Grande successo per l’iniziativa con Massimo Ciancimino, la società civile chiede partecipazione
30 gennaio 2011, by admin
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Grande successo di pubblico per l’iniziativa di giovedì scorso organizzata dalla federazione provinciale di Rifondazione Comunista con Massimo Ciancimino per la presentazione del libro “Don Vito. Le relazioni segrete tra stato e mafia nei racconti di un testimone d’eccezione” edito da Feltrinelli e scritto a quattromnai con il giornalista Francesco La Licata. Dopo l’introduzione di Chiara Bramanti, segretaria provinciale di Rifondazione Comunista e Massimo Marcesini, vicesindaco RC di Ortonovo, il figlio di “Don Vito” Ciancimino, potente sindaco mafioso della Palermo anni ’70, è stato intervistato dal giornalista Renzo Raffaelli per poi rispondere alle numerose domande dei tanti presenti in sala.
Il centro Allende della Spezia si è infatti riempito in ogni ordine di posto soprattutto di giovani a testimonianza del grandissimo interesse sull’argomento che il libro di Ciancimino analizza raccontando gli inquietanti retroscena di un accordo oramai dato quasi per certo tra stato italiano e Cosa Nostra tra il 1992 e il 1993.
L’inizativa ha dimostrato che c’è bisogno di discutere da parte della società civile di temi tanto delicati e importanti e che riguardano la vita di tutti i cittadini italiani e che non devono esssere in alcun modo censurati. Le verità scomode che emergono da fatti tanto recenti quanto oscuri e che gettano ombre sinistre sulla politica nazionale passata e presente, devono essere conosciute in fondo dalla cittadinanza.
Presente tra il pubblico anche Giovanna Maggiani Chelli, presidente dell’associazione dei familiari delle vittime della strage di Via dei Georgofili, avvenuta a Firenze nel maggio 1993 ad opera di Cosa Nostra.
Presentazione del libro “Don Vito”, incontro con l’autore Massimo Ciancimino
26 gennaio 2011, by admin
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Giovedì 27 gennaio, alle 17.30 al Centro Allende della Spezia Massimo Ciancimino presenterà il discusso libro “Don Vito, Le relazioni segrete tra stato e mafia” edito da Feltrinelli e scritto a quattro mani con il noto giornalista antimafia Francesco La Licata.
Il libro narra della vita del padre Vito Ciancimino, ex sindaco mafioso di Palermo e figura cruciale per comprendere a fondo la presunta, ma ormai quasi assodata, trattativa tra stato italiano e Cosa Nostra che portò alla fine della sanguinosissima stagione delle stragi a cavallo tra il 1992 e il 1993.
Un pezzo di storia d’Italia molto recente e ancora oscuro su cui si è fondata gran parte della cosiddetta “seconda repubblica” e che per questo assume anche un forte valore politico, viste le ultime affermazioni proprio di Massimo Ciancimino (ancora al vaglio della magistratura) assieme a quelle di numerosi pentiti di mafia ed ex vertici dello stato di allora.
Dichiarazioni che stanno contribuendo a far luce sulla vicenda che avrebbe visto protagonista il potente “Don” Vito Ciancimino nelle vesti del tramite “pacificatore” tra i corleonesi di Salvatore “Totò” Riina e la repubblica italiana, nel pieno di una vera e propria guerra all’ultimo sangue ancora avvolta nel mistero.
E’ dunque un’importante iniziativa culturale organizzata da Rifondazione Comunista della Spezia e che verrà introdotta dalla segretaria provinciale PRC Chiara Bramanti e coordinata dal giornalista Renzo Raffaelli.
Interverrà, oltre all’autore, anche il vicesindaco ed ex assessore alla cultura di Ortonovo Massimo Marcesini che per primo aveva invitato Ciancimino nel novembre scorso nel comune ortonovese, invito poi “cassato” dal sindaco Francesco Pietrini su pressione politica bipartizan tra esponenti di centrodestra e centrosinistra generando numerose polemiche.
Giovedì 27 gennaio alle 17.30
Centro Allende, La Spezia
Presentazione del libro “Don Vito”
Le relazioni segrete tra Stato e mafia nel racconto di un testimone d’eccezione
Incontro con l’autore
Massimo CIANCIMINO
A gennaio Ciancimino alla Spezia. Nessuno si è mai sognato di definirlo “simbolo” antimafia
20 dicembre 2010, by admin
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Stupiscono ancora una volta le parole dell’onorevole Andrea Orlando del Partito Democratico che, a margine di un’iniziativa pubblica sulla mafia organizzata domenica scorsa a Ortonovo dal suo partito, allestita forse per rifarsi un’immagine dopo la clamorosa censura di un mese fa, ha affermato che “Massimo Ciancimino non può essere simbolo della lotta alla mafia, Pio La Torre lo è ma non davvero Ciancimino. Per questo sono stato favorevole all’annullamento dell’incontro“.
Breve riassunto: a novembre la presentazione a Ortonovo del libro “Don Vito“, edito da Feltrinelli e scritto dallo stimato giornalista antimafia Francesco La Licata (apparso su Rai 3 proprio lunedì scorso nella trasmissione “Lucarelli racconta“, che aveva al centro della discussione la famigerata trattativa tra stato e Cosa Nostra tra il 1992 e il 1993) sulla figura del potente sindaco mafioso di Palermo degli anni ’70 Vito Ciancimino, aveva suscitato scandalo e polemiche per la presenza del figlio Massimo Ciancimino nella sala consiliare ortonovese.
Il sindaco Pietrini, dopo aver dato il consenso all’iniziativa, organizzata da tempo dall’assessore alla cultura e vicesindaco di Rifondazione Massimo Marcesini, aveva improvvisamente cancellato la presentazione del libro, generando un clamoroso “autogol” di polemiche tutto interno al Pd, che così fece esultare gli esponenti locali e provinciali del Pdl (rappresentati in parlamento anche dal senatore Dell’Utri, condannato in appelllo a 7 anni per conoscorso esterno in associazione mafiosa).
Per questo incredibile episodio Massimo Marcesini aveva immediatamente rassegnato le dimissioni da assessore alla cultura. La stessa sera, mentre in consiglio comunale a Ortonovo c’era bagarre sull’argomento, lo stesso Ciancimino in diretta dichiarava a milioni di telespettatori di Rai 2 alla trasmissione “Annozero“ di Santoro l’avvenuta censura bipartizan nel piccolo comune spezzino.
Precisiamo che:
- nessuno, e tantomeno Rifondazione Comunista, si è mai sognato di dichiarare Ciancimino come “simbolo dell’antimafia”. Proprio perchè figlio di cotanto mafioso, il personaggio ha sicuramente molte cose interessanti da raccontare in proposito, molte delle quali sono al vaglio dei magistrati siciliani in numerose e delicatissime inchieste. Sappiamo benissimo chi sono i nostri eroi: uomini come Falcone, Borsellino e, appunto, Pio La Torre, deputato comunista trucidato dai corleonesi nel 1982.
- Proprio perchè sappiamo chi sono i nostri eroi, terremo a sapere sempre più verità sulle stragi del ’92 e del ’93 in una delle quali perse la vita anche un ragazzo di Sarzana, casomai ce ne fossimo dimenticati. La censura di un libro, per altro presentanto in innumerevoli occasioni pubbliche e istituzionali in giro per l’Italia alla presenza di sindaci e amministratori di ogni regione, che racconta fatti di strettissima attualità della storia italiana osservati da un punto di vista così ravvicinato è in questo senso incomprensibile e inquietante.
- discutere di mafia anche nel nostro territorio è doveroso, alla luce di quanto emerso in Liguria negli ultimi tempi.
Per questo motivo Rifondazione Comunista e la Federazione della Sinistra della Spezia annunciano che Massimo Ciancimino tornerà a presentare “Don Vito” per le prime settimane di gennaio del 2011, con luogo e data ancora da definire ma sicuramente nella provincia della Spezia.
Non abbiamo intenzione, ne è nostro compito, giudicare la figura morale e penale di Massimo Ciancimino: a Rifondazione e a larga parte della società civile interessa soltanto cercare la verità ed informare la popolazione, sempre più obnubilata dallo schiacciante berlusconismo politico e televisivo.
Caso Ciancimino-Ortonovo: “Pd e Pdl vergognosa censurato su intrecci tra mafia e politica”
25 novembre 2010, by admin
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La federazione spezzina di Rifondazione Comunista ritiene gravissimo il comportamento censorio del sindaco di Ortonovo Francesco Pietrini, dell’onorevole Andrea Orlando e di tutto il Partito Democratico che hanno deciso unilateralmente di annullare l’attesa iniziativa pubblica di domani pomeriggio assieme a Massimo Ciancimino, autore del libro “Don Vito”, scritto a quattro mani con il giornalista Francesco La Licata.
Ci sembra incredibile che, per pressioni del Pdl, che forse teme che si scoperchino del tutto i pericolosi intrecci già in parte emersi tra mafia e politica a partire dalle ultime indagini sulle stragi del 92-93, il Pd pavidamente cancelli, senza alcuna consultazione con l’amministrazione locale, un’iniziativa pubblica molto importante e di stretta attualità e interesse, alla luce anche di quanto afferma in merito lo stesso Orlando, che, da membro della commissione parlamentare antimafia, da tempo parla di infiltrazioni mafiose anche in Liguria.
E’ bene dunque che si parli di una sanguinosissima storia contemporanea che ci riguarda tutti da vicino e in particolar modo proprio la Val di Magra. Infatti non dimenticheremo mai che nella strage mafiosa di Via dei Georgofili del 27 maggio 1993 morì un ragazzo di Sarzana, Dario Capolicchio, “colpevole” solo di studiare all’università in quel di Firenze. Sottolineiamo anche l’incredibile coincidenza con l’apertura del processo sulla stessa strage che coinvolge direttamente la ormai famigerata trattativa tra mafia e stato: nell’aula bunhker fiorentina lunedì scorso era assente proprio l’avvocatura dello stato, ennesima offesa ai familiari delle vittime e a tutti i cittadini italiani.
Proprio per questo riteniamo scandaloso che si censuri tale iniziativa. Facendo così, invece del dibattito, vicono gli esponenti del Pdl già condannati per mafia come il senatore Dell’Utri, che il suo partito evidentemente contina a difendere a spada tratta, anche in questa provincia.
Il Pd ha paura di parlar di questi argomenti e fa fare una pessima figura all’intera amministrazione comunale di Ortonovo, che, tramite l’assessore alla cultura e vicesindaco di Rifondazione Comunista Massimo Marcesini, aveva organizzato da mesi l’evento.
Inoltre lo stesso libro di Ciancimino è stato presentato per tutta l’estate da numerosissimi enti locali d’Italia amminisitrati dal Partito Democratico, e addirittura nella festa dell’Unità di Bologna del luglio scorso.
Per noi resta l’ennesimo episodio di malcostume politico che il Partito Democratico locale compie ai danni di Rifondazione e dell’operato dei suoi uomini nelle amministrazioni.