G8, Ravera, Ricciardi (Prc Liguria): ” Solidarietà al Pm Zucca, ha detto la verità sulle torture di stato”
23 marzo 2018, by admin
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Alla Diaz e a Bolzaneto fu tortura. Lo diciamo anche noi a gran voce da diversi anni.
Ricordiamo bene quei tragici giorni così come ricordiamo soprattutto chi è stato “premiato” tra i vertici delle forze dell’ordine.
Esprimiamo la solidarietà di Rifondazione Comunista Liguria al Pm Zucca, “reo” di aver detto la verità sui tragici fatti del G8.
E’ incredibile la replica del Csm e del capo della Polizia Gabrielli: oltraggiose non sono le parole del Pm Zucca ma i diversi casi di mala polizia, da Cucchi ad Aldrovandi, tanto per citarne alcuni.
Lo ripetiamo da anni, è il tempo di istituire il codice identificativo sui caschi delle forze dell’ordine, altro che avviare accertamenti su chi, come il Pm Zucca, dice come la pensa senza tentennamenti.
Marco Ravera e Jacopo Ricciardi,
Segreteria Regionale di Rifondazione Comunista Liguria
“Oggi a Genova nel ricordo di Carlo e del grande movimento del 2001. Il Coisp pensi alla “legalità” delle tanti morti di stato”
20 luglio 2015, by admin
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Il sindacato di categoria che oggi pensa di raccogliere firme, in Liguria, contro “piazza Carlo Giuliani” compie, dunque, l’ennesimo tentativo di provocazione e di offesa.
“Milano non ha memoria”: giovedì 18 giugno alle 21 a Spezia presentazione del romanzo di Gino Marchitelli con intervento di Massimo Lombardi
12 giugno 2015, by admin
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Nuovo appuntamento con le chiacchierate di LaSpeziaOggi.
Giovedì 18 giugno alle ore 21, presso la libreria Liberi Tutti (Via Tommaseo 49), Gino Marchitelli presenterà il suo romanzo “Milano non ha memoria” (Fratelli Frilli Editori), noir avvincente, un romanzo che inevitabilmente, e fortunatamente, spinge a molte riflessioni e che purtroppo lascia l’amaro in bocca: la quarta indagine del commissario Lorenzi della mobile di Lambrate e della giornalista Cristina reporter di Radio Popolare di Milano vi porterà nelle viscere di una Milano buia, oscura e terribile dove l’assassinio di un giovane e mite panettiere Egiziano svelerà le contraddizioni di una polizia deviata e antidemocratica.
Interverranno, con l’autore, l’avvocato Massimo Lombardi e Renato Scalia, ex agente Dia e redattore di LaSpeziaOggi.
“L’atmosfera di rabbia verbale e di facilità alla violenza è cosa che noto tutti i giorni, nei rapporti umani, nelle relazioni tra persone” – dice l’autore Gino Marchitelli – “Anche sui social network dove il sentirsi protetti dietro ad uno schermo, in una virtualità esasperata (confrontandoci ogni giorno con una crisi economica e morale assolutamente devastante) porta un po’ tutti ad eccedere… e, troppo spesso, assistiamo agli incomprensibili eccessi delle forze dell’ordine, dal caso Cucchi al caso Aldovrandi, al caso Uva, che portano sovente alla morte di coloro che dovrebbero essere protetti dalla polizia e non il contrario. Ecco, riflettiamo su questo. Chiediamo a gran voce e con gran forza che si attui una riforma della polizia che porti chiarezza, trasparenza e democrazia al suo interno, colpendo seriamente coloro che si rendono rei di vessazioni gratuite, di coloro che depistano, di coloro che coprono le malefatte delle divise, di chi fa eccesso del proprio potere e strumentalizza l’anonimato di divise senza matricole di riconoscimento. Voglio ancora credere che, da qualche parte, ci sia un’anima democratica che ancora palpita tra i mille caschi blu e neri… che lo stato si ponga il problema di sminare gli eccessi e buttare fuori la vergogna che c’è al proprio interno. Non sono tempi facili questi e quando ognuno perde il controllo e cerca il nemico nel vicino di casa, nel collega sul lavoro, nel migrante, non si rende conto che apre seriamente il varco al rischio del ritorno di tempi che hanno segnato pena, dolore e distruzione immensi nel nostro Paese e nelle vite di chi ci ha preceduto. Tempi di follia collettiva che dobbiamo assolutamente tenere lontani dal nostro futuro e da quello dei giovani”.
Conclude Gino Marchitelli: “Umilmente mi permetto di consigliare di rileggere le importanti storie e narrazioni sulla Resistenza, sulla liberazione del nostro Paese e sull’avvento del nazismo e fascismo in Europa che portò al conflitto mondiale che ha provocato oltre sessanta milioni di morti. Ricordatelo e insegnatelo ai vostri figli e riflettete insieme a loro su cosa stiamo rischiando. La democrazia e la libertà sono beni preziosi da difendere, sempre”.
Gino Marchitelli, tecnico elettronico, militante della CGIL e in Democrazia Proletaria, ha partecipato alle dure lotte dei lavoratori delle piattaforme petrolifere in mare. Attualmente fa parte del direttivo A.N.P.I di San Giuliano Milanese e dell’Osservatorio Contro le Mafie nel Sud Milano. E’ cantautore ed è stato finalista al concorso Camaleonte 2013 – Salone del Libro di Torino, con un brano dedicato alla ThyssenKrupp. Nel giugno 2014 ha pubblicato il DVD Siamo i ribelli della montagna, video intervista ai partigiani protagonisti della liberazione della Val D’Ossola nel 1944. Del luglio 2014 è il libro di testimonianze sulle stragi di Stato Una storia di tutti, in memoria delle vittime delle stragi.
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Olivieri sulla sentenza Diaz: “Da Mantovano parole da regime sudamericano”
20 maggio 2010, by admin
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Sergio Olivieri, segretario regionale di Rifondazione Comunista e della Federazione della Sinistra, interviene sulla sentenza relativa ai fatti del G8, e in particolare all’irruzione nella scuola Diaz, e sulle successive dichiarazioni di alcuni esponenti del Pdl.
“Il sottosegretario Mantovano cancella la sentenza del Tribunale ed assolve i responsabili della macelleria messicana della Diaz. Quando ribadisce la fiducia nei condannati per quei fatti sembra di sentire parlare un esponente di qualche giunta militare degli anni settanta e ottanta in Sudamerica che negava anche l’evidenza.
Le reazioni scomposte alla sentenza di ieri che vengono non solo da Mantovano ma anche da altri esponenti del Pdl danno la misura del carattere reazionario ed antidemocratico del centro destra italiano.
Al contrario di quello che pensano i vari Mantovano, Gasparri e soci, la sentenza per i fatti della Diaz è una buona notizia per la democrazia perché per la prima volta da una speranza di giustizia e di verità su quanto accaduto a Genova nel luglio del 2001 e perché rompe la consuetudine all’impunità.
Ed anche di questo c’era davvero bisogno dopo i casi Aldrovandi, Cucchi e Gugliotta.“