Atc, in consiglio si cita Erdogan, poi scatta il time out. Bucchioni: “Chi non vota la mozione si mette sullo stesso piano del presidente turco”
21 luglio 2016, by admin
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Colombini: “Pd contro i lavoratori”. Ma Tartarini strappa una pausa
“Non mi sarei mai aspettato di ritrovarmi in consiglio per difendere il diritto all’attività sindacale all’interno di una società partecipata – ha esordito Bucchioni -. Simoni ha fatto denunce importanti e si è anche aperta un’indagine, attualmente in corso, che ha rilevato la presenza di amianto nella ex sede di Atc, un fatto in un primo tempo negato da Renato Goretta, amministratore unico dell’azienda“. Il punto, per Bucchioni, è che “i panni sporchi non si lavano in famiglia, soprattutto se parliamo di un’azienda partecipata. Con il provvedimento contro Simoni, si va a intimorire chi viaggia a testa alta. Con la mozione non si chiedono le dimissioni di Goretta, protagonista di una gestione aziendale vergognosa, in modo che tutti possiamo condividerla. Chi non lo fa, si mette sullo stesso piano di Erdogan, perché non tutela i più deboli“.
E’ toccato al Pd Luca Liguori rispondere all’esponente della minoranza. “Simoni non si è limitato alle legittime funzioni di critica, ma ha adombrato comportamenti caratterizzati da forte illegalità da parte non solo dei vertici aziendali, ma anche di enti come Asl e Motorizzazione. Il provvedimento disciplinare non va a ledere il diritto all’attività sindacale, ma sanziona i giudizi gravi, offensivi e lesivi espressi da un lavoratore. Credo che l’ingresso della politica in questa vicenda sia forzato. Tantissimi lavoratori pubblici sono oggetto di provvedimenti disciplinari, la politica non va a esprimere vicinanza a ognuno di loro. Vorrei inoltre sottolineare come la magistratura abbia detto che non c’è stato comportamento anti sindacale. E non ci sia stato ricorso. Tra l’altro, da pochi giorni sono scaduti i termini per farlo. Io, personalmente, se credessi di avere ragione in una vertenza, farei ricorso“. Una battuta su Goretta: “Non è vero che aveva negato la presenza di amianto, anzi, si era detto possibilista“.
Furente l’intervento di Carlo Colombini del Movimento cinque stelle. “Vogliamo lasciare che Goretta punisca Simoni per aver fatto il suo dovere? Così facendo, mi chiedo chi, in futuro, avrà coraggio di denunciare qualcosa. Forse il Pd vuole cogliere un’altra occasione per dimostrare che non sta più con i lavoratori. L’unica cosa che lega il Partito democratico al Partito comunista ormai sono le frasi dei dittatori”. Non è mancato un riferimento al governo che “ammazza la gente dando 98 miliardi per il business delle slot machine“.
L’assessore Tartarini, con una pacatezza che ha fatto breccia, ha invitato l’opposizione a considerare bene il peso delle parole. “Quello sentito stasera è un linguaggio forse nemmeno tollerabile in strada“, ha osservato. E sulla vicenda in sé ha sottolineato come la stessa sia oggetto di un’indagine della magistratura, attualmente in corso, volta a far luce su quanto detto da Simoni, indipendentemente dalla parabola disciplinare del Cobas. L’ex assessore al Palio ha messo sul tavolo il bisogno di “normalizzare e svelenire la situazione“, nella quale fin qui, lui che è fresco di delega, ha preferito non calarsi “ritenendo il contenzioso fuori controllo”. La proposta di Tartarini? Una pausa di riflessone, utile magari ad allentare la presa della politica sulla questione, aspettando gli sviluppi del lavoro della magistratura, con la promessa di riparlarne a settembre. Al placido Tartarini, Bucchioni ha risposto sì, ritirando la mozione. Dalla furia alla pacificazione, un attimo.
Lombardi: “Dobbiamo riportare alle urne gli elettori di sinistra”
1 maggio 2015, by admin
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Parla il segretario provinciale di Rifondazione, candidato per Rete a sinistra a sostegno di Pastorino. Con lui anche il leader nazionale Paolo Ferrero

“Nel momento in cui il Pd sceglie con tragica nettezza un profilo moderato, se non di destra, tutti i distinguo vengono a cadere. Ci eravamo divisi sulla possibilità di fare o meno accordi con il Pd, ma oggi questi problemi sono venuti meno: la strada di Renzi è chiara, contro il sindacato e i lavoratori. C’è molto convincimento sul fato che dobbiamo lavorare uniti per recuperare il nostro spazio, non si può lasciare il panorama politico nelle mani di Renzi e Salvini“.
“Grillo ha avuto una enorme possibilità dopo aver preso il 25 per cento dei voti. La stessa percentuale l’aveva raggiunta il Pci di Togliatti, ma lui cambiò l’Italia, i grillini non hanno fatto niente. Noi siamo per una sinistra che proponga alternative alle scelte sbagliate del governo, non si può solo protestare a botte di vaffa, bisogna fare le cose“.La parola è quindi passata a Massimo Lombardi, con il quale Ferrero ha fatto anche visita al vicino monumento in ricordo di Peppino Impastato.
“Sarebbe importante avere un gruppo di consiglieri che possa influenzare le politiche nei settori più importanti della politica regionale. Sarebbe importante non avere solamente un ruolo testimoniale“.
“Abbiamo un enorme problema occupazionale e crediamo che si possa mitigare affrontando in maniera intelligente anche un altra grave piaga della nostra regione, quella del dissesto. Non bisogna solamente attuare politiche che riducano la cementificazione, ma anche investire direttamente nella lotta al dissesto idrogeologico, senza ridursi sempre ad agire in emergenza“.Come valuta la scelta dell’Altra Liguria, di correre con una lista e un candidato differenti?
Rifondazione aderisce alla manifestazione di domenica contro il malfunzionamento dell’impianto di Saliceti
21 gennaio 2015, by admin
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Spezia, no alla vendita delle case popolari e caso nave delle bombe a Marola: approvate le due mozioni presentate da Rifondazione Comunista
20 gennaio 2015, by admin
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Doppio successo di Rifondazione Comunista in consiglio comunale spezzino.
OGGETTO: MOZIONE URGENTE
Nella zona militare antistante Marola nei giorni scorsi è iniziata l’operazione di scarico delle bombe a grappolo dalla nave Bbc Houston per consentire lo smantellamento di queste munizioni che l’Italia, aderendo alla convenzione di Oslo, ha deciso di non impiegare più in operazioni belliche.
Stante le condizioni del tempo e l’ingrossarsi del mare dovuto a forti raffiche di vento libeccio, la nave ha strappato la boa di ormeggio andando ad urtare contro la scogliera.
Ci sono volute parecchie ore per riprendere il controllo della situazione ed ormeggiare finalmente la nave al Molo Varicella.
Si sono vissuti momenti di paura per tutti gli addetti all’operazione e per la popolazione di Marola. Visto quanto accaduto si chiede al sindaco e all’amministrazione comunale che si facciano interpreti anche nei confronti dell’Unità Territoriale di Governo, perché le operazioni di scarico degli ordigni siano monitorate e seguite con maggior rigore, predisponendo una continua vigilanza di sicurezza in modo da evitare qualsiasi tipo di imprevisti che implichino il rischio per tale porzione di mare e il relativo quartiere circostante.
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PREMESSO CHE
lo scorso 16 ottobre la conferenza Stato-Regioni-Comuni ha dato il via libera al decreto Lupi per la vendita del patrimonio pubblico, compresa la vendita all’asta delle case popolari.
Atto gravissimo, che lede il diritto alla casa per le tante persone che non possono permettersela, un numero purtroppo in forte aumento a causa della dilagante crisi economica.
La casa infatti è un diritto fondamentale e l’istituzione dell’edilizia popolare è uno strumento di garanzia di coesione e di giustizia sociale.
CONSIDERATO
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che tale decreto darà il via libera a speculazioni immobiliari a danno della collettività e a vantaggio di chi potrà investire su costruzioni realizzate con soldi pubblici.
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che ciò è tanto più ingiusto ed inaccettabile in quanto la gran parte del patrimonio di edilizia pubblica è stato costruito con i fondi i Gescal (acronimo di GEStione CAse per i Lavoratori) il cui finanziamento derivava dai prelievi effettuati direttamente sulle retribuzioni dei lavoratori dipendenti pubblici e privati. Pertanto un fondo destinato alla costruzione ed alla assegnazione di case ai lavoratori, (operante dal 1963 al 1992)
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che Il patrimonio interessato dall’alienazione è quello costituito dagli alloggi di proprietà di Iacp, Comuni ed enti pubblici e quindi Si tratta di un provvedimento incostituzionale in quanto lo Stato non può imporre norme su un patrimonio non suo ma proprietà di regioni ed enti locali che, sulla base della Costituzione, hanno nel campo dell’edilizia residenziale pubblica una competenza esclusiva.
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che la messa all’asta degli alloggi popolari al prezzo di mercato metterebbe gli assegnatari in una situazione di precarietà assoluta, dato che la stragrande maggioranza, non ha redditi per poter di competere. Tanto più in un Paese dove gli sfratti per morosità (oltre 200 mila negli ultimi 3 anni), sono diventati una vera questione nazionale che andrebbe affrontata con politiche di inclusione sociale e non come opportunità di far cassa.
- che secondo l’analisi realizzata dall’istituto di ricerca dell’Anci, l’Italia si attesterebbe tra le ultime posizioni a livello di edilizia residenziale pubblica in Europa, segnando quota 4% a fronte di una media comunitaria del 20 % e rispetto al 36% totalizzato dall’Olanda e al 22% dell’Inghilterra.
- che l’assegnazione delle case popolari fu concepita innanzitutto come servizio di assistenza a tutela delle fasce sociali più deboli, e quindi come politica di tipo “assistenziale allo scopo di ridurre gli svantaggi di individui o famiglie nell’accesso ad un’abitazione funzionale, salubre e sicura.
Per quanto sopra il sottoscritto Consigliere Comunale
Impegna
Il Sindaco, l’Amministrazione ed il Consiglio Comunale
- a dire No alla vendita all’asta delle case popolari e comunali
- a chiedere alla Regione di intervenire dichiarando irricevibile questo schema di decreto, che interviene su materie che la Costituzione assegna alla esclusiva competenza regionale.
- a chiedere al Governo e Regione di farsi carico dell’emergenza abitativa con finanziamenti adeguati in particolare per il recupero del consistente patrimonio pubblico che versa in condizioni di fatiscenza al fine di poter essere assegnato
F.to
Il capogrupo Prc Edmondo Bucchioni
Elezioni provinciali, L’Altra Spezia: “Alternativi al centrodestra e centrosinistra”
11 ottobre 2014, by admin
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Prc, Sel e cittadini indipendenti concorreranno insieme alle provinciali di domenica.
Lombardi: “Porta aperta anche al M5S ma l’alleanza dovrà basarsi sui temi e l’assetto idrogeologico sarà il primo punto“.
Premessa
per prima cosa esprimiamo un giudizio fortemente critico nei confronti del decreto Del Rio (legge 56 del 24 arile 2014) – che ha portato in maniera confusa e demagogica al finto scioglimento delle province – sbandierato strumentalmente come contenimento dei costi della politica ma che in realtà è volto esclusivamente a colpire gli spazi di democrazia elettiva nel nostro paese e a favorire la concentrazione del potere nelle mani di un unico partito.
I cittadini non sono più chiamati ad eleggere i propri rappresentanti e a dare indirizzi sulle linee di sviluppo del proprio territorio (non a caso in questa fase preelettorale nessuno ha parlato di programmi ma solo di posti, di composizione delle liste).
Nelle elezioni di secondo grado che ci saranno domenica prossima, saranno solo i politici a votare! La politica consolida se stessa!
Critichiamo anche il metodo con cui questa legge viene portata avanti, in maniera ondivaga ed ambigua, senza decreti attuativi, con fasi transitorie enormi, senza garanzie per i lavoratori dell’ente e soprattutto senza una precisa definizione delle competenze, lasciando così importanti servizi ai cittadini nell’immobilismo totale e nella più assoluta carenza di risorse.
Cogliamo quindi l’occasione delle elezioni provinciali per DENUNCIARE che il ridimensionamento delle Provincie voluto dal governo, rappresenta in se, e per le modalità con le quali è stato deciso ed attuato, un vulnus alla democrazia, ed è parte di un più ampio disegno antidemocratico ed autoritario volto a ridefinire l’architettura istituzionale del Paese e a modificare surrettiziamente la Costituzione. Non a caso le attuali ipotesi in campo di legge elettorale e di modifiche del Senato sono parti integranti e congruenti di tale disegno.
Noi crediamo invece nel ruolo delle autonomie locali come strumento per fornire servizi ai cittadini – soprattutto ai più deboli – e tutelare territorio ed ambiente capaci di garantire diritti costituzionali universali e di promuovere lo sviluppo di un’economia solidale.
Programma
Oggi le province sono diventate enti territoriali di area vasta, di secondo grado. La loro è una presenza transitoria, in attesa di una riforma Costituzionale che ne proporrà l’abolizione.
In questo quadro di incertezza comunque le competenze che restano in capo alle province come funzioni proprie o delegate dalla Regione sono:
- pianificazione territoriale di coordinamento
- tutela e valorizzazione dell’ambiente
- pianificazione dei servizi di trasporto
- formazione professionale
- costruzione e gestione delle strade provinciali
- programmazione della rete scolastica delle scuole superiori
- gestione dell’edilizia scolastica delle scuole superiori
Settori di interventi strategici per chi, come i componenti della lista “L’ALTRA SPEZIA” pone la questione di un nuovo modello di sviluppo basato sulla protezione dell’ambiente, lo stop al consumo di territorio, le energie pulite, la ricerca e l’innovazione in campo tecnologico, il turismo attivo, la cultura creativa.
Pianificazione territoriale tutela e valorizzazione dell’ambiente : La cecità di un modello insostenibile
Negli ultimi anni il territorio della provincia della Spezia ha risposto alla pioggia con un bollettino di guerra, tra frane ed alluvioni. Il 25 ottobre 2011 si consuma la tragedia: il 43% delle strade interrotte, decine di paese isolati da giorni, borghi fantasma, ponti crollati, 10 morti, 3 dispersi.
Il clima è cambiato, ma si continua a rubare spazio agli alvei, nessuno gestisce i corsi che convogliano a valle migliaia di metri cubi d’acqua in brevi tempi. L’abbandono della coltivazioni collinari indebolisce i terreni, i frequenti incendi estivi distruggono una vegetazione senza monitoraggio ne cura, diminuendo la tenuta dei pendii, ostacolando il deflusso idrico. La cementificazione, condonata o no, impermeabilizza il suolo.
I sindaci monetizzano il territorio concessionando aree a rischio per centri commerciali pieni di lavoratori precari, capannoni senza merci, residenze destinate ad essere sfitte
Noi pensiamo ed agiremo in provincia nella consapevolezza che la solidarietà a questa gente, a questa terra, debba passare per un cambiamento radicale, che si opponga alla cementificazione del suolo ed al suo abbandono, assumendo un modello economico riproduttivo: i piccoli comuni, presidi democratici del territorio. non devono sparire, devono anzi avere i mezzi per curare la natura che li circonda, rifondando le loro economie in una conversione compatibile.
Quanto sta avvenendo ripetutamente in tutta Italia e luttuosamente oltre che nella nostra regione e nel nostro territorio segna una demarcazione profonda, un punto di non ritorno rispetto al quale non c’è più il tempo per indugi per mediazioni politiche.
Riteniamo assolutamente necessario ed urgente che la Provincia si faccia promotrice e interprete di un’azione politica per la revisione dei PUC che abbia come obiettivo la vulnerabilità del territorio e la sua tutela, da accompagnarsi con norme di salvaguardia: blocco e moratoria edilizia fino alla definizione di piani urbanistici rispettosi del territorio.
La difesa del suolo necessita anche di interventi mirati e specifici quali un Piano straordinario regionale e provinciale, che integri risorse europee, statali e regionali per un grande progetto che potenzi il sistema di prevenzione della protezione civile, combatta il dissesto idrogeologico, metta in sicurezza il territorio e generi occupazione. Un Piano straordinario regionale e provinciale per il recupero delle terre incolte, il rilancio dell’agricoltura, il ripopolamento dell’entroterra attraverso un’economia integrata, basata su agricoltura, enogastronomia, turismo sostenibile, cultura, artigianato, energie pulite.
Formazione professionale
Nel campo della formazione professionale, altra funzione delegata dalla Regione alle Province, crediamo sia necessario porre la questione di un ripensamento radicale del modo in cui viene attuata, in particolare verso la possibilità di formare i giovani nelle competenze necessarie al territorio e anche di riqualificare i lavoratori che hanno perso il lavoro dopo i quarant’anni, che hanno ancora maggiore difficoltà a trovare un’occupazione.
Riteniamo inoltre indispensabile operare un costante e attento monitoraggio dei risultati che produce.
SCUOLA, programmazione della rete scolastica delle scuole superiori, gestione dell’edilizia scolastica delle scuole superiori
La scuola è il principale servizio pubblico che per sua natura è in grado di garantire pari dignità e cittadinanza, oltre che svolgere azioni perequative nei confronti delle disuguaglianze ancora e sempre più presenti nella società.
La scuola è stata ripetutamente interessata, dalle forze conservatrici e reazionarie che stanno governando in questi ultimi decenni, da processi normativi volti a stravolgerne il portato costituzionale inserendo striscianti forzature verso la privatizzazione di questo servizio.
Si veda come la tentata controriforma Moratti, basata su un modello clericale aziendalistico e su un percorso a doppio canale (da una parte i giovani con difficoltà sociali ed economiche indirizzati verso il riproposto avviamento al lavoro e dall’altra scuole selezionate anche grazie a finanziamenti privati che forniscono strumenti alti di conoscenza, richiesti dalla società per mantenere la sua leadership economica, ai giovani di famiglie di censo medio alto) sia sempre dietro l’angolo e venga per molti suoi aspetti riproposta anche dal governo Renzi.
Al contrario oggi a fronte della crisi, del tentativo di rendere il lavoro sempre più precario e i lavoratori empre più soli e senza diritti, la difesa della scuola pubblica per tutti, capace di formare cittadini consapevoli e critici e per tutto l’arco della vita, diventa un obiettivo primario a cui “l’altra provincia” deve dedicare il massimo impegno e risorse. Considerato che le competenze che permangono alla provincia sono edilizia scolastica e programmazione dell’offerta formativa
L’obiettivo quindi sarà quello di prefigurare un sistema scolastico basato su indirizzi di studio diversificati e flessibili, conformi alle prospettive del tessuto economico, supportato da servizi qualificati adeguatamente distribuiti nel territorio, atti a permettere scelte consapevoli per le nuove generazioni al fine di contrastare fenomeni di insuccesso e abbandono precoce.
Per questo critichiamo e crediamo sia necessario un ripensamento della regione Liguria che ha avocato a se la programmazione della rete scolastica, competenza che non può essere distaccata dalla profonda conoscenza della realtà locale, sia in termini di valenza sociale del presidio scolastico, sia in termini di effettiva conoscenza dello stato delle strutture scolastiche.
Crediamo sia indispensabile mantenere e sviluppare sempre più un legame stretto tra scuola e territorio, con l’obiettivo di fare della scuola una reale risorsa della comunità, un soggetto riconosciuto che può e deve contribuire al suo sviluppo e alla sua emancipazione.
Obiettivi del dimensionamento la rete scolastica: evitare fenomeni di eccessivo pendolarismo nella fruizione dei servizi scolastici globalmente intesi e garantire pari opportunità di accesso e successo a tutti i membri della comunità specie all’utenza più debole e periferica
Intervento sul patrimonio edilizio scolastico: garantire agli studenti un ambiente scolastico sicuro e funzionale, articolato con spazi per la didattica (aule), per le esercitazioni e la ricerca (laboratori) la socializzazione (impianti sportivi, auditorium).
Ambienti confortevoli e stimolanti sono strumenti necessari per il miglioramento della didattica, oltre che opportunità per combattere la dispersione scolastica.
Politiche per il diritto allo studio: politiche volte a garantire pari opportunità di accesso all’istruzione e di successo scolastico per tutte le categorie svantaggiate (studenti pendolari, stranieri portatori di handicap), equa distribuzione dei servizi scolastici per limitare fenomeni di eccessivo pendolarismo (ampliamento dell’offerta formativa – nuovi indirizzi di studio – agevolazione e ampliamento delle possibilità di studio all’estero), politiche di sostegno e di integrazione per tutti gli svantaggi.
Chiusura gruppo carbone centrale Enel La Spezia: la maggioranza boccia emendamento di Rifondazione, Guerri e Cinque Stelle
8 ottobre 2014, by admin
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Non abbiamo soddisfatto tale richiesta, chiedendo di metterla in votazione, che però ha dato esito negativo, poiché tutta la maggioranza rimaneva compatta per il no.
Solo Rifondazione Comunista, Giulio Guerri e il Movimento Cinque Stelle approvavano l’emendamento.
Breve riflessione: “il sonno della ragione genera mostri“. In barba al clima e all’ambiente.
Consigliere Comunale Rifondazione Comunista La Spezia