Lombardi: “Il territorio spezzino è vittima di troppi interessi”

11 ottobre 2012, by  
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Da Il Secolo XIX del 10/10/2012

No all’outlet di Brugnato, al casello di Beverino, alla cessione di Acam Gas, all’incenerimento dei rifiuti. Si a un’economia incentrata sul verde e sulla salvaguardia dell’ambiente. Lo ribadisce il segretario provinciale di Rifondazione Comunista Massimo Lombardi rispondendo al segretario Uil Walter Andreetti che nei giorni scorsi aveva espresso dure critiche nei confronti del Prc, contrario alla realizzazione dell’outlet, come ribadito dal voto nell’ultimo consiglio comunale spezzino.

«C’è un filo che sembrerebbe legare le ultime dichiarazioni di Andreetti, Enzo Papi e Raffaella Paita» afferma Lombardi «dobbiamo spezzare la catena di interessi che va solo a danno dei cittadini e delle giovani generazioni».

Dunque per Rifondazione l’outlet non è sinonimo di lavoro…

«Un mostro di cemento nella valle del biologico è una pazzia per gli speculatori. Con la precarietà totale  il lavoro è solo uno specchietto per le allodole. Andreetti pensi al suo mestiere, non sarà di certo la Uil a dettarci la linea».

Secondo voi che politiche si dovrebbero intraprendere?

«Il nostro territorio è fragile, lo dimostra la frana della Via dell’Amore. La vera sinistra è per il lavoro, ma stabile: Monti, dopo Berlusconi, lo sta smantellando definitivamente. Si pensi piuttosto a creare occupazione nella salvaguardia e manutenzione ambientale, lo ha detto anche il presidente Alessandro, al quale va la nostra piena solidarietà e stima».

Siete contrari anche al casello autostradale di Beverino? 

«Contrarissimi. Altra opera inutile e folle, a pochi chilometri tra i due caselli già esistenti. Un caso che se ne parli ora con il cantiere del 3° lotto dell’Aurelia aperto? Non vorremmo trovarci un secondo retroporto con i container anche in Val di Vara».


A proposito, il comitato portuale ha avviato la procedura per la concessione-Contship, che ne pensate?

«Che il porto sarà in mano a un monopolista per 53 anni, molti spezzini non vedranno la scadenza. Ci chiediamo se tale infrastruttura debba essere gestita nell’interesse di pochi per sperare nei benefici a caduta. Occorre un porto che si sviluppi nel rispetto della città, non in antitesi».

Altro tasto dolente, la questione Acam…
«Abbiamo assistito a mille teatrini a danno dei lavoratori, ora nessuno li strumentalizzi, specie chi ha fallito in continuazione i propri piani. Da tempo chiediamo un vero piano industriale basato su acqua pubblica, rifiuti zero, energie rinnovabili. Basta ai matrimoni finti e ai proclami indegni, mentre i dipendenti Acam si giocano il proprio futuro. Per noi sono una priorità: no a spezzatini, nessuna cessione di Acam Gas. Sarebbe un disastro».

E il ciclo dei rifiuti? Da Termomeccanica è tornata la proposta di bruciarli…

«Basta speculare sulla salute delle persone. C’è un piano dei rifiuti, Papi prenda atto che sono le istituzioni democratiche a pianificare le scelte collettive, non gli industriali. Rifondazione da anni porta avanti una proposta chiara, con il modello Capannori e il riciclo virtuoso dei rifiuti. E’ l’unica soluzione possibile».

Secondo voi cosa manca a questo territorio?

«Innanzitutto il lavoro. Poi gli spazi pubblici per i giovani, l’accesso al mare per gli spezzini, penso al muro di Marola. Manca una politica per la casa, per la salute, per i diritti civili. Tutte questioni da noi sollevate in passato ma poco ascoltate, salvo poi riutilizzate per scopi propagandistici. Mi viene in mente il tanto sbandierato registro delle unioni civili: a Spezia è stato già deliberato nel 2006, a Sarzana nel 2007, sempre su nostra istanza. Ma evidentemente in troppi hanno la memoria corta».

Le vostre proposte di oggi?

«Chiamiamo a raccolta tutte le forze in opposizione alle massacranti politiche di Monti. Lo abbiamo già fatto invitando la sinistra a lottare unita, partendo dalla raccolta firme contro l’abolizione dell’articolo 18 che cominceremo nei prossimi giorni in tutta la provincia».

Allarmanti condizioni dei lavoratori del porto spezzino

21 maggio 2010, by  
Archiviato in Lavoro, Primo piano

Il Porto della Spezia dal punto di vista dei traffici è il secondo porto d’Italia, superato soltanto da Genova. Nel primo trimestre 2010 si sono consolidati  i positivi segnali di ripresa dei traffici nel porto della Spezia: da gennaio a marzo sono stati infatti movimentati un totale di 276.773 contenitori (TEU), con un incremento dell’11,6% rispetto al 2009. I contenitori in import sono stati 138.082 TEU (+10,5%) mentre quelli in export 138.691 (+12,3%). Sul Porto spezzino sono previsti importanti investimenti sia dal Piano Triennale (370 milioni di euro di investimenti) sia dal progetto di Water Front.

Gli importanti risultati economici e le altrettanto significative prospettive di sviluppo – anche occupazionale – non devono tuttavia portare la comunità spezzina ed in particolare i livelli istituzionali competente ad abbassare la guardia nei confronti delle attuali condizioni di lavoro esistenti nel Porto a partire dalle condizioni di sicurezza.

In particolare segnaliamo, nel caso di alcune ditte:

  • il mancato rispetto di quanto previsto dai contratti di lavoro sul lavoro notturno e festivo;
  • la mancanza di una adeguata programmazione dei turni di lavoro che in molti casi vengono addirittura comunicati al lavoratore il giorno prima;
  • la mancanza di un sistema elettronico di timbrature quale elemento di garanzia circa l’effettività delle ore di prestazioni lavorative anche ai fini della determinazione dello stipendio mensile;
  • la mancanza di corrispondenza tra le ore effettivamente lavorate e quelle pagate (ovviamente con retribuzioni inferiori rispetto alle ore effettivamente lavorate);
  • l’organizzazione del lavoro su tre turni, anziché su quattro come fanno altri operatori (tra cui la stessa Contship) comporta orari di lavoro molto pesanti (7 – 16; 16 – 1; 1 – 7) con possibili conseguenze sulla condizioni di sicurezza in cui si svolgono le operazioni di trasporto delle merci;
  • un eccessivo ricorso ad ore di lavoro straordinario tali da determinare turni di lavoro anche fino a 12 ore giornaliere; anche in questo caso con possibili conseguenze sulla condizioni di sicurezza in cui si svolgono le operazioni di trasporto delle merci;
  • condizioni di carico dei container sui rimorchi dei camion in condizioni di scarsa sicurezza per tutti i lavoratori coinvolti (es, scarico diretto del container sul rimorchio con presenza di lavoratori attorno al rimorchio stesso);
  • mancata applicazione delle pause per i lavoratori;

Tali segnalazioni, soprattutto per quanto concerne gli aspetti relativi alla sicurezza appaiono di particolare gravità anche alla luce di recenti eventi drammatici avvenuti in aree portuali comprese quella della Spezia.

AL FIANCO DEI LAVORATORI PORTUALI SPEZZINI, PIU’ SICUREZZA E DIRITTI SUL LUOGO DI LAVORO!

Maurizio Fontana
Resp. politiche del Lavoro
Rifondazione Comunista La Spezia