“Non ci uniamo al coro. Draghi non è un benefattore dell’umanità”
12 febbraio 2021, by admin
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Non ci uniamo al coro politico-mediatico di esaltazione di Mario Draghi. Si tratta di un film già visto con Monti nel 2012 con conseguenze nefaste per milioni di italiane/i.
Quali sarebbero le imprese di cui dovremmo ringraziare questo Superman?
La troika?
La svendita del patrimonio e dell’industria pubblica sul panfilo Britannia?
Lo strangolamento della Grecia di Tsipras?
Le letterine con cui ha ordinato all’Italia di tagliare la sanità e la scuola, di precarizzare il lavoro e abolire l’articolo 18. di fare la legge Fornero?
Ridicolo che Draghi venga presentato come benefattore dell’umanità. Lo ricordiamo come il banchiere centrale che, dopo aver lavorato per Goldman Sachs come Monti, ha sostenuto l’austerity neoliberista dicendo che l’Europa non può permettersi il suo stato sociale?
Draghi è uno dei più intelligenti e preparati funzionari del capitalismo finanziarizzato globale.
Che gli si consegnino le chiavi della Repubblica è la dimostrazione che il pilota automatico ha sostituito la Costituzione.
Maurizio Acerbo,
segretario nazionale del Partito della Rifondazione Comunista – Sinistra Europea
Elezioni europee: Paolo Ferrero a Sarzana lunedì 6 maggio per La Sinistra
11 maggio 2019, by admin
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Le ricette economiche e sociali targate Ue, Fmi e Bce hanno ormai dimostrato ampliamene la loro iniquità. A dispetto infatti delle facili promesse e dell’ottimismo di facciata è ormai sotto gli occhi di tutti che le severe politiche di austerity, le privatizzazioni e la liberalizzazione selvaggia del mercato del lavoro hanno generato solo maggiore povertà e precarietà.
Il mantra “meno protezione, più lavoro” che in Italia si è tradotto nella controriforma attuata nei decenni scorsi con le leggi Treu, Biagi, Fornero, fino al Jobs Act di Renzi non solo non hanno inciso su crescita e competitività ma hanno invece aumentato vertiginosamente le disuguaglianze e il malessere sociale.
Se vogliamo salvare i popoli europei dalla barbarie dei nazionalismi e dei razzismi, rinati proprio dalle macerie causate dalle politiche neo liberiste imposte in questi anni agli Stati, è necessario rifondare l’Unione su nuovi pilastri fatti di democrazia, solidarietà e giustizia sociale liberandoci una volta per tutte dalla gabbia dei trattati. Garantire a tutti cittadini e le cittadine d’Europa un lavoro tutelato e pagato il giusto, un reddito di base e un welfare adeguato alle necessità, in poche parole un futuro migliore e un sistema mi equo, sono urgenze non più rimandabili.
La riduzione dell’orario di lavoro a 32 h, il salario minimo europeo, la mesa in discussione delle riforme pensionistiche, la redistribuzione delle ricchezze sono alcune delle proposte con le quali “la Sinistra” si presenta alle elezioni del prossimo 26 maggio.
Se ne parlerà lunedì 6 maggio presso il Centro Sociale Barontini a Sarzana con i candidati del collegio Nord Ovest Paolo Ferrero (già vicepresidente della Sinistra Europea), Maria Gabriella Branca e Rosario Carvelli, con l’introduzione di Matteo Bellegoni.
Fedi (Prc La Spezia): “Soddisfazione per approvazione ordine del giorno contro il CETA”
5 ottobre 2017, by admin
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Forenza (Altra Europa-Gue): “Renzi alza la voce in Europa solo per difendere lo Stato occupante di Israele: debole coi forti e forte coi deboli!”
21 ottobre 2016, by admin
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Renzi in Europa alza la voce solo per difendere gli interessi dei potenti e dei suoi sponsor internazionali. Per questo oggi si scandalizza per il voto Unesco su Israele e minaccia addirittura di rompere con l’Ue. L’austerità e il trattamento riservato alla Grecia e i migranti non sono mai state ragioni sufficienti per una presa di posizione realmente forte contro Bruxelles, Israele invece pare di sì…
Quando si dice “debole coi forti e forte coi deboli”. Non una parola sull’occupazione israeliana, sui nuovi e continui insediamenti israeliani, a Gerusalemme est e in tutta la Cisgiordania.
Noi continuiamo invece a denunciare le violazioni dei diritti umani del popolo palestinese da parte del governo israeliano e chiediamo che l’Ue faccia lo stesso con un Paese che di risoluzioni internazionali non ne rispetta parecchie!.
Eleonora Forenza,
eurodeputata de L’Altra Europa con Tsipras – gruppo Gue/Ngl
Referendum Grecia, Ferrero: “Risultato straordinario, la democrazia vince contro il terrorismo”
6 luglio 2015, by admin
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La vittoria del no al referendum in Grecia è un risultato straordinario per la Grecia e per tutti i popoli europei. Contro il terrorismo finanziario della Merkel ha vinto con ogni evidenza la democrazia: resistere e dire no alla troika è possibile, ora la troika sarà costretta a cambiare le sue posizioni. In Italia bisogna prendere esempio dalla Grecia, la sinistra si deve unire, l’appello a tutti quelli che sono oggi ad Atene è quello di costruire subito una Syriza italiana.
Paolo Ferrero,
segretario nazionale di Rifondazione Comunista – Sinistra Europea
Atene, 5 luglio 2015
Spezia, venerdì 3 luglio alle 17.30 in piazza Mentana presidio in solidarietà al popolo greco
2 luglio 2015, by admin
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La democrazia non si svende e non si vende. Firma l’appello in solidarietà con Tsipras e il popolo greco
29 giugno 2015, by admin
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Pubblichiamo la dichiarazione del capo del governo greco ai cittadini di quel paese. Pensiamo sia necessario che tutti i cittadini democratici europei lo sostengano. Vi chiediamo di firmare con MicroMega questo brevissimo testo, da inviare alle autorità di tutte le istituzioni europee:
Siamo con la democrazia, che è sempre “giustizia e libertà”, contro la protervia dei poteri finanziari che vogliono imporre al popolo greco le politiche di liberismo selvaggio che hanno scatenato la crisi mondiale e stanno distruggendo l’Europa.
La lettera di Tsipras al popolo greco
Greche e greci,
da sei mesi il governo greco conduce una battaglia in condizioni di asfissia economica mai vista, con l’obiettivo di applicare il vostro mandato del 25 gennaio a trattare con i partner europei, per porre fine all’austerity e far tornare il nostro paese al benessere e alla giustizia sociale. Per un accordo che possa essere durevole, e rispetti sia la democrazia che le comuni regole europee e che ci conduca a una definitiva uscita dalla crisi.
In tutto questo periodo di trattative ci è stato chiesto di applicare gli accordi di memorandum presi dai governi precedenti, malgrado il fatto che questi stessi siano stati condannati in modo categorico dal popolo greco alle ultime elezioni. Ma neanche per un momento abbiamo pensato di soccombere, di tradire la vostra fiducia.
Dopo cinque mesi di trattative molto dure, i nostri partner, sfortunatamente, nell’eurogruppo dell’altro ieri (giovedì n.d.t.) hanno consegnato una proposta di ultimatum indirizzata alla Repubblica e al popolo greco. Un ultimatum che è contrario, non rispetta i principi costitutivi e i valori dell’Europa, i valori della nostra comune casa europea. È stato chiesto al governo greco di accettare una proposta che carica nuovi e insopportabili pesi sul popolo greco e minaccia la ripresa della società e dell’economia, non solo mantenendo l’insicurezza generale, ma anche aumentando in modo smisurato le diseguaglianze sociali.
La proposta delle istituzioni comprende misure che prevedono una ulteriore deregolamentazione del mercato del lavoro, tagli alle pensioni, nuove diminuzioni dei salari del settore pubblico e anche l’aumento dell’IVA per i generi alimentari, per il settore della ristorazione e del turismo, e nello stesso tempo propone l’abolizione degli alleggerimenti fiscali per le isole della Grecia.
Queste misure violano in modo diretto le conquiste comuni europee e i diritti fondamentali al lavoro, all’eguaglianza e alla dignità; e sono la prova che l’obiettivo di qualcuno dei nostri partner delle istituzioni non era un accordo durevole e fruttuoso per tutte le parti ma l’umiliazione di tutto il popolo greco.
Queste proposte mettono in evidenza l’attaccamento del Fondo Monetario Internazionale a una politica di austerity dura e vessatoria, e rendono più che mai attuale il bisogno che le leadership europee siano all’altezza della situazione e prendano delle iniziative che pongano finalmente fine alla crisi greca del debito pubblico, una crisi che tocca anche altri paesi europei minacciando lo stesso futuro dell’unità europea.
Greche e greci,
in questo momento pesa su di noi una responsabilità storica davanti alle lotte e ai sacrifici del popolo greco per garantire la Democrazia e la sovranità nazionale, una responsabilità davanti al futuro del nostro paese. E questa responsabilità ci obbliga a rispondere all’ultimatum secondo la volontà sovrana del popolo greco.
Poche ore fa (venerdì sera n.d.t.) si è tenuto il Consiglio dei Ministri al quale avevo proposto un referendum perché sia il popolo greco sovrano a decidere. La mia proposta è stata accettata all’unanimità.
Domani (oggi n.d.t.) si terrà l’assemblea plenaria del parlamento per deliberare sulla proposta del Consiglio dei Ministri riguardo la realizzazione di un referendum domenica 5 luglio che abbia come oggetto l’accettazione o il rifiuto della proposta delle istituzioni.
Ho già reso nota questa nostra decisione al presidente francese, alla cancelliera tedesca e al presidente della Banca Europea, e domani con una mia lettera chiederò ai leader dell’Unione Europea e delle istituzioni un prolungamento di pochi giorni del programma (di aiuti n.d.t.) per permettere al popolo greco di decidere libero da costrizioni e ricatti come è previsto dalla Costituzione del nostro paese e dalla tradizione democratica dell’Europa.
Greche e greci, a questo ultimatum ricattatorio che ci propone di accettare una severa e umiliante austerity senza fine e senza prospettiva di ripresa sociale ed economica, vi chiedo di rispondere in modo sovrano e con fierezza, come insegna la storia dei greci. All’autoritarismo e al dispotismo dell’austerity persecutoria rispondiamo con democrazia, sangue freddo e determinazione.
La Grecia è il paese che ha fatto nascere la democrazia, e perciò deve dare una risposta vibrante di Democrazia alla comunità europea e internazionale.
E prendo io personalmente l’impegno di rispettare il risultato di questa vostra scelta democratica qualsiasi esso sia.
E sono del tutto sicuro che la vostra scelta farà onore alla storia della nostra patria e manderà un messaggio di dignità in tutto il mondo.
In questi momenti critici dobbiamo tutti ricordare che l’Europa è la casa comune dei suoi popoli. Che in Europa non ci sono padroni e ospiti. La Grecia è e rimarrà una parte imprescindibile dell’Europa, e l’Europa è parte imprescindibile della Grecia. Tuttavia un’Europa senza democrazia sarà un’Europa senza identità e senza bussola.
Vi chiamo tutti e tutte con spirito di concordia nazionale, unità e sangue freddo a prendere le decisioni di cui siamo degni. Per noi, per le generazioni che seguiranno, per la storia dei greci.
Per la sovranità e la dignità del nostro popolo.
Alexis Tsipras
Firma l’appello di MicroMega in solidarietà con Tsipras e il popolo greco
Forenza: “La Francia non può respingere gli emigranti alla frontiera”
16 giugno 2015, by admin
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“Gli avvenimenti al confine italo-francese di Ventimiglia si configurano come vera e propria emergenza umanitaria – ha dichiarato Eleonora Forenza, eurodeputata dell’Altra Europa con Tsipras – gruppo GUE/NGL, in un’interrogazione presentata oggi alla Commissione Europea.
“Sebbene le autorità francesi dichiarino che non è stato sospeso Schengen, si stanno attuando veri e propri respingimenti collettivi in violazione del Regolamento 562/2006/CE, secondo cui le verifiche di frontiera vanno effettuate garantendo il rispetto della dignità umana e dei diritti fondamentali. La Francia deve ottemperare alle procedure previste in materia di protezione internazionale: i migranti che si presentano alla frontiera per fare richiesta di asilo non possono essere respinti indiscriminatamente verso il paese dal quale provengono ma solo a seguito di una procedura individuale. Se si tratta di riammissioni di richiedenti asilo effettuate in base al Regolamento Dublino, va garantito il diritto di difesa contro il ritrasferimento. Pertanto – conclude la parlamentare europea – si chiede se il comportamento delle autorità francesi sia in linea con i regolamenti e i trattati Europei e quali iniziative la Commissione stia intraprendendo per bloccare i respingimenti indiscriminati alla frontiera e monitorare il rispetto delle normative vigenti“.
on. Eleonora Forenza,
Altra Europa con Tsipras, gruppo GUE/NGL
SYRlZA al 45%, il popolo greco l’arma vincente di Tsipras: “Non firmeremo nuovo Memorandum”
8 giugno 2015, by admin
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Alexis Tsipras e SYRIZA hanno in Grecia solo un grande alleato: il loro popolo
SYRIZA viaggia al 45%. Questo è il riconoscimento dei greci ai sforzi di SYRIZA per liberare il loro paese dai banchieri e dai speculatori e dare un futuro e un lavoro dignitoso alla gente e specialmente ai giovani!
Senza mezzi di informazioni compiacenti, con tutti i poteri forti della Grecia e dell’Europa contro di loro e la continua minaccia del fallimento Tsipras e SYRIZA continuano a conquistare il cuore e la passione del popolo greco dimostrando una unità forte dei cittadini, dei lavoratori e della gente colpita dalla crisi con il loro governo. Alla fine c’è chi guadagna consenso per la sua sincerità, coerenza, coraggio e umiltà per proteggere i deboli e c’è chi perde voti a milioni di fronte ad una consola di PS. Tsipras va in parlamento, parla, spiega, dialoga. Ha le occhiaie, sembra stanco. È preciso, chiaro e trasparente. Dal 25 di gennaio i greci sanno che hanno il loro governo, i loro ministri, la loro vera democrazia. Perché la democrazia non si misura dallo stato di necessità e di emergenza. Non si ricatta.
SYRIZA cresce di 23,6 punti percentuali la sua distanza da Nuova Democrazia, secondo l’ultimo sondaggio della Metron Analysis che ha pubblicato oggi il giornale “Parapolitka”.
SYRIZA viene primo con 37,2% nell’intenzione di voto, mentre la Nuova Democrazia segue con 17,7%, il populista Fiume con 6,1%, i criminali di Alba Dorata con 4,4%, i comunisti ortodossi di KKE con 4,3%, i moderati Greci Indipendenti con 3,2%, i socialisti di PASOK con 2,9%.
Una volta contata l’astensione SYRIZA viene primo con 45%, mentre la Nuova Democrazia segue con 21,4%, che sarebbe il vero risultato delle probabili elezioni in Grecia!
Il 59% si dichiara soddisfatto per le strategia delle trattative del governo con le istituzioni europee ed internazionali, mentre il 35% non è d’accordo. Il 47% dei greci crede che il governo deve accettare la proposta delle istituzioni e dei creditori per avere il finanziamento del paese, mentre il 35% crede che si deve essere respinta. Il 79% è a favore della moneta unica, mentre solo il 19% vuole il ritorno ala dracma. Ma come è possibile che anche in queste condizioni il popolo greco crede ancora nell’Unione Europea e la sua moneta?
Questo è il grande merito di SYRIZA e di Tsipras che hanno puntato sempre alla ricostruzione dell’Europa dal basso, di riscrivere i trattati e trasformare l’Europa dei banchieri in un continente di democrazia, solidarietà e giustizia sociale. Tsipras è andato al parlamento per parlare al cuore della sua gente: “Non c’è la prospettiva di un nuovo Memorandum. La grande sfida è la ristrutturazione del debito“.
Tsipras sfida l’austerità in sei punti:
– vuole bassi surplus primari, che sono stati accettati dai creditori, fatto che permetterà la diminuzione del costo per il popolo per 8 miliardi i prossimi 18 mesi e per 1,5 miliardi i prossimi 5 anni.
– vuole diminuzione, ristrutturazione del debito, per liberare definitivamente il suo paese dai ricatti.
– vuole la protezione delle pensioni e del salario reale.
– vuole ridistribuzione del reddito a favore della maggioranza sociale del paese.
– vuole il ritorno della contrattazione collettiva del lavoro e inversione del corso della deregulation delle relazioni di lavoro. Il governo in collaborazione con l’ Organizzazione Internazionale di Lavoro prepara una nuova legge.
-vuole un forte programma di investimenti pubblici per far ripartire la economia greca e creare posti di lavoro.
“Dopo cinque anni abbiamo bisogno di una soluzione che metterà definitivamente fine al dibattito dell’uscita della Grecia dall’eurozona, che funziona come una profezia che si auto avvera, che metterà fine all’austerità e la crisi di debito“, ha detto Tsipras al parlamento.
“Questo governo e questo parlamento non voteranno un nuovo Memorandum. E se stiamo dando una dura battaglia è perché non siamo abituati come voi a firmare qualsiasi cosa che ci portano“, ha continuato Tsipras guardando verso Samaras e Venizelos.
Argiris Panagopoulos, portavoce di Syriza
Ferrero: “La Grecia e le bugie interessate dell’Europa”
28 aprile 2015, by admin
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Non riuscendo a comprare il governo greco o a piegarlo ai voleri della Troika, i poteri forti europei impersonati dalla Commissione e dall’Eurogruppo, stanno conducendo una campagna mediatica contro il governo greco teso a screditarlo. Se nella prima settimana dopo le elezioni tutti sono saltati sul carro di Tsipras, nelle settimane successive il refrain utilizzato da tutti i grandi giornali europei è stato duplice: i greci sono inaffidabili e incompetenti oppure i greci hanno ceduto alle richieste della Merkel. L’obiettivo è tanto semplice da risultare banale: screditare il governo greco agli occhi dei popoli europei in modo da cercare di evitare che Syriza ed in generale la proposta della sinistra di antiliberista possa diventare un punto di riferimento per chi vuole cambiare le cose.
A questo doppio binario non sfugge l’ultima – per ora – puntata della telenovela, quella sul ministro Varoufakis che – ci dicono le euroveline – sarebbe stato messo da parte per essere sostituito con il moderato Euclid Tsakalotos. Questa parolina “moderato” è il vero punto della campagna di disinformazione: il messaggio è che il governo greco sta cedendo alla Merkel ed entrano in campo i “moderati”. Chi conosce Euclid – dirigente dell’ala movimentista di Syriza e partecipante attivo ai vari social forum di questi anni – sa bene come questa affermazione sia completamente falsa. Il punto è molto semplice: la Commissione Europea e l’Eurogruppo stanno nascondendo dietro i contrasti con il ministro Varoufakis trasformato in personaggio folcloristico, una pratica dilatoria che punta a strozzare la Grecia attraverso un ricatto: soldi solo in cambio di privatizzazioni, libertà di licenziamento e ulteriore manomissione del sistema pensionistico. L’Unione Europea ha fatto in questi giorni polverone attorno a Varoufakis, cercando di far passare tempo e mettere la Grecia con le spalle al muro.
Il governo greco ha giustamente deciso di smascherare questo ricatto e di togliere ogni alibi ai poteri forti europei. Per questo ha dato vita ad una delegazione trattante più ampia, che ha lo stesso mandato politico di prima e che vede riconfermata la fiducia a Varoufakis quale ministro titolare delle trattative nell’eurogruppo. Sempre per togliere alibi agli avversari, il governo greco presenterà a stretto giro le riforme che intende fare. Vedremo nei prossimi giorni cosa risponderà la casta neoliberista europea – tra cui siede a pieno titolo Renzi e il suo governo – sapendo che entro la fine di giugno si arriverà al dunque sul punto fondamentale, quello del debito.
Il punto chiarissimo è infatti questo: oggi il governo greco vuole un accordo intermedio che permetta di impostare il lavoro e la trattativa per affrontare il tema centrale, quello del debito pubblico. Il debito pubblico greco – esploso grazie alle folli politiche imposte alla Grecia dalla Troika – e che ha travasato decine di miliardi dalle tasche dei greci a quelli degli speculatori, è infatti il vero nodo attorno a cui si gioca la partita. La posizione greca è chiarissima: il debito è ingestibile a livello nazionale e all’interno delle regole oggi applicate, occorre che il debito venga gestito dalla Bce a tasso di interesse zero, non solo per la Grecia ma per tutti i paesi europei. La proposta greca è quindi l’unica proposta sensata che sia in campo perché propone di togliere la gestione del debito pubblico dalle mani della speculazione e dei mercati per riportarlo ad una gestione pubblica, come avviene in tutto il resto del mondo: dagli Stati Uniti al Giappone per non fare che due esempi di paesi non in odore di bolscevismo. Non si dimentichi che Obama ha avuto in prestito in questi anni dalla Federal Reserve4.500 miliardi di dollari a tasso di interesse zero (avete letto bene, zero).
Per questo, invito i lettori a non farsi distrarre dalle veline dei nemici di classe – banchieri, speculatori, politici neoliberisti in generale – ma a costruire il consenso attorno alla proposta avanzata dal governo greco: i popoli la devono smettere di regalare i soldi agli speculatori attraverso gli interessi sul debito pubblico e i debiti devono essere gestiti dalla Bce, come succede in tutto il resto del mondo. La lotta non è tra popoli ma dei popoli contro gli speculatori e per questo la sovranità sulla moneta deve essere tolta alle banche private e posta al servizio dei popoli.
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Paolo Ferrero,
segretario nazionale Rifondazione Comunista – Sinistra Europea