
Segreteria prov.le Prc La Spezia
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Riteniamo allarmanti le dichiarazioni apparse sulla stampa dell’assessore regionale alle infrastrutture Raffaella Paita riguardo all’ipoesi di realizzazione del casello autostradale di Beverino.
L’opera infatti non ha alcun senso ne dal punto di vista economico ne soprattutto dal punto di vista ambientale. L’assessore inoltre non si preoccupa neppure di metterla in dubbio nonostante le sue stesse affermazioni riguardo la mancanza di fondi che permettererebbe “solo la realizzazione dell’uscita autostradale”.
Un’idea assolutamente insensata che produrrebbe solamente ulteriori danni al fragile ambiente di quella Val di Vara già devastata dall’alluvione dello scorso anno e che necessita sì di interventi ma di messa in sicurezza del territorio e non davvero di caselli autostradali.
Ci chiediamo: ma quando la politica che ha in mano le grandi decisioni deciderà finalmente di impiegare risorse ed energie per realizzare opere veramente utili per i cittadini smettendola una volta per tutte di favorire interessi che poco hanno a che fare con il bene comune?
In questo senso accogliamo con soddisfazione la notizia del mancato dissequestro del cantiere del centro commerciale di Romito nel comune di Arcola, bloccato lo scorso febbraio dalla magistratura per presunte irregolarità nel progetto. Un’altra opera inconcepibile, a due passi dall’argine del fiume Magra, per costruire un ennesimo centro commerciale in una provincia oberata da tali strutture.Invece di gettare soldi in opere inutili si lanci un serio programma di tutela e di salvaguardia del territorio, vero volano di buona occupazione.
Rifondazione Comunista, federazione provinciale La Spezia
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