Bilancio, Lombardi, Marchi (Sbc-Rifondazione Comunista): “Voto contrario al bilancio che farà pagare la crisi ai cittadini”

5 aprile 2023, by  
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In un contesto di grande difficoltà e di insicurezza che coinvolge il nostro tessuto occupazionale, con grave sofferenza per le imprese che insistono sul territorio spezzino e per i lavoratori si è discusso il Consiglio Comunale sul tema del Bilancio di Previsione 2023/2025 nonché delle cinque deliberazioni connesse.
La grave crisi economica che attanaglia il nostro paese è evidenziata da indicatori specifici nella nostra città, dove il tasso di disoccupazione dei giovani (fascia sino a 24 anni) è il più elevato della Liguria, con un tasso del 50,8 %, nonché con un’applicazione enorme degli ammortizzatori sociali; occorre altresì rilevare che la cassa integrazione a La Spezia è maggiore di oltre il 200% rispetto al 2019.
Il D.U.P (Documento Unico di Programmazione) fotografa una situazione economica gravissima, illustrando come la nostra città perda posizioni significative sulla ricchezza, sui consumi, sull’ambiente, sulla giustizia e sulla sicurezza: alla luce di ciò doveva essere attuata una politica economica volta a non far pagare l’evidente crisi ai cittadini, soprattutto a quelle fasce deboli della popolazione che già risentono pesantemente lo stato di cose presente.
Al contrario si è voluto schiacciare l’acceleratore imponendo l’aumento dell’aliquota addizionale comunale all’Irpef per portarla allo 0,8%, contrariamente a quanto sbandierato in campagna elettorale, con fascia di esenzione solo sotto i quindicimila euro, rigettando sdegnosamente, quanto immotivatamente, le proposte avanzate dall’opposizione su una determinazione progressiva dell’aliquota sulla base dei redditi.
Noi di Rifondazione Comunista rivendichiamo il dettato Costituzionale ed il sancito principio di progressività fiscale: chi più ha più deve pagare e soprattutto non ci lasciamo irretire da raffronti con città vicine: imparagonabile è l’offerta di servizi a parità di condizioni.
Riteniamo profondamente inique le politiche sulla casa, a fronte di oltre quattrocento alloggi popolari sfitti di cui ben centoventi comunali.
Non si è previsto lo stanziamento di fondi per la ristrutturazione ma si è scelta la strada fallimentare delle alienazioni che portano ad un depauperamento ed ad un’incertezza assoluta: dal rischio di un mancato realizzo non possono che generarsi incertezza e precarietà sociale, con un ennesimo duro colpo per le fasce deboli.
E’ totalmente assente la previsione “sul che fare” per rimediare alla scellerata scelta del Governo Meloni, che da un lato aumenta a dismisura le spese militari, per sottrarle totalmente anche al sostentamento e alla valorizzazione del diritto all’abitare e alla casa.
Noi rivendichiamo che non debbano più esserci case senza gente, né possa esistere gente senza casa.
Sono stati eliminati i fondi governativi per il sostegno agli affitti e alla morosità incolpevole
Temi quali l’ambiente e le bonifiche sono stati completamente svuotati della portata necessaria per una città come la nostra in cui le nocività diffuse sul territorio richiederebbero al contrario un impegno straordinario.
Le periferie sono state abbandonate a se stesse, se si esclude qualche intervento sporadico, mentre si è lasciata alla creazione di eventi una vera politica organica sulla cultura.
A fronte di una tassa di soggiorno significativa non sono state previste idonee ricadute specifiche nel settore del turismo, sempre più lasciato allo spontaneismo degli operatori e dei soggetti stessi che suppliscono alle carenze del nostro Ente.
Ci lascia sbigottiti l’implementazione pantagruelica e smodata degli emolumenti di chi governa il Comune, frutto di vergognose politiche nazionali si è balbettato sulla destinazione dell’aumento del gettito economico degli introiti che non possono essere giustificati soltanto da rincari dovuti alla situazione globale ma che invece necessitano di una puntuale rendicontazione che non è in alcun modo avvenuta.
Il trasporto pubblico locale è stato completamente trascurato fino a tacciare di inammissibilità nostri interventi volti a favorire la gratuità di alcuni collegamenti necessari per utenti e cittadini.
Riteniamo che dietro una correttezza solo meramente formale si sia evidenziata la totale assenza di una politica programmatica strategica futura, facendo pagare la crisi economica solo ai cittadini, già vessati dai costi dell’aumento della benzina e dell’energia, esponenzialmente elevati per effetto dell’inflazione, frutto anche degli effetti della guerra
Per tutte queste ragioni abbiamo votato convintamente contro il Bilancio di Previsione.
Massimo Lombardi
Consigliere Comunale Spezia Bene Comune/Rifondazione Comunista
Luca Marchi
Segretario Provinciale di Rifondazione Comunista

Fedi, (Prc La Spezia): “Da Ciano alla discriminazione dei bimbi agli asili”

23 novembre 2017, by  
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Sei mesi e gli indirizzi di come questa città verrà governata nei prossimi anni risultano sempre più evidenti. La boutade del riposizionamento della statua di Ciano in centro città per valorizzarne il suo esempio di vita, è l’apice del pensiero culturale che ci aspetta; la riabilitazione di un gerarca fascista che riassume in sé un modello di società domata col manganello, resa fedele da piccole elargizioni al limite del caritatevole, in nome della difesa della propria identità…fatto salvo come nel caso di Ciano, utilizzare queste argomentazioni per farsi beffa del caro popolo e arricchirsi sulle sue spalle in nome di patria onore e cristianità.
La cultura securitaria che si vuole spacciare come risolutiva nei confronti del disagio sociale sempre più diffuso e presente, ovviamente non elimina e non affronta la causa del disagio stesso,  ma lo allontana lo ghettizza sempre più, rendendolo sempre più drammatico. Questo atteggiamento culturale “di protezione” dell’italiano è stato portato all’estremo dall’ultimo provvedimento riguardante gli aiuti alle famiglie per l’accesso agli asili nidi.
Per avere la certezza di poter garantire le bambine e i bambini italiani senza tener conto del reddito, si è ecceduto nella garanzia della “spezzinità”, col risultato che non solo sono penalizzate le famiglie extracomunitarie, ma pure quelle famiglie che magari vivono in città in via transitoria o si sono trasferite dai comuni limitrofi negli ultimi anni.
Il risultato sarà che chi è già in difficoltà economica lo sarà sempre più, perché dovrà accudire i propri figli senza la speranza di poter lavorare, il disagio aumenterà ancora e questa volta oltre il danno la loro beffa, perché il provvedimento colpirà anche gli italianissimi….così il tentativo di accentuare lo scontro tra nativi e non questa volta non è riuscito anche se cercheranno di porvi rimedio. Non si fermeranno, cavalcheranno quest’onda di intolleranza sino all’estremo per coprire l’incapacità di gestire un fenomeno epocale di crisi economica e giustificarla nell’individuazione di un nemico, in questo caso il migrante domani chissà.
Migrante sulla cui pelle fanno affari tutti, specialmente quelli che a gran voce dicono “a casa loro”…basta vedere la manodopera del Veneto autonomista, i grandi proprietari immobiliari, spezzini compresi, che affittano appartamenti fatiscenti a prezzi incredibili. Ora in tutto questo la Statua di per sè potrebbe esser il minor dei mali, anche perché esponendola in piazza pubblica si sottopone al giudizio del popolo che potrà reagire come meglio crede, ma è il significato simbolico in cui si ritrova l’agire coerente di questa Amministrazione ad essere per noi inaccettabile.

Parafrasando Leonardo Sciascia di cui ricorre in questi giorni il 29° anno della sua scomparsa, noi come Rifondazione mettiamo in conto la sconfitta, e anzi la prevediamo: ma non possiamo che batterci, finché avremo un margine, sia pur piccolo, sia pur insicuro.

Veruschka Fedi,

Segretaria provinciale di Rifondazione Comunista La Spezia

“Solidarietà ai lavoratori della Provincia in sciopero”

5 ottobre 2017, by  
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Rifondazione Comunista spezzina è vicina ai lavoratori della Provincia della Spezia che venerdì 6 ottobre sciopereranno, insieme ai colleghi di tutta Italia, per protestare contro la situazione ormai insostenibile  che tali enti subiscono da troppo tempo. 
 
In questi anni le Province hanno subito uno svuotamento di personale, competenze e soprattutto di risorse economiche da lasciarle in uno stato “vegetativo” che non può essere più tollerato, viste le funzioni di prossimità territoriale e di collegamento tra i piccoli comuni che la Costituzione le assegna. 
 
Una lenta agonia voluta dal governo Monti prima e dal governo Renzi poi, intenzionato ad abolirle nella riforma costituzionale bocciata severamente dagli italiani il 4 dicembre scorso.
 
Così le Province soffrono una situazione di crisi che si ripercuote sui lavoratori, che vedono ritardi nel pagamento degli stipendi, e sui cittadini, che vedono sottrarsi servizi essenziali per il territorio. Una crisi che va risolta una volta per tutte, restituendo dignità ai lavoratori, competenze agli enti e la voce politica ai cittadini nel scegliere i propri amministratori.
Rifondazione Comunista, federazione provinciale La Spezia

“Ultimo atto del teatro degli orrori della politica spezzina. Federici già da tempo sfiduciato dalla città”

15 marzo 2016, by  
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Il teatro degli orrori della politica spezzina sembra chiudere il sipario sull’esperienza Federici.

Si tratta dell’ennesima vicenda che conforta chi, come le nostre forze politiche, da tempo sostengono l’assoluta irresponsabilità ed inadeguatezza di una classe politica autoreferenziale e dirigista, autoritaria e lontana dai problemi della gente, che consuma le proprie guerre tra bande con un unico fine: il mantenimento del potere. Follo, Lerici, Ameglia, Riccò del Golfo, Portovenere, Sarzana, Arcola, Castelnuovo, le Cinque Terre, ora la città capoluogo. Un filo conduttore di tante storie che vedono il Pd protagonista di scelte sconsiderate, di azioni folli, dove il governo del territorio è uno strumento personalistico di carriera e di protagonismo. Da tempo abbiamo scelto di prendere le distanze da questo modo di far politica, le cui conseguenze sono devastanti per le comunità: svendita di Acam, inquinamento dell’Enel, gestione del Porto, privatizzazione di Atc, disastro della Sanità, scandalo Cinque Terre.

Non ultimo l’irresponsabile scontro istituzionale e di potere tra sindaco (nonché presidente della Provincia) e presidente dell’Autorità Portuale.

Federici, nei fatti, da molto tempo, è stato sfiduciato dai propri concittadini i quali hanno potuto misurare, sulla loro pelle, una modalità arrogante e prepotente di gestione della cosa pubblica capace di dividere la Comunità spezzina come mai accaduto in passato.

Quanto occorre in queste ore non è che la conseguenza della condotta di questi ultimi anni.

Tuttavia, crediamo che il vero nodo politico stia nel ruolo che questi sindaci posseggono e nella legge elettorale che li legittima, in quanto eletti direttamente dal popolo, a ruoli plenipotenziarii, privi di senso democratico e partecipativo. Si è pensato che la crisi dei partiti si risolvesse investendo nelle persone e indebolendo i primi che, nei fatti, sono sotto ricatto. Abbiamo scoperto, nostro malgrado, che le persone sono assai peggio dei partiti. Viste le controriforme in materia costituzionale, in atto da parte del governo Renzi, dubitiamo fortemente che tale situazione sia l’anticamera di un’analisi critica dello sfacelo che questo sistema ha creato, per questo riteniamo che oggi più che mai le nostre forze politiche debbano impegnarsi unitariamente per costruire, da subito, un’alternativa di governo del territorio che sia suggellata da un punto imprescindibile: la dignità delle istituzioni, dei consigli comunali, ed il rispetto delle nostre comunità con la costituzione di percorsi partecipativi reali.

E’ la ragione per la quale, solo poche settimane fa, abbiamo risposto, tutti insieme “No grazie” alla proposta del Pd di siglare accordi elettorali in vista delle prossime elezioni amministrative.

E’ tempo di cambiare.

Rifondazione Comunista, Sel, Possibile, Sinistra dei Valori La Spezia

 

Falconara di Lerici, 21, 22, 23 agosto: al via Liberafesta 2015 dedicata ai partigiani “Sgancia” e Fra Diavolo”. Ferrero e Panagopoulos ospiti d’onore

17 agosto 2015, by  
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Al via da venerdì 21 agosto a domenica 22 agosto al parco di Falconara di Lerici la festa provinciale Prc La Spezia 2015. 
Una tre giorni all’insegna della politica, della musica, della poesia, del buon cibo a prezzi popolari nello splendido scenario del Golfo dei Poeti.
La festa sarà dedicata ai due storici partigiani lericini Giuseppe “Sgancia” Cargioli (scomparso un anno fa) e Luigi “Fra Diavolo” Fiori, che ci ha lasciato il 30 maggio scorso.
Entrambi anime di Rifondazione Comunista, dell’antifascismo e della sinistra spezzina, “Sgancia” e “Fra Diavolo” saranno omaggiati con una rassegna fotografica e ricordati prima di ogni iniziativa in programma.
Tra i dibattiti previsti si discuterà della “riforma” della scuola operata dal governo Renzi, della situazione della sinistra italiana e infine della crisi internazionale con il segretario nazionale Paolo Ferrero e il portavoce di Tsipras in Italia Argiris Panagopoulos, che ci racconterà della situazione in Grecia a un mese e mezzo dal drammatico referendum che ha coinvolto il popolo ellenico.
I presenti potranno inoltre partecipare al “sondaggio contro la crisi”, un piccolo questionario di dieci domande in forma anonima, già distribuito con successo alla festa di luglio a Bottagna, i cui dati verranno resi pubblici alla fine dell’estate.
Le serate di venerdì e sabato saranno musicate dai dj set di Jahzilla sound e Molesti Crew, mentre sabato sera alle 21.30 spazio al reading poetico dei tre autori spezzini Andrea BonomiPaolo Magliani e Daniele Ceccarini.
Le cucine saranno aperte ogni sera dalle 19.30, domenica 23 apertura anche a pranzo dalle ore 12. 
Buona Liberafesta a tutti!
 
 
Di seguito il programma completo dei tre giorni:
 
 
Venerdì 21 Agosto
 
Ore 21
 
“Rifo in festa”
Saluto del Segretario provinciale Rifondazione Comunista La Spezia Massimo Lombardi
 
Dalle ore 22
 
“Dancehall time”
Dj set con Jahzilla Sound 
 
 
Sabato 22 Agosto
 
Ore 18:30
 
“Rifondazione e l’unità a sinistra”
Paolo Ardito (caporedattore del Secolo XIX La Spezia) e Manrico Parma (redattore La Nazione La Spezia) intervistano Paolo Ferrero (segretario nazionale di Rifondazione Comunista) 
 
Ore 21.30
 
“Rifo in rima”
Reading poetico di e con Andrea BonomiPaolo Magliani e Daniele Ceccarini
 
 Dalle ore 23.00
 
“Sapore di mare”
Dj set con Molesti Crew
 
 
Domenica 23 agosto
 
Ore 18
 
“La Riforma della scuola? Bocciata!”
 
Dibattito pubblico con: Giorgia Vallone (Segretaria Flc Cgil La Spezia), Giacomo Zolezzi (Esecutivo Nazionale Unione degli Studenti), Arianna Ussi (docente precaria – Direzione Nazionale Prc)
Coordina Filippo Vergassola (Resp.scuola e università Prc La Spezia)
 
Ore 21
 
“Dalla Grecia all’Italia: l’Europa cambia davvero?”
 
Dibattito pubblico con: Mirko Mazzali (Capogruppo Sel Comune di Milano), Alfio Nicotra (giornalista professionista ed esponente del movimento pacifista italiano), Argyrios Argiris Panagopoulos (portavoce in Italia di Alexis Tsipras e Syriza). 
Coordina Marco Ravera (Segretario Regionale Prc Liguria)
 
 
Apertura cucina tutti i giorni alle ore 19.30
Domenica pranzo dalle ore 12
Rifondazione Comunista, federazione provinciale La Spezia

Reddito Minimo Garantito: Bucchioni (Prc La Spezia) presenta la mozione per il consiglio comunale di lunedì

20 giugno 2015, by  
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Una mozione sulla campagna di “Libera” sul Reddito Minimo Garantito, a firma del capogruppo di Rifondazione Comunista Edmondo Bucchioni sarà discussa nel consiglio comunale spezzino in programma lunedì 22 giugno alle 21.
 
 
Di seguito il testo della mozione:

Mozione del Gruppo Consiliare di Rifondazione Comunista

Il Consiglio Comunale della Spezia

Premesso che:

– dal 2008 al 2014 la crisi in Italia ed Europa, secondo i dati Istat, ha raddoppiato e quasi triplicato i numeri della povertà relativa ed assoluta. In Italia sono infatti 10 milioni le persone in povertà relativa, il 16,6% della popolazione complessiva, ed oltre 6 milioni, il 9,9% della popolazione, in povertà assoluta;

– gli ultimi dati Istat disponibili relativi al 2013 mostrano inoltre come il rischio di povertà o esclusione sociale riguardi il 28,4% delle persone residenti in Italia, secondo la definizione adottata nell’ambito della strategia Europa 2020. L’indicatore deriva dalla combinazione del rischio di povertà, della grave deprivazione materiale e della bassa intensità di lavoro e corrisponde alla quota di popolazione che sperimenta almeno una delle suddette condizioni.

Considerato che:

-la necessità di intervenire su tale situazione con politiche che promuovano la piena e buona occupazione in particolare nei settori della riconversione ecologica, dell’economia della conoscenza e del rilancio del welfare, come pure attraverso interventi di redistribuzione del lavoro attraverso la riduzione d’orario, deve essere accompagnata dall’adozione di misure immediate di contrasto alla crescita della povertà e dell’esclusione sociale;

– la Risoluzione del Parlamento Europeo sul Ruolo del Reddito Minimo nella lotta contro la povertà e nella promozione di una società inclusiva in Europa (16 ottobre 2010) indica il reddito minimo come lo strumento che può contribuire al miglioramento della qualità della vita e che offra a tutti la possibilità di partecipare alla vita sociale, culturale e politica come pure di vivere dignitosamente. Il Reddito Minimo è “il diritto fondamentale della persona a disporre di risorse economiche e prestazioni sociali sufficienti per vivere conformemente alla dignità umana”;

– nei diversi paesi europei esistono da decenni strumenti di sostegno al reddito (Sozialhilfe in Austria; Revenue d’integration in Belgio; lo Starthjalp in Danimarca; l’RSA in Francia etc.) destinati alle persone e che in diverse misure intervengono a seconda delle diverse necessità dell’individuo, e che l’Italia è invece priva di un analogo strumento di sostegno al reddito;

– il Reddito Minimo, è anche uno strumento fondamentale di contrasto alle mafie, perché toglie ossigeno a chi sfrutta il bisogno di lavoro trasformandolo in ricatto economico, per alimentare circuiti criminali che approfittano della povertà o per fare dei posti di lavoro merce per il voto di scambio. E impone al contrario un diritto che rende le persone meno deboli anche di fronte a chi ne vuole sfruttare i bisogni e le fragilità.

 

Considerato che:

 

– esistono diverse proposte di legge di iniziativa popolare e parlamentare che assumono come riferimento la Risoluzione del Parlamento Europeo del 2010, secondo la quale “sistemi di redditi minimi adeguati debbano stabilirsi almeno al 60% del reddito mediano dello Stato membro”, prevedendo una serie di prestazioni aggiuntive in servizi, da destinare a coloro che siano al disotto di tale soglia in modo che nessun individuo debba scendere sotto un determinato reddito. Che una tale misura dovrebbe quindi riguardare tutti coloro che già sono in una condizione di povertà economica, coloro che in un dato momento della loro vita si trovano nella condizione di non poter svolgere un lavoro congruo, o che hanno un reddito che non permette loro di vivere una vita dignitosa, o che hanno perso i benefici degli ammortizzatori sociali o che sono in ogni modo al di sotto di una certa soglia economica.

– per quanto le risorse da impegnare per tale misura varino a seconda delle caratteristiche di dettaglio di ogni proposta, gli studi di numerosi economisti ed esperti, individuano per l’Italia il costo di una misura come il Reddito Minimo, in un range che va dai 15 ai 26 miliardi di euro;

– che tali risorse possono essere reperite attraverso il taglio delle spese militari, l’istituzione di un’imposta patrimoniale su reddito del 5% della popolazione ricchissima, il recupero dell’evasione ed il contrasto alla corruzione che pesano sull’economica del paese per almeno 180 miliardi di euro annui, ed altri provvedimenti improntati all’equità sociale;

– che una misura come il reddito minimo oltre a contrastare forme inaccettabili di povertà, potrebbe liberare energie sociali oggi compresse dalla necessità di fare fronte alla propria quotidiana sopravvivenza, oltre ad avere positive ricadute sull’economia in generale, sostenendo la domanda;

 

Vista:

la piattaforma della campagna lanciata dall’Associazione “Libera – Associazioni, nomi e movimenti contro le mafie”, sul “Reddito di Dignità”, con la quale si richiede di istituire il Reddito minimo o Reddito di Cittadinanza,

 

Delibera:

– di aderire a tale campagna;

– di inviare la presente delibera ai presidenti della Camera dei Deputati e del Senato della Repubblica.

 

Edmondo Bucchioni,

consigliere comunale Rifondazione Comunista La Spezia 

“Vicini alle lotte del Sinagi, Renzi distrugge le edicole e il pluralismo dell’informazione”

29 novembre 2014, by  
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Rifondazione Comunista La Spezia solidarizza col sindacato degli edicolanti spezzini Sinagi-Cgil che indirà otto giorni di protesta a partire dallo sciopero di lunedì 1 dicembre contro il governo Renzi, in procinto di stabilire la liberalizzazione selvaggia delle edicole.

Una decisione scellerata che comporterà, oltre ad una grave perdita di posti di lavoro (in un settore già in crisi), un attacco frontale al pluralismo dell’informazione, valore cardine della democrazia: infatti la fine della parità di trattamento prevista dal governo porterà alla distribuzione al pubblico solo le poche grosse testate, già concentrate nelle manci di ristretti gruppi editoriali, decretando la fine della vendita dei periodici “minori”.
Rifondazione è al fianco dei lavoratori del settore e a difesa del pluralismo dell’informazione, con ogni evidenza dal ignorati da Renzi, e sosterrà ogni mobilitazione di questo importante settore.

Rifondazione Comunista,
federazione provinciale La Spezia

Articolo 18, Fantozzi: “Renzi come Fornero. Mandiamolo a casa”

21 settembre 2014, by  
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Il governo Renzi è pronto a rottamare definitivamente l’articolo 18 intervenendo (per decreto!)  per sancire che per tre anni i neoassunti che dovessere essere illegittimamente licenziati, non avranno diritto alla reintegra ma solo ad un indennizzo monetario.

Lo scalpo dell’articolo 18 va portato in Europa per dimostrare che l’Italia sta facendo le “riforme strutturali” che naturalmente comportano un nuovo attacco ai diritti e alle tutele residue del lavoro.

Lo schema di funzionamento dell’Europa è questo: poiché le politiche di austerità sono chiaramente fallimentari e stanno portando tutto il continente alla deflazione cioè ad un nuovo salto di qualità della crisi,  la proposta è quella di… andare avanti con le politiche di austerità e anzi rilanciarle, chiamandole in uno dei molti modi in cui in questi anni si è raggirato, manipolato, turlupinato l’opinione pubblica.

Così le “riforme strutturali” in materia di lavoro non fanno altro che estremizzare le politiche che sono andate avanti negli ultimi decenni, fatte di precarizzazione del lavoro e abbassamento delle tutele. Sono le stesse politiche che hanno impoverito il lavoro e aumentato le disuguaglianze e che sono perciò all’origine della crisi, come ci dicono tutti i dati.

E’ vero o non è vero che negli ultimi 30 anni la quota di redditi da lavoro sul complesso della ricchezza nazionale è diminuita del 10% nei paesi maggiormente industrializzati e del 15% in Italia? Lo diceva qualche tempo fa persino l’OCSE.

E’ cosa succede continuando con le politiche che aumentano la precarietà del lavoro? Succede che le lavoratrici e i lavoratori sono sempre più ricattabili e disposti ad un lavoro purchè sia: un lavoro senza diritti e sempre più povero. Le politiche neoliberiste falliscono, ma la risposta continua ad essere il rilancio delle medesime politiche, sempre più radicali ed estreme.

Sul lavoro siamo al grottesco, alla moltiplicazione degli strumenti di deregolamentazione, che sono ormai persino in competizione tra di loro.

Cosa hanno fatto Monti e Fornero sull’articolo 18? Lo hanno manomesso significativamente, consentendone l’aggiramento. Un’azienda che dichiari che licenzia un lavoratore per “motivi economici” potrà essere condannata alla reintegra del lavoratore solo se il giudice sceglierà la reintegra piuttosto che l’indennizzo e solo nel caso in cui sia accertata “la manifesta insussistenza” della motivazione a base del licenziamento. Analogamente, per quel che rigurda il licenziamento illegittimo per motivi disciplinari cioè relativi al comportamento del lavoratore, la possibilità della reintegra era già stata circoscritta pesantemente.

E che cosa ha fatto Renzi sui contratti a termine? Li ha resi utilizzabili sempre, senza l’azienda che vi ricorre debba giustificare per i primi tre anni, il motivo per cui ha fatto ricorso al lavoro temporaneo. Al termine dei tre anni basterà non rinnovare il contratto e ripartire con un nuovo lavoratore ed un nuovo giro di giostra.

Ma non bastano né le manomissioni già operate dell’articolo 18, né la generalizzazione del lavoro precario. Per caso un’azienda avesse assunto a tempo indeterminato qualcuno, questo deve essere licenziabile senza che ci sia la benchè minima possibilità del diritto ad essere reintegrato.

Ovviamente serve a “creare lavoro”, come già sono serviti a creare lavoro la “riforma” Fornero e il Jobs Act numero 1 di Renzi. Peccato che di questo lavoro non si veda traccia, che i disoccupati continuino ad aumentare – più di tre milioni censiti, sei milioni effettivi con un tasso di disoccupazione reale che non ha nulla da “invidiare” alla Spagna o alla Grecia – che la crisi continui a macinare.

Vanno mandati a casa. Per quello che fanno e per le balle che raccontano, ogni giorno a reti unificate. Lavoriamo ad un autunno che provi davvero a spezzare la rassegnazione.

 

Roberta Fantozzi,

responsabile nazionale Lavoro Prc

Torna la “Sagra della lumaca comunista”: a Bottagna presentazione di “Ossessione calcio” e tavola rotonda sulla Sinistra di alternativa

10 luglio 2014, by  
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Ritorna da domani la “Sagra della lumaca comunista” presso l’area verde del parco fluviale di Bottagna organizzata dalcircolo Prc “XXV Aprile – Aldo Lombardi ” di Vezzano Ligure. Dopo il successo dello scorso fine settimana, la festa prosegue anche in questo weekend con dibattiti, iniziative e buona tavola nelle serate di venerdì 11, sabato 12 e domenica 13 luglio, con cucina aperta a partire dalle ore 19.30.
 
Come lo scorso venerdì, verrà replicato anche domani sera lo “spaghetto rosso contro la crisi”: a tutti coloro che ne faranno richiesta verrà offerto un piatto di spaghetti al pomodoro, un gesto simbolico per far riflettere sulla devastante crisi economica che stiamo vivendo da anni.
Sempre domani si terranno due importanti dibattito su calcio e politica: alle 17.30 verrà presentato il libro “Ossessione calcio, storie di football e nostalgie” del giornalista emiliano Mando Mainardi, con prefazione di Paolo Sollier e postfazione di Rudi Ghedini.
Il segretario provinciale Prc e grande tifoso dello Spezia calcio Massimo Lombardi “filosofeggerà” assieme all’autore sullo sport più bello del mondo ripercorrendo, in pieno clima “mondiale”, una sorta di amarcord verso un modo di fare calcio che non c’è più. Mainardi, grande esperto anche di cantautori italiani, in particolare di Enzo Jannacci, racconta con ironia e tanta nostalgia piccole e grandi storie che hanno il pallone come unico denominatore. Il titolo del libro è ripreso da una celebre canzone di Franco Cigliano, “Ossessione 70”, scritta in occasione dei mondiali messicani del 1970, quelli di Italia-Germania 4-3: il testo è formato dall’elenco dei cognomi dei calciatori della mitica nazionale allenata dal compianto Ferruccio Valcareggi.
“Cari Enrico Ameri e Sandro Ciotti scrive Mainardi ho scritto questo libro sul calcio d’annata pensando a voi. Ricordate? Era il vostro calcio: quando lo stopper portava il numero cinque, quando i giocatori della nazionale non sapevano a memoria l’inno di Mameli, quando c’era la Mitropa Cup, quando milioni di orecchie si attaccavano alle radioline per ascoltare Tutto il calcio minuto per minuto. Quando non c’era Sky, e quando le vostre voci e le vostre parole – “stadio gremito fino ai limiti della capienza”, “abbranca il pallone e si accinge al rinvio”, “varca la linea centrale del campo con palla al piede” – ci facevano immaginare e sognare le partite della domenica pomeriggio…” 
Il sovraccarico di immagini che ha invaso lo sport, e il calcio in particolare, standardizzandone la percezione, fa venire voglia di racconto, parlato o scritto che sia” scrive l’ex calciatore Paolo Sollier nella prefazione –  “Le parole, svincolate dalla pur prodigiosa rigidità visiva, permettono traiettorie più libere, agili e misteriose: descrivono facendo sognare e spiegano lasciando fantasticare. (…) E allora possiamo emozionarci con la storia strepitosa della “seconda carriera” di Lodetti sui campetti di periferia, dove  la meraviglia è veramente a portata di mano, forse per questo pochi se ne accorgono. Oppure incontrare la figura, reale e simbolica al tempo stesso, del Gemma, l’individualista che tutti odiano ed è impossibile non amare. O interrogarci sul significato mutante della porta, e di come le sue forme descrivano insieme l’emergenza e la sua soluzione, spesso geniale, per incorniciare i gol, magari senza cornice. O capire perché una punizione di Rivelino in Brasile-Zaire, ai mondiali del 1974, fosse, per il difensore africano Ilunga Mwepu, una vera questione di vita o di morte…”.
Sempre domani sera, alle ore 21, si terrà il dibattito pubblico “Verso un Polo della Sinistra Alternativa”coordinato daJacopo Ricciardi, della segreteria provinciale del Prc spezzino. Parteciperanno Stefano Sarti (già candidato alle elezioni europee per L’Altra Europa con Tsipras), Andrea Ornati (coordinatore Provinciale di Sel), Giorgio Pagano (presidente associazione Mediterraneo), Coclite Tamberi (L’Altra Europa con Tsipras Lerici) e un esponente del Pdci provinciale assieme a Massimo Lombardi (segretario provinciale di Rifondazione Comunista), Sergio Olivieri (già deputato di Rifondazione Comunista) e Nando Mainardi (segreteria Nazionale di Rifondazione Comunista).
Dopo i due weekend vezzanesi, le feste di Rifondazione proseguiranno il 18, 19 e 20 luglio a Casano di Ortonovo e il 24, 25, 26 e 27 luglio ai “Cachi” di Fiumaretta.
 
Rifondazione Comunista, federazione provinciale La Spezia

Rifondazione per il 1° Maggio: “Per il lavoro e la dignità”

2 maggio 2014, by  
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PER IL LAVORO E LA DIGNITA’

Erano 23 milioni e 405 mila gli occupati in Italia nel 2008, sono 22 milioni e 216 mila oggi: dall’inizio della crisi si sono persi quasi 1 milione e 200 mila posti di lavoro. I disoccupati sono raddoppiati: oltre 3,3 milioni di persone sono in cerca di lavoro mentre altri 3 milioni un lavoro lo vorrebbero ma non lo cercano più, perché disperano di trovarlo.

NON È COLPA DEL DESTINO

E’ colpa della cattiva politica. Quella che ha causato la crisi e poi l’ha peggiorata con l’austerità.

E’ colpa della finanza a cui si è consentito ogni speculazione, e che poi è stata salvata con enormi quantità di denaro pubblico: 4.500 miliardi che gli stati europei hanno messo a disposizione per il salvataggio delle banche, scaricando poi il debito sulle cittadine e i cittadini.lavoro

E’ colpa delle multinazionali, a cui si consente di ricattare lavoratori e territori con le delocalizzazioni.

E’ colpa dell’assenza di ogni politica industriale e della precarizzazione del lavoro: quella che il governo Renzi vuole generalizzare, mentre si appresta a nuove privatizzazioni e nuovi tagli al welfare.

PER USCIRE DALLA CRISI BISOGNA DIRE BASTA ALL’AUSTERITA’

Per questo alle prossime elezioni europee sosteniamo L’ALTRA EUROPA CON TSIPRAS, l’unica lista che vuole cambiare radicalmente l’Europa cancellando il Fiscal Compact e i Trattati che impongono una riduzione continua e devastante degli investimenti pubblici, a danno dell’occupazione, delle pensioni, del reddito di chi lavora, della sanità, dell’istruzione, dell’ambiente, a beneficio di banche e speculatori.

PER USCIRE DALLA CRISI CI VUOLE UN PIANO PER IL LAVORO

Per questo proponiamo di creare almeno 1 milione e mezzo di posti di lavoro in Italia nei prossimi tre anni.

Vogliamo un New Deal come fecero gli Stati Uniti dopo la crisi del ’29: per creare lavoro con investimenti pubblici e assunzioni per la salvaguardia dell’ambiente, la conoscenza, la cura delle persone.

Vogliamo redistribuire il lavoro finanziando la riduzione d’orario e cancellando la controriforma delle pensioni che allunga fino a sei anni il tempo di lavoro, impedendo ai giovani di trovare occupazione.

Vogliamo istituire il reddito minimo per i disoccupati e il salario orario minimo.

Chi più ha, più paghi: vogliamo una patrimoniale sulle ricchezze sopra i 700.000 euro al posto dell’IMU e della Tasi, che colpisca la disuguaglianza scandalosa di un paese in cui l’1% ricchissimo della popolazione possiede un patrimonio pari a quella del 60% meno abbiente. Vogliamo un tetto a 65.000 euro annui per le pensioni e i cumuli pensionistici, per ridurre le tasse per le pensioni e per tutti i redditi bassi.

Vogliamo colpire la grande evasione, tagliare le spese militari, la TAV in Val Susa e le grandi opere inutili.

Firma per il lavoro!

Rifondazione Comunista per L’Altra Europa con Tsipras

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