Spezia, a sinistra nasce un fiorellino

16 novembre 2015, by  
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Mattinata con #Possibile alla galleria Il Gabbiano, presenti esponenti delle forze della sinistra spezzina. Obbiettivo una casa unica in corsa alle comunali 2017

 

Oggi nasce un fiorellino“. Delicata e bucolica l’immagine suscitata stamattina alla galleria Il Gabbiano da Massimo Lombardi, segretario provinciale di Rifondazione, per salutare il primo tassello di una nuova forza di sinistra pronta a farsi spazio, con credibilità e ambizione, nel contesto locale. Una creatura di cui si è dibattuto nell’ambito di un incontro convocato da La Spezia #Possibile, movimento fondato da Pippo Civati, in vista degli stati generali in programma a Napoli il 21 novembre, occasione che vedrà l’associazione trasformarsi in soggetto politico. In via Ricciardi, dopo un confronto sui documenti che saranno approfonditi e votati nel corso dell’evento partenopeo, si è alzato il sipario su un’intensa tavola rotonda con i rappresentanti della sinistra spezzina. Per parlare, appunto, del fiorellino. In ottica nazionale, va bene, ma soprattutto guardando alle scadenze elettorali – particolarmente ghiotta la deadline delle comunali spezzine 2017 -, alle esigenze e alle spinte del territorio.

Ci vuole una casa comune nella quale le sigle di appartenenza diventino un retaggio. Costruirla è una necessità“, ha aperto le danze William Domenichini, già responsabile ambiente provinciale di Rifondazione e in corsa nel 2014 alle comunali di Follo con la lista Partecipi e Solidali, esempio lampante di mini laboratorio della sinistra alternativo a Pd e centrodestra. “Un’unità – ha sottolineato Domenichini – che va trovata a partire da battaglie come quella contro il piano casa di Toti, naturale sviluppo dell’azione di Burlando“.Non poteva mancare l’ex segretario della Cgil spezzina Lorenzo Cimino, uno dei nomi forti di #Possibile. “Dobbiamo andare verso un vero civismo e riprendere spazio in questa città – ha detto -. E siamo chiamati a creare un soggetto politico credibile elettoralmente, deciso ad andare oltre il 4-5% del classico voto di testimonianza. Spogliamoci dagli spillini dei partiti e torniamo ad ascoltare la gente, quali priorità e problemi ha. Per creare una sinistra alternativa che potrebbe piacere anche al mondo moderato, perché nemmeno questo si riconosce nel Pd di Renzi. D’altronde in Italia il centrosinistra non c’è più: ci sono la destra e il centrodestra“.Bene la credibilità elettorale, la concretezza ma guai all’ansia da prestazione. Lo ha sottolineato l’altro “possibilista” Michele Fiore, che con Cimino, fino a qualche settimana fa, ha battuto la provincia promuovendo i sette referendum del movimento di Civati. Fiore ha messo in chiaro la sua idea del rapporto con il Partito democratico, dov’era di casa (ma gli ultimi tempi restava sul pianerottolo) fino a qualche mese fa: “Non facciamoci trascinare nel congresso permanente del Pd spezzino. Non facciamoci tirare per la giacchetta ora da chi fa capo alla Paita, che ci attacca di continuo, né da chi sta con Orlando, un gruppo che magari ci vorrebbe in coalizione per darsi una parvenza di sinistra. No a coalizioncine accettate solo per guadagnare qualche carega, né a sterili sommatorie. Sì a un contenitore che parli dei problemi della città“.

C’era anche Pierluigi Sommovigo, ancora ringalluzzito dall’approvazione della mozione anti piano casa in consiglio comunale alla Spezia, di cui è stato coriaceo fautore. E Gipo ha parlato dalla posizione un po’ sui generis, per l’ambiente, di uomo di maggioranza. Tale è l’esponente PCdI in consiglio comunale alla Spezia, “dove esprimiamo anche il vice sindaco“, ha rimarcato, con riferimento a Cristiano Ruggia. “Noi siamo disponibilissimi a un confronto per dare vita a un’idea politica che voglia risolvere i problemi concreti delle persone, a partire dal dramma di chi è senza lavoro. Ci siamo, sì, ma è importante non perdere la propria identità“, ha chiarito, prima di passare la parola al menzionato Lombardi.

L’avvocato ultras è parso molto più pronto al grande salto rispetto a Gipo Sommovigo. Donata a tutti la figura del “fiorellino”, ha assicurato senza mezzi termini: “Rifondazione ci sta! Oggi è stato gettato un seme importante per il rilancio. C’è un 50% di elettorato sfiduciato, dobbiamo riconquistarlo, su tanti temi. In questa città sono state fatte, da pochi, scelte disastrose. Invito le forze di sinistra che sostengono la giunta Federici a non farlo più“. Tanto per solleticare l’amico e compagno comunista da cui ha raccolto il microfono. “Non perdiamoci sulle cose nazionali – ha concluso -, diamoci da fare qui. Contaminiamoci e non separiamoci ai primi conflitti“.

Ha timbrato il cartellino alla tavola rotonda gauchista un altro avvocato, Andrea Ornati, coordinatore provinciale Sel e consigliere d’opposizione a Lerici con la lista Cambiamo in Comune, ulteriore esempio di buon successo di una creatura civica che guarda saldamente a sinistra. “Il successo di Cambiamo in Comune e di esperienze simili come quelle di Arcola, Follo, in parte Ameglia – ha dichiarato -, sta nel fatto che si è detto basta ad aste al ribasso. Un primo tassello, fondamentale. Certo, c’è anche da fare mea culpa. Noi a Sarzana, finché non è stata cacciata l’assessore Giulia Chiatti, sostenevamo Cavarra, forse il peggiore decisionista Pd della provincia”. Un invito dall’ex presidente del consiglio comunale lericino: “Pensiamo a noi, lasciamo stare il Pd: è l’ultimo dei problemi“.

Nei giorni scorsi il segretario regionale dell’Italia dei valori, lo spezzino Paolo Carbonaro, aveva dichiarato che il partito, essendo interessato a coalizioni con il Pd, non avrebbe preso parte al meeting di #Possibile alla galleria Il Gabbiano. Detto fatto, a metà mattinata si è presentato in via Ricciardi l’esponente Idv Aldo Sebastiani. “Guardiamo con interesse a questo progetto unitario di sinistra per la nostra città – ha assicurato -. Molta gente vota Cinque stelle per non votare in Pd, anche nella mia famiglia! Lavoriamo per dare a queste persona una forza di sinistra credibile. Siamo in sintonia. Possiamo andare avanti insieme, costi quel che costi“.

Pollice all’insù per il segretario Cgil Matteo Bellegoni: “C’è un bisogno assoluto di sinistra. Non è per niente semplice portare avanti certe battaglie per il lavoro senza un riferimento politico. Il Pd ha perso quella strada verso un ‘nuovo umanesimo’ auspicata da Alfredo Reichlin. Una strada inattuata, ma ancora di fortissima attualità“.

Desideroso di veder nascere una casa comune anche il coordinatore comunale spezzino di Sel, Emiliano Ceretti: “Di qui a Natale – ha detto – dobbiamo iniziare con il dibattito in vista delle elezioni comunali del 2017. Diamoci da fare per il bene della nostra città“.

Special guest della mattinata, Luca Pastorino, deputato di #Possibile, nonché sindaco di Bogliasco e candidato alla presidenza regionale per Rete a Sinistra lo scorso maggio. Scagliate due battute al vetriolo alla Paita e impostata una curiosa posizione da fenicottero – in piedi, con un ginocchio sulla sedia, per farsi sentire meglio dall’uditorio raccolto nella lunga sala – ha messo in guardia: “Alla Spezia c’è tutto il tempo per non commettere gli errori del passato. Ora bisogna procedere in modo naturale, togliendosi dalla testa l’idea della sommatoria di partiti e forze politiche. Un concetto tanto amato dai media, ai quali piace vedere ammucchiate di gente magari un po’ cotta. Lavoriamo dal basso, e facciamolo sul serio, altrimenti la gente di dice ‘ciao’. Banchetti, gruppi tematici. Torniamo in piazza, lungo le banchine, fuori da Fincantieri. Elaboriamo una proposta utile, abbracciamo i problemi, per conoscerli. E ricordiamoci – ha chiuso – che il tempo della mediazione è finito“.

Appuntamento a breve, quindi, per vedere se i petali del fiorellino sono gagliardi, e se lo stelo regge.

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Lombardi: “Costruiamo la sinistra unita sui temi fondamentali per la collettività”

16 giugno 2015, by  
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Rilanciare la sinistra spezzina sui temi forti come Enel, sanità, golfo, aree militari, lavoro, socialità e invertire la rotta sulle storiche definizioni-cliché della sinistra: quella dei “no” e quella del “buonismo”. E’ la ricetta politica di Massimo Lombardi, avvocato spezzino e segretario provinciale di Rifondazione Comunista, 1641 preferenze alle ultime elezioni regionali nella lista “Rete a Sinistra” in appoggio a Luca Pastorino.

Le regionali hanno dimostrato che c’è un grande vuoto che va riempito con le nostre lotte e con i nostri contenuti” – afferma Lombardi – “troppa gente non è andata a votare, troppi sono rimasti delusi dal brutto andazzo che la politica da tempo ha intrapreso a tutti i livelli. I cittadini non si fidano più di chi li amministra e nelle urne non perdonano. C’è bisogno di trasparenza e limpidezza: ripartiamo dalla questione morale per tornare alla partecipazione collettiva“.

La sinistra è stata accusata di aver fatto perdere la Paita, ma Lombardi è chiaro: “Non ci interessano i problemi interni del Pd, credo che la loro sconfitta sia stata bruciante proprio perché troppo netto è stato lo stacco percepito dall’elettorato sui temi e i metodi proposti dalla candidata presidente e dai suoi dirigenti. Ci interessano solo i contenuti, ma ci deve essere una vera volontà di agire e, soprattutto, rispetto. Da anni parliamo lingue opposte: nei comuni le forze di sinistra sono state prima utilizzate dal Pd per vincere le elezioni, per poi venire eliminate alla prima occasione a risultato acquisito. Il caso di Sarzana, dove è stata appena cacciata l’assessore di Sel, è solo l’ultimo esempio di una lunga serie”.

Lombardi pone l’attenzione al futuro di Spezia: “La causa Atc-comune sui parcheggi della Pinetina oltrepassa i limiti dell’assurdo. Dopo le numerose “perle” della sua gestione, tra cui spiccano i casi Acam e Piazza Verdi, il sindaco Federici non è stato nemmeno in grado di gestire questa situazione, in pratica portando se stesso in tribunale. Credo che l’episodio commenti l’intera da solo epoca federiciana“.

“L’amministrazione comunale dovrebbe accompagnare i cittadini nella battaglia per il no al carbone all’Enel” – prosegue l’esponente Prc – “difendendo al contempo i lavoratori in vista della futura chiusura della centrale. Dovrebbelottare per un golfo che torni ad essere pulito dai fanghi e dai veleni, pretendere una sanità efficiente e aiutare economicamente i commercianti delle zone più disagiate per combattere la criminalità con la socialità e non con la repressione, anche se va usata tolleranza zero con chi delinque, perché non c’è giustizia sociale senza giustizia reale. Occorre inoltre fornire incentivi alle società sportive per togliere dalla strada i ragazzini e sottrarli alla delinquenza: lo sport per tutti è garanzia di una società sana. Questi sono temi concreti da affrontare con urgenza“.

Il segretario di Rifondazione lancia infine uno sguardo al panorama nazionale in cui si muoverà la sinistra: Guardiamo con interesse al laboratorio di Landini e anche a quello di Civati. Ma dobbiamo uscire dalle singole sigle di partiti e associazioni, comitati e liste civiche, per costruire tutti insieme un’alternativa sociale. Senza primeggiare tra di noi, ma solo per lavorare per il bene della collettività. Tantissimi spezzini ce lo stanno chiedendo e noi lo faremo”.

Rifondazione Comunista, federazione provinciale La Spezia

Agenda elettorale Massimo Lombardi (Rete a Sinistra): stasera iniziativa No Carbone, domani giornata con Pippo Civati in provincia

25 maggio 2015, by  
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Comincia il rush finale per il candidato di Rete a Sinistra Massimo Lombardi con una due giorni ricca di impegni sul territorio spezzino.
 
Oggi pomeriggio Lombardi sarà in Riviera per incontrare i cittadini di Volastra, mentre alle 21 parteciperà ad un’inziativa pubblica contro il carbone all’Enel presso al centro sociale di Melara, assieme a Daniela Patrucco e al comitato “Spezia via dal Carbone”.
 
Domani, martedì 26 maggio, è il giorno di Giuseppe “Pippo” Civati, che da Roma verrà a sostegno dei candidati di Rete a Sinistra in provincia.
 
Il primo appuntamento sarà alle 9.15 a Lerici presso il bar “Oriani”, mentre alle 10.30 si recheranno al mercato di Ceparana per incontrare la cittadinanza.
 
Alle 13.15 si terrà un pranzo elettorale a Spezia presso il ristorante “I pescatori” del molo Italia, dopodiché i candidati incontreranno i lavoratori delle aziende spezzine in difficoltà.
 
Alle 18 ci si sposterà a Sarzana, dove Lombardi interverrà all’iniziativa pubblica in piazza Martiri della libertà assieme a Civati e alla candidata Mirca Moruzzo.
 
Infine, alle 20, i candidati incontreranno i cittadini di Follo per un’apericena presso il locale circolo Arci.

Claudio Grassi: “L’importanza del voto ligure!”

 

A fine maggio si voterà in sette regioni. Sarà un test elettorale molto importante. Ma tra queste regioni il risultato della Liguria sarà importantissimo per il futuro della sinistra italiana.rete

Lo coglie con grande lucidità, su Repubblica di oggi, Stefano Folli: “…se in una regione rossa la sinistra anti-renziana dimostrasse di avere consenso, lo schema potrebbe ripetersi su scala nazionale. L’ipotesi di una Linke italiana si farebbe meno remoto e per il “partito della nazione”, ancora in fase di rodaggio, il futuro sarebbe meno roseo.

In effetti in Liguria si è creata una lista – Rete a Sinistra – con candidato presidente Luca Pastorino che, oltre a raccogliere SEL, Rifondazione, associazioni importanti come la comunità di Don Gallo, vede presenti, a partire dalla figura del candidato presidente, fuorusciti dal Pd. La lista ha il sostegno esplicito di Sergio Cofferati, Pippo Civati e Stefano Fassina.

Un successo di questa lista incoraggerebbe la minoranza del Pd, in contrasto sempre più netto con Renzi, ad uscire dal partito e a costituire assieme agli altri soggetti della sinistra quella forza politica che manca nel nostro Paese e che, come giustamente sottolinea Fassina in una intervista a Repubblica di oggi, si ponga prioritariamente l’obiettivo di dare una rappresentanza politica al mondo del lavoro

Lavoriamo, quindi, affinché in tutte e sette le regioni abbiano un successo le liste della Sinistra Unita, ma prestiamo grande attenzione al voto ligure. Anche per questo risulta assolutamente incomprensibile e politicamente sbagliato il fatto che si presenti anche un’altra lista a sinistra oltre a Rete a Sinistra e cioè l’Altra Liguria.

Al di là di punti di vista diversi – che possono anche esserci su singole questioni – penso che a nessuno, che abbia a cuore la costruzione di una sinistra unita, possa sfuggire l’importanza di fare convergere il proprio voto nella lista unitaria di Rete a Sinistra In modo che essa ottenga un buon risultato.Tra l’altro le liste sono ricche di candidate e candidati che, se abitassi in Liguria, voterei molto volentieri a partire da Agostino Gianelli “Ciccio” di Genova, amico oltre che compagno da una vita, oppure Marco Ravera a Savona o Massimo Lombardi a La Spezia, ottimi compagni.
Claudio Grassi,
direzione nazionale Rifondazione Comunista,
già senatore Prc

Con lo strappo di Luca Pastorino in Liguria si aprono nuovi scenari. C’è vita fuori dal Pd

22 aprile 2015, by  
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Prima c’erano i gufi: Matteo Renzi aveva liquidato così, con un nomignolo e un tweet, i dissidenti interni di un Pd che esibisce tronfio uno strabismo a destra, spacciato come chissà che rivoluzione.

Ora, mentre in Liguria la sinistra si coagula intorno alla figura del sindaco di Bogliasco e deputato Luca Pastorino, fresco di divorzio da questo Pd, il Premier alza il tiro: i gufi sono diventati tafazzi e con un’intervista a Repubblica il Premier li accusa con stonata ineleganza infantile di dividere «per fare vincere la destra». Una candidatura, quella di Pastorino, che ufficializzando con Sel, Rifondazione e comitati civici, esplicita la propria distanze dal renzismo.

Facciamo notare che Renzi non aveva perso le staffe nemmeno mentre Sergio Cofferati abbandonava il partito dei dem, accusandolo di avere avvallato delle primarie più che sospette in cui la candidata vincente Raffaella Paita aveva racimolato «dubbi voti organizzati» dal centrodestra e (per qualcuno) anche da “chiaccherate” famiglie calabresi. Ma di fronte al «piccolo sindaco di un piccolo comune» (come si autodefinisce Luca Pastorino) sembra perdere la solita equilibrata spocchia pubblicitaria per tracimare nel gne-gne.

Lui, Pastorino, risponde al telefono mentre è in riunione con la ragioniera dell’Ufficio tecnico del suo Comune. Sta studiando una soluzione possibile per fare quadrare i conti senza imporre la Tasi ai propri cittadini: «Sono i liguri a essere stufi di fare i tafazzi. Trovo particolare che Renzi si preoccupi di un sindaco di un paese (che nei sondaggi è già quasi al 20 per cento, ndr). Il disagio l’abbiamo espresso in mille modi e ora non ha più senso. Avevo già detto che le primarie liguri erano state liquidate con un tweet in spregio al militante e all’elettore. Hanno banalizzato episodi di mafie, hanno finto di non vedere personaggi di centrodestra dal passato poco chiaro. Non si fa così – dice scaldandosi -. I liguri sono molto più preoccupati di capire quale sarà il voto utile».

A proposito di utilità, qual era stata la strategia del Pd in Liguria?

Vengono indette le primarie, in campo Raffaella Paita (già dirigente del partito a La Spezia e appoggiata da molti scajolani della prima ora) e lo storico sindacalista e deputato europeo Sergio Cofferati. La sinistra (Sel in testa) resta alla finestra dando un bisbigliato “appoggio esterno” a Cofferati che comunque ne esce sconfitto: «Le primarie? Inquinate da voti strani, da cordate, voto organizzato. Cofferati non ha voluto insistere dopo avere avviato già degli esposti in Procura», dichiara infatti Nicola Di Benedetto, membro della segreteria regionale di Sel. Quindi Cofferati decide di uscire dal Pd, le sinistre cercano di riorganizzarsi pensando dapprima all’ex sindaco di La Spezia Giorgio Pagano, per poi alla fine convergere su Pastorino. «Pastorino, uscendo ufficialmente dal Pd ci ha messo nelle condizioni di poterlo candidare. C’è da costruire una nuova forma intermedia tra la liquidità dei Cinquestelle e una doverosa ricollocazione del ceto politico. Così si torna a far politica», aggiunge Di Benedetto.

Liguria come laboratorio nazionale di una sinistra che finalmente prende le distanze, sancisce le proprie posizioni e forse proprio per questo innervosisce i vertici del Partito democratico. Ne è convinto anche Pippo Civati, gufo ad honorem della dissidenza interna e amico di Pastorino: «Una rappresentazione della situazione politica ligure che non sta né in cielo né in terra – ci dice – oltre a una serie di problemi nazionali, Renzi ancora una volta dimostra di sottovalutare il clima di disagio a sinistra». Attenzione, ammonisce l’esponente della minoranza dem: «La Ligura non rimane un caso isolato, in Sicilia sta succedendo la stessa cosa: in generale la gente di sinistra il Pd non lo vota più. Minimizzare il problema guardando solo la torta dalla fetta più grossa e considerando briciole tutto il resto non è un atteggiamento responsabile.Quelli che votano Pastorino, la Paita non l’avrebbero mai votata. E lo stesso succederà a livello nazionale ». Il punto è: «Interessa l’argomento o siamo tutti gufi e Tafazzi? Se è così allora ciao e l’ultimo spenga la luce. Qui chi pone il problema viene brutalizzato, rovesciato. La Liguria darà dei segnali. Non penso che per colpa di Pastorino vincerà la destra: magari vincerà la sinistra».

E se è evidente che Civati è “pastoriniano,” il contrario vale ancora?

«Io civatiano? La mia esperienza è legata al territorio – risponde il candidato ligure -. Vivo il momento con umiltà  ma con responsabilità. Ci vuole qualcuno che recuperi il senso delle cose». Un candidato che lavori contro «un’idea di progresso che ormai ha fallito, lontano dall’ansia di costruire a ogni costo in una regione in cui si è costruito troppo e male». Pastorino vuole ripartire, che già di per sé non sarebbe male, per la sinistra. In ogni caso, vuole ripartire «dalla trasparenza e dal sostegno al reddito» e occuparsi «delle tante piccole grandi opere che servono qui».

Quindi, c’è vita fuori dal Pd?

Non riesco a trattenermi e gli chiedo come si sta da fuoriusciti, lì dove molti sembrano avere paura di andare e Pastorino non si scompone: «Bene – mi spiega -. Spiace per come sono andate le cose e per l’evoluzione che ha avuto il partito in questo ultimo anno. Molti mi hanno chiesto di non andare via, ma di battaglie da dentro ne abbiamo fatte tante. Renzi ha paura  che vinciamo noi e che emerga un modello diverso da quello che propone».

E come rispondere al Segretario che accusa Pastorino e i dissidenti di dimenticare che lo stesso Pd a Venezia appoggerà comunque Casson, pur appartenendo all’opposizione interna? «Casson ha vinto primarie pulite e regolari – puntualizza Civati – in Liguria invece hanno minimizzato i brogli e i condizionamenti del centrodestra. Hanno vissuto l’uscita di Cofferati facendo spallucce chiedendogli di dimettersi mentre Gennaro Migliore che da Sel è passato al Pd è stato incensato. La candidatura e l’uscita è stata studiata per due mesi e nessuno ha mai chiamato Pastorino».

In Liguria, certo, si apre un possibile orizzonte e per questo sarà Renzi in persona a metterci la faccia per una campagna che si preannuncia molto muscolare. Anche perché il premier ama giocare in tutti i ruoli, solo lui. Senza mai passare la palla. E prima o poi, come succede a quei ragazzini delle partitelle all’oratorio, rimarrà da solo con il suo pallone in mano.

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“A Sinistra con i Lavoratori”: giovedì 12 febbraio al centro “Allende” della Spezia iniziativa pubblica organizzata da Rifondazione

6 febbraio 2015, by  
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Giovedì 12 febbraio alle 17.30 presso il centro “Allende” della Spezia si terrà l’iniziativa pubblica “A Sinistra con i lavoratori”,
organizzata dal gruppo consiliare spezzino di Rifondazione Comunista.

Un incontro molto importante per sottolineare il valore essenziale da cui la Sinistra in Europa, in Italia e in Liguria, deve ripartire per costruire il proprio futuro: il protagonisti mondo del lavoro, sempre più sotto attacco dai vari governi che si sono succeduti negli ultimi vent’anni.
E’ infatti purtroppo evidente come i grandi poteri economici vadano a incidere sempre di più sulle stesse democrazie, penetrando nei partiti di governo e condizionadone inequivocabilemente la loro politica: il risultato è lo sbilanciamento totale a favore di multinazionali e grandi capitali contro la massa dei lavoratori e i cittadini, e questo accade indipendentemente da chi vince le elezioni.Ciò causa sfiducia e sconforto nella gente, già provata duramente dalla crisi economica, che può sfociare in tremendi effetti di cui la storia è già stata tristemente testimone.   Eppure c’è un modo per uscirne: con vere politiche di sinistra, che mettano al centro i diritti delle persone, primo fra tutti quello di un lavoro dignitoso e sicuro.
Per questo oggi c’è bisogno di una sinistra forte, unita e plurale che segua le orme della Grecia, dove un popolo intero è stato capace di sollevarsi democraticamente grazie a Syriza e Alexis Tsipras, che segnano un punto di speranza per tutti i popoli europei.
Al dibattito interverranno il segretario della Cgil spezzina Lorenzo Cimino, i gli esponenti provinciali di Prc, Sel, Pcdi e Pd (area Civati) Massimo Lombardi, Andrea Ornati, Lorenzo Schiavi, Michele Fiore e l’avvocato giuslavorista Roberto Lamma.Coordinerà il capogruppo Prc spezzino Edmondo Bucchioni.Tutti i cittadini e i lavoratori spezzini sono invitati a partecipare.
 
Rifondazione Comunista La Spezia

Rete a Sinistra La Spezia: mercoledì 3 dicembre assemblea pubblica presso la sede di Rifondazione in via Lunigiana

3 dicembre 2014, by  
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Oggi 3 dicembre alle 17.30 presso la sede di Rifondazione Comunista (via Lunigiana 545) assemblea pubblica della Rete a Sinistra. Dopo il primo incontro, l’iniziativa pubblica svoltasi all’urban center su ambiente, mare e territorio la Rete a Sinistra torna a incontrasi alla Spezia. Un appuntamento di discussione aperto a tutti quelli che vogliono partecipare per decidere insieme le prossime attività e iniziative.

Nell’incontro precedente abbiamo portato tante buone pratiche di un diverso modello di sviluppo, dall’agricoltura come strumento di tutela del paesaggio alla blue economy, l’economia del mare. Abbiamo parlato di ricerca e innovazione come strategia per uscire dalla crisi puntando sulle migliori tecnologie. Tanti temi su cui vogliamo costruire campagne mirate. Per questa ragione domani ci incontreremo per discuterne insieme.

COSA E’ LA RETE: Rete a sinistra vuole costruire un percorso che metta insieme cittadini, movimenti, associazioni e partiti della sinistra (Lista Doria, Pd area Civati, Pdci, Rifondazione Comunista, Sel, Altra Liguria) per costruire un altro modello di società. Dopo il primo incontro genovese, di settembre, al teatrino degli Zingari è emerso il bisogno di ricominciare a discutere e confrontarsi in modo aperto e orizzontale al di là delle proprie appartenenze partitiche o associative. Il metodo è incentrato sui contenuti e non sui contenitori per riportare al centro del dibattito politico in Liguria quei temi e valori da sempre patrimonio della sinistra e oggi ignorati.

Rete a Sinistra La Spezia

Elezioni provinciali, L’Altra Spezia: “Alternativi al centrodestra e centrosinistra”

Prc, Sel e cittadini indipendenti concorreranno insieme alle provinciali di domenica.

Lombardi: “Porta aperta anche al M5S ma l’alleanza dovrà basarsi sui temi e l’assetto idrogeologico sarà il primo punto“.

L´Altra Spezia: `Alternativa al centrodestra e centrosinistra`

Edmondo Bucchioni, Pierangelo Rosi, Salvatore Romeo, Sara Pellegrotti, Paolo Zanetti. Cinque moschettieri per una lista che domenica si presenterà alle elezioni con il doppio desiderio di portare il maggior numero di consiglieri nel nuovo governo provinciali e al tempo stesso di testare la nuova squadra in ottica Regionali 2015. “L’Altra Spezia” il nome della lista che mette insieme Prc, Sel, e tanti cittadini di sinistra che non si riconoscono nelle altre forze in campo.
Una prova generale per capire se quello che oggi è un cartello elettorale può diventare un movimento coeso o magari, un giorno, un nuovo partito che rappresenti la sinistra in Italia. “Siamo alternativi ai due blocchi, sia a quello di centrosinistra che a quello di centrodestra” – spiega Chiara Bramanti, responsabile Enti Locali del Prc – “vogliamo riportare alle urne quella parte di sinistra che non va più a votare”. Una lista alternativa insomma, che non ha raccolto solo le proprie firme ma anche quelle della cosiddetta “area Civati” e che auspica di eleggere il maggior numero di consiglieri provinciali. Ma al tempo stesso cerca conferme per il futuro prossimo: “Certo che ce lo auspichiamo – aggiunge Gabriella Malpezzi e ovviamente come Sel apriamo un confronto con comitati, movimenti, civatiani”. Salvatore Romeo, consigliere comunale arcolano, ed Edmondo Bucchioni, consigliere comunale alla Spezia, saranno candidati Prc e la loro riflessione non può che partire dall’attualità: “Intanto esprimiamo solidarietà alla popolazione genovese. La Provincia è utile per finanziare la manutenzione del territorio. Ecco perché il tema del dissesto idrogeologico è il primo punto del nostro programma”. Pierangelo Rosi, consigliere comunale a Burgnato e anch’egli candidato, spiega la sua partecipazione: “Non ho tessere di Prc o Sel ma appoggio incondizionatamente questo lista politica perché credo che la Spezia abbia bisogna di una forza di sinistra che difenda i diritti dei lavoratori e l’ambiente”.
Presente anche il segretario di Rifondazione Comunista Massimo Lombardi che apre al Movimento Cinque Stelle: “Noi dobbiamo dovevamo avere il congresso regionale ma in quella zona è out e ci rivedremo il 19. E’ un passaggio importante costruire una lista come “L’Altra Spezia” che unisce liste civiche, Rifondazione, Sel, i civatiani del Pd e una porta aperta la lasciamo al Movimento Cinque Stelle. In prospettiva pensiamo ad un fronte ampio a sinistra, che non esclude anche loro: un’alleanza che si deve basare sui temi. Al centro ci deve essere l’assetto idrogeologico, brutto dirlo ora che sembra di cavalcare ciò che è successo a Genova. Nessuna strategia, non sottovaluterei le tante persone che ci sono a sinistra, impegnate nelle liste civiche, in micro-movimenti che danno contributi di idee”.
www.cittadellaspezia.com
Di seguito il programma della Lista L’Altra Spezia:

Premessa

per prima cosa esprimiamo un giudizio fortemente critico nei confronti del decreto Del Rio (legge 56 del 24 arile 2014) – che ha portato in maniera confusa e demagogica al finto scioglimento delle province – sbandierato strumentalmente come contenimento dei costi della politica ma che in realtà è volto esclusivamente  a colpire gli spazi di democrazia elettiva nel nostro paese e a favorire la concentrazione del potere  nelle mani di un unico partito.

I cittadini non sono più chiamati ad eleggere i propri rappresentanti e a dare indirizzi  sulle linee di sviluppo del proprio territorio (non a caso in  questa fase preelettorale nessuno ha parlato di programmi ma solo di posti, di  composizione delle liste).

Nelle elezioni di secondo grado che ci saranno domenica prossima, saranno solo i politici a votare! La politica consolida se stessa!

Critichiamo anche il metodo con cui questa legge viene portata avanti, in maniera ondivaga ed ambigua, senza decreti attuativi, con fasi transitorie enormi, senza garanzie per i lavoratori dell’ente e soprattutto senza una precisa definizione delle competenze, lasciando così importanti servizi ai cittadini nell’immobilismo totale e nella più assoluta carenza di risorse.

Cogliamo quindi l’occasione delle elezioni provinciali per DENUNCIARE che il ridimensionamento delle Provincie voluto dal governo, rappresenta in se, e per le modalità con le  quali è stato deciso ed attuato, un vulnus alla democrazia, ed è parte di un più ampio disegno antidemocratico ed autoritario volto a ridefinire l’architettura istituzionale del Paese e a modificare surrettiziamente la  Costituzione. Non a caso le attuali ipotesi in campo  di legge elettorale e di modifiche del Senato sono parti integranti e congruenti  di tale disegno.

Noi crediamo invece nel ruolo delle autonomie locali come strumento per fornire servizi ai cittadini – soprattutto ai più deboli – e tutelare territorio ed ambiente capaci di garantire diritti costituzionali universali e di promuovere lo sviluppo di un’economia solidale.

Programma

Oggi le province sono diventate enti territoriali di area vasta, di secondo grado. La loro è una presenza transitoria, in attesa di una riforma Costituzionale che ne proporrà l’abolizione.

In questo quadro di incertezza comunque le competenze che restano in capo alle province come funzioni proprie o delegate dalla Regione sono:

  • pianificazione territoriale di coordinamento
  • tutela e valorizzazione dell’ambiente
  • pianificazione dei servizi di trasporto
  • formazione professionale
  • costruzione e gestione delle strade provinciali
  • programmazione della rete scolastica delle scuole superiori
  • gestione dell’edilizia scolastica delle scuole superiori

Settori di interventi strategici per chi, come i componenti della lista “L’ALTRA SPEZIA” pone la questione di un nuovo modello di sviluppo basato sulla protezione dell’ambiente, lo stop al consumo di territorio, le energie pulite, la ricerca e l’innovazione in campo tecnologico, il turismo attivo, la cultura creativa.

 

Pianificazione  territoriale tutela e valorizzazione dell’ambiente : La cecità di un modello insostenibile

Negli ultimi  anni il territorio della provincia della Spezia ha risposto alla pioggia con un bollettino di guerra, tra frane ed alluvioni. Il 25 ottobre 2011 si consuma la tragedia: il 43% delle strade interrotte, decine di paese isolati da giorni, borghi fantasma, ponti crollati, 10 morti, 3 dispersi.

Il clima è cambiato, ma si continua a rubare spazio agli alvei, nessuno gestisce i corsi che convogliano a valle migliaia di metri cubi d’acqua in brevi tempi. L’abbandono della coltivazioni collinari indebolisce i terreni, i frequenti incendi estivi distruggono una vegetazione senza monitoraggio ne cura, diminuendo la tenuta dei pendii, ostacolando il deflusso idrico. La cementificazione, condonata o no, impermeabilizza il suolo.

I sindaci monetizzano il territorio concessionando aree a rischio per centri commerciali pieni di lavoratori precari, capannoni senza merci, residenze destinate ad essere sfitte

Noi pensiamo ed agiremo in provincia nella consapevolezza che la solidarietà a questa gente, a questa terra, debba passare per un cambiamento radicale, che si opponga alla cementificazione del suolo ed al suo abbandono, assumendo un modello economico riproduttivo: i piccoli comuni, presidi democratici del territorio. non devono sparire, devono anzi avere i mezzi per curare la natura che li circonda, rifondando le loro economie in una conversione compatibile.

Quanto sta avvenendo ripetutamente in tutta Italia e luttuosamente oltre che nella nostra regione e nel nostro territorio segna una demarcazione profonda, un punto di non ritorno  rispetto al quale non c’è più il tempo per indugi per mediazioni politiche.

Riteniamo assolutamente necessario ed urgente che la Provincia si  faccia promotrice e interprete di un’azione politica per la revisione dei PUC che abbia come obiettivo la vulnerabilità del territorio e la sua tutela, da accompagnarsi con norme di salvaguardia: blocco e moratoria edilizia fino alla definizione di piani urbanistici rispettosi del territorio.

La difesa del suolo necessita anche di interventi mirati e specifici quali  un Piano straordinario regionale e provinciale, che integri risorse europee, statali e regionali per un grande progetto che potenzi il sistema di prevenzione della protezione civile, combatta il dissesto idrogeologico, metta in sicurezza il territorio e generi occupazione.  Un Piano straordinario regionale e provinciale per il recupero delle terre incolte, il rilancio dell’agricoltura, il ripopolamento dell’entroterra attraverso un’economia integrata, basata su agricoltura, enogastronomia, turismo sostenibile, cultura, artigianato, energie pulite.

 

Formazione professionale

Nel campo della formazione professionale, altra funzione delegata dalla Regione alle Province, crediamo sia necessario porre la questione di un ripensamento radicale del modo in cui viene attuata, in particolare verso la possibilità di formare i giovani nelle competenze necessarie al territorio e anche di riqualificare i lavoratori che hanno perso il lavoro dopo i quarant’anni, che hanno ancora maggiore difficoltà a trovare un’occupazione.

Riteniamo inoltre indispensabile operare un costante e attento monitoraggio dei risultati che produce.

 

SCUOLA, programmazione della rete scolastica delle scuole superiori, gestione dell’edilizia scolastica delle scuole superiori

La scuola è il principale servizio pubblico  che per sua  natura è in grado di garantire pari dignità e cittadinanza, oltre che svolgere azioni perequative nei confronti delle  disuguaglianze ancora e sempre più  presenti nella società.

La scuola è stata ripetutamente interessata, dalle forze conservatrici e reazionarie che stanno governando in questi ultimi  decenni, da processi normativi  volti a stravolgerne il portato  costituzionale  inserendo striscianti  forzature verso la  privatizzazione di questo servizio.

Si veda come la tentata controriforma Moratti, basata  su un modello clericale aziendalistico e su un percorso a doppio canale (da una parte i giovani con difficoltà sociali ed economiche indirizzati verso il riproposto avviamento al lavoro e dall’altra scuole selezionate anche  grazie a finanziamenti privati che forniscono strumenti alti  di conoscenza, richiesti dalla società per mantenere la sua leadership economica, ai giovani di famiglie di censo medio alto) sia sempre dietro l’angolo e venga per molti suoi aspetti riproposta anche dal governo Renzi.

Al contrario oggi a fronte della crisi, del tentativo di rendere  il lavoro sempre più precario e i lavoratori  empre  più soli e senza  diritti, la difesa della  scuola pubblica per  tutti, capace  di formare cittadini consapevoli e critici e per tutto l’arco  della vita, diventa un obiettivo primario a cui “l’altra provincia” deve  dedicare il massimo impegno e risorse. Considerato che  le competenze che permangono alla provincia sono edilizia scolastica e programmazione dell’offerta formativa

L’obiettivo quindi sarà quello di prefigurare un sistema scolastico basato su indirizzi di studio diversificati e flessibili, conformi alle  prospettive del tessuto economico, supportato da servizi qualificati adeguatamente distribuiti nel territorio, atti a permettere scelte  consapevoli per le nuove generazioni al fine di contrastare fenomeni di insuccesso e abbandono precoce.

Per  questo critichiamo e crediamo sia necessario un ripensamento della regione Liguria che ha avocato a se la programmazione della rete scolastica,  competenza  che non può essere distaccata dalla profonda conoscenza  della realtà locale, sia in termini di valenza sociale del presidio scolastico, sia in termini di effettiva conoscenza dello stato delle strutture scolastiche.

Crediamo sia indispensabile mantenere e sviluppare sempre più un legame stretto tra scuola e territorio, con l’obiettivo  di fare della scuola una reale risorsa della comunità, un soggetto riconosciuto che può e deve  contribuire  al suo sviluppo e alla sua emancipazione.

Obiettivi del dimensionamento la rete scolastica: evitare fenomeni di eccessivo pendolarismo nella fruizione dei servizi scolastici globalmente intesi e garantire pari opportunità di accesso e successo a tutti i membri della comunità specie  all’utenza più debole e periferica

Intervento sul patrimonio  edilizio scolastico:  garantire  agli studenti un ambiente scolastico sicuro e funzionale, articolato con spazi per la didattica (aule), per le  esercitazioni e la ricerca (laboratori) la socializzazione (impianti sportivi, auditorium).

Ambienti confortevoli e stimolanti sono strumenti necessari per il miglioramento della didattica, oltre che opportunità per combattere la dispersione scolastica.

Politiche per il  diritto allo studio: politiche volte a garantire pari opportunità di accesso all’istruzione e di successo scolastico per tutte le categorie svantaggiate (studenti pendolari, stranieri  portatori  di handicap), equa distribuzione dei servizi scolastici per limitare fenomeni di eccessivo pendolarismo (ampliamento dell’offerta formativa  – nuovi indirizzi  di studio – agevolazione e ampliamento delle possibilità di studio all’estero), politiche di  sostegno e di integrazione per  tutti gli svantaggi.

Lombardi scrive a Michele Fiore (La Spezia per Civati): “C’è bisogno di Sinistra, costruiamola insieme”

27 febbraio 2014, by  
Archiviato in Dalla Provincia, Partito, Primo piano

Caro Michele,
mi rivolgo a te come esponente di La Spezia per Civati, consapevole e speranzoso che le mie parole siano una scintilla in un dibattito con non deve terminare qui.
Rispetto fortemente la scelta che ha la vostra area politica, ma permettimi di dire che oggi sostenere il governo Renzi è un errore storico, oltre che politico. Quell’energia inedita di cui parli dovrebbe avere il coraggio di esprimersi in un contesto che oggi deve essere nuovo, un cantiere, che già oggi è in costruzione. Il centrosinistra, come lo abbiamo vissuto, è agonizzante, sotto il peso delle politiche dei due tempi, pronte a colpire stipendi e pensioni, a precarizzare, a tagliare, ma mai a redistribuire le ricchezze.
Oggi i compagni di Sel hanno avuto il coraggio di certificare questa fine, e di guardare oltre e questo coraggio noi speriamo sia duraturo.
Fuori dalla retorica della necessità e del senso di responsabilità fini a sé stessi si sta consumando l’ennesimo spostamento a destra del Pd, ancorchè dopo una discussione appassionata e democratica. La vostra casa è vittima di un dissesto ancora peggiore di quello idrogeolgico, perchè culturale, interno, viscerale, che porta a sostenere un governo con ministri di confindustria filoberlusconiani, gli intoccabili alfaniani, in una sorta di Cencelli di correnti trasversali. In questo contesto, già di per sè assai deprimente, c’è un paese in continua deindustrializzazione, privo di legalità sociale, con continui stupri del territorio e dove ogni forma di diritto è degenerati in forme di privilegio che negano i diritti stessi da cui mutano.
Io credo che non si tratti di sfasciare tutto, ma veramente voi pensate che uguaglianza, giustizia sociale, ambiente, l’Europa dei cittadini e non dei mercati passi da Renzi. Ho troppa stima per compagni di strada come te, e per intelligenze come Civati, per credere che non siate consci che oggi Renzi è li perchè tutti i poteri che si contrappongono ai nobili intendimenti che hai citato, lo hanno voluto.
Questo Governo di “trasversalità” userà la carota di qualche demagogico taglio alla rappresentanza politica democratica (come già è successo per le province creando caos e null’altro) ma nessuna sostanziale modifica ai privilegi, mentre dall’altro attenderemo mannaie come il destino della CIG, tagli ai servizi ed un ondata di privatizzazioni che significheranno licenziamenti senza nessuna prospettiva.
Se volessi affondare il colpo ti direi: voto utile non fu. Ma non è mio intento polemizzare, anzi vorrei che questo fosse, come premesso, l’inizio di un confronto. Non c’è un centrosinistra da ricostruire, l’Ulivo fallì come fallì il tentativo di incerottare una Sinistra con le forze più retrive e conservatrici, se non addirittura clientelari. C’è da costruire la Sinistra, laica, dei diritti, dei lavoratori, per l’ambiente. E per far questo c’è bisogno di chi come voi ha questi valori, ma li esprime nel luogo peggiore per potersi far ascoltare e contribuire.
Le forze a sinistra del Pd in questo paese, seppur con fatica certo, si stanno muovendo confrontandosi, verso un lido politico unitario, che passa per le Europee. Lì sarà la prima sfida, e la nostra casa è aperta, accogliente, nè minoritaria nè minoritarista, ma di Sinistra.
Massimo Lombardi
Segretario Provinciale Rifondazione Comunista La Spezia

Il Senato approva l’attacco alla Costituzione, il partigiano Luigi Fiori: “Siete dei fuorilegge!”

24 ottobre 2013, by  
Archiviato in Dall'Italia, Dalla Provincia, Partito, Primo piano

 

L’approvazione di ieri al Senato del ddl costituzionale che istituisce il comitato per le riforme costituzionali è un vergognoso atto di forza del governo dell’inciucio che seppellisce la lotta di Liberazione.

La modifica dell’articolo 138 non è un atto ordinario: rappresenta la demolizione del cardine della nostra Costituzione così come è stata pensata dai costituenti dopo la lotta di liberazione dal nazifascismo. Questo atto stravolge la Costituzione trasformandola da quadro rigido garante della civile convivenza in flessibile strumento nelle mani di questa maggioranza politica. L’unica parola che definisce una simile forzatura è golpe bianco; un cambio di regime dall’alto, che avviene alle spalle e sulla testa del paese. Che non potrà esprimersi con un referendum su questo stravolgimento.

Vorremmo sapere con quale coraggio certi soloni della politica, difensori a parole della carta costituzionale nata dalla Resistenza, abbiano potuto votare un simile scempio, senza mandato elettorale e in complicità con Berlusconi e la Lega Nord.

Ci riferiamo ai civatiani del Pd, in particolare Laura Puppato, che, con massima ipocrisia, hanno partecipato alla manifestazione nazionale del 12 ottobre a Roma in difesa della stessa Costituzione.

Un doppiogiochismo a dir poco scandaloso e proditorio, visto che per soli 4 voti l’approvazione della legge è passata con i 2/3 previsti dalla stessa Costituzione per impedire il referendum confermativo previsto.

E’ ora che i cittadini si rendano conto di ciò che è in atto: un golpe bianco, un’ “eversione di stato” di cui tutti, presto, pagheremo le conseguenze.

«Siete dei fuorilegge!», ha tuonato Luigi Fiori, presidente onorario del Prc spezzino e dell’Anpi Lerici, classe 1920 ed ex comandante della brigata partigiana Vampa, riferendosi alla classe politica che non rispetta la Carta Costituzionale.

Fra’ Diavolo -è il suo nome di battaglia- è intervenuto ieri sera alla Spezia alla sala “Caran” al dibattito sulla Costituzione organizzato da Azione Civile spezzina alla presenza dell’ex pm di Palermo Antonio Ingroia. «Abbiamo manifestato a Roma ancora più motivati di prima. Sono più di 60 anni che la classe dirigente se ne frega della Costituzione». E riferendosi ai rappresentanti delle istituzioni: «Quando vi siete seduti su quelle poltrone avete giurato di rispettarla e non di cambiarla. Seconda, terza, quarta Repubblica: la Repubblica è una sola e se non vi piace andate a casa!». Non le manda a dire Fiori, che attacca: «Non avete il diritto di scegliere di cambiare la Carta come vi pare. Siete voi i fuorilegge».

Nessuno dice che la Costituzione debba essere un monolite immutabile, spiega. «È previsto che si possano modificare alcune sue parti. Ma bisogna farlo con delicatezza e attenzione, misurare articolo per articolo, senza intaccarne l’impalcatura e il senso. Qui però vogliono andarci con l’accetta e questo è inammissibile». Nella sua vita da sostenitore convinto della Via maestra, protagonista del 12 ottobre romano, Gigi ha stampato oltre 72 mila copie di una Costituzione tascabile. «Le ho consegnate personalmente, una ad una, a tutti gli studenti che ho incontrato in questi anni e a cui ho raccontato di come è nata la Carta, dei valori della Resistenza e del senso della libertà».

«Rifarei quello che ho fatto l’8 settembre 1943. E lo rifarei per tutti quelli che oggi non arrivano alla fine del mese. Per tutti quelli a cui stanno rubando il futuro. Questa è una lotta difficile, perché i nemici sono meno distinguibili. La nostra paradossalmente era in qualche modo più semplice: avevi un fucile e un nemico davanti».

«Ma anche quella lotta -che è servita in quel momento- non ha risolto tutto e oggi siamo punto e a capo: la libertà di poter vivere una vita dignitosa è rimasta stampata in un testo. La dignità di un lavoro non precario, l’uguaglianza di tutti i cittadini, l’accesso ai ben comuni, dove sono queste cose? Abbiamo bisogno di far rispettare quella Carta una volta per tutte. Oggi più cher mai dobbiamo imparare dall’esperienza dei monti: i tedeschi erano più forti e più attrezzati di noi e ogni volta ci massacravano, ma dopo due giorni ci eravamo già organizzati per sconfiggere il nostro nemico comune».

 

Rifondazione Comunista La Spezia