Rifondazione prepara esposto per Iacopi, Acerbo: “Insulti inaccettabili da chi porta divisa”

9 settembre 2019, by  
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“Presenteremo un esposto per evitare che la vicenda venga insabbiata”. Così Maurizio Acerbo, segretario nazionale di Rifondazione Comunista – Sinistra Europea in merito al discusso post contro Mattarella di Emilio Iacopi.  “Il capogruppo della Lega nel consiglio comunale di Sarzana ha definito su facebook il Presidente della Repubblica Mattarella “traditore della patria”. Questo esponente fascioleghista – scrive Acerbo – già balzato all’onore delle cronache locali per aver definito i comunisti “malati mentali”, di mestiere fa il carabiniere. Come giustamente notato dal compagno Jacopo Ricciardi siamo di fronte non a una legittima critica politica ma a un caso evidente di “vilipendio del Capo dello Stato”. Cioè di un reato assai grave, incompatibile con l’appartenenza all’Arma. Quanto accaduto rientra nel clima di autoesaltazione dell’estrema destra che circonda Salvini”. 

“Non è accettabile che chi porta una divisa insulti in questa maniera le istituzioni democratiche. Se si consentisse che carabinieri, militari, poliziotti di estrema destra possano insultare il Presidente della Repubblica diventeremmo un paese in cui nessun cittadino potrebbe sentirsi al sicuro. Questo signore va perseguito penalmente ma soprattutto va licenziato sulla base delle norme per il personale militare e del pubblico impiego. E non dicano i leghisti che si tratterebbe di un provvedimento eccessivo. Ricordo che un’insegnante a Torino è stata licenziata per aver semplicemente gridato contro polizia schierata a protezione di manifestazione neofascista. Se una cosa del genere l’avesse scritta un’insegnante o un dipendente pubblico comunista o dei centri sociali i leghisti avrebbero immediatamente chiesto il licenziamento”.  

 
Maurizio Acerbo, 
 
segretario nazionale di Rifondazione Comunista – Sinistra Europea  

A Duvia i lavori per lo smaltimento scavi del Felettino, Prc La Spezia: “Un vero schiaffo alla città”

8 agosto 2016, by  
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Riteniamo sia un vero e proprio schiaffo alla città della Spezia l’assegnazione dell’appalto di smaltimento delle terre di scavo per il nuovo ospedale del Felettino all’Orazio Duvia & C

Inutile sottolineare, infatti, come tale nome sia legato indissolubilmente a una delle pagine più oscure della nostra provincia e non solo, quella della famigerata discarica di Pitelli che tanto ha nuociuto alla salute dei nostri concittadini
 
A oltre trent’anni dallo scandalo, vedere lo stesso Duvia occuparsi dei lavori per il futuro polo medico spezzino ha il sapore di un’autentica beffa. 
 
Ci auguriamo che tale nostra indignazione venga espressa anche dalle altre forze politiche nonché le istituzioni e le associazioni spezzine.
 
Pitelli è una ferita ancora aperta che non si rimarginerà tanto facilmente. Spezia non può essere presa in giro ancora una volta.
 
Sollecitiamo inoltre l’attenzione, rimanendo sul tema-Felettino, sul caso dei lavori dell’innalzamento del 5° piano dell’ospedale, mai utilizzato, sul quali pende un esposto in procura firmato da numerosi cittadini spezzini per denunciare l’ennesimo sperpero di denaro pubblico. 
 
Chiediamo pertanto alle istituzioni competenti e alla magistratura di fare chiarezza sul caso prima che l’edificio venga definitivamente demolito.
 
 
Rifondazione Comunista, federazione provinciale La Spezia  

“Nuova solidarietà all’autista Atc Luca Simoni, punito dall’azienda per aver detto la verità”

30 maggio 2016, by  
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La federazione provinciale spezzina di Rifondazione Comunista esprime piena solidarietà e sostegno al rappresentante dei Cobas Atc Luca Simoni, che nei giorni scorsi ha ricevuto una pesante sanzione disciplinare dall’azienda pubblica nella quale ricopre da trent’anni il ruolo di autista.  

La sua “colpa” è quella di aver detto la verità in difesa dei lavoratori e degli utenti, compiendo in pieno il suo dovere di sindacalista e cittadino.


Simoni è infatti stato accusato dalla dirigenza di aver “diffamato” Atc denunciando pubblicamente la presenza di amianto nella sede di via del Canaletto (denuncia non campata in aria, visto che poco dopo è stato deciso il cambio di locazione). Una presenza a dir poco lesiva della salute dei lavoratori, alcuni dei quali hanno portato alla luce certificati medici recitanti “ispessimento pleurico bilaterale compatibile con asbestosi pleurica”.
 
Il sindacalista ha poi denunciato la fatiscenza dell’ormai vecchio parco mezzi aziendale a discapito della sicurezza degli utenti (anch’essa riconosciuta dall’azienda, che ha provveduto ad acquistare cinque “nuovi” autobus in Germania – in realtà con oltre 600.000 km percorsi – e di altri cinque starebbe concludendo l’acquisto per “tamponare” l’emergenza). 
 
Simoni ha infine presentato un esposto alla magistratura riguardo alla trasparenza sulle assunzioni e sui corsi di formazione, oggetto di indagine dalla Guardia di Finanza, come emerso dalle cronache locali dello scorso dicembre.
 
Ebbene, come punizione per le sue “bugie”, l’autista ha subito la decurtazione mensile del proprio stipendio per un anno, con un provvedimento ufficiale datato 9 maggio 2016.
 
Il comportamento dell’azienda sarebbe quantomeno schizofrenico: a Simoni, nei fatti, è riconosciuta la ragione delle sue argomentazioni, visti i provvedimenti presi dopo le sue denunce, ma viene punito per aver usufruito del suo diritto/dovere di parola, a maggior ragione se espressa in qualità di delegato sindacale.
Se Simoni ha detto la verità, come crediamo, allora non merita alcuna punizione e l’azienda starebbe compiendo un grave abuso nei suoi confronti.
 
Premesso che Simoni ricorrerà contro il comportamento antisindacale di Atc, Rifondazione spezzina è pronta a sostenerlo in tutti i consigli comunali della provincia come avvenuto nei mesi scorsi, quando fu approvata, in primis da Ortonovo e Castelnuovo, una mozione in difesa della libertà di espressione e di azione sindacale.
 
Rifondazione Comunista, federazione provinciale La Spezia

Spezia, il quinto piano del Felettino finisce in procura con l’esposto di Massimo Lombardi

 

L’avvocato LombardiSi tratta di un esposto che prevede anche la richiesta di sequestro dell’immobile , di tutta la documentazione preliminare, di realizzazione e successiva di questo progetto.

Il quinto piano del Felettino non “s’aveva da fare”. Su questo principio cinquanta cittadini hanno firmato un esposto, assistiti dall’avvocato Massimo Lombardi, proprio sull’innalzamento di un piano della struttura sanitaria ormai prossima a un’imminente demolizione. 
 
A presentare l’esposto alla Procura della Spezia, in cui viene chiesto anche il sequestro del quinto piano, è proprio l’avvocato Lombardi. 
 
Si tratta di un esposto che prevede anche la richiesta di sequestro dell’immobile – spiega Lombardi – , di tutta la documentazione preliminare, di realizzazione e successiva di questo progetto. Si tratta di un progetto che poi nel 2008 ha avuto realizzazione concreta a cui è seguito un sopralluogo che poi ne ha decretato l’inagibilità. Sono stati investiti più di quattro milioni di euro a fronte di una struttura che non è mai stata utilizzata.
 
Inevitabili, dunque, per Lombardi le domande sorte da parte dei cittadini che chiedono: chi ha pensato a realizzare una struttura di sopraelevazione in assenza delle verifiche di fattibilità? 
 
Pare che questa verifica non sia stata fatta – ha proseguito Lombardi -, pare inoltre che la ditta abbia avuto delle difficoltà. A questo punto sorge spontaneo chiedersi chi è il progettista, chi ha eseguito i lavori, chi li ha fermati e perché non si è intervenuti prima. Infine viene da chiedersi per quale motivo siano dovuti intervenire i cittadini quando tutti sapevano erano ben a conoscenza di questa situazione. Si chiede alla magistratura un intervento oggi, anche perché la commissione del comune ha lavorato bene, e ci chiediamo come sia possibile prevedere una demolizione che aizzerebbe le responsabilità, perché in questo momento è necessario fare degli accertamenti tecnici per valutare le ragioni per le quali si è arrivati all’inagibilità di questa struttura.” 
 
L’esposto parte dalla considerazione che la sanità spezzina – conclude Lombardi – è vittima di politiche di restrizione di finanziamenti nazionali e regionaliAnche da come ha detto il primario Mazzotta, i cittadini devono fare uno scatto in avanti e impegnarsi in prima persona per questa battaglia del diritto alla salute. In questo richiamo all’impegno civico, i cittadini sottoscrittori ritengono che la vicenda dell’ospedale Felettino meriti un approfondimento”
www.cittadellaspezia.com

Esposto di Rifondazione contro il valzer delle poltrone in Atc, Cossu: “Incompatibilità per le nomine di Cavallini e Goretta”.

27 gennaio 2014, by  
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Esposto di Rifondazione contro il valzer delle poltrone in Atc

Dopo aver presentato la questione in consiglio comunale, ricevendo in risposta un silenzio assordante da parte della maggioranza e dell’amministrazione, la consigliera comunale di Rifondazione comunista Simona Cossu ha presentato un esposto alla Procura della Corte dei conti della Liguria sulle nomine di due dirigenti delle società del gruppo Atc, ritenute illecite in base alla legge Severino. A sottoscrivere il documento è anche Edmondo Bucchioni, che dalla fine di marzo prenderà il posto di Cossu in consiglio.
Contestiamo la nomina di Flavio Cavallini a presidente di Atc spa – spiega Cossu – poiché ricopre anche un incarico in Asl, altra azienda pubblica. E questo va contro la legge Severino sull’incompatibilità tra incarichi in enti pubblici. Come se non bastasse, poi, Cavallini è stato nominato anche amministratore delegato della società di trasporto pubblico. E se per la presidenza Cavallini ha ricevuto l’autorizzazione dalla Asl per lavorare in Atc 30 giorni all’anno (a fronte di un compenso di 35mila euro!), per il ruolo di amministratore delegato non c’è stata alcuna autorizzazione da parte della dirigenza dell’azienda sanitaria, perché si tratta di un ruolo che non può che essere continuativo”.
Nel mirino di Rifondazione è finito anche Renato Goretta, attuale presidente e amministratore delegato di Atc esercizio.
“Anche per lui – prosegue Cossu – riteniamo di essere di fronte ad un caso di incompatibilità. Sino a ottobre 2013, due soli mesi prima di ricevere gli attuali incarichi, è stato ad di Atc spa, mentre la legge prevede che debba intercorrere almeno un anno”.
Secondo Rifondazione, anche nel caso di Goretta, ci sarebbero delle ‘aggravanti’ sotto il profilo dell’opportunità della scelta fatta dal sindaco, Massimo Federici.
“Un’ispezione del ministero delle Finanze ha rilevato che durante l’amministrazione di Goretta, il cda abbia approvato una crescita del compenso dello stesso ad ritenuta impropria. A quel punto è stato richiesto di restituire il sovrappiù e di tagliare il compenso del 10 per cento, invece ci si è limitati alla riduzione del 5 per cento. E in seguito a tutto questo Goretta è stato anche promosso a presidente e amministratore delegato di Atc esercizio. Le norme sono state scavalcate, e il vantaggio pubblico di queste nomine, francamente, non lo vediamo proprio”.
Nell’esposto Cossu e Bucchioni, citano anche un altro dirigente di Atc: si tratta di Riccardo Venturini, capogruppo Pd in consiglio comunale, che nell’azienda di Via del Canaletto ricopre il ruolo di responsabile per la trasparenza e l’anticorruzione. “Venturini avrebbe dovuto segnalare questi fatti, invece da parte sua non c’è stata nessuna comunicazione alle autorità. Per questo chiediamo alla Corte dei conti di verificare anche la sua posizione”.
Il riscontro dell’esposto presentato è ben lontano nel tempo, ma Rifondazione chiede che ci sia subito una risposta dal punto di vista politico: “Sino ad ora ci siamo trovati di fronte ad una cortina di omertà e arroganza da parte dell’amministrazione, che ha risposto alle nostre obiezioni dicendo che i compensi sono stati sospesi (ma non ce lo hanno voluto dimostrare con le carte) e che Cavallini può svolgere il suo ruolo di amministratore delegato fuori dall’orario di lavoro della sua mansione in Asl. Queste sono repliche inaccettabili. Chiediamo che il sindaco e la maggioranza diano ascolto alla nostra protesta, condivisa da buona parte dell’opposizione, e che si provveda alla scelta dei dirigenti di Atc con bandi pubblici, senza utilizzare l’azienda come parcheggio per i politici che stanno andando verso la pensione. Questo metodo ha già affossato Acam, una realtà che era in salute. Oggi Atc si trova a dover affrontare un momento delicato, con la rivoluzione del trasporto pubblico regionale, e lo fa con organismi aziendali inadatti ad operare, e il rischio che gli atti prodotti possano essere invalidati”.
A gettare benzina sul fuoco ci pensa William Domenichini, altro esponente di Rifondazione comunista. “Negli ultimi mesi abbiamo assistito al ricatto del Partito democratico nei confronti dei cittadini e dei lavoratori, con la situazione di Amt utilizzata come minaccia, per poter arrivare alla creazione di un ennesimo carrozzone come l’agenzia unica del trasporto pubblico. A nostro avviso Atc non potrà mai aggiudicarsi la gara, e potrà al massimo ottenere il servizio in subappalto. Il servizio di trasporto pubblico andrà peggiorando, mentre solo una settimana fa abbiamo visto quali interventi di messa in sicurezza siano necessari nella nostra regione”.
“Il Pd predica bene e razzola male – ha aggiunto il giovane Filippo Vergassolafacendosi paladino della buona politica e finendo per non tradurre mai le parole in fatti. E allontanando ancora di più i cittadini dal mondo politico”.
E mentre Bucchioni garantisce di portare avanti il lavoro della consigliera Cossu nel futuro, il segretario provinciale, Massimo Lombardi, annuncia che Rifondazione provvederà ad intervenire con la massima attenzione sul tema delle nomine nelle società partecipate in tutti i Comuni della provincia.
da www.cittadellaspezia.com

“Grande successo dell’iniziativa di martedì su Acam. Con i lavoratori e i cittadini verso un nuovo modello di società”

10 dicembre 2012, by  
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Il successo dell’iniziativa di martedì scorso al centro “Allende” della Spezia, organizzata da Rifondazione Comunista riguardo al caso Acam, deve aver dato fastidio a molti in città. La presenza massiccia dei lavoratori, giunti ad ascoltare le nostre proposte e le nostre azioni concrete, la dice lunga sul grado di attenzione e insoddisfazione dei principali protagonisti dell’azienda, gli stessi lavoratori e i cittadini. Un confronto a cui sono risultati assenti tutti i rappresentanti delle istituzioni locali, ma anche degli altre forze politiche spezzine.

Rifondazione intende ribadire le giuste fondamenta del proprio percorso politico che l’ha contraddistinta in questo quadrienno, dove la crisi Acam è esplosa fino a raggiungere in questi mesi il suo picco massimo di gravità. Lo ha ricordato il resp. Ambiente del partito, William Domenichinino all’incenerimento dei rifiuti, il si a rifiuti zero, il no alla privatizzazione dell’acqua, si al modello di Napoli acqua bene comune, il no perentorio alla cessione di Acam Gas si al polo dell’energie rinnovabili. Tutti elementi fondamentali per la difesa della territorialità dell’azienda e per la difesa assoluta dei lavoratori, letteralmente ricattati da un referendum “in stile Marchionne”, e realmente sostenuti in questi anni quasi esclusivamente dal nostro partito, che in questi anni infatti, soli contro tutti, ha chiesto un nuovo modello di società e di azienda, rigorosamente pubblica e trasparente.

Quello che la consigliera comunale Simona Cossu ha chiesto, ossia la ricapitalizzazione da parte dei comuni che hanno usato Acam con contratti in perdita, ancora da quantificare ma pare piuttosto ingente, e la trasparenza istituzionale che è mancata e che manca tuttora, con un gravissimo vulnus di Democrazia, lo chiederemo in tutte le sedi e in tutti i comuni della provincia.

Un altro punto sostanziale che vogliamo rimarcare è l’azione, che è insieme legale e politica, dell’esposto alla magistratura dell’avvocato Massimo Lombardi, segretario provinciale Prc, per i derivati sottoscritti da Acam con la banca Bnp Paribas, che hanno contribuito notevolmente al dissesto finanziario dell’azienda. Chi definisce questo atto poco utile mente sapendo di mentire. Ci sono importanti elementi e precedenti giudiziari che ci fanno guardare con ottimismo alla giustizia che, se dovesse compiersi, porterebbe certamente un rimborso economico all’azienda. Nessuno ha invece sottolineato il coraggio di esporsi contro una banca, questi enti intoccabili a cui non si chiede conto delle proprie responsabilità, scaricandole sulla collettività. E’ l’ora di dire basta agli abusi, basta speculazioni sulla pelle dei cittadini. Si può e si deve cambaire: c’è bisogno di giustizia, sociale e giuridica, alla Spezia come nel resto del Paese.

 

Rifondazione Comunista, federazione provinciale La Spezia

“Martedì 4 dicembre al centro “Allende” assemblea pubblica su Acam. Pronto un esposto contro le banche dei derivati”

29 novembre 2012, by  
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Rifondazione Comunista non ci sta. Non è d’accordo su come è stato gestito l’accordo sulla vicenda Acam. Per questo aveva convocato un’assemblea coi dipendenti Acam per domani sera al Centro Allende, rimandata a martedì 4 dicembre alle ore 18 per le le avverse condizioni meteo di questi giorni.

Simona Cossu, consigliera comunale di Rifondazione Comunista e William Domenichini, responsabile ambiente del partito, non approvano il documento siglato dai sindaci con i sindacati e rivendicano la loro posizione che non è semplicemente quella del “no” facendo delle proposte. “Innanzitutto non siamo d’accordo su come si è arrivati al protocollo – afferma Cossu – sia per quanto riguarda le modalità che i contenuti. Ricordiamo che la sigla è stata apposta una domenica mattina all’insaputa delle stesse forze di maggioranza. Una decisione poco trasparente. Sempre sul fronte della trasparenza abbiamo chiesto i dati per sapere quanto sono costati ad Acam i contratti di servizio: ma non ci sono stati forniti. Non vorremmo ricorrere al Prefetto per averli”. Rifondazione è critica sui contenuti dell’accordo. “Sta scritto – prosegue Cossu – che bisogna “riadeguare i contratti di servizio ambientali secondo criteri di sostenibilità economica e finanziaria”. Vuol dire allora che prima non era così. Come si possono trovare privati che investano il 49% in un’azienda in perdita?”.

E lancia delle proposte. “Sapere prima di tutto quanto costano ad Acam i contratti di servizio – precisa Cossu – Gli strumenti ci sono per recuperare i debiti dai Comuni: Acam potrebbe fare fatture ai Comuni che dovrebbero redigere un piano di rientro. Non è invocabile la scusa che avrebbero un debito fuori bilancio: il Comune della Spezia aveva un debito milionario fuori bilancio con la ditta Agnese e l’ha saldato”.

Il partito non è favorevole neppure alla ricollocazione dei dipendenti in esubero nelle società partecipate. “Questa è la modalità che ha creato il bubbone Acam, un contenitore in cui “buttare” la crisi sociale”, conclude Simona Cossu che precisa di non dare le dimissioni da consigliere “perché sto mantenendo le promesse del programma da noi sottoscritto”.

Altre lotte sono collegate indirettamente alla questione Acam come la vittoria sul referendum dell’acqua pubblica (a La Spezia 100.000 firme) e la strategia a rifiuti zero. “Siamo tra le prime province italiane ad aver varato questa strategia – ha affermato Willliam Domenichini – e alla vittoria del referendum sull’acqua hanno partecipato, oltre a noi, Pd, Sel, Idv. Proponiamo quindi l’adesione totale alla strategia rifiuti zero, la necessità della realizzazione di un polo energetico sulle energie alternative, l’attuazione del piano provinciale dei rifiuti in scadenza”. Di tutto ciò Rifondazione parlerà nella prossima assemblea coi dipendenti Acam dove verrà illustrato un esposto redatto dal segretario Massimo Lombardi contro la BNP – Paribas che ha venduto i derivati ad Acam. (da www. cronaca4.it)

Acam, Rifondazione: “E la chiamano assunzione di responsabilità?

 

Cossu e Domenichini snocciolano i punti critici dell’accordo firmato da sindaci e sindacati. La consigliera spezzina: “Federici non rispetta il programma elettorale“. Martedì assemblea pubblica all’Allende.

La Spezia – La rottura maturata su Acam tra Rifondazione Comunista e la maggioranza che appoggia Federici appare insanabile. Almeno sino a quando Pd & company non decideranno di affrontare la questione con un cambio di rotta.
Serve più serietà nel condurre questa vicenda“, afferma Simona Cossu, consigliere comunale di Rifondazione che una settimana fa ha votato contro il documento proposto dalla maggioranza. “Credo fermamente di essere nel solco del programma con il quale il centrosinistra si è presentato alle elezioni. Per questo non esco dalla maggioranza. Semmai è Federici ad essere fuori rispetto a quello che è stato promesso agli elettori. E’ assurdo che siamo solamente noi – aggiunge Cossu – a fare da guardiani al programma. In ogni caso, non voterò mai nessuna delle proposte che ricalchino il percorso intrapreso dalla giunta sulla questione Acam“.
Rifondazione, infatti, ritiene un atto grave la firma dell’accordo tra i sindaci e i sindacati di domenica 4 novembre: “Un’operazione fatta in fretta e furia, senza che nessuno ne sapesse nulla. Quando Federici dice che su Acam è trasparente non dice la verità“. Ma oltre a ribadire la sua contrarietà al modus operandi degli ultimi mesi, Cossu entra nel merito dell’accordo firmato, di cui contesta i contenuti. “I sindaci devo riadeguare i costi dei servizi ambientali secondo criteri di sostenibilità economica? Dal 2008 ad oggi a che cosa pensavano? E guarda caso promettono di farlo ora che una parte di Acam Ambiente sarà ceduta a privati. Certo, quale azienda accetterebbe di lavorare con contratti sottocosto? E la spacciano per una conquista?“.
Alcuni dei sindaci-soci, anche negli ultimi anni, quando la crisi dell’azienda era ben nota, hanno continuato a pagare meno del dovuto, ragionando come (cattivi) clienti dell’azienda di Via Picco, e, di fatto, affossandola ancora di più. Aberrazioni della partecipazione pubblica che avrebbero dovuto essere finite da tempo. E invece si attendeva caso per caso che i contratti terminassero, prima di adeguare le somme.
Ora che finalmente i sindaci-soci mettono per iscritto di voler tornare alla normalità, Rifondazione chiede che sia presentato il conto.
“Che danno ha provocato questo comportamento ad Acam? Nel corso di una seduta di commissione l’ad Gaudenzio Garavini e l’assessore Davide Natale ci hanno risposto che questo dato non ce lo possono fornire. Spero di non dovermi rivolgere al prefetto… Ad ogni modo – annuncia Cossu – avanziamo una proposta: chiediamo ai sindaci di rientrare dei loro debiti, che si presume siano molto elevati. Acam potrebbe fatturare quanto dovuto e i Comuni potrebbero avviare piani di rientro. Così facendo l’azienda avrebbe risorse da mettere sul tavolo nella trattativa con le banche e potrebbe evitare la vendita del settore Gas”. Ma così facendo i Comuni non rischiano di non poter chiudere i bilanci e di dover dichiarare il dissesto finanziario? “Sarebbero debiti fuori bilancio, che possono essere inseriti. E comunque si tratta di un fatto politico: i sindaci che hanno approfittato di servizi sottocosto, soprattutto tra quelli espressione del Partito democratico, attuino qualche taglio ad eventi elettoralistici. Altrimenti – sostiene William Domenichini, responsabile Ambiente di Rifondazione – si siedano attorno ad un tavolo e dicano perché mancano le risorse. Hanno detto di volersi assumere le loro responsabilità, ma tappando i buchi con vendite degli asset e esuberi, la presa in carico delle responsabilità dove sta?”.

Ma per Rifondazione i punti critici dell’accordo firmato da sindacati e soci di Acam non sono finiti. “Abbiamo chiesto sin dall’inizio della crisi di dare ad Acam incarichi ulteriori, ad esempio sfruttando la conoscenza del territorio di Integra, per limitare il dissesto idrogeologico. L’allora assessore Paita – ricorda Cossu – ci disse che era impossibile, che gli incarichi non si possono affidare così, e oggi, dopo anni, è uno dei punti chiave del salvataggio“.
Mirino puntato anche su un altro aspetto, quello dell’assorbimento di parte degli esuberi con il trasferimento dei dipendenti in altre controllate dei Comuni della provincia. “Ma allora – sbotta il consigliere comunale – questi non imparano mai? Una delle cause del bubbone Acam è stato proprio l’averla utilizzata come contenitore per tamponare le crisi sociali. Cosa facciamo, trasferiamo il problema da un’altra parte? Come pensano di mettere in pratica una cosa del genere?“.
Ci hanno sempre tacciati come ‘il partito del no’, ma ogni volta che si siamo espressi contro certe pratiche abbiamo sempre proposto delle alternative. Ora che la situazione è drammatica avanziamo un’altra proposta, quella di fatturare il dovuto all’azienda da parte dei Comuni debitori, per evitare la svendita di Clienti, Gas e di metà delle quote di Ambiente. Quest’ultima operazione – prosegue Domenichini – è un salto nel buio, con un piano dei rifiuti mai attuato. L’elemento critico è l’incognita discarica. Sino a fine anno sarà possibile utilizzare quella di Vallescura (nonostante che i sindaci di Follo, Beverino e La Spezia in un primo momento si fossero detti contrari). Poi dove andranno i rifiuti? Si parla di non meglio precisati ‘impianti esterni’… Sulla differenziata un’altro fatto grave, con l’impegno di raggiungere il 65 per cento nel 2017. La legge impone che ci si arrivi nel 2012. Cosa facciamo? Glissiamo la legge senza battere ciglio? E ancora: il referendum di un anno e mezzo fa ha stabilito che l’acqua è un bene comune, un valore pubblico sul quale non si può lucrare. Ebbene, nell’accordo, nonostante i voti di 100mila spezzini, questo aspetto non viene nemmeno menzionato“.Tanti, tantissimi i punti sui quali Rifondazione Comunista è in disaccordo con l’amministrazione spezzina e con i sindacati. Così come sono tanti i problemi che per anni sono stati sollevati su Acam, senza che nessuno prendesse provvedimenti efficaci. Per questo martedì prossimo alle 18 si svolgerà un’assemblea pubblica su Acam organizzata proprio da Rinfondazione comunista al Centro Allende.
Domani i lavoratori dell’azienda saranno chiamati ad esprimersi sul piano firmato dai sindacati e dai sindaci-soci e stando a quello che dice Simona Cossu, dentro l’azienda la vigilia è molto tesa: “Abbiamo avuto notizia di minacce indegne. Del tipo: se passa il no, non avrete la tredicesima“. Comunque vada, le prossime settimane saranno di fuoco, e il panettone sarà indigesto per molti, per 500 milioni di motivi. (da www.cittadellaspezia.it)

Acam, Rifondazione presenterà un esposto contro Bnp Paribas per la vendita dei derivati

La Spezia – A contribuire alla voragine presente nei conti di Acam c’è anche la nota vicenda dei derivati tossici, acquistati dall’azienda di Via Picco quando al timone, nei panni di amministratore delegato, c’era quel Pierluigi Tortora bersaglio di tre azioni di responsabilità avviare nel 2010 da parte dei sindaci soci.

Recentemente la procura di Aqui Terme ha rinviato a giudizio i vertici di Unicredit per aver venduto ad una azienda derivati tossici. Pertanto – annunciano Simona Cossi e William Domenichini – il nostro segretario provinciale Massimo Lombardi, nei prossimi giorni presenterà un esposto contro Bnp Paribas, l’istituto di credito dal quale l’ex amministratore delegato Tortora ha acquistato i derivati che sono costati un buco di 11 milioni di euro ad Acam”. Nell’annunciare l’esposto Cossu e Domenichini hanno sottolineato come tra i colpevoli del disastro Acam ci siano sindaci e sindacati, ma anche le stesse banche che hanno concesso all’azienda di arrivare ad avere un’esposizione incredibile. (da www.cittadellaspezia.it)