Ravera (Prc Liguria): “Rifondazione non parteciperà alle primarie dell’11 gennaio”

31 dicembre 2014, by  
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Rifondazione Comunista, come noto, non parteciperà alle primarie sia perché con tutta evidenza non sono di coalizione, ma del Partito Democratico, sia perché le primarie vincolano alla partecipazione della coalizione medesima. La consultazione dell’11 gennaio, tuttavia, rappresenta un momento di partecipazione che merita il massimo rispetto, vorrei però soffermarmi su alcuni aspetti politico-programmatici per noi centrali troppo spesso assenti dai dibattiti di questi giorni incentrati più sui nomi che sui contenuti.

Le iniziative di lotta delle scorse settimane, dalla manifestazione nazionale della Cgil del 25 ottobre, alle manifestazioni della Fiom di Milano e di Napoli, allo “sciopero sociale“, allo sciopero generale del 12 dicembre indicano che nel mondo del lavoro stanno maturando le condizioni per una forte ripresa del conflitto sociale. Le mobilitazioni operaie dell’Ilva e dell’Agnesi, quelle dei lavoratori di Amt e della altre aziende del trasporto pubblico, la lotta dei lavoratori delle province indicano la centralità della questione del lavoro, cioè il diritto al lavoro, la lotta contro la precarietà e la disoccupazione e la costruzione di politiche industriali e del lavoro che, assumendo come centrale anche il tema dell’ambiente, traguardino il rilancio dell’economia ligure ed una prospettiva di uscita dalla crisi.
Non meno importante la sanità che investe circa i tre quarti del bilancio regionale. Pensiamo si debbano invertire le politiche che hanno portato al taglio di oltre 800 posti letto, al declassamento di sei Pronto soccorso a Punti di Primo intervento (emblematico il caso di Cairo Montenotte in Val Bormida), la chiusura di reparti, la chiusura dei Day Hospital diagnostici che hanno portato e stanno portando alle fughe di pazienti fuori regione che aumentano per un costo di alcune decine di milioni di euro l’anno e aumenteranno ulteriormente dopo il DL 38 del 4/3/2014 sulla sanità transfrontaliera. Queste politiche si possono invertire solo difendendo e rilanciando il ruolo della sanità pubblica arrestando il peggioramento dei servizi e la privatizzazione strisciante che è venuta avanti in questi anni.
La terza grande questione, purtroppo sempre di attualità, è la tutela del territorio dal rischio idrogeologico cioè la riaffermazione che l’unica grande opera della quale c’è bisogno è la manutenzione di un territorio fragile e ferito dalla cementificazione e che occorre impostare politiche virtuose centrate sulla drastica limitazione del consumo del suolo. La gronda di ponente e il cosiddetto “Terzo valico” (anche se poi sarebbe il sesto!) sono opere costose non prioritarie, fortemente impattanti sul territorio. Così come sono impattanti i porticcioli turistici in una regione già pesantemente cementificata. Se la giunta regionale ha bocciato i porti della Margonara e di Albenga rimangono ancora aperti altri interventi a forte impatto.
In tema di impatto ambientale, che colpisce direttamente la salute dei cittadini, rientra anche la “questione carbone”. La centrale di Genova verrà chiusa entro il 2017, a Vado Ligure e Quiliano i gruppi a carbone sono stati chiusi dalla magistratura, alla Spezia è sempre più forte la lotta di comitati e cittadini per far uscire la città da cinquanta anni di carbone. Pur in assenza di un Piano energetico nazionale la Regione ha un forte ruolo per uscire dal carbone tenendo assieme salute, ambiente e lavoro. Su questi temi siamo aperti al dialogo con quanti non si vogliono porre in continuità con le politiche del governo Renzi, con quanti vogliono dare alle lotte dei lavoratori e delle lavoratrici un riferimento e una rappresentanza politica.

 

Marco Ravera

Segretario regionale Rifondazione Comunista Liguria

Elezioni provinciali, Ornati (Sel) e Lombardi (Prc): “No al listone con il centrodestra, pronti a presentare una lista alternativa”

29 agosto 2014, by  
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Tra poche settimane si terrà il rinnovo del consiglio provinciale spezzino con la famigerata “elezione di secondo livello”, che priva i cittadini del diritto di scegliersi i propri rappresentanti istituzionali.

Riteniamo infatti quantomeno bizzarra, se non cervellotica, la formula nella quale solo i consiglieri e i sindaci in carica possono eleggere e venire eletti.

Nelle ultime settimane i cittadini hanno assistito a un dibattito mediatico esclusivamente incentrato sulla composizione del consiglio: nessun contenuto, nessuna proposta politica, ma solo spartizione di caselle.

Pensiamo che, al di là dei nomi, sia assolutamente necessaria l’apertura di un confronto relativo agli scopi ed agli obiettivi che la Provincia, in questa fase transitoria destinata alla soppressione di tali Enti territoriali, dovrà perseguire.

La cosiddetta legge Del Rio (56/2014) ribadisce, tra le varie competenze della Provincia, quella relativa al coordinamento dei piani urbanistici comunali e la prevenzione del dissesto idrogeologico, temi di rilevanza primaria per il nostro territorio.

Su questo punto occorre chiarezza. Fermare la cementificazione, le grandi opere inutili e puntare su piani manutentivi: questo dovrebbe esser uno dei punti al centro del dibattito, non certo la spartizione da larghe intese della lista elettorale.

Sinistra Ecologia Libertà e Rifondazione Comunista ritengono imprescindibile limitare il dialogo alle forze politiche progressiste, ricercando in tale ambito ed all’interno delle prerogative conferite la condivisione di un progetto di area vasta, di rilancio economico della filiera del territorio.

Escludiamo, fin d’ora, alcuna possibilità di adesione ad un “listone” unico, in perfetto clima da larghe intese o da inciuci, che ricomprenda pure le forze ed i sindaci di centro-destra.

La nostra volontà – concludono i rappresentanti delle Federazioni provinciali – è di riportare il confronto sui temi e di caratterizzarli politicamente. Nel caso in cui si preferirà invece la soluzione da larghe intese e con logiche spartitorie, saremo pronti a presentare un’autonoma lista, aperta non solo ai nostri rappresentanti comunali, ma anche a tutti gli eletti che condivideranno con noi il progetto politico per “Un’Altra Provincia”.

 
Massimo Lombardi,
Segretario Provinciale di Rifondazione Comunista La Spezia
 

Andrea Ornati,
Coordinatore Provinciale di Sinistra Ecologia e Libertà La Spezia

Lucarelli (Rivoluzione Civile): “Il mio impegno anche per rilanciare i progetti spezzini, dalle Cinque Terre ad Acam”

Il candidato Alberto Lucarelli, per Rivoluzione Civile, interviene in merito allo stato della sentieristica delle Cinque Terre. In una nota si legge: “Appresa la situazione di grave dissesto in cui versano le tratte sentieristiche delle Cinque Terre (compresa la famosissima Via dell’Amore), gravemente dequalificate dagli errori della gestione precedente, porterò immediatamente in Parlamento la discussione, affinché il recupero idrogeologico, agricolo e turistico delle aree interessante sia sottoposto all’attenzione generale del Paese. Il particolare equilibrio antropico delle Cinque Terre, le immense risorse che provengono dalla sua tradizione agricola e il suo turismo dinamico, sono infatti preziose risorse che non vanno né trascurate e disperse, ma urgentemente rilanciate attraverso un nuovo modello ambientale che rimetta al centro della discussione la trasparenza della gestione pubblica, il sostegno alle attività vitivinicole e la riqualificazione delle aree idro-geologicamente instabili. Mi impegnerò dunque a superare la confusione che ha riguardato il territorio in questi ultimi anni a causa dell’evidente inadeguatezza del Partito Democratico (già peraltro fallimentare sulla sfida Acam), rilanciando progetti seri che sappiano cogliere in modo unitario la straordinaria dimensione agricola, naturale ed economica delle Cinque Terre“.
Rivoluzione Civile
www.rivoluzionecivile.it

“Consiglio comunale congiunto in Val di Magra: una passerella del Pd, ma i problemi restano”

22 dicembre 2012, by  
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Quello che doveva essere il Consiglio Comunale congiunto per la Val di Magra e Lerici sul grave tema del dissesto idrogeologico si è rivelato un’assemblea pubblica, dove il documento presentato dai Sindaci, che riprendeva solo alcune richieste dei Comitati degli alluvionati, dopo un tentativo maldestro di farlo passare come approvato da quell’assemblea dovrà passare all’interno di ogni Consiglio Comunale prima della fine di gennaio.
Dopo tre ore di interventi e discussione, che sono apparsi più il tentativo di imbonirsi in modo populista e demagogico cittadini giustamente sfiniti dalle conseguenze di un’amministrazione del territorio ben oltre i limiti dell’indecenza, non hanno avuto nessuna concretezza ed il tentativo di una presa di posizione forte contro la Provincia, Regione e Stato per chiedere meno burocrazia, più autonomia e più soldi per gestire il Magra, si è rivelata una passerella dei Sindaci PD, o il tentativo di un regolamento di conti in vista delle prossime dispute per il Parlamento. Intanto dei problemi e delle soluzioni, nessuna traccia.
I cittadini alluvionati hanno tutte le ragioni della loro indignazione, ancora di più se la risposta della classe dirigente è quella di manlevarsi da ogni responsabilità di gestione del territorio, accusare Giove Pluvio e qualche collega di partito assente per poi stracciare ogni studio scientifico serio sia dal punto di vista idrologico, sia da quello della fattibilità economica.
Non stupisce quindi che posizioni come quelle del sindaco di Sarzana Caleo ignorino ogni studio già esistente, così per il primo cittadino sarzanese operazioni delicate come il ripascimento vengono derubricate con battute demagogiche o chiaramente intese a continuare sfruttare il territorio monetizzandolo e non alla sua salvaguardia. D’altronde di che stupirsi di chi ha fatto della sua gestione una sistematica cementificazione del territorio?
Indecorose le dichiarazioni del sindaco di S.Stefano Mazzanti, il quale ha cercato di giustificare la non accettazione della proposta di moratoria alla costruzione nelle aree esondabili, dicendo che le mappe sulle zone rosse non erano aggiornate e contestualmente a questa moratoria non c’era la partenza dei lavori sulla messa in sicurezza. Quindi se i lavori sulla mitigazione del rischio non partono è giusto che si continui a costruire nelle zone rosse esondabili. Una vergogna inaccettabile.
In conclusione: non una parola sui disastri che sono stati compiuti a monte della vallata e che genereranno ulteriori situazioni di rischio per l’asta terminale del Magra, non una parola sul cambiare modalità di gestione del territorio puntando sul recupero edilizio ed alleggerendo la pressione cementificatoria della vallata, non una parola sull’incentivazione del presidio agricolo. Insomma un’occasione sprecata per dare segnali concreti, un’occasione utile per fare della propaganda nel modo più becero. Alla prossima alluvione il fango raccolto dai volontari verrà depositato nelle sale consiliari di questa classe politica.
Segreteria Provinciale Rifondazione Comunista La Spezia

Prima della pioggia…

8 ottobre 2012, by  
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di William Domenichini (tratto da DemocraziaKm0)

Pare che i tanti dati e studi su frane e alluvioni, compiute delle autorità competenti e che ogni anno vengono aggiornati, non producano prese di coscienza nella classe politica, ad eccezione di un penoso rimpallo di responsabilità e negligenze. Così alla Spezia, a quasi un anno dal drammatico 25 ottobre, si fomentano demagogie, populismi e nuove forme di interventismo celano pressapochismo ed aculturazione.

La crisi economica impone sviluppo e crescita come atti di fede ed il cemento indiscriminato è tra le preghiere più consuete di questa religione. Curioso che si curi il malato con la stessa medicina che lo avvelena, e la cecità political-sindacalistica prende la forma di lottizzazioni mascherate da riqualificazioni o centri commerciali, outlet, hotel, darsene e nuovi caselli autostradali anche laddove esondano sistematicamente i fiumi. Di fronte a tante certezze di chi continua a fallire, occorre avere qualche dubbio.

Sono stati valutati gli effetti a valle delle arginature? Quante opere in “somma urgenza”, soldi pubblici, sono state fatte per reale utilità pubblica? Chi è intervenuto sullo stato dei piccoli torrentelli affluenti che hanno scatenato l’inferno del 25 ottobre? Quanti comuni hanno revisionato i PUC in modo da impedire ulteriori impermeabilizzazioni al territorio? Quale utilità porteranno archistar alla ricostruzione delle Cinque Terre?

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Inchiesta outlet Brugnato, Prc La Spezia: “Bene intervento della magistratura, la politica eviti un altro scempio economico/ambientale”

16 agosto 2012, by  
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L’apertura dell’inchiesta della procura spezzina riguardo l’area dove dovrebbe sorgere l’outlet di Brugnato conferma che le tesi espresse da Rifondazione Comunista sull’assoluta inutilità dell’opera e della sua pericolosità per l’ambiente circostante sono del tutto fondate.

Ribadiamo che l’outlet Shopinn sarebbe totalmente dannoso per la comunità, soprattutto dal punto di vista del tanto decantato “aumento dei posti di lavoro” che i promotori strumentalizzano senza ritegno, per non parlare  dell’ennesimo scempio ambientale, in un territorio già gravato da progetti tanto faraonici quanto inutili e dalla spada di Damocle del dissesto idrogeologico.
L’outlet è figlio di un modello economico oramai antiquato e superato, che genera opportunità di lavoro solo a breve termine e comunque precario, come dimostrato dal nuovo centro commerciale spezzino de “Le Terrazze”, aperto da soli otto mesi e già non in floride condizioni, specie per i lavoratori.La nostra provincia e stata ampiamente sovraccaricata di centri commerciali e violentata ripetutamente nel consumo cementifero e speculativo del suo suolo, a danno della sua vocazione agricola e boschiva.

Non abbiamo bisogno di un outlet sulle sponde del Vara, così come del centro commerciale di Romito di Arcola, altro assurdo cantiere, questa volta sulla riva del Magra, dove anche qui la magistratura è per fortuna intervenuta per bloccare i lavori.Ma al di la degli interventi dell’autorità giudiziaria, è la politica a dover cambiare direzione, nel rispetto anzitutto della natura e dell’uomo e non del mero profitto economico di pochi.


Rifondazione Comunista, federazione provinciale La Spezia

Gli interventi fluviali: una follia inutile e demagogica

8 febbraio 2012, by  
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L’assessore Barli ha colto solo la premessa, dicendo che bisogna tenere conto di diversi indicatori nella pianificazione delle aree fluviali (aspetto idraulico, ambientale, biologico, ecc.), ma evidentemente si contraddice se dopo un corretto approccio “olistico” si passa al pragmatismo emergenziale.

Invitiamo pertanto Barli ad un sopralluogo lungo le sponde del basso Vara e del Magra per rendersi conto di che massacro del territorio è stato fatto, senza tener che tonnellate e tonnellate di alberi tagliati ed abbandonati, con il rischio che in caso di nuova piena l’acqua non dovrà faticare a sradicarli: son giù pronti al trasporto!

Ciò che sta accadendo va dall’inverosimile al disarmante e le parole di Barli e di Oldoini lasciano trasparire tutti i nostri dubbi. Le operazioni che si stanno compiendo nei nostri fiumi sono totalmente avulse da un’analisi scientifica seria e da una conseguente pianificazione. Le ruspe che hanno operato ed operano negli alvei fluviali sono frutto di un necessità che evidentemente bypassa le montagne di studi, di analisi, di elaborazioni tecnico-scientifiche sui processi di sedimentazione fluviale.

Oggi siamo al paradosso di giustificare degli scempi, peraltro totalmente se non inutili dannosi e demagogici, predisposti solo per far fronte alla giusta esasperazione della gente. Ma per risolvere il problema idrogeologico del territorio occorrono provvedimenti più complessi e certamente più seri.

Il mondo contadino, nella sua saggezza, non viveva alla giornata, ma sapeva pianificare le proprie azioni per ottimizzarle. Questo evidentemente non si è imparato.

Rifondazione Comunista, federazione provinciale La Spezia

FdS Val di Magra sul canale scolmatore: “Proposta già bocciata e fuori tempo massimo”

12 maggio 2011, by  
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Abbiamo appreso dalla stampa che giorni orsono i responsabili di un’associazione ambientalista hanno effettuato un sopralluogo per rendersi conto “de visu” degli argini provvisori posizionati contro le piene del Magra a Fiumaretta e Bocca di Magra.

Al di là del fatto che che tali barriere antiesondazione sono state posizionate ben quattro mesi fa, prima del Natale 2010, e che il giudizio estetico sia già stato ampiamente espresso, ci preme qui mettere in risalto il fatto che sia stato stranamente rilanciato il tema del canale scolmatore.

Ciò non ha alcun senso, ed è fuori tempo massimo, visto che tale opzione per  la messa in sicurezza della piana di Ameglia nel tratto focivo del fiume Magra fu bocciato già alcuni anni orsono dalla popolazione amegliese. La fase progettuale è stata stoppata al livello preliminare ed abbandonata, mentre è stata approvata l’opzione degli argini alti e bassi, dei quali sono quasi terminati i lavori per quelli alti nella zona di Ameglia.

Mentre si stanno sistemando i canali minori stanno per partire i lavori per gli argini bassi a Fiumaretta e Bocca di Magra (si parla di settembre 2011).

Inoltre, anche se al momento è ancora fermo, è stato approvato il progetto per il dragaggio dal ponte della colombiera sino alla foce.

Il canale scolmatore asciutto o semiasciutto sarebbe semplicemente largo (vedasi progetto preliminare) alla confluenza con il fiume ben 250 metri, ciò significa che bisognerebbe far traslocare il cantiere Intermarine, comprese le centinaia di lavoratori diretti e dell’indotto.

Ma dove farlo traslocare? Dove sono gli spazi per accogliere una realtà produttiva così grande? Nel porto spezzino? Nel porto di Marina di Carrara? Abbiamo grossi e fondati dubbi che tale ipotesi possa avere una qualche fattibilità.

Vi è poi un altro fattore che viene dimenticato od omesso, ovvero che il progetto preliminare redatto dalla Autorità di Bacino per il canale scolmatore asciutto prevedeva comunque la realizzazione degli argini bassi nelle due frazioni alla foce del fiume.

Insomma, nell’ambito di una discussione difficile come quella sulla salvaguardia del territorio, è necessario mettere sul tavolo tutte le questioni senza dimenticanze o nascondimenti, ed è quello che ha sempre fatto la Federazione della Sinistra, avanzando fattive e serie proposte per la messa in sicurezza della piana del Magra e al contempo per la salvaguardia dei posti di lavoro.

La nostra battaglia avrà sempre al centro questi due temi concatenati tra loro: ambiente e lavoro.

Pdl ambientalista? Un ossimoro perfetto. I berlusconiani spezzini devono solo vergognarsi!

10 febbraio 2011, by  
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Un po’ di ambientalismo del fare, un pizzico di demagogia, strumentalizzazione quanto basta e tanto populismo. Sono i principali ingredienti del teatrino politico che il centrodestra spezzino propone costantemente su tanti temi locali, primo fra tutti quello ambientale.

Eppure basterebbe guardarsi un po’ intorno per capire quanta ipocrisia c’è nelle parole di tanti esponenti berlusconiani locali: qualcuno dovrebbe ricordare loro che fanno parte di un partito il cui padre/padrone, Silvio Berlusconi, ha approvato il Piano Casa, una manovra truffaldina per mascherare l’ennesimnuo condono edilizio e ha istituito il federalismo demaniale, ennesima mossa per fare cassa cartolarizzando il territorio.

Sul fronte ambientale non mancano ancora tanti scempi che i berluscones hanno avallato o ipocrisie su cui tentano goffamente di costruire il loro consenso. Troviamo infatti le peggiori strumentalizzazioni su temi come il piano provinciale dei rifiuti, ma nessun berlusconiano ha il coraggio esplicito di ammettere che la loro (finta) soluzione sarebbe quella di bruciarli, e di avvelenare mezza provincia con diossine e altre schifezze.

Prima che un esponente Pdl parli di ambiente sarebbe opportuno che si ricordi che il ministro Prestigiacomo, berlusconiana di ferro, è responsabile di una lunghissima serie di vere indecenze che elenchiamo:

  • Ha ignorato  4500 firme raccolte dai ricercatori precari dell’ISPRA, l’unico istituito pubblico che si occupa di ambiente e che rischiano il posto di lavoro;
  • In Sardegna non ha ritenuto opportuno dichiarare lo stato di emergenza per la marea nera a Porto Torres;
  • La proroga del Sistri (tracciabilità del rifiuto) ha fatto decadere le vecchie sanzioni per chi trasporta illegalmente rifiuti industriali;
  • La farsa del nucleare bocciata per due volte dalla Corte Costituzionale;
  • Le imbarazzanti dichiarazioni positive sul disastro della COP16 a Cancun
  • L‘attacco indiscriminato al patrimonio inestimabile del sistema Parchi italiano;
  • La firma del decreto di compatibilità ambientale sull’ampliamento del rigassificatore di Panigaglia;
  • La sceneggiata dell’individuazione del relitto di Cetraro e il silenzio assordante sulla vicenda delle navi dei veleni.
Ma tornando al tema del dissesto idrogeologico, le ipocrisie si sprecano. Viviamo in uno stato di emergenza continuo, in cui il governo non ha la capacità di formulare un piano di prevenzione nazionale per il semplice motivo che preferisce sostenere il regime emergenziale alla Bertolaso, ben noto alle cronache giudiziarie. Intanto i cittadini vedono le loro case sotto le frane o allagate, vedono i loro luoghi di lavoro devastati da smottamenti o alluvioni.  In tutto questo c’è chi si permette di fare la morale, come nel caso dei tanti esponenti del Pdl, e nascondersi dietro ad un dito.

Se il consigliere Pdl Grieco di Lerici crede davvero in un progetto di monitoraggio e recupero perchè non ha votato la nostra mozione? Per quanto ci riguarda, proprio il caso di Lerici farà “giurisprudenza politica”, nel tentativo di realizzare una pianificazione territoriale in cui si riporti centralità alla messa in sicurezza, ai servizi, alla mobilità ed alle esigenze concrete.

 

La prassi della cartolarizzazione del territorio è fallita da un pezzo. Rifondazione Comunista sarà in testa a questo cambiamento, concretamente. Lasciamo la demagogia e l’ipocrisia a chi sta conducendo questo paese al più totale degrado morale.

Fedi (PRC Lerici): “Da Pdl solita strumentalizzazione, noi per un concreto cambiamento sulla pianificazione”

9 febbraio 2011, by  
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«L’atto da noi proposto segna un primo cambiamento che tiene conto di una sostanziale e generale fragilità del nostro territorio, un dato che è sotto gli occhi di tutti, tranne di chi non vuol vedere».

Così l’assessore all’ambiente di Lerici Veruschka Fedi di Rifondazione Comunista interviene nel dibattito che si è aperto nei giorni successivi all’approvazione della mozione sulla sospensione delle nuove edificazioni, voluta dal Prc e approvata dal consiglio comunale. Un voto che ha scatenato numerose polemiche dentro e fuori alla maggioranza.

Il centrodestra rivendica il merito della mozione. Lei come risponde?
«Il Pdl fa una demagogica strumentalizzazione di ciò che sta avvenendo e su questo concordiamo con l’assessore Saia. Rifondazione ha voluto un documento che ponesse all’ordine del giorno lo stato drammatico del territorio, e ci ritroviamo a seguire una polemica propagandistica da chi sostiene il fallimentare governo Berlusconi, fautore di condoni edilizi e piani casa»

Dopo questo passaggio come sarà il futuro politico per Lerici?
«La mozione è un primo passo e potrà essere la base di partenza per un nuovo modo di pianificare, se il centrosinistra vuole seriamente mettere in pratica un modo nuovo di amministrare e di pensare il territorio. Non limitiamoci a dire che “sarà l’occasione per rivisitare le linee del Piano Urbanistico”, ma confrontiamoci su come riportare esperienze già consolidate in cui la pianificazione territoriale va in funzione delle reali esigenze dei cittadini».

Quali sono le vostre proposte in merito?
«Rilanciare a livello locale un’economia di recupero, di ristrutturazione e di rivitalizzazione dei centri storici, oltre che una progettazione di mobilità collettiva che vada oltre i confini comunali. Le sfide di Lerici per stare al passo con i tempi sono queste e una classe politica responsabile come credo noi rappresentiamo deve sapersi mettere in gioco senza indugi».

Un commento alle critiche del consigliere di maggioranza Vallero?
«Confesso che le reazioni post-mozione mi preoccupano, meno quelle del consigliere Vallero di cui sappiamo quanto l’interesse per l’ambiente ed il paesaggio sia subentrato solo in una seconda fase della sua vita politica, in particolare dopo che non gli è stato riconosciuto un ruolo in giunta. E’ uscito dal Pd un anno fa e chiede di rientrare in maggioranza previe dimissioni di Saia, come fosse il solo responsabile delle politiche dell’amministrazione. E’ voluto uscire dalla porta per poi rientrare dalla finestra».

E a quelle dell’assessore Di Sibio?
«Le dichiarazioni di Di Sibio sono molto più gravi, sia nel metodo sia nella sostanza. Nel metodo perché non aver approvato la mozione in consiglio, senza peraltro argomentare la sua posizione nell’aula preferendo anzi giustificarsi nei giornali, è un atteggiamento alquanto irrispettoso. Nella sostanza perché, dopo un serrato confronto che ha portato a una naturale mediazione riportata poi negli emendamenti, la sua decisione apre una seria questione politica: Di Sibio vuole seguire questo tentativo di svolta oppure rimane ancorato al suo passato?».

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