Canaletto: dall’incuria al degrado della speculazione
23 novembre 2020, by admin
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L’operazione di variante urbanistica proposta dalla giunta Peracchini per il “borgo Baceo” è semplicemente folle, senza nessuna prospettiva, senza nessuna concreto vantaggio per la comunità, se non una possibile speculazione edilizia.
L’area in questione è stata abbandonata all’incuria, ma fa parte di un contesto più ampio di zona depressa e marginale (vedi ex edificio biblioteca Beghi). Gli edifici in demolizione sono parte di un tessuto urbano scomparso e quindi testimonianza di un periodo che è stato cancellato dal boom economico. Non sono sottoposti a vincolo architettonico, ma sono un pezzo di storia, il piano campagna è quello originario della piana originaria di Migliarina. Come è possibile non tenere conto di queste caratteristiche?
Approvazione Puc, Prc La Spezia: “Voto favorevole contro il cemento, restiamo contrari a Federici e alla sua maggioranza”
20 aprile 2017, by admin
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Lo scorso martedì sera è stato approvato dal consiglio comunale spezzino il nuovo Piano Urbanistico Comunale. Come già preannunciato Rifondazione Comunista, per mano del consigliere comunale Edmondo Bucchioni, ha votato a favore, nonostante da oltre quattro anni si trova all’opposizione della giunta Federici.
Rete a Sinistra: “Piano Verde per azzerare il consumo del suolo”
22 dicembre 2015, by admin
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Mentre si moltiplicano anche a livello nazionale le mobilitazioni contro il Piano Casa (oggi l’interrogazione parlamentare dei deputati Stefano Quaranta e Luca Pastorino), questa mattina il consigliere regionale Gianni Pastorino ha scritto ai 235 sindaci della Liguria invitandoli a intraprendere azioni tempestive per fermare la prima legge-scandalo della giunta Toti: “Dalla data di pubblicazione della legge, i comuni avranno 60 giorni per decidere come applicare il Piano Casa” – ricorda Pastorino. Gli amministratori potranno indicare in quali aree non ammettere gli ampliamenti e i cambi di destinazione d’uso previsti dalla nuova legge; il che può consentire di escludere l’intero territorio comunale”.
Questo il passaggio cruciale, sul quale insiste l’accorata lettera di Pastorino: se non si corre ai ripari, una volta scaduti i fatidici 2 mesi il Piano Casa sarà applicato automaticamente. E non si torna indietro. “Passati i termini, i Comuni non potranno rimediare in alcun modo” – sottolinea Pastorino – “per questo chiediamo alle amministrazioni locali di attivarsi immediatamente, approvando una delibera di giunta o del consiglio“.
Nel frattempo, hanno superato quota 1000 le firme poste in calce alla petizione di Rete a Sinistra “Salva la Liguria” su Change.org, che si muove parallelamente al percorso istituzionale della lettera: “La risposta dai territori non si è fatta attendere” – commenta Pastorino – “le firme erano già diverse centinaia dopo le prime 24 ore; centinaia di cittadini che hanno a cuore una Liguria senza altre colate di cemento. A tutti loro voglio dire: non tutto è perduto, la battaglia prosegue». Meglio ancora con l’aiuto dei sindaci”.
Ma la exit strategy di Rete a Sinistra al Piano Casa è sempre pronta sul tavolo: “Il nostro “Piano Verde” rappresenta l’unica opzione verso il consumo-zero di suolo – ricorda Pastorino nella lettera ai sindaci . Lo abbiamo presentato come maxiemendamento sostitutivo del Piano Casa; ed ora diventerà la nostra proposta di legge”.
da www.cittadellaspezia.com
Ravera: “In Liguria, caro Toti, si è costruito già troppo”
20 ottobre 2015, by admin
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Una fragilità in larga parte causata dall’uomo. La nostra Regione è sotto assedio dalle inutilmente grandi opere quali Gronda, Terzo (in realtà Sesto) Valico, Aurelia Bis, Albenga-Predosa e dalle cementificazioni fatte negli ultimi decenni. Lo sarà ancor di più col “Piano casa” sponsorizzato in prima persona dal Presidente della Regione Giovanni Toti.
Rifondazione Comunista non ha mai sostenuto o votato il provvedimento figlio del Governo Berlusconi e prorogato in Liguria più volte anche dallo stesso Pd. Ora il “Piano casa” di Toti rischia di fare un negativo salto di qualità: sarà permanente e non più “prorogabile” in caso di necessità, fa sparire il divieto di applicare il “Piano” agli immobili integralmente condonati e darà la possibilità di applicare il “Piano” all’interno dei parchi (almeno nel 2009 erano esclusi Portofino, Cinque Terre, Montemarcello Magra e Portovenere).
Presidente Toti lei è toscano e forse non lo sa, ma in Liguria si è costruito già troppo.
Marco Ravera,
segretario regionale Rifondazione Comunista Liguria
La sinistra ligure contro il Piano casa: “Una cambiale per la speculazione. Fermare il consumo di suolo”
20 ottobre 2015, by admin
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Lunedì 19 ottobre 2015 sarà un’altra data da ricordare, una data nella quale la giunta regionale di centrodestra, guidata da Giovanni Toti, garantirà ulteriore cemento e speculazione in un territorio martoriato e devastato da frane ed alluvioni. Probabilmente il centrodestra passa all’incasso, dopo aver vinto le elezioni, favorendo lobby di costruttori e speculatori, nonostante dovrebbe apparire ovvio che la priorità della nostra regione sia rilanciare occupazione ed economia attraverso pianificazione di recupero e di presidio del territorio. Pareva difficile e del tutto irrazionale pensare che qualcuno, al di là del colore politico, potesse anche minimamente immaginare di emanare un provvedimento come questo. Soprattutto in una regione come la Liguria, afflitta negli ultimi anni da eventi drammatici di dissesto idrogeologico.
La situazione ligure è tale per cui, con le sconsiderate scelte del passato, sarebbe auspicabile un cambio di rotta. Tuttavia la scelta di Toti e della sua giunta appare del tutto contigua con gli errori passati, attraverso anacronistiche motivazioni prive di ogni ragionevolezza, oltre ai monotoni quanto fasulli leitmotiv sul presunto rilancio del settore edilizio.
Lo stato delle cose è drammatico: la Liguria vanta primati di unità immobiliari invendute (la Provincia della Spezia si colloca stabilmente al primo posto nazionale in questa classifica, con 26 abitazione invendute ogni mille) e non è con nuove cementificazioni che si aiuta l’edilizia, non è con l’azzeramento dei controlli e delle autorizzazioni da parte dei Comuni che si rilancia l’economia, non è levando ogni vincolo nel Parco delle Cinque Terre, Montemarcello-Magra, Portovenere che si risolvono problemi legati all’occupazione.
Siamo di fronte ad un provvedimento demagogico, miope, scellerato: così si pagano esclusivamente delle cambiali in bianco alla speculazione, in una terra che frana e si innonda ad ogni pioggia.
Per fermare questa deriva, oltre alla nostra ferma opposizione, faremo una nostra proposta semplice e chiara: che venga fermato il consumo di suolo, che vengano sostenuti piani di recupero dell’edificato esistente, attraverso l’esigenza del miglioramento sismico ed energetico.
Così, realmente, il settore edile potrebbe ritrovare ossigeno ed innovazione.
In quest’ottica ci faremo promotori, nelle prossime ore, di presentare mozioni in tutti i Consigli Comunali della Provincia della Spezia finalizzate ad impedire l’attuazione del Piano Casa della giunta Toti, legando tale opposizione alle nostre proposte. Auspichiamo che il maggior numero di Consiglieri Comunali facciano propria questa iniziativa, a prescindere dalle appartenenze: la sicurezza e l’incolumità dei cittadini deve essere una priorità per tutti, per ogni schieramento politico o civico, guai a chi osa mercificarla e usarla come strumento di ricatto economico, sociale ed occupazionale.
Rifondazione Comunista,
Sinistra Ecologia e Libertà,
Partito Comunista d’Italia,
Possibile
Prc La Spezia replica a Faconti (Ance): “Basta speculare sul suolo, occorre una visione economica sostenibile del nostro territorio”
10 ottobre 2015, by admin
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Massimo Lombardi (Rete a Sinistra): “Nuova biblioteca sul Dorgia? Grazie alla legge pro-cemento sugli alvei di Burlando e Paita”
7 maggio 2015, by admin
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Massimo Lombardi
Verifica di adeguatezza del Puc 2003 della Spezia: passa l’ordine del giorno di Rifondazione Comunista con astensione del Pd
1 aprile 2015, by admin
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Lo scorso lunedì 30 marzo è stato approvato l’ordine del giorno presentato dal capogruppo Prc in consiglio comunale spezzino Edmondo Bucchioni, con l’astensione dell’intera maggioranza e il voto favorevole di Giulio Guerri e Movimento 5 Stelle.
Rifondazione, nel contestare punto su punto il documento presentato dall’amministrazione comunale, sottolinea inoltre come la regione Liguria abbia abolito, pochi giorni fa, la legge sul controllo decennale dello stato del Puc, un ottimo modo per coprire le bruttezze territoriali degli ultimi anni nascondendo la testo sotto la sabbia. Nel documento si denuncia il continuo consumo di suolo per fabbricazioni residenziali a discapito del cronico decremento della popolazione e il continuo aumento di opere private privati mascherate da interventi pubblici.
Di seguito il testo dell’intervento di Bucchioni e dell’ordine del giorno approvato:
Riscontriamo la buona fede dell’estensore nella formulazione dei principi ispiratori insiti nella “Verifica di Adeguatezza”, ma non troviamo altrettanto coraggio nel denunciare i limiti, le manchevolezze i danni causati dal precedente PUC, ne tantomeno una ferrea volontà di superare una cultura pianificatoria, quella per intenderci “dell’Urbanistica Contrattata” che è stata particolarmente devastante per il nostro paese e dalla quale non si è sottratto il nostro territorio.
Per punti:
1 ) DISTRETTI DI TRASFORMAZIONE
Nella relazione si evidenzia la scarsa efficacia delle previsioni in quanto ne è stato realizzato solo il 3%. PER FORTUNA, diciamo noi, ma vogliamo evidenziare in ogni caso il danno che questi hanno arrecato al territorio e la contraddittorietà rispetto a quei principi che vengono ENUNCIATI nel testo. Non concordiamo con la vostra convinzione che tali strumenti avrebbero potuto migliorare la città in termini di dotazioni di aree verdi, spazi pubblici, servizi ne tantomeno con la convinzione che le previsioni insediative siano di per se creazioni di opportunità economiche. Non concordiamo con tali affermazioni perché queste sottendono una concezione del fare urbanistico esclusivamente affidata all’INIZIATIVA PRIVATA, secondo una modalità pianificatrice che ha governato purtroppo questo ventennio e che nella letteratura urbanistica è stata definita “URBANISTICA CONCERTATA o CONTRATTATA”: il pubblico (con la giustificazione dell’assenza di risorse) demanda al privato la realizzazione di interventi pubblici, servizi e l’assolvimento degli standard, ma ciò ha come contropartita la sovrabbondanza di indici edificatori ed inutili previsioni espansive, con grave danno al territorio e a quella ormai imprescindibile necessità di non consumare ulteriore suolo, oltre naturalmente a rinunciare ad un proprio compito istituzionale che è quello di governare lo sviluppo della città secondo i principi del bene collettivo e non dell’interesse privato Lo stato di attuazione dei servizi pubblici, (attuati solo 20% di quelli previsti) e quindi la relativa QUALITA’ URBANA testimonia infatti, nella sua SCARSA realizzazione, questa nefasta concezione della PIANIFICAZIONE (“I distretti integrati sono stati realizzati solo in misura residuale”).
2) STATO di ATTUAZIONE INTRASTRUTTURE.
Sicuramente necessarie ma prive della pur minima sensibilità AMBIENTALE PAESAGGISTICA.
3) AREA EX IP
Se ne chiede un RIPENSAMENTO complessivo ritenendo inutili e sovra dimensionate le previsioni insediative che stridono con i principi in altri capitoli formulati di volontà di NON consumare il territorio.
4) WATERFRONT
Anche in questo caso ci troviamo di fronte ad una concezione pianificatrice in cui il pubblico svende al privato (URBANISTICA CONTRATTATA) per cui un primo progetto vincitore (e qui dobbiamo dire che pur non concordando con la metodologia dei concorsi di progettazione che affidano al GENIO i destini della propria città, senza preoccuparsi, di fronte ad un intervento di tale portata, di organizzare Concorsi di urbanistica partecipata, era comunque una proposta interessante) viene completamente stravolto NON per adeguarsi al sentire dei cittadini, delle associazioni, comitati ecc. ma per soddisfare gli interessi Speculativi EDILIZI con la vergognosa giustificazione che così i privati poi realizzeranno le opere pubbliche /verdi /servizi previsti dal progetto!! No grazie! (No PASARAN!! Sarà il nostro NO TAV la nostra VAL di SUSA). Troppo poco dire che “più recentemente è apparsa l’esigenza di rimodulare il progetto in chiave più sobria”. Va completamente ridiscusso secondo le metodologie della partecipazione e completamente modificato nelle previsioni edilizie.
4) PROCESSI DEMOGRAFICI
Confermano una tendenza al calo e all’invecchiamento con prevalenza di popolazione non attiva rispetto a quella attiva (ad ogni 100 ingressi nel lavoro corrisponde 200 uscite), dato allarmante. Il non crollo della popolazione è dovuta all’incremento stranieri dallo 0,3% al 10,85%. Un dato che comunque testimonia l’assurdità di nuove previsioni insediative.
5) CONDIZIONE ABITATIVA
61% di famiglie residenti in appartamento di proprietà, 39% in affitto. Dalla media delle domande di casa ARTE emerge che la domanda è in prevalenza espressa da chi vive in alloggi antigenici in misura minore per sfratti e barriere architettoniche, da cui la necessità sulla quale concordiamo pienamente di concentrare gli obiettivi sul Recupero Edilizio del patrimonio esistente e non su nuove costruzioni, tanto più che risultano libere 1630 unità immobiliari poco meno delle richieste ad ARTE (1848). Apprezziamo la critica che viene fatta sui grandi contenitori Le Terrazze-Porticciolo Mirabello-Megacine-Spazio Expò quali elementi attrattori di flussi ma isolati e in conflitto con la qualità della città circostante. Ma queste critiche paiono lacrime di coccodrillo in quanto interventi recenti che in coerenza dei principi che qui vengono enunciati nonsi sarebbero dovuti far fare. Nella relazione viene espressamente affermato: che “questi modelli di insediamento funzionano più come macchine “ONNIVORE” nei confronti del territorio circostante che come veri propulsori di sviluppo……anzi determinano CRISI nelle attività commerciali della Città“.
6) RETE e SERVIZI
Per la rete fognaria si passa da 67 Km a 156. Sarebbe un dato interessante ma non si vede!! Permangono situazioni di ANTI-IGENICITA’ soprattutto in città, basta passare lungo il Lagora all’incrocio con via Fieschi per verificare la quantità di scarichi fognari che vi arrivano, oppure consigliamo una vista in passeggiata Morin per capire che ci stanno raccontando storie. Questa situazione diventa insopportabile soprattutto nei periodi estivi e non può essere giustificata dicendo i privati non si allacciano!!!!
I lavori li faccia il pubblico e si rifaccia sul privato con le bollette: è dal 1980 che è obbligatorio mettersi in regola. Il nostro mare è ormai una fogna a cielo aperto.
Per quanto sopra CONSIDERATO, che nella stessa relazione si evidenzia “inadeguatezza, squilibri e incompiutezze del PUC 2003 rispetto agli obiettivi, tale da richiedere un ripensamento con una più mirata attenzione alle problematiche sociali e ambientali, la necessità da una parte, di un’apertura del piano al metodo partecipativo, all’ascolto e al coinvolgimento della cittadinanza, e dall’altra alle tematiche ambientali ed ecologiche (entrambi totalmente assenti nel precedente PUC)“,
chiediamo che tale metodologia, così come declinata nella relazione di “verifica” non si limiti ad aspetti marginali del territorio (colline, sentieri, rete escursionistica, fortificazioni), ma sia rigorosamente applicata nelle scelte strategiche del Piano, quelle che davvero interessano i cittadini e delle quali ne sono direttamente o indirettamente coinvolti.
chiediamo che tale metodologia (partecipativa/ambientale) sia applicata in primis sulle grandi aree di trasformazione urbana per il ruolo strategico che hanno e le conseguenti ricadute sui cittadini -ci riferiamo è evidente al Primo Bacino Portuale (Waterfront) all’Area Ex-IP- alla individuazione delle aree dei distretti a destinazione produttiva e per servizi, all’assetto infrastrutturale relativo alla grande viabilità,
chiediamo che i cinque punti da voi citati come metodologia insieme alle metodologie partecipativecostituiscano la GRIGLIA SU CUI VAGLIARE RIGOROSAMENTE E RIVEDERE TUTTE LE TEMATICHE SU CUI SI BASERA’ IL NUOVOM PUC, con riferimento particolare a: 1) Limitazione del consumo di suolo e riqualificazione urbana; 2) Infrastrutture dei trasporti e mobilità sostenibile; 3) Strategia europea in materia di clima ed energia (meno 20% delle emissioni di gas a effetto serra, più 20% di efficienza energetica, almeno il 20% dei consumi di energia da fonti rinnovabili).
Edmondo Bucchioni,
consigliere comunale Rifondazione Comunista La Spezia
Arresti a Monterosso, Lombardi e Ricciardi: “Ancora una volta emerge il malaffare Cinque Terre, durante l’alluvione del 2011 c’era chi spalava fango e chi faceva affari”
14 gennaio 2015, by admin
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Ancora una volta il malaffare emerge dalla gestione amministrativa e politica delle Cinque Terre. Dovremmo dire che apprendiamo con sconcerto ciò che viene trasmesso dagli organi di stampa in relazione ai quattro arresti per tangenti per i lavori relativi ai lavori di ripristino dell’alluvione del 2011 eseguiti nel Comune di Monterosso. Ma non è così.
Da anni alcuni militanti, una o due associazioni ambientaliste
Ma da questa vicenda emergono alcuni dati politici di enorme rilievo. Il primo è che mesi or sono noi denunciammo e grazie all’intervento del consigliere regionale Giacomo Conti impedimmo l’ennesima zampata cementificatoria su quel territorio attraverso una variante al Prg che prevedeva la costruzione di una quarantina di villette “sospette”, e per questo venimmo attaccati dall’allora sindaco Betta. La seconda è che nei giorni successivi alla tragica alluvione del 2011 c’era chi, come noi, spalava fango con una fascia rossa al braccio, al fianco della gente, portando un messaggio chiaro: basta speculazione del suolo, difendiamo e salvaguardiamo il territorio. Intanto continuavano a fare affari quelli che vorrebbero mercificarlo, come conferma questo intervento della Guardia di Finanza.
Pertanto auspichiamo che la vicenda contribuisca a fare luce su tutti gli aspetti oscuri della gestione del nostro territorio, (intanto rilanciamo un appello accorato affinché i comuni spezzini deliberino da subito lo stop al consumo di territorio e mettano in atto misure concrete per la sua salvaguardia).
Massimo Lombardi,
segretario provinciale Prc La Spezia
Jacopo Ricciardi,
segreteria regionale Prc Liguria
“Disastro Liguria, fine di Burlando & soci: da Gabrielli e Galletti la condanna del cemento. Ora basta lacrime di coccodrillo”
12 novembre 2014, by admin
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Le dichiarazioni del capo della protezione civile Gabrielli e quelle del ministro dell’ambiente Galletti squarciano (in parte) il velo d’ipocrisa che puntualmente emerge nella nostra regione ad ogni disastro alluvionale, oramai una piena costante di stagione.
Finalmente ascoltiamo parole chiare da parte dei massimi organi dello stato: il fallimento della politica del cemento ha portato solo disastri su disastri.
Le ultime vittime dell’entroterra chiavarese gridano ancora vendetta. Così come il popolo di Carrara e quello di Ortonovo, ancora una volta in ginocchio. Ai nostri vicini va tutta la nostra solidarietà, che però può fare ben poco.
Sono stati anni di politche del territorio e delle infrastrutture scellerate. In Liguria Burlando e soci se ne devono assumere una piena responsabilità.
Gabrielli ribadisce ciò che noi affermiamo da anni, citando come esempio proprio un caso spezzino: l’outlet di Brugnato, una violenza alla natura nel nome del business delle ruspe, un mostro costruito in zona esondabile, dove solo tre anni fa l’acqua aveva fatto irruzione con la sua forza straripante. Ma quando eravamo noi (e pochissimi altri) ad opporci, venivamo infamati, in primis dal sindaco, come “nemici del del lavoro e del territorio”.
Intanto anche in Val di Magra, ad Arcola, è previsto un nuovo centro commerciale in zona a alto rischio idrogeologico: “il cantiere è fermo perchè manca una parte di argine, ma si riaprirà una volta realizzato”, ha candidamente affermato di recente il sindaco Orlandi sulla stampa.
Nella nostra regione, dove da mesi si battibecca per la successione a Burlando, si cambierà il nome alla guida purchè nulla cambi.
E’ necessario un radicale cambiamento culturale oltre che politico, affinchè il prossimo presidente non sia figlio della solita ipocrisia.
Mentre la Liguria (e il resto d’Italia) continuerà a finire sotto il fango e i detriti. Come al solito.
Rifondazione Comunista, federazione provinciale La Spezia