Conti: “Saem verso il fallimento, Fincantieri deve intervenire”

28 agosto 2014, by  
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Anche nel periodo estivo è proseguito senza tregua lo smantellamento, pezzo per pezzo, del tessuto industriale delle Liguria.

Nei giorni scorsi é toccato a Saem, azienda genovese che opera nel campo dell’impiantistica navale con commesse e, in particolare, negli stabilimenti Fincantieri di Riva Trigoso e di Muggiano.

Le prospettive per i circa 120 lavoratori, che non hanno percepito nemmeno il salario dovuto per le ultime mensilità lavorate, risultano essere per questo molto incerte e preoccupanti perché nei giorni scorsi l’azienda ha depositato istanza di fallimento presso il Tribunale di Genova.

Credo che Fincantieri non possa cavarsela con un’alzata di spalle: i lavoratori di Saem rappresentano un patrimonio di esperienza e di professionalità che non deve andare disperso e che è può essere prezioso per il completamento della commesse che erano state affidate a Saem e che Fincantieri ha ora disdetto.

Giacomo Conti,
Capogruppo Prc in consiglio regionale Liguria


www.giacomoconti.it

“Acam: emergono i fallimenti annunciati del piano di svendita”

30 gennaio 2014, by  
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L’audizione dell’amministratore delegato Garavini, alla commissione Ambiente del comune della Spezia, mette in luce tutte le carenze del piano di svendita di Acam. Un film che abbiamo già preannunciato, ma che pone l’accento sull’ennesimo fallimento della politica locale.
 
La vendita dei gioielli di famiglia ha impoverito ulteriormente l’azienda, il cui quadro occupazione è rimane critico. Ci risulta in tal senso risibile gli accenni fatti dall’amministratore delegato sulle riduzioni dei superminimi da parte dei dirigenti, molti dei quali responsabili di una gestione non certo sostenibile. Un quadro allarmante in cui spiccano diminuzioni di straordinari nei settori di sotto-organico come i rifiuti, forse perchè si usano le cooperative?
 
Emerge chiaramente la criticità del settore idrico, sia dal punto di vista tariffario, i cui aumenti dovranno essere valutati in fase di bilancio consuntivo, in relazione ad investimenti che non ci sono. E su questo punto emerge un’altra enorme difficoltà in relazione a mancanza di fondi per investimenti alla rete ed agli impianti, investimenti che giustificavano gli aumenti tariffari previsti. Questa situazione fa diventare ipocrita e paradossale ogni richiamo all’acqua pubblica, tale forse in punta di diritto, ma di fatto ben lontana dal mandato politico espresso da 27 milioni di cittadini che hanno votato i referendum, come a dimostrare l’inadempienza sulla remunerazione del capitale investito (7%).
 
Particolarmente critico sarà il tema Rifiuti. Prendiamo atto che ad oggi il piano di svendita è bloccato in attesa di un quadro normativo regionale che non è vigente, in previsione di un Ato regionale unico. Contraddittori e fumose parole sulla raccolta differenziata, che dovrebbe essere il motore di questa azienda, invece diventa il fardello, brandendo la discarica di servizio come mannaia per i fallimenti di una politica che continua ad essere miope. 
 
Tant’è che l’elefante partorirà il topolino e l’impianto di Salicenti, invece di essere riconvertito a trattamento meccanico biologico e poi compostaggio e piattaforma di selezione, s’intende usarlo come hub del rifiuto del levante ligure per produrre ancora Cdr (CSS come si chiama ora).
Nonostante il comune della Spezia, grazie al lavoro di Rifondazione, abbia aderito alla strategia Rifiuti Zero.
La discarica di Mangina è inutilizzabile, allora avevano ragione chi l’ha contesta? Perchè non sono stati ascoltati adeguatamente? Ora l’emergenzialità punta su Pitelli, senza mai sentire la parola bonifica. Un disastro.
 
Questo è il risultato di un piano di svendita di una realtà che poteva essere il volano di una nuova economia. C’è chi ha la sfrontatezza di chiamare l’operazione Acam come responsabile e ben riuscita. E’ evidente che alla Spezia l’ipocrisia regna sovrana.
 
Segreteria provinciale Prc La Spezia

“Solidali con i lavoratori Acam: una situazione indecente”

26 marzo 2013, by  
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La notizia di una possibile mancanza di liquidità da parte dell’azienda Acam che metterebbe a repentaglio gli stipendi di marzo è di una gravità inaudita e segna il passo di una gestione indecente della vertenza da parte di tutte le forze politiche spezzine.
In primis è inconcepibile che tale notizia venga appresa dai giornali, segno di una totale mancanza di rispetto nei confronti dei lavoratori. Queste informazioni non sono fulmini a ciel sereno, e qui le responsabilità sono gravissime.
In secondo luogo troviamo indecente l’atteggiamento delle forze politiche spezzine, tutte, nessuna esclusa, dimostrato nella recente commissione consiliare in cui Rifondazione, alla luce della sentenza che giudicava l’azienda non fallibile, chiedeva un consiglio comunale immediato sul tema. Questo non è stato voluto da tutte le forze politiche presenti, Pd, Sel, M5S, Guerri, Pdl, Lega e varie liste civiche. Oggi lorsignori si rendono conto che l’urgenza era evidente a tutti, men che a loro. Un atteggiamento vergognoso.
La solidarietà ai lavoratori di Acam si aggiunge alla preoccupazione che nella provincia ci sono già 1000 persone che, per il blocco degli ammortizzatori sociali da tre mesi senza un euro. Ora se ne aggiungerebbero 950 di Acam, mentre i sindaci del Pd continuano a svolgere il loro mandato come se fossimo in una situazione di normale amministrazione.
Segreteria prov.le Prc La Spezia

“Serve un piano straordinario: l’Acam affonda e i sindaci continuano a suonare”

23 marzo 2013, by  
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Il sindaco Federici e gli altri membri dell’assemblea dei soci sono degli irresponsabili, perché hanno sottovalutato le problematiche legate alla fallibilità di Acam, che avevamo posto in più di una occasione, soprattutto nelle ultime settimane, dopo il pronunciamento del Tribunale di Palermo, al quale i giudici spezzini hanno fatto esplicito riferimento. Oggi, grazie all’arroganza e alla presunzione dei sindaci e alle responsabilità dei dirigenti dell’azienda e dei Comuni, ci troviamo completamente impreparati“.


Carte alla mano, Rifondazione Comunista si scaglia contro i sindaci-soci della multiutility di Via Picco, commentando la sentenza con la quale il Tribunale della Spezia ha stabilito che Acam non può fallire e non può ricorrere ad alcuna procedura concordataria poiché persegue fini pubblici. Simona Cossu, consigliera che di recente è passata all’opposizione della giunta spezzina, ma che su Acam aveva mostrato un’opinione molto critica da tempo, mostra il verbale della riunione di commissione dell’8 marzo scorso, nel quale c’è proprio il botta e risposta con il sindaco sulla questione della fallibilità e dell’entità del debito che ricadrebbe sulle casse dei Comuni. E il sindaco, che allora aveva sostenuto che la natura giuridica di Acam avrebbe potuto condurre ad un concordato e che i Comuni sarebbero responsabili solamente della parte di capitale versato, non si sposta di un centimetro, e oggi ritorna a ribadire le sue convinzioni (clicca qui).
Come ha ammesso lo stesso amministratore delegato di Acam Garavini, le possibilità che si giunga all’accordo sulla ristrutturazione del debito sono decisamente flebili – ha spiegato questa mattina Simona Cossu – quindi la situazione è davvero disperata. Occorre che si predisponga un piano straordinario da parte dei Comuni, per questo chiediamo una assemblea dei soci in seduta aperta e un consiglio comunale straordinario su questo tema. Cosa inserire nel piano? Il taglio di tutte le spese non necessarie per far fronte ai servizi pubblici. Ci riferiamo a spese come quella per il logo della città, la Festa della Marineria, il Festival della Mente. Se vogliono realizzare queste manifestazione, con una città sommersa dalla spazzatura, sappiano che noi ci mettiamo di traverso. Poi sarà utile individuare patrimoni da liquidare e aumentare gli affidamenti in house. I Comuni devono trovare le risorse per far fronte ai debiti che franeranno loro addosso e dovranno evitare che il passivo di Acam si spalmi in egual misura su tutti: l’addizionale Irpef, se dovrà aumentare come prevedibile, lo farà solo per i redditi alti“.

Non c’è spazio per ribaltare la sentenza – ha sostenuto il segretario provinciale Massimo Lombardinon ci sono precedenti. La magistratura ha emesso una sentenza senza ascoltare i poteri forti della città che volevano mettere un tappo sulla questione. Ci sono decine di situazioni che meritano una stura in questa città. Ma manca la consapevolezza, anche politica, di quello che sta succedendo. E’ come se Acam fosse il Titanic che affonda, e i sindaci continuano a suonare“. “Quegli stessi sindaci – ha aggiunto William Domenichini che hanno la grave responsabilità politica di aver stipulato contratti di servizio nei quali l’azienda era in perdita e di voler continuare a giocare il futuro di Acam all’interno delle stanze dei bottoni“.

da www.cittadellaspezia.com del 22/03/2013

Fallimento Manzardo, lavoratori in Provincia. Romeo: “Ennesimo colpo al tessuto economico”

5 novembre 2011, by  
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L’assessore provinciale ai Servizi per il Lavoro Salvatore Romeo e l’Assessore alla valorizzazione e sviluppo delle risorse economico produttive del Comune di Sarzana Giuseppina Rossi hanno incontrato questa mattina in Provincia le organizzazioni sindacali e i lavoratori della Manzardo S.P.A, storica azienda nel settore dei termosanitari, dei condizionatori e dell’arredo bagno che lo scorso 20 ottobre ha presentato istanza di fallimento.

All’ordine del giorno dell’incontro la richiesta alle Istituzioni affinché interloquiscano con il curatore fallimentare con l’obiettivo di ottenere l’avvio delle procedure di cassa integrazione straordinaria e di mobilità volontaria per i 350 dipendenti dell’azienda a livello nazionale, di cui 20 operanti nel territorio spezzino. I sindacati hanno chiesto a Provincia e Comune, ognuno per le proprie competenze, un accelerazione nei tempi di attivazione degli ammortizzatori sociali.
“La Provincia – ha detto Romeo insieme a Comune e Sindacati lavorerà mettendo a disposizione tutti gli strumenti istituzionali possibili al fine di tutelare i 20 dipendenti dell’azienda che operano a livello locale. Coinvolgeremo anche le altre Province interessate e contatterò gli Assessori al lavoro di Genova, Lucca e Pisa per avviare trattative comuni e garantire gli stessi diritti a tutti lavoratori operanti nei diversi territori. Ci attiveremo subito presso la Regione affinché ci sia una pressione sul Ministero del Lavoro per l’istituzione degli ammortizzatori. E’ un momento difficilissimo per l’economia del territorio e l’istanza di fallimento della Manzardo è l’ennesimo colpo al tessuto sociale della provincia spezzina. Per questo motivo la Provincia lavorerà da subito su diversi livelli per tutelare i diritti dei lavoratori e cercare di garantirne il futuro professionale.”

“Il Comune di Sarzana esprime vicinanza ai lavoratori – ha sottolineato Giuseppina Rossi – coinvolti in questa spiacevole vicenda. Sicuramente l’Amministrazione comunale solleciterà l’attivazione degli strumenti di tutela dei dipendenti e si impegnerà nella ricerca di aziende del territorio interessate la rilevare la Manzardo.”

Rifondazione Comunista, federazione provinciale della Spezia