Lombardi lancia la sfida del lavoro: “Risolvere drammatica emergenza occupazionale in provincia”
17 settembre 2015, by admin
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“Vicini alla famiglia del lavoratore che si è tolto la vita a Riccò. Governo e istituzioni varie pongano fine alla piaga della disoccupazione”
3 marzo 2014, by admin
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La tragedia di Riccò del Golfo è una pagina sconvolgente per il nostro territorio.
Siamo vicini alla famiglia dell’uomo che si è tolto la vita davanti ai propri figli perchè in preda alla disperazione dopo la perdita del proprio posto di lavoro.
Le istituzioni devono dare delle risposte concrete alla popolazione, sempre più presa dalla morsa della mancanza di lavoro, della precarietà assoluta, dell’assenza totale di prospettive.
Una situazione esasperante che alla lunga strangola la dignità e la vita delle persone.
E’ ora di finirla con i proclami inutili e propagandistici.
O governo ed enti vari intervengono immediatamente per risolvere questa piaga sociale sempre più dilagante, o questa spirale di morte aumenterà a dismisura nel corso del tempo.
Rifondazione Comunista, federazione provinciale La Spezia
Rifondazione aderisce alla giornata Europea del 14 novembre, Lombardi: “I sindacati si mobilitino sulla drammatica situazione lavorativa spezzina”
12 novembre 2013, by admin
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La Federazione Provinciale della Spezia di Rifondazione Comunista aderisce con convinzione alla Mobilitazione Sindacale Europea del 14 novembre, data nella quale a Roma, Bucarest, Praga, Stoccolma, Madrid, Lisbona, Atene e in tante altre città europee, scenderanno in piazza milioni di lavoratori e le lavoratrici per dire che le politiche di austerità non funzionano e che è necessario un radicale e profondo cambio di rotta per ridare impulso al lavoro e per ristabilire la giustizia sociale e la solidarietà di classe.
“E’ vergognoso che a pagare i costi della crisi e le conseguenze delle politiche di austerità siano solamente i lavoratori e le lavoratrici – commenta il segretario provinciale Massimo Lombardi -, “mentre il mondo della finanza e gli speculatori continuano a prosperare – se è vero, come è vero – che in Europa 25 milioni di persone non hanno un’occupazione e che, in alcuni paesi, il tasso di disoccupazione giovanile supera il 50%. Occorre ricostruire una solidarietà tra i cittadini europei affinché le rivendicazioni siano sempre più forti, come la lotta allo smantellamento dello stato sociale, alla flessibilità del mercato del lavoro, alla privatizzazione dei servizi pubblici, alla pressione sul ribasso dei salari, alla diminuzione delle pensioni. Questa mobilitazione deve, però, radicarsi sui territori: Rifondazione Comunista ritiene, infatti sconcertante e drammatica la situazione occupazionale a livello della provincia della Spezia, dove negli ultimi anni – ma soprattutto nei mesi recenti – si è verificata una impennata clamorosa di licenziamenti ed un proliferare smisurato di assunzioni “in nero” o con modalità contrattuali talmente “atipiche” da sconfinare nell’illiceità palese. Ciò è avvenuto in un silenzio assordante di tutte le forze sociali e politiche spezzine e nell’assenza di una forte mobilitazione sindacale che – laddove posta in essere – ha avuto connotati di scarsa rilevanza e marginalità, non andando ad incidere nei gangli di un sistema economico produttivo moribondo, per precisa responsabilità di una classe politica padronale che ha spremuto la classe dei lavoratori nel periodo di “vacche grasse” e che ora licenzia, demansiona, costringe al lavoro irregolare, per assicurarsi “il proprio bottino” e la propria rendita di posizione. C’è bisogno di uno sforzo di mobilitazione straordinaria delle lavoratrici e dei lavoratori in prima persona che non si affidino ad una delega sindacale in bianco, ma sappiano stimolare i rappresentanti sindacali, a partire da quelli di categoria, in una lotta vera, posta in esser con modalità straordinarie ed efficaci, poiché il momento do crisi e stagnazione economica è tale da richiederlo. Vanno abbandonate logiche di concertazione e negoziazione al ribasso, politiche difensive che hanno creato negli anni un crescente distacco dei lavoratori anche dal sindacato stesso al quale sono iscritti; ci vuole un coraggio straordinario, attualizzare quello proprio delle lotte sindacali del passato e declinarlo negli anni duemila, ma con quella passione e determinazione caratterizzante che ora pare esser ridotta al minimo storico. Il nostro appello è rivolto alle forze sindacali spezzine tutte, in primis la Cgil, i Cobas, la Cub ed ogni forma di sindacalismo di base, per organizzare una mobilitazione permanente di tutte le lavoratrici ed i lavoratori della nostra città, ma anche e soprattutto dei disoccupati, dei precari, dei pensionati, giungendo anche agli artigiani, ai piccoli commercianti ed al “popolo delle partite iva”, al fine di unire le lotte e non creare quegli steccati tra vertenze, produttivi di sterili divisioni che depotenziano le mobilitazioni. Riteniamo necessario costruire dapprima una piattaforma di rivendicazione generale, a livello spezzino, dar vita a momenti di confronto in ogni luogo di lavoro, momenti assembleari partecipati, traguardando una grossa manifestazione a livello provinciale che abbia la forza di porre il tema del lavoro al centro dell’agenda della città e della provincia, elevandolo da quel ruolo di mera marginalità e sacca di ricatto in cui oggi è relegato”.
Massimo Lombardi,
segretario provinciale Rifondazione Comunista La Spezia
Di ottimismo si può morire, ma qui è crisi nera
2 aprile 2010, by admin
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La conferenza stampa della CGIL Liguria a commento dei dati ISTAT sulle dinamiche occupazionali nella nostra regione nel 2009 è allarmante.
Per come dipingono la situazione Confindustria e Governo vien da dire che di ottimismo si potrebbe morire, tant’è che con l’ottimismo non si può andare a far la spesa! A chi sostiene che la crisi è ormai dietro l’angolo, i numeri dell’ISTAT fuggono ogni dubbio. Il tasso di disoccupazione sale ancora (+0,1% in più rispetto a dicembre 2009, fissandosi al 8,6%) ma con ottimismo risulta +1,3% rispetto ad un anno fa: il dato peggiore dell’occupazione dal gennaio 2004, inizio delle serie storiche Istat, con un calo del numero degli occupati di 307.000 unità in un anno.
Sulla base delle informazioni finora disponibili, il numero di occupati a gennaio 2010 è pari a 22 milioni 904 mila unità (appunto -1,3% rispetto a gennaio 2009) e da rilevare la crescita del tasso di disoccupazione giovanile (26,8%) di +0,3% rispetto al mese precedente e di +2,6% rispetto ad un anno fa. Cresce anche il numero delle persone in cerca di occupazione (+0,2% rispetto al dicembre 2009 e +18,5% rispetto ad un anno fa) che risulta ad oggi pari a 2 milioni 144 mila unità. Il Pil cala del 5% nel 2009 (peggior dato dall’inizio delle rilevazioni, il 1971).
Nella Provincia della Spezia si sono persi circa 2000 posti di lavoro: Ex San Giorgio, Riva Ferretti, Fincantieri, Intermarine, Comdata, Officine Cargo, il settore edile.
Dati che dovrebbero spingere senza indugi a mettere in atto provvedimenti anticiclici per porvi rimedio cogliendo al tempo stesso l’opportunità di mettere mano agli interventi necessari ad ottemperare gli impegni che il nostro paese ha nei confronti dell’Unione europea, quali il 20-20-20. Ma quello che si rileva è che la politica prioritaria perseguita dal governo Berlusconi è fatta di soli annunci, mentre i padroni di Confindustria quando non delocalizzano in un paese dove pagano il “costo del lavoro” la metà, chiedono, come Rao alla Spezia, moratorie sulle tasse, o altri benefici come ha fatto Sammartano o addirittura interferire pesantemente con certe scelte strategiche come fece Papi, mentendo sapendo di mentire quando definì la raccolta differenziata economicamente ed ambientalmente
E’ il caso che la classe dirigente di questa provincia scuota il sistema e mette i responsabili di questa stagnazione locale di fronte alle proprie responsabilità e che si cambi modalità di agire: la sicurezza nei luoghi di lavoro deve essere una missione assoluta, che deve diventare una risorsa per il territorio in termini di professionalità e competenze, così come la corretta gestione del ciclo dei rifiuti è e deve diventare un volano occupazionale in termini di operatori e di sviluppo del settore del riciclo, della riparazione e del riutilizzo, allo stesso modo occorre investire nelle energie rinnovabili e nel risparmio energetico.