Ciao Paco! Rifondazione Comunista spezzina piange il compagno Aldo Pigoni

27 febbraio 2023, by  
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Rifondazione spezzina piange la prematura scomparsa, avvenuta ieri, del compagno Aldo “Paco” Pigoni, per tanti anni generoso militante del circolo XXI luglio di Sarzana (di cui ha ricoperto anche il ruolo di segretario) e tra i fondatori del partito a livello provinciale.
Architetto del comune di Ameglia, compagno leale, duro e spigoloso, Aldo é stato un vero comunista, combattivo e sanguigno, dotato di intelligenza fine che a volte volutamente mascherava in movenze rudi per mostrarci il suo esser del popolo ribelle.
L’ultimo saluto ci sarà domani pomeriggio alle 14, quando partirà dalla RSA Regina Elena (Via Don Minzoni 2-Carrara) dove era ricoverato nell’ultimo periodo, per raggiungere il cimitero di Turigliano.
In questo momento di estremo dolore ci stringiamo forte alla sua famiglia e a chi gli ha voluto bene.
Ciao Paco, hasta siempre!
Rifondazione Comunista, federazione provinciale La Spezia

Negata cittadinanza onoraria a Patrick Zaki, Lombardi e Fedi (Rifondazione): “Un’altra pagina buia della politica spezzina”

18 giugno 2021, by  
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Nella seduta del consiglio comunale di lunedì sera era in discussione una mozione in cui si chiedeva l’impegno del Comune della Spezia al conferimento della cittadinanza onoraria allo studente egiziano, frequentante l’Università di Bologna, Patrick Zaki, detenuto ingiustamente nel carcere di massima sicurezza di Tora a Il Cairo, da oltre 14 mesi, solo per aver espresso le sue legittime opinioni.
Sarebbe stato un atto simbolico che, come già avvenuto in altre città italiane avrebbe consentito di tenere alta l’attenzione sulla sorte di Patrick. Purtroppo, il centrodestra spezzino, sempre più a trazione di estrema destra, trincerandosi dietro a meri formalismi, ha votato contro negando di fatto la cittadinanza onoraria.
È grave che il consiglio comunale della Spezia,  porta di Sion, città di Exodus e medaglia d’oro alla resistenza abbia negato la cittadinanza onoraria a Patrick Zaki, ciò che è successo è stato un bruttissimo segnale da parte delle istituzioni spezzine, contro i valori prevalenti nella nostra città.
Veruschka Fedi,
Segretaria provinciale di Rifondazione Comunista
Massimo Lombardi,
Consigliere comunale Spezia Bene Comune/Rifondazione Comunista

Balipedio Portovenere: “Totalmente insoddisfacente la risposta del sindaco, il comune affronti il problema nell’interesse della salute pubblica”

5 aprile 2021, by  
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Riteniamo totalmente insoddisfacente la risposta del sindaco di Portovenere Matteo Cozzani sulla questione balipedio Cottrau, sollevata dal consigliere Prc Saul Carassale con un’apposita interpellanza discussa lo scorso mercoledì in consiglio comunale.
L’alzata di spalle pilatesca dell’amministrazione, che rimanda alla “piena fiducia” riposta nei vertici della Marina Militare, è un vero e proprio scaricabarile che non entra minimamente nel merito dei disagi che la popolazione patisce da decenni.
Cannonate che fanno vibrare il terreno alla stregua di terremoti, con danni ambientali che non sono stati resi noti, per non parlare degli evidenti rischi alla stabilità degli degli edifici limitrofi: sono questioni che il sindaco, responsabile della salute pubblica, non può ignorare e liquidare con poche battute.
La conferma che i colpi di prova interni e verso il mare siano dannosi a livello ambientale, oltre a quello acustico, proviene proprio dalla Nato che in un documento chiede un programma di bonifica puntuale alla stessa Marina Militare.
Rifondazione ritiene che l’ente comunale debba avere poteri di verifica e controllo sulla effettiva bonifica dell’area, oltre a chiedere il rispetto delle regole da parte degli organi militari, a partire da una corretta informazione riguardo i tempi di prova del balipedio.
Il sindaco e la giunta, fino ad oggi, hanno invece tenuto una posizione a dir poco acritica su chi gestisce a proprio uso e consumo un territorio senza mai rendere conto delle proprie azioni alla comunità che vi risiede. E’ nostro dovere tenere alta la guardia su una problematica “secolare” che deve essere una volta per tutte affrontata e risolta.
Rifondazione Comunista, federazione provinciale La Spezia

“Fincantieri festeggia 4,5 miliardi di euro mentre gli operai mangiano per strada”

9 marzo 2021, by  
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Le polemiche sulle condizioni dei lavoratori di Fincantieri del Muggiano, costretti a mangiare sul
bordo della strada, evidenziano uno dei tanti paradossi del nostro Paese, in particolare rispetto
al tema della distribuzione della ricchezza prodotta.
Fincantieri, che ha ottenuto l’attenzione dei mercati registrando un salto in borsa dovuto all’acquisizione di nuovi ordini per 4,5 miliardi di euro, alla conferma del carico di lavoro complessivo che supera i 35 miliardi ed alle 97 navi con consegne fino al 2029, non sembra, nonostante tutto ciò, avere la disponibilità per consentire una pausa pranzo dignitosa ai propri operai.
Così, mentre l’amministratore delegato si dichiara molto soddisfatto per il consolidamento nel settore militare in ambito nazionale ed internazionale, i cittadini del Muggiano protestano per i disagi dovuti alla mancanza di una mensa e di parcheggi.
Una bella contraddizione.
Noi crediamo che una riflessione vada fatta sulle condizioni di lavoro in quei cantieri, dove la jungla dei subappalti fa sì che quei lavoratori non abbiano neanche la dignità di “un posto a tavola”, ma anche su cosa si produce nel nostro territorio, quale ricchezza ricade su di noi, la presenza di queste fabbriche di sommergibili, navi ed altri armamenti, venduti spesso a Paesi come l’Egitto che non rispettano i diritti umani.
Bisogna decidere da che parte stare, se da quella dell’amministratore delegato o da quella dei lavoratori venuti spesso loro malgrado da Paesi lontani.
Una cosa è certa né i lavoratori né i cittadini, traggono alcun giovamento dalla crescita delle quotazioni azionarie delle imprese miliardarie.
Il Muggiano è peraltro terra di confine tra due Comuni, Spezia e Lerici. Il Sindaco di quest’ultimo comune peraltro aveva offerto nella stagione autunno/inverno la disponibilità del parcheggio della Venere Azzurra per cercare di alleviare almeno il dramma del parcheggio. Non sappiamo che fine abbia fatto questa proposta.
Nel comune di Spezia per tramite del nostro consigliere Massimo Lombardi, presenteremo un’interpellanza per affrontare la drammaticità di situazione non più sostenibile, coinvolgendo tutti gli organi competenti per la risoluzione del problema.
Segreteria provinciale di Rifondazione Comunista

Borgo Baceo, le osservazioni dell’ex architetto comunale Bramanti: “Peracchini non persegue l’interesse collettivo”

19 dicembre 2020, by  
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Trasmetto per pubblica conoscenza le osservazioni da me inviate al Comune della Spezia in ordine alla Delibera N°33 del 16 novembre 2020 di approvazione dell’area di “rigenerazione urbana” della piana di Migliarina, località Borgo Baceo.

Tali osservazioni non sono precedute da valutazioni di ordine politico (rispetto alle quali molto è già stato detto da cittadini, associazioni e partiti e che condivido in pieno) ma di carattere puramente tecnico, consone a quella che è stata la mia professione quale dirigente del servizio lavori pubblici del comune della Spezia.

In tale veste aggiungo solo che sembra esserci una carenza da parte di questa Amministrazione nel perseguire l’interesse collettivo, una scarsa capacità contrattuale in termini di costi benefici volta ad ottenere contropartite a favore dei cittadini quali possibili servizi per il quartiere.

 

Osservazioni

Premessa

La pianificazione territoriale, o meglio il governo del territorio, è affidata dalla Costituzione (art. 117 della Costituzione integrato dalla legge costituzionale N°3 / 2001), in maniera concorrente, ai vari livelli alle Amministrazioni Pubbliche con l’obiettivo di conseguire e garantire nel tempo, con i mezzi previsti dalle rispettive strumentazioni urbanistiche, l’uso razionale, equo e sostenibile delle risorse, perseguendo il benessere della collettività, garantendo coerenza alle trasformazioni e assicurando trasparenza delle scelte e delle loro motivazioni. 

Il potere della pianificazione urbanistica è quindi funzionalmente rivolto alla realizzazione contemperata di una pluralità di interessi pubblici che trovano il proprio fondamento nei valori costituzionalmente garantiti.

Sulla base di questa semplice premessa si presentano le seguenti osservazioni alla delibera N°33 del 16 novembre 2020:

OSSERVAZIONE N°1: Illegittimità delle scelte e procedure 

L’area oggetto di variante al PUC vigente era già inserita in un distretto di trasformazione con i suoi relativi indici di edificabilità commisurati giustamente all’abitato limitrofo, con le relative aree di cessione per servizi tra cui il completamento del parco della Maggiolina. Quindi per effetto delle previsioni di edificabilità non può considerarsi “area degradata oggetto di rigenerazione urbana di cui alla L.R. n° 23/18″. Ne consegue che il raddoppio degli indici richiesto dal privato e concesso dall’Amministrazione non è effettuato nell’interesse collettivo quindi legittimo ma perseguendo un interesse puramente soggettivo quindi ILLEGITTIMO. Come si sa le speculazioni private senza motivazioni cogenti sono illegittime!

OSSERVAZIONE N° 2: Illegittimità conseguente alle sperequazioni tra diversi cittadini in situazioni analoghe

Il PUC vigente prevede nel nostro territorio “Distretti di Trasformazione” molti dei quali con caratteristiche analoghe all’area in questione e come tali con analoghi indici edificatori. Risulta conseguente nella logica della delibera approvata che chiunque ricada in questi distretti di trasformazione può chiedere al Comune analogo trattamento ovvero analogo raddoppio degli indici con le inevitabili conseguenze: se rifiutato si crea DISPARITA’ inspiegabile tra i cittadini, se accettato si sancisce in via definitiva la fine del ruolo di governo del territorio che spetta alle Amministrazioni Pubbliche per andare verso la più totale deregulation!

OSSERVAZIONE N°3: Riduzione degli oneri

Il ricorso, non dovuto, alla LR. N°23/18,  può configurarsi come un ulteriore favore nei confronti del privato richiedente perché la legge prevede e consente una cospicua riduzione degli ONERI di URBANIZZAZIONE che pare evidente possa configurarsi come un danno per le amministrazioni (danno erariale ??)

OSSERVAZIONE N°4: Proprietà comunali presenti nell’area

Nell’area in oggetto esistono proprietà comunali di non poca entità. In particolare un edificio a due piani costituito da locali usati al piano terra per ricovero attrezzi ed attività agricole ed il primo piano abitativo, inoltre sempre di proprietà comunale vi è un terreno di notevole rilevanza dimensionale. Nel leggere la delibera nulla si coglie rispetto al destino di queste proprietà, ne da quanto è individuabile dal progetto si coglie un loro inserimento o una loro conservazione. Pare invece che l’edificio comunale sia demolito insieme ad un’altra preesistenza anche più consistente dal punto di vista volumetrico, e nulla si sa del consistente appezzamento di terreno comunale. Nella presente osservazione si manifesta preoccupazione per un possibile danno erariale nella procedura seguita. Ma più realisticamente, in quanto consapevoli che non può esserci stata tale svista, si chiede quale beneficio per la collettività possa derivare da tale patrimonio pubblico. Forse una ristrutturazione dell’immobile da parte del privato per edilizia economica e popolare o per servizi pubblici?

OSSERVAZIONE N° 5: Cancellazione di una parte della memoria storica della città

La storia di Spezia è stata caratterizzata fin dai tempi più remoti dalla compulsione di ogni generazione a distruggere le cose fatte dalle generazioni precedenti. Esempio: Il vecchio comune, le varie porte di ingresso alla città (porta Roca),la casa del sale, le pensiline liberty del mercato ortofrutticolo e del pesce, la testimonianza dell’attività marinara con le storiche palafitte del Canaletto e di Fossamastra. Questo accadeva prima dell’affermarsi a livello generale dell’elevato valore culturale ed identitario della memoria storica dei luoghi. Per cui si osserva come l’attuazione di questa speculazione edilizia non salvaguardi l’unica ed ormai residua testimonianza dell’antica piana agricola di Migliarina con il suo edificato di casette e casali rurali (tra cui quella comunale) che vine demolita senza previsione di un loro possibile recupero eventualmente rigenerato da nuove funzioni di interesse collettivo o servizi vari: centri sociali di quartiere, centri artigianali connessi al tema della ruralità urbana. Si chiede come possa la Sovrintendenza o le varie commissioni territoriali aver consentito tale cancellazione e soprasseduto rispetto al vincolo sugli edifici con più di cinquanta anni.

OSSERVAZIONE N° 6: Aspetto di carattere morfologico e urbanistico

Il Piano approvato con delibera N°33/16 novembre 2020 ed il relativo progetto stridono pesantemente con il contesto edilizio circostante a cui creano danno di visuale e riduzione della luce oltre a creare un effetto disarmonico di tutto l’insieme.

OSSERVAZIONE N° 7: Rischio idraulico

Come si evince dalla documentazione presentata la zona è inserita nelle mappatura del rischio idraulico in quanto morfologicamente caratterizzata da un significativo avvallamento di tutto il terreno. Ne deriva una pesante criticità dal punto di vista idraulico aumentata dalla la presenza di corsi d’acqua.

Criticità che, oggi come oggi con i catastrofici esempi in tutta Italia, avrebbe dovuto essere valutata da una più rigorosa istruttoria dalle strutture competenti. Si chiede pertanto una sua radicale revisione anche rispetto a questo profilo.

Si osserva inoltre che in merito alla LR 23/2128 non sono stati raggiunti gli obiettivi minimi per l’applicazione della legge sulla rigenerazione in particolare a riguardo dei seguenti punti:

(Criteri vincolanti per la disciplina degli ambiti urbani)

nei contesti storici gli interventi di rigenerazione non devono alterare i caratteri tipologici e architettonici che li connotano, privilegiando l’utilizzo di materiali tipici della produzione locale, e devono prevedere soluzioni progettuali che si armonizzino con il contesto circostante, pur potendosi inserire elementi che ne innovino l’immagine esterna e la funzionalità.

(Criteri vincolanti per la disciplina degli ambiti di recupero del territorio agricolo)

a) devono essere salvaguardati gli edifici tradizionali e il loro rapporto con il territorio e i manufatti che siano testimonianza di cultura materiale, le tipologie costruttive tradizionali o di attività proto industriali quali ad esempio mulini e frantoi, opifici, fienili, calcinare, essiccatoi

b) nei borghi e nuclei storici abbandonati gli interventi di recupero, laddove prevedano la demolizione e ricostruzione, non devono interessare edifici di valore storico-testimoniale e devono assicurare la riproposizione di caratteri tipologici tradizionali del relativo contesto privilegiando l’utilizzo di materiali tipici della produzione locale;

si Osserva inoltre che è necessario che il progetto sia sottoposto a valutazione ambientale strategica.

Si osserva inoltre che non è stato chiesto un parere alla competente soprintendenza a riguardo dell’oggettivo valore storico testimoniale del borgo esistente.

Arch. Chiara Bramanti, 

già dirigente servizio lavori pubblici Comune La Spezia

Caso centrale, Prc La Spezia: “Spezzini presi in giro da Governo, Peracchini e Toti. Basta carbone o pronti a scendere in piazza”

1 febbraio 2020, by  
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Come volevasi dimostrare. Le miriadi di promesse delle istituzioni e della dirigenza di Enel che in questi anni avevano annunciato la dismissione dell’impianto a carbone nella centrale spezzina “Montale” nel 2021 si sono rivelate solo chiacchiere infondate, utili solo a canzonare una popolazione esasperata. Così ci si ritrova che non solo il turbogas non verrà evitato, ma che addirittura nemmeno quello che pareva già “conquistato”, ossia il tanto sognato no al carbone, può concretamente sfumare.

Come Rifondazione ha sempre sospettato, Enel, il Governo, la Regione e il Comune hanno bellamente preso in giro gli spezzini, facendo vergognosamente marcia indietro, come è emerso ieri sera in consiglio comunale.
Un voltafaccia inqualificabile che deve essere spiegato nel dettaglio. A nulla valgono le lamentazioni che Toti e Peracchini provano ora a rimpallare le proprie responsabilità: basta arrampicarsi sugli specchi. Gli spezzini vogliono farla finita con i fumi prodotti dall’impianto di combustione. Il Governo ed Enel devono fare la loro parte mantenendo quello che hanno promesso. Altrimenti la popolazione tutta è pronta a scendere in piazza per dire basta una volta per tutte a un impianto che da oltre mezzo secolo inquina i polmoni di un golfo intero.
 
Rifondazione Comunista, federazione provinciale La Spezia

“Il Comune di Vezzano condanni con forza le scritte fasciste ai Prati”

9 settembre 2019, by  
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La notte scorsa i muri dei Prati a Vezzano Ligure sono stati oltraggiati da scritte inneggianti al fascismo, per la precisione è stato imbrattato il tunnel che da via Don Minzoni porta a via Aldo Moro. E’ accaduto nel buio perché questi figuri si muovono solo di notte e ha lasciato e lascia nella cittadinanza un profondo senso di vuoto. Ricordiamo come Vezzano e tutta la vallata del Magra siano state profondamente colpite dalla violenza nazifascista e ne conservino vivo il ricordo”. Lo dichiara il circolo di Rifondazione Comunista di Vezzano Ligure per bocca di Nadia Lombardi e Gino Luvisotti.

“Notiamo come queste scritte e le manifestazioni filofasciste in genere stiano esponenzialmente crescendo in tutto il paese senza destare nelle istituzioni la doverosa preoccupazione…è tempo di dire basta di denunciare e perseguire perché in questo paese il fascismo è ancora un reato e ogni manifestazione in quel senso deve essere perseguita. Rifiutiamo il termine “ ragazzata”, chi ha fatto la scritta era assolutamente cosciente di quello che faceva. Chiediamo all’amministrazione comunale di condannare con forza il gesto perché l’antifascismo è il valore assoluto da cui ripartire in tempi, come questi, in cui tutto sembra essere messo in discussione”. 

Rifondazione Comunista,
circolo “XXV Aprile – Aldo Lombardi” Vezzano Ligure

Elezioni comunale: nasce “Porto Venere bene comune” con Saul Carassale sindaco

La tutela dei beni comuni sempre più a rischio di privatizzazioni e speculazioni, la salvaguardia dell’ambiente e della caratteristiche paesaggistiche del territorio, la difesa delle reti sociali, dei servizi alla persona e del lavoro come risposta alla desertificazione dei borghi e garanzia di una buona qualità della vita: sono queste le principali tematiche sulle quali è nata la lista “Porto Venere Bene Comune”.
Il percorso, iniziato fin dall’estate scorsa, ha visto confrontarsi forze politiche della sinistra, esperienze civiche e di cittadinanza attiva accomunate dalla consapevolezza della necessità della costruzione di  una alternativa per Porto Venere e il suo comune.
Mesi di lavoro ed elaborazione hanno portato alla nascita di un progetto basato su una comune visione di sviluppo del territorio e di un metodo di amministrazione della cosa pubblica incentrato sulla trasparenza nella gestione dei fondi pubblici, sulla partecipazione e la legalità.
Grazie a queste caratteristiche le nostre forze politiche hanno riscontrato le condizioni per trovare una nuova rinnovata forma di collaborazione al servizio di una proposta politico-amministrativa di alto livello e di ampio respiro.
Conoscenza del territorio, radicamento nella comunità, forte volontà nel non far diventare Porto Venere, Le Grazie e Fezzano dei “non luoghi” o luoghi dormitorio, ma al contrario tornare a borghi “vissuti” sia per i residenti sia per gli ospiti; queste le risposte che “Porto Venere Bene Comune” vuole e può dare alle criticità alle quali le politiche elitarie, preconfezionate e tese all’omologazione dell’attuale amministrazione Cozzani hanno portato. Per queste ragioni siamo molto soddisfatti della nascita di questa lista che trova una perfetta sintesi nella figura di Saul Carassale come candidato sindaco. A lui e a tutta la squadra va il nostro sostegno e un augurio di buona fortuna.
Rifondazione Comunista
Partito Democratico
Sinistra Italiana
Partito Comunista Italiano
Partito Socialista Italiano
Possibile
Avanti insieme

Fedi, (Prc La Spezia): “Da Ciano alla discriminazione dei bimbi agli asili”

23 novembre 2017, by  
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Sei mesi e gli indirizzi di come questa città verrà governata nei prossimi anni risultano sempre più evidenti. La boutade del riposizionamento della statua di Ciano in centro città per valorizzarne il suo esempio di vita, è l’apice del pensiero culturale che ci aspetta; la riabilitazione di un gerarca fascista che riassume in sé un modello di società domata col manganello, resa fedele da piccole elargizioni al limite del caritatevole, in nome della difesa della propria identità…fatto salvo come nel caso di Ciano, utilizzare queste argomentazioni per farsi beffa del caro popolo e arricchirsi sulle sue spalle in nome di patria onore e cristianità.
La cultura securitaria che si vuole spacciare come risolutiva nei confronti del disagio sociale sempre più diffuso e presente, ovviamente non elimina e non affronta la causa del disagio stesso,  ma lo allontana lo ghettizza sempre più, rendendolo sempre più drammatico. Questo atteggiamento culturale “di protezione” dell’italiano è stato portato all’estremo dall’ultimo provvedimento riguardante gli aiuti alle famiglie per l’accesso agli asili nidi.
Per avere la certezza di poter garantire le bambine e i bambini italiani senza tener conto del reddito, si è ecceduto nella garanzia della “spezzinità”, col risultato che non solo sono penalizzate le famiglie extracomunitarie, ma pure quelle famiglie che magari vivono in città in via transitoria o si sono trasferite dai comuni limitrofi negli ultimi anni.
Il risultato sarà che chi è già in difficoltà economica lo sarà sempre più, perché dovrà accudire i propri figli senza la speranza di poter lavorare, il disagio aumenterà ancora e questa volta oltre il danno la loro beffa, perché il provvedimento colpirà anche gli italianissimi….così il tentativo di accentuare lo scontro tra nativi e non questa volta non è riuscito anche se cercheranno di porvi rimedio. Non si fermeranno, cavalcheranno quest’onda di intolleranza sino all’estremo per coprire l’incapacità di gestire un fenomeno epocale di crisi economica e giustificarla nell’individuazione di un nemico, in questo caso il migrante domani chissà.
Migrante sulla cui pelle fanno affari tutti, specialmente quelli che a gran voce dicono “a casa loro”…basta vedere la manodopera del Veneto autonomista, i grandi proprietari immobiliari, spezzini compresi, che affittano appartamenti fatiscenti a prezzi incredibili. Ora in tutto questo la Statua di per sè potrebbe esser il minor dei mali, anche perché esponendola in piazza pubblica si sottopone al giudizio del popolo che potrà reagire come meglio crede, ma è il significato simbolico in cui si ritrova l’agire coerente di questa Amministrazione ad essere per noi inaccettabile.

Parafrasando Leonardo Sciascia di cui ricorre in questi giorni il 29° anno della sua scomparsa, noi come Rifondazione mettiamo in conto la sconfitta, e anzi la prevediamo: ma non possiamo che batterci, finché avremo un margine, sia pur piccolo, sia pur insicuro.

Veruschka Fedi,

Segretaria provinciale di Rifondazione Comunista La Spezia

Gc La Spezia: “Rimettere la statua di Ciano vicino al comune è un affronto alle vittime del fascismo”

23 novembre 2017, by  
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Apprendiamo dalle testate giornalistiche locali che il comune sta valutando la richiesta di riposizionare la statua di Costanzo Ciano proprio accanto al palazzo comunale dove era stata inaugurata nel 1939. Le parole dell’assessore Paolo Asti non fanno altro che rimarcare come la banalizzazione storica e il revisionismo stiano caratterizzando il discorso politico su vecchi e nuovi fascismi.

L’opera ritrovata del gerarca fascista non merita alcuna esposizione sulla pubblica piazza, proprio per ciò che rappresenta. In questa sede infatti non si intende discutere il capolavoro e la maestria dell’artista (Messina), quanto più il proprio significato simbolico: un oltraggio alla memoria storica. Tenendo presente il valore artistico dell’opera riteniamo che abbia già la giusta considerazione. Infatti il luogo più consono a raccogliere tale testimonianza del ventennio rimane il Museo Navale, dove è attualmente collocata.

Non si intende qui minare il patrimonio artistico nazionale, ma riconoscere che non vi è spazio per l’arte fascista sulla pubblica piazza di una città riconosciuta con la medaglia al valore della resistenza.
L’arte di regime non ha e non deve avere senso di esistere.

Noi rimarchiamo come suddetta esposizione artistica, auspicata dagli intellettuali firmatari della richiesta recapitata in Comune e sostenuta dall’assessore Paolo Asti, sia un affronto alle vittime di violenza fascista che la nostra provincia ha dovuto subire. In una fase storica dove il riaffiorare di vecchi e nuovi fascismi si fa sempre più prominente, non solo sul territorio locale ma su gran parte del panorama nazionale, ribadiamo che sia compito dell’amministrazione, sindaco e giunta tutta, riconoscere, ribadire e valorizzare quelli che sono i principi fondanti della nostra Costituzione, nata dalla resistenza partigiana.

Coordinamento provinciale Giovani Comunisti/e La Spezia

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