Ennesima follia del Governo: “Morte delle rinnovabili, suicidio occupazionale”
2 marzo 2011, by admin
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Dire che in questi giorni si decide della morte per decreto delle energie rinnovabili in Italia è poco. Il ministro Romani deciderà del destino di 15.000 famiglie che rischiano di perdere in pochi mesi il posto di lavoro, insieme ad un indotto di altre 100.000 lavoratori.
Dunque in un momento di grave crisi economica, di crisi profonda di un sistema produttivo ed energetico che sta collassando, uno dei settori più efficienti dell’economia sta per essere travolto se il Consiglio dei Ministri approverà il decreto sulle rinnovabili: introduzione retroattiva di limiti vincolanti (8.000 MW.) stop ai progetti autorizzati e in corso di autorizzazione, stop a molti cantieri in corso, limiti al fotovoltaico (6 volte inferiore a quello fissato dalla Germania).
Una condanna a morte nella culla per un’industria nascente in grado di sostenere un modello alternativo, un’operazione scientifica di killeraggio politico nei confronti di ogni alternativa all’assenza di politica energetica del governo che investe anche l’occupazione e la qualità professionale di tanti lavoratori.
In questo scenario disgustoso nessuno parla di tagliare gli incentivi erogati alle energie assimilate alle rinnovabili, in altre parole quei finanziamenti con cui stanno in piedi gli inceneritori, che si pappano più della metà della torta.
Così come nessuno dice che, per rispettare gli obiettivi europei, l’Italia dovrà importare energia elettrica ottenuta da fonti rinnovabili da paesi che la utilizzano largamente, per non incorrere in sanzioni.
Così il governo Berlusconi si accorge della pagliuzza dei finanziamenti alle rinnovabili (2,7 miliardi di euro) e non si toglie la trave degli incentivi alle assimilite (2,3 miliardi di euro) ovvero il finanziamento degli inceneritori, un colpo di grazia alle rinnovabili che taglia sull’energia sostenibile per finanziare il nucleare. Ennesimo follia fallimentare di questo governo che mette 15.000 famiglie senza lavoro per decreto.