Prc Levanto: “Lutto per la scomparsa del compagno Franco Fanelli. Se ne va un altro pezzo di storia del nostro partito”
17 luglio 2017, by admin
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La federazione spezzina di Rifondazione Comunista e il circolo Prc “Che Guevara” di Levanto piangono la prematura scomparsa del compagno Franco Fanelli, avvenuta nella giornata di sabato 15 luglio scorso. Franco ci ha lasciato troppo presto, all’età di 67 anni, e con lui se ne va un altro importante pezzo di storia del nostro partito.
Il compagno Franco era un comunista e antifascista di ferro, cresciuto dentro valori in cui ha creduto per tutta una vita e di cui è andato fiero fino all’ultimo giorno, così come la militanza nell’Anpi e nella Croce Rossa di Levanto. Non a caso Franco nelle ultime sue volontà ha chiesto un funerale assolutamente laico, da tenersi presso al sede della CRI levantese, circondato da sole bandiere rosse e dentro una bara rossa. Il funerale si terrà questo pomeriggio alle 16 presso l’ex stazione FS di Levanto di piazza Mazzini, oggi sede della Croce Rossa. Ci stringiamo ai compagni, gli amici e la famiglia del compagno Fanelli in questo momento di grande dolore.
Ferrero: “Immenso dolore per la morte di Fidel Castro”
26 novembre 2016, by admin
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Immenso dolore per la morte di Fidel Castro, rivoluzionario vittorioso a cavallo di due secoli, che ha difeso l’umanità dalla barbarie.
Fidel ha saputo guidare la lotta per la liberazione di Cuba dalla dittatura di Batista e l’ha saputa trasformare in una rivoluzione socialista. Fidel è stato protagonista della difesa della rivoluzione cubana dagli attacchi degli Usa, da quelli militari come quelli economici tutt’ora in vigore con il bloqueo.
In questa difficile situazione ha saputo trovare la strada per la costruzione del socialismo, dell’eguaglianza, della dignità e della libertà del popolo cubano. Ciao compagno Fidel, comunista non pentito, grazie per quel che hai fatto, riposa in pace. Continueremo la tua lotta per la dignità dei popoli, la giustizia e la libertà.
Paolo Ferrero,
segretario nazionale di Rifondazione Comunista-Sinistra Europea
“Lutto per la scomparsa del compagno Roberto Della Rossa”
15 marzo 2016, by admin
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Ci ha lasciato prematuramente questa notte Roberto Della Rossa, infaticabile compagno in tanti anni di militanza in Rifondazione Comunista.

Ferrero: “Ciao Comandante Luigi, combattente di una vita”
7 giugno 2015, by admin
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2/6/2015
Cari famigliari, cari compagne e compagne,
mi dispiace di non poter essere tra di voi oggi, mentre ricordate e salutate tutti insieme Luigi.
Mi dispiace di non potere essere con voi, anche se sono certo che questo saluto non sarà l’ultimo. Noi oggi ci separiamo da Luigi, ma il ricordo di cosa ha fatto, della sua voglia di cambiare e della sua determinazione, non ci abbandonerà e non vi abbandonerà.
Saluteremo ancora tante altre volte Luigi, che ci verrà in mente o entrerà nei nostri discorsi e diremo “che cosa avrebbe fatto o che cosa avrebbe detto Luigi?”.
La storia di Luigi la conoscete meglio di me e altri la ricorderanno. Una cosa solo voglio sottolineare: Luigi ha attraversato la sua lunga vita con la capacità di sentire la propria vita come una responsabile possibilità.
Vi è chi vive la sua vita sulla difensiva, chi nel timore di essere deprivato di qualcosa, chi nell’egoismo, cercando di arraffare il più possibile.
Luigi ha vissuto la sua vita nella piena consapevolezza che il senso dell’esistenza stava nella lotta – mai finita – per costruire una società migliore per tutti e per tutte. Luigi ha fatto questa lotta – quando è stato necessario – con le armi e successivamente con le parole.
Nella sua esperienza le armi sono quelle che hanno permesso la conquista della parola e il senso quasi religioso con cui parlava della Costituzione lo testimoniava.
Nella sua vita la lotta partigiana e la conquista della libertà, della Costituzione sono stati elementi indissolubili e ne ha dato testimonianza tutta la vita.
Luigi non è mai stato un combattente deluso, ma un compagno animato da una passione durevole, che ha animato e forgiato tutta la sua esistenza.
Questo tratto del combattente, del partigiano, del compagno appassionato che si batte per le sue idee è stata la scelta di vita di Luigi.
Luigi ha vissuto questa scelta non come sacrificio, non come costrizione, ma come una grande fortuna: l’aver fatto le scelte giuste e l’aver potuto individuare le battaglie giuste da fare è stato per Luigi un punto di grande serenità.
Grande serenità che ho visto sul suo volto qualche settimana fa quando l’ho incontrato in ospedale. La serenità di chi, alle nostre battute sul fatto che si saremo rivisti fuori dall’ospedale, sorrideva scuotendo la testa.
Luigi sapeva di non averne per molto ma non era disperato davanti alla morte perché sapeva di aver combattuto il buon combattimento, di aver vissuto la sua vita con pienezza di senso e di relazioni.
Grande serenità e grande piacere: a 90 anni trovarsi circondati in ospedale da un gruppo di persone giovani che hanno voglia e piacere di vederti, che ti stimano, che ti riconoscono come maestro è una bella gioia. Luigi si è conquistato questo affetto, questa stima e questo rispetto con la sua vita e per questo la sua vita non è stato un sacrificio ma una vita degna di essere vissuta.
Allora voglio terminare queste mie righe con un ringraziamento ed un augurio.
Grazie compagno Luigi per cosa ci hai insegnato attraverso la tua esistenza. Possa la tua passione durevole per il comunismo, la giustizia e la libertà contagiare molti altri, far capire a tanti e tante che gli anni che siamo chiamati a passare su questa terra tanto vale passarli con la fronte alta e la schiena dritta.
Non per orgoglio ma perché solo la lotta contro lo sfruttamento e la barbarie ci rende umani.
Ciao Luigi, ciao Fra Diavolo, ciao compagno Fiori, ciao comandante, riposa in pace e non perdere il tuo sorriso.
Paolo Ferrero,
segretario nazionale di Rifondazione Comunista
“IL COMPAGNO COMANDANTE LUIGI FIORI CI HA LASCIATO. LUTTO PROFONDO PER L’ANTIFASCISMO E LA SINISTRA ITALIANA”
30 maggio 2015, by admin
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“Il nostro baluardo, il nostro riferimento. La Costituzione va difesa con ogni sua forza. Chi non lo fa è un fuorilegge!!”
Ce lo diceva spesso, lo gridava pubblicamente, con orgoglio, senza paura.
Era il suo mantra, la sua ragione di vita.
E’ troppa l’emozione del momento, troppi i ricordi, troppe le cose da dire su una figura monumentale come Luigi, che tutti chiamavano COMANDANTE.
Possiamo solo dire che “Fra Diavolo” ha più volte incontrato la grande Storia, di cui è stato un assoluto protagonista.
Solo un mese fa, in occasione del 70° anniversario della Liberazione, Luigi ci ha lasciato una bellissima testimonianza della sua attività di partigiano nell’appennino parmense sulla prestigiosa rivista Micromega, grazie ai compagni ed amici degli Archivi della Resistenza di Fosdinovo e di Moni Ovadia, suo amico fraterno.
A fine aprile aveva ricevuto la visita a Spezia del segretario nazionale di Rifondazione Comunista Paolo Ferrero.
Le sue parole rimarranno per sempre scolpite nei nostri cuori.
Il partito è in lutto profondo.
E’ una enorme perdita per l’intero movimento antifascista e tutta la Sinistra italiana.
Il nostro cordoglio va alla famiglia, alla comunità di Lerici, all’Anpi provinciale spezzino e a tutti coloro che lo hanno conosciuto, stimato, amato.
CIAO, COMANDANTE!
Rifondazione Comunista,
Federazione provinciale La Spezia
Agenda elettorale Massimo Lombardi (Rete a Sinistra): domani alla Cgil di Lodi alla presentazione del libro su Aldo
16 maggio 2015, by admin
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Nicola Giusteschi Conti: “Max Endorsment!Il mio sostegno per Massimo Lombardi in Regione”
6 maggio 2015, by admin
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Qualche anno fa a chi mi avesse detto che avrei, non solo votato, ma anche sostenuto con entusiasmo un ultras dello Spezia e pure con radici comuniste, avrei dato quantomeno del matto!

Giorgio Pagano: “Ricordo di Aldo, comunista e poeta”
9 marzo 2015, by admin
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Il 9 marzo 2005, all’improvviso, Aldo Lombardi ci lasciava. Aldo Lombardi è stato per me un amico, un compagno con cui ho trascorso gran parte della mia vita politica. Lo incontrai l’ultima volta pochissimi giorni prima della sua scomparsa: portai, da Sindaco, il saluto al congresso provinciale di Rifondazione, poi ci abbracciammo a lungo sul palco. Un abbraccio che era una metafora di come sinistra radicale e sinistra riformista potessero, pur nelle differenze, camminare insieme. Lo abbiamo fatto negli otto anni, dal 1997 fino alla sua scomparsa nel 2005, in cui io facevo il Sindaco e lui il segretario provinciale di Rifondazione. Lo avremmo fatto anche dopo, se lui non se ne fosse andato così presto. Io, terminato il mio secondo mandato da Sindaco nel 2007, lasciai l’impegno nella politica “tradizionale” per scegliere una postazione associativa e civica, di lavoro culturale e politico dal basso, che mi ha portato sempre più lontano da un Pd in cui non ho mai creduto e sempre più, da riformista, a fianco della sinistra radicale. Chissà quante battaglie comuni avremmo fatto ancora…
Con Aldo ci siamo anche scontrati, ma un filo rosso ci ha sempre uniti, anche nei momenti più difficili. Lo conobbi nella seconda metà degli anni Ottanta, quando eravamo entrambi dirigenti provinciali del Pci. Io ero un convinto riformista: mi battevo per un partito che fosse coerentemente “socialista di sinistra”, portatore di un riformismo che a mio parere avrebbe dovuto essere più radicale di quello del Pci. Aldo era, invece, schierato su posizioni molto diverse, critiche del riformismo e “fedeli” al comunismo e all’Urss; cominciò a organizzare il dissenso interno al Pci che, a livello nazionale, andava coagulandosi attorno alla figura di Armando Cossutta. Con lui c’era un nucleo di compagne e compagni di valore: ricordo, tra gli altri, Rosanna Badiale, Dino Grassi, Rita Mamino, Alberto Schiavi. Avevano un buon radicamento in alcune fabbriche, il cantiere del Muggiano in primis, e in alcune zone della provincia, come l’arcolano. Erano impegnati in riviste come Interstampa e Pace e socialismo, e in associazioni a esse legate. Fece scalpore, a Spezia, la “lettera dei 101”, fortemente critica verso il partito: in piena estate Massimo D’Alema venne nel salone di piazza Mentana a discutere animatamente con Aldo e quelli che chiamavamo i “cossuttiani”. Tuttavia Aldo non fu mai un “cossuttiano” organico: la vicinanza con lui risale a questo periodo e fu transitoria. Io diventai segretario provinciale del Pci nel 1990, poi fui il primo segretario provinciale del Pds, nel 1991. Aldo non aderì al Pds e fu tra i fondatori di Rifondazione. Vivemmo insieme, scontrandoci ma nel rispetto reciproco, gli ultimi due congressi del Pci. Cercai, con successo, di mantenere comunque l’unità di tutto il partito sulle tematiche della città e della provincia. Ricordo che fui eletto segretario del Pci a scrutinio segreto praticamente all’unanimità, senza candidati alternativi. Nel vivo di uno scontro politico durissimo allora poteva ancora accadere una cosa come questa , che oggi appare impensabile.
Nel 1993 diventai assessore del Sindaco Lucio Rosaia. Aldo era un dirigente della Cgil. Ricordo un impegno comune: la battaglia per l’ambientalizzazione della centrale, che si concluse nel 1997 con un accordo molto positivo. La centrale fu depotenziata (da 1800 a 1200 MW) e riconvertita: per metà funzionante a carbone desolforato, per metà a metano. L’Enel, nella trattativa, era partita con la proposta di mantenere tutti i gruppi a carbone; l’accordo fu quindi un successo. Certo, oggi quel risultato ci appare del tutto insufficiente. Aldo sarebbe in prima fila a battersi contro il carbone. Ma sempre con l’attenzione al tema del rapporto tra lavoro e ambiente, che fu una costante del suo impegno di segretario di Rifondazione, da fine 1997. In lui, come in tutti noi che venivamo dal movimento operaio e dall’industrialismo, ci furono certamente contraddizioni: eppure diventammo progressivamente consapevoli che la società umana può beneficiare di benessere e di sviluppo solo usufruendo delle risorse naturali, che vanno quindi difese e tutelate. La riflessione a Spezia sul “nuovo modello di sviluppo” e sulla “conversione ecologica dell’economia” deve molto a Aldo.
Nel 1997 fui eletto Sindaco, e per la prima volta Rifondazione entrava in maggioranza e in Giunta. Aldo è stato sempre un mio sostenitore leale. Anche nei momenti di tensione, che non sono mancati, Aldo ha sempre avuto chiaro che l’amministrazione che guidavo era l’esperienza più avanzata possibile. Tirava spesso la corda, ma non la spezzò mai. E io sapevo che non l’avrebbe mai spezzata.
L’unità della sinistra l’avevamo entrambi nel sangue, nonostante la scissione che ci aveva divisi nel 1991. Tant’è che l’unità a Spezia resse anche quando Rifondazione, nel 1998, ruppe con il Governo Prodi. Grazie a noi due, e grazie a Sergio Olivieri, che da assessore iscritto a Rifondazione esercitò sempre un ruolo, spesso difficile, di raccordo. Aldo seppe costruire una sua immagine efficace di combattente politico, che lo rese molto popolare nell’opinione pubblica e ne fece un personaggio di primo piano nella politica cittadina. Sapeva inoltre costruire quella “connessione sentimentale” con il suo popolo che è un tratto necessario, oggi quanto mai dimenticato, per un dirigente della sinistra. Tante sono le lotte e le iniziative delle quali Aldo fu animatore: era vulcanico e creativo. Mi viene in mente la battaglia contro il forno inceneritore a Boscalino di Arcola, nella zona industriale a maggiore criticità ambientale, che facemmo insieme: io lo ereditai come un progetto in fase molto avanzata, con un appalto già aggiudicato. Ma riuscimmo a farlo saltare. E poi le iniziative contro l’impianto Pol/Nato di Vezzano; il Capodanno sul tetto della San Giorgio, dove lo raggiunsi subito dopo la mezzanotte; l’attenzione alla questione operaia ma anche a quella ambientale (la compatibilità tra porto e città); la consapevolezza della nascita delle nuove povertà; la lotta, solitaria, contro le storture del “sistema” delle Cinque Terre, che Aldo intuì per primo… A volte era più forte la denuncia rispetto alla proposta: ma occorre riconoscere che Aldo cercò sempre di supportare l’iniziativa politica con l’elaborazione progettuale. Lo testimonia, tra l’altro, il suo impegno per il “Progetto Spezia”, che fu un tentativo interessante di analisi della realtà provinciale accompagnata da proposte programmatiche.
Aldo fu poi tra i primi a Spezia a capire l’importanza del movimento no global. In preparazione del G8 di Genova, Rifondazione organizzò un incontro in sala Dante con don Andrea Gallo. Aldo e il Gallo divennero amici, poi toccò a me: trovai nel Gallo un saldo punto di riferimento politico e morale che mi sostenne nella scelta di “ricominciare da capo”, che feci nel 2007 ma decisi di fatto nel 2005, quando rinunciai a fare il parlamentare. Aldo partecipò alle giornate di Genova. Era in mezzo agli scontri il 21 luglio, il giorno della morte di Carlo Giuliani. E ancora a Genova il 22 quando ci fu il macello sul lungomare e Aldo, per sfuggire alle cariche, si tuffò in mare. Queste caratteristiche lo resero “popolare” anche tra i giovani antagonisti: Aldo li sostenne prima nell’occupazione dell’ex Liceo Scientifico, dove venne costituito il Centro sociale Il Geko, e poi in quella del May Day alle Pianazze.
Nel 2001 andai al Forum Sociale Mondiale di Porto Alegre. Ne discutemmo a lungo: eravamo entrambi convinti che le nostre due tradizioni, quella comunista e quella socialista riformista, avrebbero dovuto incontrare i giovani no global, per costruire un’alternativa al neoliberismo, “un altro mondo possibile”. Io mi stavo sempre più convincendo, sulle ceneri del blairismo, che la sinistra doveva superare la vecchia contrapposizione tra le sue due anime, quella riformista e quella radicale, uscendo dall’alternativa perdente tra la mera gestione dell’esistente e la mera protesta, unendo il realismo e l’immaginazione.
Significativa è stata l’attività culturale di Aldo: poesie, racconti, romanzi, e pure testi per il teatro, che furono rappresentati. Alcuni scritti sono ancora inediti, mi racconta il figlio Massimo: sarebbe opportuna un’iniziativa per la pubblicazione. Gli era sempre piaciuto scrivere, come raccontò nella testimonianza raccolta nel libro di Remo Sensoni “Il Sindacato nella storia spezzina”: “Provengo da una famiglia comunista. Mio padre è stato un arsenalotto che era membro di commissione interna. Fu trasferito durante le lotte contro il Governo Tambroni. Mia madre era seconda nella segreteria dell’Unione Donne Italiane. Lavorava alla filanda… Quindi a casa mia sono cresciuto in mezzo all’informazione e ai giornali e alla stampa di sinistra. Giovanissimo sono stato iscritto al Pioniere. Da lì ho sviluppato la mia passione per lo scrivere, anche se ho dovuto smettere presto di studiare per riprendere dopo. Il vecchio Partito Comunista ma anche l’Udi curavano la diffusione della cultura, anche organizzando gare di scrittura sul Primo Maggio, l’8 Marzo, il 25 Aprile”.
Come tanti, era bravo a scuola ma non poté studiare, e andò a fare lo stagnino a dieci anni e mezzo. Riprese a studiare molti anni dopo. L’insieme delle sue opere letterarie è contraddistinto da un’abile scrittura e da un linguaggio innovativo, che lo portò a innovare anche il linguaggio della politica. Non parlava mai in sindacalese o in politichese, proprio grazie alla sua passione letteraria. Parlava la lingua della vita reale, del dolore sociale, della creatività operaia e popolare.
“Lutto per la scomparsa del partigiano “Sgancia”, dopo Vanda Bianchi se ne va un altro pezzo di Resistenza spezzina”
19 agosto 2014, by admin
Archiviato in Dalla Provincia, Partito, Primo piano
Dopo la scomparsa di pochi giorni fa di Vanda Bianchi, la nostra provincia perde un altro protagonista della Resistenza, il momento storico più alto e più eroico del popolo italiano.
Militò in diverse brigate, con Giustizia e Libertà, con Gordon Lett, con il comandante Tullio e, infine, nella Brigata Garibaldi “Ugo Muccini”. Arrestato e detenuto nella Caserma del XXI Reggimento di Fanteria, subì le torture dei fascisti ma non parlò salvando la vita a molti compagni. Nel dopoguerra, come molti partigiani, fu costretto ad emigrare per trovare lavoro e ha vissuto (felicemente) più di trent’anni in Australia. Al suo ritorno in Italia, tutti i vecchi compagni continuarono a chiamarlo con il nome di battaglia, di cui era così orgoglioso, e fino ai giorni d’oggi tutti i giovani e le giovani compagne che in questi ultimi anni si era avvicinati a lui con l’affetto che si porta a un nonno, lo conoscevano e lo chiamavano “Sgancia”.
“Onore al compagno generale Giap, comunista, artefice dell’indipendenza del Vietnam”
5 ottobre 2013, by admin
Archiviato in Dal Mondo, Partito, Primo piano, Società
Onore al Comandante Giap!
Partito della Rifondazione Comunista